1°
CAPITOLO
Erano appena le 7 di mattina a Suna e i raggi del sole
incominciavano ad illuminare quella stanza spesso molto buia. Fuori si potevano
vedere molte persone già sveglie e pronte al lavoro e si poteva udire il canto
degli uccelli che volavano liberi nel cielo azzurro di quella meravigliosa
mattina. I raggi del sole illuminavano tutto il villaggio e preannunciavano una
giornata serena e tranquilla. Forse per le altre persone vedere quella scena ai
loro occhi era più che normale, ma per lui no. Per lui preannunciava sempre
qualcosa di nuovo il sorgere del sole e gli dava un senso di calore e
benessere, soprattutto quando i raggi caldi gli accarezzavano il viso ancora
addormentato. Quella mattina però, non voleva svegliarsi o meglio non voleva
alzarsi e andare a svolgere il suo dovere come sempre. Voleva starsene
tranquillo e rilassato nel suo letto, ma sapeva che non poteva farlo per via
dell’importanza che assumeva in quel villaggio. Quindi, si strofinò gli occhi
per via della stanchezza e lentamente cominciò ad aprirli e a guardare un punto
indefinito della parete sopra di lui. Poi guardò l’orologio e capì che era
giunto il momento di alzarsi e quindi svogliatamente scese dal letto e aprì un
po’ la finestra. Poi, andò in bagno per farsi una bella doccia che sicuramente
lo avrebbe aiutato a svegliarsi e lo avrebbe rilassato. Dopo aver finito di
lavarsi, incominciò a cercare i vestiti che doveva indossare anche quel giorno.
Voleva tanto vestirsi come al suo solito, alla sua maniera, ma non poteva farlo
perché la sua carica richiedeva un indumento con il quale tutti lo avrebbero
riconosciuto come tale e lo avrebbero rispettato. Così, indossò la sua solita
tunica da Kazekage e guardò la sua stanza un’ultima volta, poi uscì per dirigersi nel suo ufficio e
incominciare a lavorare, prima però voleva fare la cosa che più gli piaceva,
cioè andare a guardare l’alba. Dopo essere salito in una roccia, i suoi occhi
color Acquamarina fissarono il sorgere del sole per poi guardare un punto
indefinito del cielo, pensando a quando lavoro lo avrebbe aspettato quel giorno
non appena sarebbe entrato nel suo ufficio.
Chiuse gli occhi per poter assaporare un’ultima volta la brezza leggera
del vento che gli scompigliava i capelli e il sole caldo che gli illuminavano
il viso, facendolo allo stesso tempo rilassare e fantasticare su qualsiasi
cosa, quanto all’improvviso una voce lo riportò alla realtà.
“Ehi, che ci fai qui?”
Conosceva bene quella voce che lo aveva chiamato alle sue
spalle.
“Ciao… Niente,
riflettevo.” Rispose semplicemente.
“Capisco. Ultimamente ti vedo sempre qui, ti piace questo
posto, vero?” Non ottenne però risposta
alla sua domanda e quindi continuò il suo discorso. “ Anche a me piace,
soprattutto la mattina e la sera dove si può vedere, sia l’alba, sia il
tramonto, che trovo sia fantastico. E poi mi rilassa, solo che con tutti gli
impegni che mi ritrovo non ho mai tempo di venire qui ad eccezione di oggi che
come vedi, stranamente mi sono svegliato più presto del solito.”
“Capisco.” Disse semplicemente.
“Sempre loquace, eh? Bè adesso vado, ma tu non dovresti
essere a lavoro adesso?” chiese prima di andarsene.
“Si, infatti prima che venissi tu stavo per andarmene.”
“Ah, ok! Per me puoi restare quando ti pare e piace! Non
sarò certo io a disturbarti. Ma poi dovrai vedertela con gli anziani mio caro e
lo sai che non è un impresa tanto facile.”
