Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: Milkendy    23/01/2015    5 recensioni
Victoria Justice e Josh Hutcherson. Chi l'avrebbe mai detto?
[DAL PROLOGO]
«Su, Ellie.. Però non ho voglia di paparazzi per un giorno intero, mi chiederanno un casino di autografi»
«Oh, allora ti consiglio di portarti un pacchetto di penne, potresti finire l’inchiostro» Ellie gli fece l’occhiolino.
«Non è divertente»
«E dai, vedrai che ti piacerà»
«In cambio cosa ottengo?» domandò il ragazzo scherzando.
La ragazza sbuffò con il suo solito sorriso contagioso. «Ti offro una birra» borbottò.
«Vai così!» esultò Josh, andando poi a mettersi al lavoro.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MA CHE CI FAI QUI?
 
Il giorno dopo Victoria arrivò a Union. Non era molto diversa da Los Angeles, dove abitava in una villetta a schiera. Qui la casa sarebbe stata molto più grande, nonostante in famiglia fossero solo in tre.
Appena scesi dalla macchina iniziarono a scaricare le valigie e il camion del trasloco, che li aveva seguiti fin lì, rilasciava un’infinità di scatoloni che alla ragazza diedero la nausea.
Cercò di svignarsela, curiosa di vedere la sua nuova casa, ma il padre la vide subito.
«Non crederai mica di lasciare a noi il lavoro pesante?»
Victoria non rispose, imbarazzata, e iniziò a darsi da fare.
Quando ebbero finito, Zack Justice guardò la figlia osservare la casa in modo curioso.
«Ti piace?» domandò, avvicinandosi a Victoria, che osservava un vaso in vetro con dentro un paio di calle.
«Sì, ma questo non lo avevamo in casa. C’era già?» rispose la figlia riferendosi ai fiori.
«No, è un regalo di tuo zio Mark»
«Che gentile» si addolcì la ragazza, da sempre attaccata al fratello di suo padre, come fosse un secondo papà.
«Senti Victoria, non è per essere insistente.. però oggi fanno una manifestazione in piazza di tutti i centri estivi. Potresti andare e dare un’occhiata, poi potresti scegliere quello che ti sembra migliore e andare a lavorare anche tu» spiegò il padre con un sorriso speranzoso.
«D’accordo, vado» la figlia diede un bacio sulla guancia di Zack, si sistemò la coda e uscì di casa. In realtà non era andata per far contento il padre, ma perché, almeno, le cose nelle valigie e negli scatoloni le avrebbero sistemati gli altri.
Sì, insomma, Victoria era una ragazza molto pigra. Se doveva fare qualcosa di impegnativo, cercava a tutti i modi di svignarsela, ovviamente se non si trattava di recitare un copione.
Attraversò il vialetto e arrivata allo Stop rimase un po’ interdetta. C’era stata molte volte a Los Angeles, e conosceva abbastanza le strade, però guardando da quel punto non riuscì a capire quale fosse la strada giusta per arrivare in centro.
Si guardò intorno alla ricerca di cartelli stradali, ma poi si accorse di una ragazza, all’altro capo della strada, che camminava abbastanza velocemente.
L’attenzione di Victoria fu attirata dai suoi capelli, ricci e lunghissimi, di un colore rosso vivo. Le ricordò subito Ribelle, protagonista di un film omonimo della Disney. Portava una canottiera che lasciava intravedere il top nero sotto, dei pantaloni grigi lunghi fino alle ginocchia. Aveva dei sandali marroni, non allacciati bene, e teneva un ammasso di libri stretti al petto. La sua borsetta di pelle le arrivava fino alla coscia.
Victoria decise di attraversare la strada libera e chiederle un aiuto, ma dato che la ragazza andava decisamente di fretta, dovette accelerare il passo.
«Ehi, scusa!» gridò a un certo punto.
La rossa si voltò, con una faccia da opossum spaventato, come avesse visto il suo peggior nemico. L’attrice si sorprese del fatto che non fu riconosciuta, forse non aveva mai sentito parlare di Victoria Justice, ma lasciò perdere.
