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Autore: izzie_sadaharu    23/01/2015    1 recensioni
Sui versi dell'antica poesia (in inglese moderno) 'the seafarer', pensieri e ricordi di Shanks, mentre canta attorniato dalla sua ciurma e dai suoi amici.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Makino, Monkey D. Rufy, Shanks il rosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE SEAFARER

 

this tale is true, and mine. It tells

how the sea took me, swept me back

and forth in sorrow and fear and pain,

showed me suffering in a hundred ships,

in a thousand ports, and in me.

 

La voce del pirata si leva alta nella notte, forte e raspante, carica di emozioni e ricordi delle sue passate avventure.

Nessuno osa fiatare mentre Shanks canta, ascoltando quella melodia intonata e sofferta dalla quale traspira tutto ciò che quell'uomo ha vissuto.

Sono tutti seduti a terra in cerchio attorno al rosso. Lo guardano rapiti, lo osservano rigirarsi il cappello di paglia fra le mani mentre il suo sguardo guizza dalla sua ciurma, al soffitto, a Makino, a Luffy.

 

The only sound was the roaring sea,

the freezing waves. The song of the swan

might serve for pleasure, the cry of the sea-

fowl,

the death-noise of birds instead of laughter,

the mewing of gulls instead of mead.

 

Quella ragazza gliel'ha chiesto diverse volte, di rimanere lì in pianta stabile.

Con i grandi occhi neri, lo ha scongiurato in una supplica silenziosa, fatta di occhi lucidi e sorrisi carichi di lacrime represse.

- Luffy sarebbe più felice se tu rimanessi.

Shanks sorrideva e si stringeva nelle spalle, dubbioso. - Non ne sono così sicuro.

È innegabile che la vita sulla terraferma sia mille volte più facile e sicura di quella in mare: non devi lottare con mostri marini enormi, né navi pirata nemiche e ostili. Non rischi ogni volta di venire arrestato dai Marine, o di morire inghiottito dai flutti gelidi del mare in tempesta.

Makino gliel'ha chiesto diverse volte, il perchè tornasse sempre a quella vita infernale.

 

No kinsman could offer comfort there,

to a soul left drowning in desolation.

And who could believe, knowing but

the passion of cities, swelled proud with wine

and no taste of misfortune, how often, how

wearily,

I put myself back on the paths of the sea.

 

Il punto è che non lo sa nemmeno lui.

Non c'è un motivo certo, una spiegazione scientifica per quella sua attrazione verso il mare. Nessuno riuscirebbe a dire con parole sicure il perchè di quel suo assiduo ritornare sul legno impeciato della nave, né potrebbe impedirgli di farlo.

Nonostante la fatica, nonostante la durezza della vita di un pirata, lo sarà fino alla morte.

E se mai potesse tornare indietro nel tempo e rifare tutte le scelte che lo hanno portato a solcare le onde salmastre, non ha dubbi: sceglierebbe di nuovo quella vita.

È un ipocrita, lo sa bene.

Quante volte ha detto a Luffy di non diventare come lui, di quanto sarcasmo ha caricato la sua voce nello scimmiottare i sogni di un bambino di sette anni!

Eppure, anche lui un tempo era così.

E, da quel che si ricorda dei racconti di Roger, anche il Re dei pirati si riconoscerebbe in quel moccioso dalla grandissima forza di volontà.

Semplicemente, il suo lato razionale sa bene che la vita di mare non sia da consigliare a nessuno, tanto meno ad un bambino dalle porte ancora spalancate davanti a sé e con il nonno in marina.

Ma sa anche che il cuore non rinuncia tanto facilmente alla sua parte.

E il cuore reclama il mare e l'avventura, e sì, anche quella sofferenza che queste comportano.

 

[...] And how my heart

would begin to beat, knowing once more

the salt waves tossing and the towering sea!

The time for journeys would come and my soul

called me eagerly out, sent me over

the horizon, seeking foreigners' homes.

 

Canta, circondato di persone attente e cariche di ammirazione nei suoi confronti.

Lancia un'occhiata verso Luffy e si accorge della determinazione che scorre in quel ragazzino. I suoi occhi traboccano di propositi e decisioni a fior di labbra, non ancora formate eppure così consistenti e concrete, materiali e tangibili.

Sì, tangibili: gli sembra di poterle toccare, proprio come ora sta toccando la paglia dura del suo cappello.

Stacca gli occhi da quelli del bambino e prende fiato.

Poi, intona l'ultima strofa della sua canzone.

 

And yet my heart wanders away,

my soul roams with the sea, the whales'

home, wandering to the widest corners

of the world, returning ravenous with desire,

flying solitary, screaming, exciting me

to the open ocean, breaking oaths

on the curve of a wave.

 

 

 

 




* ANGOLO AUTRICE *

Sono tornata!

Questa volta mi sono cimentata in una sorta di song-fic su Shanks.

Non so se posso chiamarla song-fic perchè in realtà 'The Seafarer' è un'elegia antica, una poesia. Ma non saprei come altro catalogarla, e quindi si becca questa etichetta.

Mi è uscita di getto e non so come mi è venuta, anche perchè ho seguito semplicemente una delle mille ispirazioni che mi tartassano a scuola...spero che non sia troppo penosa!

Scriverò qui la traduzione della poesia (a proposito, ho scelto la traslitterazione 'Luffy' rispetto a 'Rufy', perchè io leggo il manga in inglese e quindi non sono abituata alla traduzione italiana! Scusatemi)

Bene bene, spero come ho già detto che non sia uscita una totale schifezza, e vi lascio alla traduzione della poesia!
Alla prossima

Izzie

 

- Questa storia è vera, e mia. Parla di come il mare mi ha preso, mi ha sballottato avanti e indietro nella disperazione, nella paura e nel dolore. Mi ha mostrato la sofferenza in cento navi, in mille porti, e in me

 

- - L'unico suono era il mare che ruggiva, le onde che gelavano. Il canto del cigno potrebbe servire per il piacere, il pianto degli uccelli di mare, il rumore mortale degli uccelli al posto delle risate, lo stridio dei gabbiani al posto dell'idromele.

 

- - - Nessun uomo della ciurma potrebbe offrire conforto là, ad un'anima lasciata ad annegare nella desolazione. E chi potrebbe credere, non conoscendo altro se non la passione delle città, gonfio di orgoglio con il vino, e nessuna esperienza della sorte avversa, quanto spesso, quanto stancamente mi sono rimesso sulle strade del mare.

 

- - - - E come il mio cuore iniziava a battere, riconoscendo un'altra volta le onde salate che si infrangevano e il mare torreggiante! Il tempo per i viaggi arrivava e la mia anima mi chiamava fuori con impazienza, mi mandava oltre l'orizzonte, cercando case di stranieri.

 

- - - - - Eppure il mio cuore vaga lontano, la mia anima è raminga con il mare, la casa delle balene, vagando verso i più remoti angoli del mondo, ritornando rapace di desiderio, volando solitaria, urlando, spingendomi verso il mare aperto, rompendo giuramenti sulla curva di un'onda.

   
 
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