“Si, lo so. Adesso vado.”
“Ok, ci vediamo dopo nel tuo ufficio, Gaara.” Disse
alzando una mano in segno di saluto.
“A dopo, Kankuro.” Ricambiò il Kazegake.
Così, anche Gaara fu costretto ad abbandonare quel
magnifico posto, dove ogni volta si rilassava. Ogni giorno era sempre la stessa
storia, si svegliava la mattina e non aveva nemmeno il tempo di restare cinque
minuti, che già doveva essere al lavoro, ma dopotutto non poteva lamentarsi era
stato lui a candidarsi per primo per poter aspirare al titolo di Kazekage. Il
suo obiettivo era di poter diventare come Naruto Uzumaki, il ninja che gli
aveva cambiato la vita e che gli aveva fatto capire che le cose potevano
cambiare se solo lui lo volesse. Naruto aveva saputo farsi accettare da tutti,
mentre lui aveva solo vissuto di odio e di violenza, ma adesso voleva cambiare
e voleva farsi accettare anche lui da tutti e voleva proteggere a tutti i costi
il suo villaggio e amare tutti i suoi abitanti. Aveva faticato molto per avere
l’approvazione degli anziani per poter arrivare a quel titolo ed essere il
quinto Kazegake dopo suo padre. E adesso non voleva perdere questa carica per
nulla al mondo e stava anche incominciando a capire veramente cosa significava
amare e proteggere le persone care. Quindi, non poteva certo lamentarsi del
ruolo che aveva e così si diresse come sempre nel suo ufficio. Come al solito,
non ebbe nemmeno il tempo di sedersi sulla sua comodissima poltrona, che già
arrivò un ninja con in mano delle carte che dovevano essere controllate e
firmate. Dopo aver svolto il suo dovere, il ninja si congedò e lasciò il
Kazekage da solo, intendo a controllare e a firmare quei fogli. Più tardi verso
le 8:30 circa, bussarono alla porta e lui sapeva già di chi si trattava e
quindi non rispose neanche, perché sapeva che questa persona sarebbe entrata
anche senza il suo permesso.
“Buongiorno, Gaara!” disse Temari avvicinandosi alla
scrivania del Kazegake.
“Buongiorno, Temari.” Rispose lui al saluto.
“Kankuro mi ha detto che ti ha visto questa mattina. Dice
che eri intendo a guardare l’alba.” Disse Temari tanto per avviare una
conversazione. Inutile dire che Gaara pensò che suo fratello maggiore, vale a
dire Kankuro, non si facesse mai gli affari suoi.
“Stavo solamente facendo una passeggiata, tutto qui.
Comunque sei qui per la missione di oggi, vero?” tagliò corto.
“Si”
“Ecco, questa è la missione che ti ho assegnato.” Disse
tendendo la pergamena a Temari.
“Dunque vediamo…. È di livello A!” esclamò guardando la
pergamena.
“Ti aspettavi una missione di livello C, per caso? No,
perché se vuoi ne ho altre in cui….”
“Gaara? Di livello A mi sta bene! E poi a leggere il
contenuto, non mi sembra tanto difficile. Dovrei arrabbiarmi con te,
fratellino. Potrei pensare che non ti fidi di me e che mi assegni missioni per
poppanti visto il mio livello di jonin.” Scherzò Temari portandosi le mani ai
fianchi. Gaara dal canto suo fece un mezzo sorriso, dopotutto sua sorella era
l’unica che cercava di farlo sorridere un po’.
“ Adesso preparo la mia squadra e poi partiamo. Comunque,
a Kankuro che missione hai deciso di affidargli? Se non ho letto male, mi
sembra che questa volta non siamo in missione insieme.”
“Si infatti, a lui ho assegnato una missione diversa
dalla tua, spero che tu non ce l’abbia con me.” Disse con il suo solito sguardo
impassibile.