«Mi dispiace, ma ho fretta!» stava per ripartire, ma Victoria che stava arrivando di corsa, le sbandò contro, e i libri caddero per terra.
«Ma ca.. volo!» gridò la ragazza, che risparmiò la parolaccia per un soffio.
«Mi dispiace, scusa, sono un disastro» piagnucolò Victoria, che voleva suicidarsi per aver fatto una bellissima figura davanti a una sconosciuta. La aiutò a raccogliere i libri, e una volta sistemati, la rossa le parlò spazientita.
«Qualche problema?»
«Sì, dove posso raggiungere il centro?» domandò Victoria un po’ offesa dal suo comportamento.
«Ci sto andando pure io, ma sono in ritardo, quindi se vuoi fare la strada con me vedi di darti una mossa» disse frettolosa, alzando un sopracciglio in attesa di una risposta.
«Certo, grazie mille» rispose Victoria cercando di essere il più cordiale possibile. Mai infastidire le persone agitate, si ripeté nella mente. Lo sapeva per esperienza personale.
Camminando in modo veloce stile soldato in trincea, la ragazza cercava di dialogare con la sconosciuta dai capelli rossi.
«Come ti chiami?»
«Michelle»
«Posso chiamarti Ribelle? Assomigli molto a quella del cartone della Disney»
«No» fu la risposta secca di Michelle.
«Ah.. D’accordo. Beh, io sono Victoria Justice» continuò l’attrice, propensa a fare amicizia, anche se con quel soggetto sarebbe stato faticoso.
«E chi te l’ha chiest.. Oh, sei la tipa che si esibisce in quella serie televisiva stupida chiamata Victorio, o qualcosa di simile?» la rossa si fermò, specchiando i suoi occhi azzurri in quelli castani della ragazza.
Victoria sbarrò un attimo gli occhi, ma non rispose male, anzi.
«Sì, Victorious.. Manca molto al centro?»
Michelle non rispose, anzi, si risvegliò da quella specie di stato immobilizzazione e tornò a camminare alla stessa velocità di prima.
Dopo cinque minuti raggiunsero un viale di ciottoli con ai lati della strada due grattacieli, e poi, un poco più avanti, trovarono delle bancarelle con dei nomi di vari centri estivi di Union e dintorni.
«Ok, ora devo andare, ti saluto Vic.. Victoria» disse la rossa, strappando un sorriso.
«Grazie mille, non so come avrei fatto senza di te» rispose l’attrice, ricevendo un’occhiata un po’ incredula dall’altra, che poi si girò e corse dentro una casa color caramello.
Iniziò a passeggiare, osservando la varia gente e i vari banchetti, osservando i nomi, alcuni davvero orripilanti e mielosi, altri imbarazzanti o noiosi, ad esempio Sweet Kisses, Children from us, Kisses and games e altri da far venire il vomito.
A un certo punto delle persone notarono Victoria, soprattutto ragazzine, e strillanti corsero da lei per un autografo.
Sorrise e firmò con una penna prestatale da una ragazza, e per un attimo dimenticò quello che doveva fare: cercare un centro di baby sitting convincente.
«Victoria, guardi che qui c’è un altro attore!» esclamò una tipa, provocando strilli da quel gruppetto di ragazzine.
«Josh Hutcherson!» disse un’altra, mettendosi a saltare, e correndo verso una bancarella colma di persone, da cui proveniva un gran fracasso.
Victoria, meravigliata, sorrise incredula. Josh Hutcherson, non l’aveva mai incontrato, però aveva visto alcuni dei suoi film tra cui Hunger Games, e le erano piaciuti moltissimo, e lo stimava molto per la sua recitazione.
Si avviò seguita da sempre lo stesso gruppo di funs, che le sembrava una banda di politici pronti a fare una petizione, e la facevano ridere, ma cercò di trattenersi.
Le ragazze attratte da Josh la lasciarono passare in prima fila, meravigliate nel vedere una seconda attrice, ululando di gioia e ordinando autografi a destra e a manca.
