Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: merrow_star    23/01/2015    12 recensioni
Piove.
Gocce d'acqua continuano a scendere intonando una strana sinfonia, antica e misteriosa.
Guardi fuori dalla finestra, oltre quel vetro color dello smeraldo, quasi aspettandoti di vederle, le gocce. Quelle gocce che fanno tanto rumore, che ti disturbano, che portano i tuoi pensieri all'unica cosa che desideri solo dimenticare. Ti fanno pensare a…
Ti blocchi, imponi alla tua mente di fermarsi, perché tu non vuoi ricordare. Fa troppo male. Fa ancora troppo male.
Ma tu le gocce non le vedi, per niente, solo acqua che sembra divertirsi a ondeggiare contro il vetro dopo un così lungo periodo di attesa. E' da tempo che la piovra non viene a farti visita, a farsi ammirare, a farti capire quanto il lago sia vuoto, solo e freddo. Come te.
Tu non le vedi le gocce, non le vedi. Ma le senti.
Piove. Piove e non smette. Piove, ma nessuno ormai se ne accorge più.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Piove.
Gocce d'acqua continuano a scendere intonando una strana sinfonia, antica e misteriosa.
Guardi fuori dalla finestra, oltre quel vetro color dello smeraldo, quasi aspettandoti di vederle, le gocce. Quelle gocce che fanno tanto rumore, che ti disturbano, che portano i tuoi pensieri all'unica cosa che desideri solo dimenticare. Ti fanno pensare a…

Ti blocchi, imponi alla tua mente di fermarsi, perché tu non vuoi ricordare. Fa troppo male. Fa ancora troppo male.
Ma tu le gocce non le vedi, per niente, solo acqua che sembra divertirsi a ondeggiare contro il vetro dopo un così lungo periodo di attesa. E' da tempo che la piovra non viene a farti visita, a farsi ammirare, a farti capire quanto il lago sia vuoto, solo e freddo. Come te.
Tu non le vedi le gocce, non le vedi. Ma le senti.
Piove. Piove e non smette. Piove, ma nessuno ormai se ne accorge più.

*

Pioveva.
Era da tempo che ne parlavano, per i corridoi e nelle aule, dietro le armature e negli sgabuzzini. Una tempesta che avrebbe fatto alzare l'acqua del Lago fino a livelli estremi, tanto da impedire a chiunque di tornarsene a casa. Le vie sarebbero state bloccate, e nulla si poteva fare per scongiurare questo fatto. Solo aspettare che la tempesta passasse.
Lei era arrivata, e per te non faceva differenza. La pioggia o il sole, a te non importava, volevi solo andare avanti e far finire tutto il prima possibile. Non avresti sopportato altro. Le chiacchiere, i pettegolezzi, i finti complimenti solo per ingraziarsi la tua persona. Che schifo. Solo perché avevi il denaro, la fama, un bel faccino. A nessuno importava come fossi davvero dentro, fuori eri perfetto.
Che schifo.
Solo una persona non vedeva la differenza, sapeva che eri marcio sia dentro che fuori, che avevi un cuore di ghiaccio… anzi, che il cuore proprio non ce lo avevi: che eri vuoto.
Pioveva. Pioveva da una settimana ormai. Pioveva, ma nessuno poteva farci niente.

*

Piove.
Ancora, pensi. Sì, piove ancora e tu non ne puoi più. Puoi leggere tutti i libri che vuoi, ma è inutile. Lo sai che è inutile.
Guardi di nuovo oltre il vetro, ma hai perso le speranze. L'acqua ondeggia, la piovra si è evidentemente dimenticata della tua esistenza. Come, del resto, hanno fatto tutti.
Solo tu ti ricordi di te, di voi...
Chiudi gli occhi, il riflesso verde ti acceca, e ti stringi il braccio, ma non hai il coraggio di guardare. Senti, e basta.
Piove. Piove e hai ancora gli occhi chiusi.

*

Pioveva, sempre più forte.
I giardini erano stati chiusi, così come la Torre di Astronomia e il campo da Quidditch. Eri costretto a startene nella tua stanza, nella tua lussuosa camera singola, a camminare avanti e indietro, aspettando che passasse. Il dolore, la pioggia, tutto.
Il braccio marchiato ti guardava con aria di sfida. Tu avresti sopportato, non avresti ceduto. Avevi una missione, una missione che il tuo Padrone non avrebbe accettato fallissi.
Con gli occhi chiusi, ripensavi a come quella fredda bacchetta aveva percorso la tua pelle, congelandoti fin nelle vene. Eri rientrato correndo, sperando che nessuno si accorgesse che avevi violato le regole. Buffo, tu che ti preoccupavi delle regole.
Non potevi immaginare che lui fosse lì, nei corridoi dei sotterranei. Non potevi aspettarti che lui ti guardasse in quel modo. Sorpresa, curiosità, preoccupazione anche leggevi nei due smeraldi, ma non pietà né commiserazione.
Lui sapeva, vedeva il nero sul tuo braccio. Aveva capito che non potevi più tornare indietro, che la distanza che c'era tra di voi non sarebbe più potuta sparire.
Eri stato male, quando lui aveva rifiutato la tua mano, ma per orgoglio ti eri rifugiato negli insulti e nell'odio. Lo invidiavi, ecco perché non avevi mai più mosso un passo verso di lui.
Lui, che ora capivi essere pentito. Non sareste stati amiconi, certo, ma non avreste nemmeno tentato di uccidervi. Lui e la sua testardaggine, tu e il tuo orgoglio.
Nei suoi occhi leggevi quella domanda, quella che tu gli avevi fatto la seconda volta che vi siete visti. E, nei tuoi occhi, lui poteva leggere una risposta positiva. Perché lui non aveva mai pensato di adularti, di accondiscendere ai tuoi capricci per paura di tuo padre, di esserti amico perché ciò gli avrebbe dato qualche vantaggio nel mondo magico. No. Lui sapeva com'eri veramente, ma a quel punto non gli importava più. Andava bene così.
Vi guardavate e basta. Poi aveva fatto qualche passo verso di te, ti aveva stretto con decisione, perché sapeva che saresti crollato.
Pioveva, e tu per la prima volta ti sfogavi e piangevi sulla spalla di qualcuno. Pioveva, ma stava spuntando un raggio di sole.

