Fumetti/Cartoni europei > Winx
Ricorda la storia  |      
Autore: Lumos and Nox    22/01/2015    7 recensioni
«Ti sei mai chiesta se è la cosa giusta?»
Tecna aggrottò leggermente le sopracciglia, assumendo quella famosa espressione che solo lei sapeva fare, quella che Musa non riusciva mai a inquadrare. Era semplicemente curiosa o persa, distratta a completare chissà quali calcoli per chissà quale marchingegno? «Dipende» le disse. «Definisci "giusto" ».
«È che... non so, sembra quasi che io debba stare per forza con Riven e tu per forza con Tim. Tipo... predestinati. Ci hai mai fatto caso?»
Uno spritz in città può causare più guai di un incontro con le Trix. Combinare musica e tecnologia non porta sempre ad una soluzione. Ma in questo caso forse si.
[MusaxTecna, What if? ovvero, se la Rainbow avesse rispetto per i suoi personaggi]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Musa, Nuovo personaggio, Tecna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The Right Thing



«Ti sei mai chiesta se è la cosa giusta?»
Tecna aggrottò leggermente le sopracciglia, assumendo quella famosa espressione che solo lei sapeva fare, quella che Musa non riusciva mai a inquadrare. Era semplicemente curiosa o persa, distratta a completare chissà quali calcoli per chissà quale marchingegno? «Dipende» le disse. «Definisci "giusto"».
«È che... non so, sembra quasi che io debba stare per forza con Riven e tu per forza con Tim. Tipo... predestinati. Ci hai mai fatto caso?»
Tecna piegò la testa di lato, pensierosa e Musa sorrise un po' nostalgica. C'era un tempo in cui credevano che le Winx avrebbero conquistato la dimensione magica. Ma combinare musica e tecnologia non porta sempre ad una soluzione.
E di certo non era arrivare a questi pensieri ciò che Musa si era immaginata quando lei e Tecna erano... bè, erano abbastanza fuggite dal clima soffocante di Alfea-e non sarebbe stato male capire che diamine ci facevano ancora in quella scuola. Prima o poi Bloom si sarebbe dovuta segnare di spiegarlo. Insieme a tutte le altre diecimila cose.
Il fatto era che le grandi Winx... non erano più così Winx. Si stavano allontanando. Certo, vivevano ancora tutte insieme- e Musa era del parere che già questo contribuisse abbastanza all'allontanamento- ma non ridevano né chiaccheravano né... facevano le stesse cose insieme come prima.
Stavano insieme, si, ma soltanto per quelle loro "missioni". E anche in quei casi, Musa si accorgeva che erano lì per puro volere di Bloom, e che tutte pensavano ad andarsene da quell'Alfea. Perché Aisha era tutta presa dalla politica del suo pianeta, e Flora voleva andare a convivere con Helia e avere una famiglia- e possibilmente un orto botanico- e Stella voleva organizzare continue sfilate di moda a Magix e Tecna voleva continuare la sua vita nel suo laboratorio e Musa iniziare la sua tournée, ora che aveva raggiunto il successo. Ma tutto rimaneva segreto, non detto, perché Bloom... bè, Bloom ci provava, a volte, a tenere davvero unito il gruppo, ma concentrava ogni loro obiettivo, ogni loro sforzo... su se stessa, sui suoi genitori, adottivi e non, e su Sky, e su Dafne e su... e su Bloom. Era stato questo il suo errore, sin dal principio. E una ad una stavano cadendo tutte nel suo sbaglio, stanche del balletto intorno a lei, la principessina perfetta.
Forse era proprio perché stavano diventando tutte come lei, che Musa si era come risvegliata e si era sentita in colpa, e si era decisa a fare la cosa giusta: bere uno spritz a Magix con quella che era stata- e che forse era ancora- la sua migliore amica.
Tecna sorseggiò un poco il suo Magic Lime prima di estrapolare Musa dai suoi pensieri. «Bé, non so se tecnicamente la considererai una "cosa giusta", ma io e Tim ci siamo lasciati».
Il bicchiere di Musa rischiò di fracassarsi a terra. «Cosa? E... e come mai?»
Tecna alzò le spalle con disinvoltura, completamente opposta alla reazione esagerata di Musa. «Semplice conflitto di interessi, del tutto logico in una coppia. A quanto pare Tim vorrebbe passare davvero tutta la sua vita in laboratorio e ora... ora non voglio dire che non sia fantastico e tutto come programma, ma... a me piacerebbe anche viaggiare, Musa. Insomma, siamo andate su un bel po' di pianeti, ok, ma comunque non li abbiamo visitati ancora tutti- e ovviamente non li vedremo mai, ma prova ad immaginare: viaggiare con una mappa ben delineata e avere la possibilità di studiare la tecnologia di decine di altri mondi! Hai idea del progresso che porterebbe a tutti?»
La fata sprizzava così tanta sicurezza che Musa non poté far altro che annuire con un accenno di sorriso, trovandosi ancora una volta stupita da tutto quel mondo che si sarebbe per sempre celato dietro gli occhi bluastri di Tecna, che ora brillavano come non mai.
«Quindi... quindi pensi di partire?»
La precedente euforia sembrò scoppiare come una nota stonata. «Bè, ecco... ho detto che mi piacerebbe. Però è complicato, bisogna avere un'astronave decente, il che significa molti soldi e...»
«E poi c'è Bloom».
Tecna fissò Musa con la stessa aria colpevole di quando la scopriva a manomettere di nuovo il suo stereo. Sospirò. «Già, Bloom».
Musa sbuffò, mentre un silenzio carico di dubbi iniziava a ritornare su di loro. Ma perché cavolo doveva finire sempre così?
Oh, no, non quella volta.
Con uno scatto, sbattè le mani sul tavolino, facendo trasalire Tecna, che si era già persa nei suoi pensieri. «Parliamoci seriamente, Tecna: ma perché dobbiamo sempre dipendere da Bloom? Cioè, ho capito, è una nostra amica, la nostra leader eccetera, ma... insomma, è una tua scelta! Vuoi partire? Parti! Anzi, sai che ti dico? Farò di tutto per aiutarti, se è questo che vuoi!»
Le parole fecero appena in tempo ad uscirle dalle labbra, che Musa venne investita in pieno dall'abbraccio di Tecna. «Oh, grazie, Musa! Sei... sei un genio! Una vera amica!»
«Basta che ti farai sentire, di tanto in tanto».
Se prima Musa aveva qualche dubbio, ora era sparito nella risata di Tecna.
Si, era la cosa giusta