“ Ma dico, stai scherzando?! Sono felice che
quell’idiota di tuo fratello non sia con me in missione! Ogni volte me ne fa
vedere di tutti i colori, quell’imbecille! Anzi mi hai fatto veramente un
favore, non è che poi lo potresti rifare?” chiese con tono speranzoso.
“Vedremo.” Disse semplicemente Gaara
accennando un sorriso.
“E posso sapere di che livello è la missione
che gli hai assegnato?”
“è di livello B.”
“Di livello B? E perché? Non capisco. Kankuro
è un jonin come me, perché questa volta hai voluto assegnarli una missione di
livello B? Non so come la prenderà, poveretto.”
Disse con tono divertito Temari, pensando già alla faccia che avrebbe
fatto il fratello a quella notizia.
“ Gli ho assegnato questa missione di livello
B perché la sua squadra è molto indietro e siccome l’ha scelta lui, ha il
dovere e la responsabilità di portarla avanti e di migliorarla.” disse semplicemente Gaara, sperando che la
sorella chiudesse lì quel discorso.
“Capito.” Per sua fortuna Temari, l’aveva
finita lì. Non gli piaceva girare troppo intorno alle cose.
“ Allora io vado, ci vediamo quando torno
dalla missione.” Disse salutando con un gesto della mano il fratello. Fece per
uscire, ma la porta si aprì all’improvviso, per poi richiudersi velocemente. Ed
ecco la famiglia Sabaku al completo, pensò Temari.
“Ciao, Gaara. Ciao, Temari.” Salutò Kankuro.
I due ricambiarono al saluto con un cenno del capo.
“ Sei qui per la missione anche tu?” chiese Temari,
il quale però sapeva già la risposta.
“Si. Allora Gaara, che missione c’è per me
oggi? È con Temari?” volle assicurarsi prima di tutto Kankuro.
“No, ti è andata bene! Oggi grazie a Dio non
siamo in missione insieme, quindi rilassati.” Rispose Temari al posto di Gaara.
“Wow! E che missione mi hai assegnato allora?
Eh, fratellino?” chiese Kankuro felice della bella notizia.
“ è questa.” Disse poggiando la pergamena
nella scrivania, lasciando che Kankuro si avvicinasse per prenderla.
“Cosa?! Ma è di livello B! Stai scherzando,
vero?” chiese sperando in una risposta positiva.
“No, come ho già spiegato a Temari la tua
squadra è molto indietro e devi cercare di farla migliorare, altrimenti non
posso affidarti missioni di livello più alto, mi dispiace.” Rispose con tono
calmo, Gaara.
“Uffa, però non è giusto! Io odio la mia
squadra! Mi fanno impazzire!” disse esasperato Kankuro.
“Peggio per te! Sei stato tu a sceglierla o
sbaglio?” si intromise Temari.
“Si, ma pensavo che erano dei ragazzi in
gamba e invece mi ritrovo una banda di teppisti!” grugnò Kankuro.
“ Cavoli tuoi! Io invece mi trovo benissimo
con la mia squadra e come vedi io salgo e tu scendi!” disse Temari stuzzicando
il fratello.
“Non provocarmi Temari!” ringhiò Kankuro.
Gaara che fino a quel momento era rimasto in silenzio per ascoltare la
conversazione tra i due, decise di intervenire, altrimenti non lo avrebbero
lasciato un attimo in pace con i loro continui litigi.
“Scusate ma adesso dovrei lavorare se non vi
dispiace quindi ci salutiamo adesso. Buona fortuna e vedete di completare con
successo le missioni che vi ho affidato.” Disse con un tono che non ammetteva
repliche.
“Ok, allora andiamo! Come al solito ti ho
lasciato un biglietto in cucina e se hai bisogno di qualcosa è scritto tutto
lì!” disse Temari. Fece per uscire dalla stanza quando ad un certo punto si
fermò di colpo.
