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Autore: Giusi Scognamiglio    23/01/2015    2 recensioni
Selena Gomez è una 17enne vittima di bullismo.
Sono ormai anni che non riesce ad essere felice con se stessa e gli altri.
Lei è sola. Come possono due semplici occhi cambiare tutto?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Miley Cyrus, Pattie Malette, Selena Gomez
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Il ragazzo che aspettavo. 
Capitolo 17

 
Per cercare di ignorare la sua ‘quasi minaccia’ da messaggio di Justin, mi stesi sul letto, prendendo il primo libro che mi era capitato fra le mani. “Chissà cosa vorrà..” La parte più insicura di me prese il sopravvento all’istante: e se mi ha solo usata e adesso vuole dirmelo? E se è arrabbiato perché non gli sono piaciuta a letto?
 
Merda, rabbrividii al pensiero.
  «Stai per trasferiti e non mi hai detto niente!» Le urla forti di Justin mi fecero venire il mal di testa all’istante e mi strapparono violentemente dai miei pensieri insicuri. Balzai fuori dal letto.
 “Ah ecco il suo problema.”
Lo vedi scendere dalla finestra aperta con il volto quasi rosso dalla rabbia. Avrei voluto urlarli a tono che io non stavo andando proprio da nessuna parte ma quello che mi uscì fu una risata nervosa.
Lui si arrabbiò di più.
  «Che cazzo di ridi? Sono venuto a saperlo da mia zia che state per traslocare. Che cazzo!» Urlò di nuovo.
  «Perché sei arrabbiato?» Chiesi, rimanendo impassibile. Non volevo dirglielo che non partivo, volevo vedere la sua reazione.
  «Me lo chiedi? Siamo andati a letto insieme! Mi hai solo sfruttato quindi? E quella promessa? Avevi detto che saresti rimasta nella mia vita mentre adesso te ne stai andando!!» Urlò.
Mi alzai dal letto. Adesso basta, come si azzardava a parlarmi in quel modo? «Adesso tu ti calmi ok?!» Urlai.
Lui si azzittì. Poi mi afferrò violentemente le braccia, fece per dire qualcosa ma si stette zitto.
  «Perché mi tratti sempre di merda!? Me lo dici una volta per tutte?» Chiesi di punto in bianco, «Prima fai il dolce, andiamo a letto, poi vieni qui e mi sputi la tua rabbia addosso!» Urlai nuovamente.
  Lui rimase in silenzio. Come se sapesse la risposta ma non volesse dirmela. «Perché Justin?» Chiesi nuovamente.
Lui rimase in silenzio, a guardarmi. Ma poi andò via, lasciandomi con la immagine di quei occhi profondi, tristi e arrabbiati, nella mia mente.

La sveglia mi svegliò alle 6 e 30 in punto. Avrei dovuto accompagnare mio padre assieme a Sarah all’aeroporto. Li aiutai a caricare i bagagli in macchina. Mio padre era felice e al tempo stesso triste per me e per lui. Era felice che ero avevo trovato un lavoro, che avrei vissuto da sola da donna indipendente, ma anche triste perché non sarei stata più sotto il suo stesso tetto e sotto la sua protezione.
  «Mi mancherai un mondo..» Mi disse avvolgendomi in un abbraccio appena arrivammo all’aeroporto. «Anche tu papà.» Mormorai, trattenendo le lacrime. Lui mi strinse più forte.
  «Perderai l’aereo, incomincia ad andare al metal detector. Io vado a prendere l’ultima valigia.» Dissi, ingoiando il nodo di lacrime.
Lui annuì tirando su col naso.