«Cosa? E perché?»
Musa non rispose. Afferrò giacca e borsa e si diresse a passo spedito verso l'uscita. Ma Riven la bloccò, afferrandole una spalla.
«Se hai intenzione di rompere con me, almeno dovresti spiegarti, Musa!»
Sbuffo incredulo ed esasperato. «Non mi pare che tu abbia dato molte spiegazioni quando te ne andavi in giro con Darcy e le Trix!»
Gli occhi di Riven lampeggiarono pericolosamente. «E quindi sarebbe per questo? Per una storia di... cos'è, sei anni fa? Ottima maturità, davvero!»
«Non venirmi a parlare di maturità!» La voce di Musa si alzò di almeno un'ottava, mentre gli occhi le si facevano lucidi. «Ti ho chiesto aiuto per il casino con la band tempo fa, e non ci sei stato, avevi da fare! Ti ho chiesto una mano per quella cosa con Bloom e neanche lì hai potuto! Non ci sei mai, ma io devo esserci sempre per te, ogni dannata volta!»
«E quindi un viaggio in quella baracca di astronave potrebbe risolvere tutto? Potrei esserci per te, mentre rischiamo di ammazzarci in una vecchia scatola a zonzo per lo spazio?»
«Aspetta almeno che...»
Riven si passò una mano tra i capelli, e non la lasciò nemmeno finire. «Io ho un lavoro, Musa, un lavoro serio! E non posso lasciare tutto solo per te e la tua amichetta! E poi cosa cavolo... cosa cavolo ti fa credere che quel viaggio funzionerà, che riuscirete ad arrivare a fine mese? Che cosa te lo fa credere? Me lo vuoi dire?!»
Musa si staccò dalla presa di Riven e spalancò la porta. La fredda aria serale la investì come un turbine. «È la cosa giusta».
Era da tempo che non credeva così fermamente in qualcosa.

