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Autore: shinran4869    23/01/2015    5 recensioni
Anche se in cuor suo non vorrebbe, i pensieri della giovane Haibara convergono tutti verso un punto: il suo oscuro (e in parte ignoto) passato nell'organizzazione, che ancora non l’ha scovata, ma è sulle sue tracce. Ma soprattutto: il cercare di dimostrarsi sempre distaccata, è davvero la soluzione migliore? O a volte sarebbe meglio fidarsi degli altri, seppur correndo il rischio di ritrovarsi feriti?
Genere: Introspettivo, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Detective Boys, Hiroshi Agasa, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mille pensieri le attraversavano la testa tutti insieme.
Qual era la cosa migliore da fare?
Doveva prendere una decisione, e in fretta: sarebbe stato meglio cercare di slegarsi completamente, urlare per chiedere aiuto o aprire il fantomatico pacchetto che aveva vicino?
Devo esaminare tutte le possibilità…devo fare come farebbe Shinichi… continuava a ripetersi, nel vano tentativo di infondersi un po’ di coraggio.
Urlare sarebbe stata la cosa più rischiosa, dato che senza dubbio qualcuno era nei paraggi per controllarla. Escluse la cosa per prima. Una volta che si sarebbe slegata, sarebbe comunque stato difficile scappare: la testa le faceva ancora male, e magari non avrebbe avuto la forza di stare in piedi.
Quindi, l’unica cosa da fare era aprire il misterioso pacchetto…
Difficilmente avrebbe potuto battere gli uomini in nero da sola, anche se fosse stata nel pieno delle sue forze. Aveva il corpo di una bambina di sette anni, quindi contro di loro non aveva chances.
Avvicinò con cautela la mano libera al pacchetto che aveva lì vicino ormai da un po’. Si focalizzò su di esso e cercò di guardarlo meglio, sebbene fosse circondata dall’oscurità. In quel momento ebbe un lampo di genio: l’orologio!
Come ho fatto a non pensarci prima? si domandò, mentre una scarica di adrenalina le percorreva la colonna vertebrale.
Si portò la mano al viso, cercando di trovare l’orologio che le aveva dato il dottor Agasa. Dopo qualche tentativo, riuscì ad individuare il piccolo pulsante al lato del quadrante, e la stanza si illuminò di un giallo pallido.
Finalmente riusciva a vedere più chiaramente l’ambiente che la circondava. Grazie alla torcia incorporata nell’orologio, magari ho qualche possibilità in più di uscire indenne da questo posto… sempre che questo affare non esploda…
Avvicinò il polso all’involucro. Era ricoperto da qualcosa di bianco e di sottile, e sotto c’era qualcosa di non ben delineato. Raccolse il coraggio da ogni angolo del suo corpo, e strattonò velocemente quella che sembrava essere carta bianca…
E, quando vide ciò che conteneva il pacchetto, strabuzzò gli occhi, decisamente incredula.
 
Nel frattempo, i due detective erano terribilmente indecisi sul da farsi. Se Ran si fosse intromessa nelle indagini, avrebbe senza dubbio rischiato troppo. Bisognava fare in modo che l’organizzazione non collegasse lei a Shinichi…rifilandole l’ennesima bugia. Ma, per quanto si sforzassero, non riuscivano a trovare una che avesse potuto giustificare l’assenza di Conan.
“Potresti dirle che dormi dal dottor Agasa per qualche giorno, che ne so, magari perché ha inventato un nuovo gioco…” propose Hattori.
“No, ho già usato troppe volte questa scusa, e se ci credesse comunque ogni tanto potrebbe venire a controllare…” ribatté Shinichi.
“E allora, cosa vuoi dirle?” chiese sconsolato Heiji, sbuffando.
“Giuro che non ne ho la più pallida idea…”
“E se le dicessi che torni in America per qualche giorno dai tuoi genitori? In questo periodo ci sono le vacanze invernali, quindi non salteresti nemmeno scuola…” si intromise nella conversazione il dottore.
“Sì, ma se mi vedesse per caso per strada?” obiettò il bambino con gli occhiali.
“Eh già, sarebbe un bel problema…” fece di rimando il detective di Osaka.
“O forse no…” fece il detective dell’Est, mentre sul viso si faceva strada quel suo solito sorrisino, tipico di quando aveva appena avuto un’idea che non avrebbe portato proprio nulla di buono…
 
