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Autore: Gondolin    25/11/2008    6 recensioni
Una ragazza, semplicemente una ragazza. Sogna l'amore, ma la realtà è diversa.
Una one-shot semplice semplice che mi è saltata in testa come già scritta ieri mentre non ascoltavo una lezione.
Ci sono parolacce. Se la cosa vi offende, non leggete.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Girl


Io sono “a girl”. Avete presente il tormentone di qualche settimana fa? I Kissed a Girl, di Katy Perry? Non ho nemmeno l'onore di un fottuto articolo determinativo. Io sono semplicemente una ragazza. Esisto in quanto femmina. In quanto ho un corpo, due labbra. Soprattutto due labbra. Quelle che le troiette etero baciano ogni sabato notte in discoteca, rese “coraggiose” dall'alcol. Coraggiose... no, non le definirei così. È un insulto nei confronti del coraggio, nei confronti di quelle che, come me, si sono subite la trafila regolamentare di prese in giro e sguardi scandalizzati, di quelle che, come me, hanno detto la verità a genitori e amici. E pazienza se poi tutti mi hanno guardata male per settimane. Perché io mi sentivo più leggera, più fiera.

Odio e amo queste mie labbra desiderabili “solo per provare, perché a me di solito non piacciono le ragazze”. Quelle labbra che alle altre ragazze piace usare, di tanto in tanto, per sentirsi trasgressive. Al corpo non ci arrivano neppure: hanno il ragazzo, loro, lo tradiscono moderatamente, lo tradiscono solo con le labbra.

Io mi lascio usare. Dopo tutto non ci perdo niente. Dopo tutto chissà che un giorno non passi di là “quella giusta”. Sì, ridete pure, può sembrare strano che una che ogni sabato si fa ficcare la lingua in bocca da una persona diversa aspetti l'amore. Ma l'amore non lo si aspetta stando a casa a lavorare a maglia. E poi ci sono troiette che baciano bene. Anche troppo a volte. Così bene che mi viene da credere che sia... non so... speciale. Ma quello non è un problema, quelle ragazze di cui neppure conosco il nome in fondo le uso anch'io. È uno scambio equo. Il problema sorge quando della ragazza conosco il nome, il cognome e il numero telefonico. Il problema sorge quando ci sono amiche che mi sfruttano per dirimere le loro crisi d'identità sessuale e turbe adolescenziali varie. Il problema sorge quando passo la notte da un'amica a chiacchierare e lei non si rende minimamente conto del fatto che se si sdraia così sul letto, con la camicia da notte trasparente e le gambe allungate in quel modo io riesco a seguire ben poco di quello che mi dice. Il problema sorge quando quella ragazza, del cui cuore conosco i meandri più segreti, mi chiede un bacio. “Così, tanto per provare. Tra amiche si può, no?”

Tra amiche sì. E non è che io di amiche vere non ne abbia. È solo che quando succede così... io mi sento persa. Sento di non avere un posto preciso in questo mondo. Forse è così che si sentono tutti a sedici o a diciannove anni, però mi pare che il mondo non si della mia misura, a volte. Mi pare che tutte le parole siano sbagliate per descrivermi, per farmi parlare con gli altri. Forse sono io ad essere sbagliata, forse sono solo “a girl” che si crede troppo importante. Però, ecco, mi fa notare una timida vocina dentro di me, io sono importante, almeno per me stessa.





Ed ecco un'altra “cosa” in prima persona... e dire che io adoro la cara vecchia terza persona dei romanzi! Ma le idee mi vengono così...

Per la cronaca: ho messo flashfic, ma sono ben 509 parole. Né la precisione né la brevità sono il mio forte^^

Sarebbero molto apprezzate delle recensioni! Grazie.

  
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