La scuola di Alfea era da sempre conosciuta a livello universale- e nel senso vero e proprio- come sede di una delle più importanti e prestigiose scuole di Fate. Vi arrivavano studentesse da ogni parte dell'Universo.
E ne aveva visti di eventi, la scuola.
Battaglie, guerre, mostri e incantesimi di ogni sorte. Ma anche balli, cerimonie di arrivo, di arrivederci e di addio, esami, gare, sorrisi, risate, chiacchierate, litigi, musi, scherzi, baci al chiaro di luna, appuntamenti tra le siepi, litigi alle entrate e alle uscite.
Ne aveva viste di cose.
Aveva visto arrivare navi, partire navi, nascere amicizie, rompere amicizie.
In particolare, si ricordava di una vecchia nave, partita chissà quanti anni prima.
Doveva essere stata almeno di terza mano, con parti sostituite da componenti di altre astronavi e con la musica che si sentiva anche da fuori. Era sembrata vecchia e lenta, di quelle che ci impiegavano almeno un quarto d'ora a scomparire all'orizzonte. Il nome sulla fiancata, però era ben visibile, tra un tripudio di note colorate. The Right Thing.
La scuola di Alfea se lo ricordava bene quel nome.
E lo stesso nome, con il tripudio di note colorate, era atterrato proprio quel giorno, di così tanti anni dopo, montato su un'altra astronave. Era strano, che avessero cambiato tutto tranne quel nome.
Dal portellone erano usciti un elegante chignon blu con un vestito orientale, una zazzera di capelli rosa in un completo altamente tecnologico e un paio di treccine azzurrine, con un visino timido, lentiggini e un paio di occhiali.
«Ricordati che se hai bisogno di qualsiasi cosa devi assolutamente chiamarci, Mellie! Perché se per caso, la scuola potesse essere attaccata da un trio di orribili streghe che...»
«Non badare a lei» intervenne Tecna, mettendo una mano sulla spalla della ragazzina, che era impallidita. «È logico che andrà tutto benissimo. Scientificamente provato. Basta solo pensare che la preside è Mirta, una nostra cara amica».
«Però, se andate a Fonterossa e trovi Dragon, il figlio di Bloom, stai attenta a...»
«Musa... il discorso d'inizio lezioni comincia tra dieci minuti e il tuo concerto è stasera alle venti. Non vorrai essere ancora qua a dare consigli a Mellie».
«Almeno io non ho dimenticato di fare la revisione all'astronave prima di venire. Me ne sono accorta, sai».
Tecna impallidì e afferrò il suo palmare, con cui iniziò freneticamente a controllare ogni funzione della loro nave. Mellie alzò le sopracciglia fissando Musa che ridacchiava. «Mamma, hai di nuovo mandato in crisi mamy!»
«Se l'è cercata, stavolta». Mellie sbuffò, producendo un arietta frizzante davanti a lei, tale da far ricomporre Musa, che guardò la figlia negli occhi giallognoli. «Comunque, ora arriviamo al consiglio serio, quello da parte di entrambe». Le poggiò una mano sul petto, mentre Tecna si avvicinava a loro. «Ricordati solo di fare...»
«La cosa giusta! Lo so!». Mellie la abbracciò di fretta, le schiocciò un bacio sulla guancia, fece lo stesso con Tecna, afferrò la valigia e raggiunse il resto delle studenti tra le mura della scuola, salutandole con la mano.
Tecna si appoggiò a Musa con un sospiro. «Ha vinto momentaneamente la timidezza soltanto per non ascoltare più quella frase».
«È mutevole come il vento, lei».
«Starà benissimo, lo sai?»
«Certo. È la cosa giusta, no?»
Si sorrisero.
L'intera loro vita ormai lo era.
Giusta.


N.d.A. (note di colei che è ancora qua!)
Ebbene si. Avevo promesso che non sarei più ritornata dopo la terza fanfiction in questo fandom e sono qui. Ancora.
Che dire, non so cosa sia, né perché l'abbia pubblicato, ma ne avevo voglia.
Se fa troppo schifo (ho il sospetto di aver mandato tutti in OOC), ditemelo e la storia verrà leggermente cancellata.
Recensioni sempre gradite! :)
Baci
Nox

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Winx / Vai alla pagina dell'autore: Lumos and Nox