Ma sono sicura di essere veramente stata rapita da quelli dell’organizzazione? fu la prima domanda che le venne in mente, dopo essersi resa conto del contenuto di quello strano pacchetto. Sì, è ovvio…la donna che mi ha rapita mi ha chiamato Sherry…quindi è a conoscenza della mia doppia identità…Ma dovrebbero volermi morta! E cosa mi fanno trovare…non una bomba per farmi saltare in aria…ma del cibo! No, non è assolutamente possibile, devo star sognando…
Eppure, proprio davanti ai suoi occhi, illuminato dalla fioca luce della sua pila, c’era uno strano involucro che conteneva del cibo. Poteva essere avvelenato, certo…ma no, non era da loro.
Non ho niente da perdere, no? si disse, mentre il suo stomaco brontolava. In effetti, aveva saltato il pranzo…
Fece un respiro profondo, allungò la mano libera e portò un boccone alle labbra. Masticò lentamente, mentre il cuore le batteva a mille.
Ma non successe nulla.
Nessun effetto collaterale.
No, il cibo non era avvelenato.
Poi, tutto ad un tratto, si rese conto di come stava davvero la situazione.
Se per ora la stavano lasciando vivere, significava solo una cosa…
Era solo un’esca.
Ma l’avrebbero fatta fuori comunque, Shiho ne era più che sicura.
 