“Ah, quasi dimenticavo!” urlò Temari richiudendo
di nuovo la porta dietro di lei, bloccando anche l’uscita a Kankuro, il quale
la guardava spazientito.
“Cosa c’è ancora?” chiese Gaara, anche lui
spazientito.
“Volevo chiederti, ma tu hai visto Matsuri?
Volevo parlarle, ma non l’ho ancora vista.”
“Già in effetti, io nemmeno ho avuto modo di
vederla in questi giorni.” Si intromise Kankuro. Gaara, sospirò e poi rispose. “ Matsuri è in
missione e dovrebbe tornare questo pomeriggio.”
“ Ecco perché non l’ho vista!” disse Kankuro
sbattendo un pugno sull’altra mano, convinto di aver detto una cosa geniale.
“Caspita che genio! Comunque Gaara, potresti
anche farle qualche lezione quando hai un po’ di tempo libero. Infondo anche se
sei il Kazekage per lei rimarrai sempre il maestro Gaara a cui tanto è
affezionata.” Disse con un ghignò Temari.
“Concordo in pieno con quello che ha detto
Temari, aggiungendo che è anche pazza innamorata di t….” ma non completò la
frase che si ritrovò il piede della sorella sopra il suo, toccandoselo un
attimo dopo per il troppo dolore.
“ Lascia perdere Kankuro, non sa quello che
dice!” disse Temari sorridendo nervosamente, per poi girarsi verso Kankuro e
guardandolo con aria omicida.
“Ma che ho detto di così tanto sbagliato?
Tanto lo sanno cani e porci! E anche Gaara!” disse Kankuro toccandosi ancora il
piede dolorante.
“Si, ma non sono affari tuoi!” sbottò Temari.
“ Volete finirla? E comunque Temari lo so
anche io che Matsuri mi considera ancora il suo maestro e che conta che io gli
insegni molte altre cose, ma ti assicuro che io non ho più niente da insegnarli
è già abbastanza forte da sé, credimi. E nonostante questo, continuo ad
allenarla lo stesso quando ho un po’ di tempo libero, quindi non c’è motivo per
cui ti devi preoccupare Temari. Ci penso io a Matsuri e tu pensa alle tue
missioni e detto questo, l’argomento Matsuri è finito!”
“Caspita, non ti avevo mai visto fare un
discorso completo senza parlare a monosillabi!” scherzò Kankuro, il quale come
risposta ricevette un sguardo arrabbiato da parte di suo fratello.
“E va bene, va bene! Non c’è bisogno che ti
scaldi! Tanto adesso ce ne andiamo! Salutami Matsuri quanto torna e
riferiscigli che quanto tornerò, dobbiamo parlare di alcune cosette importanti
io e lei. Detto questo ti saluto!” E così dicendo Kankuro e Temari scomparvero
dietro la porta, lasciando Gaara immerso nei suoi pensieri e intendo a scrivere
su un foglio bianco.
Intanto, Matsuri ritornava dalla sua
missione….
Salve! Eccomi tornata con una nuova ff, ma questa volta su Naruto
che spero leggerete! Lo so cosa state pensando: “Ma questa non ha nient’altro
di meglio da fare che romperci le scatole?” ebbene no! NN ho niente da fare x
il momento! Cmq spero che qst ff sia di vostro gradimento e spero che rece in
tanti! Bè fatemi sapere che cosa ne pensate di questo primo capitolo. E ditemi
se ha senso o se ha errori. Bè adesso vado ci sentiamo! Ps: Ho aggiornato “i
prescelti” chi non l’avesse ancora letto spero che lo farà presto! Bè adesso
vado, ciao! Baci! ^^ E un’ultima cosa…
scusate se nn ho messo il titolo del capitolo ma nn sapevo cosa metterci e
credo che anche negli altri capitoli non ci sarà un titolo specifico se non so
che metterci! ^^ Bè ci sentiamo, ciao!