*

Piove.
Apri gli occhi, finalmente, e prendi una decisione. Ti alzi, lasciando cadere il libro per terra. Non ti abbassi a raccoglierlo, se lo facessi non avresti più la forza di rialzarti.
E' una cosa che avresti dovuto fare già da molto tempo, ma non ne avevi il coraggio.
Piove. Piove, ed esci mentre noti un guizzo di un tentacolo alla finestra. Piove, ma nessuno si accorge di niente.

*

Pioveva. Pioveva e nessuno parlava.
Ansimavi a occhi chiusi, con il viso appoggiato sul cuscino. Stringevi la seta verde delle tue lenzuola con le mani, incapace di fare altro. Lo sentivi, ma non lo vedevi. Quasi non sapevi come fosse successo.
Lo avevi trovato ad aspettarti, le mani dietro la schiena, appoggiato al muro dei sotterranei, con quello sguardo verde fisso su di te.
Soffriva, si capiva lontano un miglio. Aveva evidentemente scoperto qualcosa che non lo avrebbe più fatto dormire. Lo vedevi fragile, e lo avevi abbracciato per non farlo crollare a terra.
Non sapevi come la sua fronte fosse arrivata ad appoggiarsi sulla tua spalla, come il suo naso avesse solleticato la tua mandibola, come le sue labbra avessero sfiorato il tuo collo in un muto grido di disperata richiesta. Non eri l'unico a essere solo, e quasi senza pensarci gli avevi passato le mani tra i capelli.
Poi era stato solo labbra, lingua, pelle diafana contro pelle ambrata, dita che vagavano alla ricerca di un sostegno per evitare di cadere, come facevano le gocce di pioggia, che lasciate a sé stesse si perdevano nelle profondità del lago.
Tu goccia, lui lago. Tu lago, lui goccia. Per quello che era sembrato un tempo infinito. Occhi chiusi e pelle sudata, ansiti e gemiti, abbracci e incontri di labbra, lingue e denti. Ma silenzio, nessuna parola.
Pioveva, e vi siete addormentati l'uno contro l'altro. Pioveva, e tu ti sei svegliato solo. Solo con il rumore della pioggia.

*

Piove.
Nessuno si accorge di niente perché non c'è più nessuno che possa farlo. Sono morti tutti. Tutti. Forse, nel profondo, lo sei anche tu.
La guerra è finita, Lui ha vinto. Era quello che volevi, no?
No. Perché ora lui non c'è più. Non ci sono più i suoi silenzi, la sua pelle, i suoi occhi. Non c'è più niente.
Non lo avevi messo in conto, vero? Il Bene vince sempre, questo ti ripetevi, questo speravi. Ma pioveva, e nessuno aveva notato il Marchio, lo stesso che porti sul braccio, comparire nel cielo. Nessuno, e tutti erano morti.
Hai chiesto di lasciarti due ore nei sotterranei, fingendo che nulla fosse accaduto. E poi ti sei alzato, per andare a cercare. A cercare occhi verdi ormai spenti, pelle ambrata ormai pallida e cadaverica, silenzio ormai assoluto.
Non piove più.
Lo trovi, sì, lo trovi quasi subito. Nei corridoi dei sotterranei, steso a terra, il colpo arrivato alle spalle.
Stava venendo da te, lo sai, vero? Certo che lo sai. E ora, tu andrai da lui.
Spunta un raggio di sole. Un raggio di sole verde.



NdA
Buonasera a tutti! ^^ Se siete arrivati fin qui, vuol dire che siete sopravvissuti, e di questo sono davvero contenta. Mi farebbe immensamente piacere sapere cosa ne pensate di questa breve storia, venuta alla luce in una piovosa e fredda mattina e scritta su dei tovagliolini di carta, e se mi lasciaste un commento (anche piccolo piccolo) ve ne sarei davvero grata. E' la prima fic che scrivo, e ogni critica/consiglio mi potrà essere utile per il futuro :) Ancora grazie per aver speso del tempo a leggere, un abbraccio, merrow :*

 
   
 
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: merrow_star