Il tempo sembrava scorrere a rallentatore solo per lei. Ora che aveva la mano libera, era riuscita a farsi un’idea del tempo che aveva passato rinchiusa in quel posto buio e umido: erano quasi le sei di sera, quindi -minuto più, minuto meno- era nelle mani dell’organizzazione da circa quattro ore. Aveva finito di mangiare da parecchio ormai, e perciò era ben chiaro che lo scopo degli uomini in nero non era farla fuori, almeno non per ora. Di opportunità ne avevano avute molte, e invece Haibara era ancora lì, prigioniera ma viva.
Lo scopo della ragazzina, in quel momento, era rivedere la famosa donna che le aveva portato il cibo e l’aveva slegata. Aveva un non so che di familiare, eppure non riusciva a ricordare dove avesse visto quei suoi occhi di ghiaccio.
Ma, per quanto si sforzasse, il suo cervello non voleva saperne di collaborare.
Poi, come di consueto, qualcuno interruppe il flusso continuo dei pensieri di Shiho. L’odore acre e pungente del fumo, a cui la bambina non era abituata, invase la stanza.
Era lei.
Era tornata.
E quella sarebbe stata la volta buona per scoprire l’identità di quella donna così misteriosa.
E invece, contro le sue aspettative, dal fondo di quella stanza buia emersero due sagome femminili, rigorosamente vestite di nero. Una luce che proveniva dalle loro spalle permise alla ragazzina di vedere chiaramente i loro profili.
La prima indossava una tuta aderente con un’ampia scollatura, aveva dei capelli chiari che le ricadevano dolcemente sul seno. Le scarpe col tacco rendevano la sagoma ancora più armoniosa e affusolata, e ad ogni passo il loro ticchettio risuonava in tutta la stanza. La seconda, invece, aveva i capelli decisamente più scuri, raccolti con precisione in una coda alta, tuttavia alcuni ciuffi le coprivano la fronte. Anche lei era vestita con una tuta nera, come l’altra, ma portava in più una sciarpa che lasciava intravedere solo gli occhi, coprendole collo, naso e bocca.
“Allora, cara Sherry…” iniziò la bionda, sfoggiando un ghigno sul viso, anche se Haibara non poteva scorgerlo. “Ormai hai capito chi sono, doesn’t it, my dear?”
E, mentre Ai veniva stregata dal suono di quelle parole che parevano aleggiare nell’aria, l’altra donna le si avvicinò con una mossa fulminea. Diede un calcio a quello che rimaneva dell’involucro che lei stessa aveva portato poco prima, e lo fece rotolare sotto degli scatoloni, in modo da non farlo notare alla sua collega. E poi, mentre la bambina tremava al solo pensiero di ciò che avrebbero potuto farle, la donna le legò la mano nella stessa posizione in cui si trovava qualche ora prima, per non far insospettire nessuno.
Guardò negli occhi la scienziata, ma quella non parve riconoscerla.
Sta andando tutto per il meglio…ma non devo abbassare la guardia, pensò la donna, mentre si allontanava ancheggiando sui tacchi, e mentre il loro rumore si sovrapponeva alle parole dell’americana.
“Cara, carissima traditrice…” disse, mettendo particolare enfasi sull’ultima parola.
Un brivido pari quasi ad una scarica elettrica percorse repentino la schiena di Shiho. La donna riprese a parlare con il suo tono pacato:
“È tanto che non ci vediamo, vero?” fece con tono di scherno.
“Che cosa volete da me, Vermouth?” esplose, tutto ad un tratto, la scienziata. Non fece nemmeno in tempo a rendersi conto di quello che aveva appena detto, che la risposta arrivò prontamente:
“Speravo che me lo chiedessi, mia cara. Ma, sai, mi dispiace davvero tanto…”
Le parole rimasero sospese nel nulla.
“…non poterti rivelare nulla!”
Al che, Vermouth scoppiò in una fragorosa risata, che echeggiò nell’ampia stanza.
“Non prendertela con me, piccola…sono qui per un motivo preciso.” fece languidamente, lanciando un’occhiata carica di disprezzo alla bambina.
“Ti dice niente il nome Hell Angel?
Oh, sì che le diceva qualcosa.
Ma doveva mostrarsi impassibile.
Non doveva dargliela vinta a quella pazza manipolatrice.
Tuttavia, i suoi occhi la tradirono.
“O forse dovrei dire…Elena Miyano?”
Il corpo della bambina fu scosso da un tremito.
E, mentre una lacrima le rigava il viso al ricordo di quella donna, dalla bocca le uscì un sussurro, praticamente impercettibile.
Mamma…”
 
 
 
 
----ANGOLO DELL’AUTRICE----
Heilà!! Sono tornata!!
Perdonatemi l’assenza, ma -1- non avevo ispirazione -2- sono stata un po’ male e -3- sono letteralmente sommersa dai compiti!!
Comunque, non penso che ve ne importi più di tanto della mia vita privata xD Ahah ad ogni modo, ecco a voi il settimo chap!!
Sono tornata a focalizzarmi sui pensieri della piccola *^*
Viene svelato il contenuto del famoso pacchetto…dite la verità: non ve lo sareste mai aspettato, eh? *na na na colpo di scena!*
E poi, finalmente ho deciso di rivelarvi l’identità della rapitrice –che comunque era facilmente intuibile-: la nostra carissima Vermouth!
E, dulcis in fundo, il Gurzo ha un piano…che idee gli passeranno per la mente??
Lo scoprirete solo vivendo! xD
Vabbè, andiamo ai ringraziamenti, che è meglio!
Grazie a shinichi e ran amore che, oltre ad aver recensito gli scorsi chap, mi ha anche inserito tra gli autori preferiti! Quale onore! *inchino*
Ringrazio anche i recensori dello scorso capitolo: B BekyDudi_Mouri e Mary06!
Grazie anche a voi, lettori silenziosi! Mi farebbe piacere sapere anche la vostra opinione! :)
Un abbraccio forte a tutti voi che mi state sostenendo!!
Baci :3
Ali <3

PS: comunque sì, il titolo l'ho deliberatamente preso da uno degli episodi dell'anime...ora non mi ricordo che numero è, però, insomma, avete capito! xD
   
 
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