Ritornai all’auto e presi l’ultima valigia e mi avviai all’ingresso quando Justin mi bloccò improvvisamente.
  «Sel.. finalmente, pensavo fossi già andata via!» Justin aveva l’affanno mentre era di fronte a me mezzo sfinito. Come se avesse fatto una corsa lunghissima. «Justin cosa ci fai qui!?» Chiesi.
Improvvisamente mi venne dentro di nuovo la rabbia, ripensando al modo in cui mi aveva trattato. «Ti cercavo.» Rispose.
  «Io non parlerò più con te finché non mi dirai che problemi hai nei miei confronti!» Sputai.
Lui si avvicinò un po’, si passò una mano fra i capelli. Nervoso.
  «Vuoi sapere perché ti facevo del male? Vuoi proprio saperlo?» Chiese ormai al culmine dell’esasperazione. «Sì, cazzo!» Urlai quasi. Lui fece un respiro profondo e si passò le mani fra i capelli di nuovo.
   «..tu assomigli molto a Kristen..» Mormorò piano tentando di mantenere la calma. “Che cazz.. che significava?”
 «E’ mia sorella.» Risposi rimanendo impassibile, poggiai la valigia a terra e mi portai le mani sui fianchi.
  «Ma prima non lo sapevo.» Enunciò a mo di scuse. «Quando lei è andata via, quando mi ha spezzato il cuore ed io continuavo ad amarla ancora, ti ho incontrato a scuola. Esattamente 5 anni fa. Oddio quando ti ho incontrato mi sei scoppiata dentro peggio di una bomba atomica. All’improvviso. Ma ti facevo del male perché per me era come se stessi facendo del male a lei. Tu le assomigliavi così tanto.. nel suo modo di camminare, di aggiustarsi i capelli e di parlare. Solo che tu eri più fragile di lei, lei sapeva tenermi testa. Sapeva contenermi tu no. Tu mi facevi perdere le staffe e sai perché mi facevi arrabbiare così tanto? Perché non mi calcolavi. Non mi pensavi, mi ignoravi e cazzo io ti volevo, Selena! Non puoi mai immaginare il dolore acuto che provavo nel volerti e non poterti sfiorare. Non poter assaggiare il profumo delle tue labbra e magari fare l’amore con te. Quando stavi con me mi sentivo una persona migliore, sentivo di poterti proteggere da tutti e da tutto persino da me stesso. Poi.. dio, la prima volta che mi hai abbracciato ho sentito che avrei potuto abituarmici. Ed è lì che ho capito che ero fottuto di nuovo. L’amore mi aveva incastrato di nuovo. Non riuscivo a toglierti dalla testa, dio. Tu sei così bella, dolce, altruista. Mi hai accettato subito anche se continuavo a farti piangere a farti del male, anche se continuavo ad essere un uomo di merda, un criminale che faceva del male alle persone. Tu mi hai accettato. Mi sono sentito felice e al sicuro con te al mio fianco. Ti prego Selena.. Non lasciarmi, non andare via.» Le sue parole arrivarono a raffica nel mi cuore. Schiaffeggiandomi quasi. “Oh Justin.” Lo guardavo e lo vedevo perso quasi, con il dolore che si leggeva in quelle due pozze profonde. Adesso sapevo la verità. Adesso sapevo quello che aveva dentro in tutte le sue sfumature. “Oh Justin.” Ripetei mentalmente.
  “Oh il mio Justin.” Sorrisi, lui pensava che me ne stessi andando. Invece no. Ma le parole non uscivano. Il contatto cervello-bocca era rotto. Non riuscivo a dire “Hey Justin, ma io non vado da nessuna parte. Queste valige sono di mio padre che mi sta aspettando.” Esatto, io non sarei andata da nessuna parte, non senza di lui.
  «Pensi realmente che Ryan avesse detto a mia madre che ero fidanzato? Era una stronzata! Solo che era l’unica scusa per averti accanto, nella mia mente io e te eravamo veramente una coppia.. dio com’eri bella con quel vestito rosso quella sera.. eri bella, ed io non l’accettavo. Continuavo a criticarti.. dio, sono una merda.»
Abbassò lo sguardo mettendosi le mani in faccia.
  Ero senza parole. Muta. La lingua si era scolta. Il mio cuore sembrava un alfabeto muto, bumm, bumm, bumm.
Come se volesse comunicare anche lui, confessare tutto anche lui.
  «Parlami Selena.» Ordinò con dolcezza nella voce.
  «Cosa vuoi che ti dica?» La mia voce tremava, a ritmo con il mio cuore che minacciava di stapparmi il petto e mettersi a ballare la samba di fronte a Justin.
  «Voglio che mi dici che mi perdoni..» Sussurrò rialzando lo sguardo, avvicinandosi di più a me.
  «Voglio che mi dici che ti amo, come io amo te.»

So che è corto, ma mi faro' perdonare.
su cosa ne pensate? <3 

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