Ma né Victoria né Josh prestavano loro molto ascolto. Si riconobbero subito. Lei guardò lui, e lui ricambiò lo sguardo. Poi lei andò dietro la bancarella e gli porse la mano.
«Josh Hutcherson, wow, non pensavo di trovarti qui!» esclamò.
«Nemmeno io, non mi era nemmeno passato per la mente! Ma che ci fai qui? Non stavi a Los Angeles?»
Nonostante non si fossero mai visti, le notizie giravano tra attori. Però lei non rispose, sciogliendo la stretta di mano e correndo ad autografare un foglietto di una ragazza che stava per scoppiare in lacrime.
Non ebbero molto tempo di parlare, perché le ragazze dall’altra parte non la smettevano di saltare e urlare, disturbando le altre persone, tutte adulte, che degli attori non sapevano nulla e si chiedevano perché mai tutte quelle ragazze fossero lì.
Dopo circa una ventina di minuti la gente iniziò ad andare, e Victoria e Josh ebbero il tempo di scambiarsi due parole.
«Finito le riprese di Hunger Games?» chiese lei, sedendosi sulla sedia del ragazzo, che aveva lasciata libera per lei.
«Sì, un po’ mi dispiace, ero e sono tuttora affezionato al cast»
«Certo, ti capisco.. Beh, è la prima volta che ti vedo e non t’immaginavo così!» disse lei per la quarta volta.
Il ragazzo portava una maglietta con il collo a V, un leggero filo di barba e la corporatura muscolosa, ma non esagerata.
«Ero troppo abituata a vederti in stile Peeta Mellark*»
Scoppiarono in una risata, poi Victoria ricordò del centro estivo.
«Allora, io mi sono trasferita qui a Union perché mio padre ha problemi di lavoro e, beh, sono venuta qui per una cosa e invece ne sto facendo un’altra» iniziò un po’ imbarazzata. «Mio padre insiste sul fatto che io mi prenda un lavoro qui, per quest’estate, magari come animatrice e.. »
Lui la interruppe.
«Vieni al Magic Sun!» cercò di convincerla lui.
«Magic Sun
«Sì, io ci lavoro»
«Uh, e quando potrei..?» domandò lei, interrotta di nuovo.
«Non ricordo molto bene come proceda, devi solo presentarti domani mattina dal mio capo, ti dirà tutto lei. Tieni, questo è il volantino, c’è la via e tutto ciò che devi portare» spiegò Josh porgendole un foglio che si apriva in quattro.
«Grazie mille, ci vediamo domani allora, ora è meglio che vada, sperando di ricordare la strada»
«D’accordo, ci si vede, ciao!»
Si salutarono con un’altra stretta di mano e Victoria s’incamminò verso casa sua, cercando di ripetere i passaggi che aveva fatto Ribelle. No, Michelle. Che tipa strana, quella.
Una scarica di adrenalina le attraversò il corpo. Nonostante fosse un’attrice anche lei, faceva un certo effetto vedere persone famose senza aspettarselo.
Sulla strada del ritorno incontrò altre persone che la riconobbero, e che restarono a frugare dieci minuti in borsa per trovare una penna, per poi accorgersi di non avere un foglio, decidendo così di farsi autografare sul braccio, e addirittura una ragazza sulla fronte.
Victoria sorrise, inspirando l’aria calda di quel mattino.
Era sempre più convinta che quella sarebbe stata una lunga ed indimenticabile estate. Se lo sentiva.




*Peeta Mellark: per chi non avesse visto Hunger Games, Peeta è il co-protagonista (esiste?), ovviamente interpretato da Josh Hutcherson

Angolo autrice
Eccomi, come dicevo sono qui, dopo una profonda giornataccia, ma dettagli!
Allora, intanto grazie alle recensioni e mi scuso per avervi tartassato in privata (ad alcuni) ma era una scommessa che se avessi perso ora mi ritroverei al verde, perché avrei dovuto pagare la pizza e una coca cola a tre mie amiche. prometto che non mi caccerò mai più in simili guai :)
Comunque, tornando al capitolo.. spero non sia troppo noioso o brutto, a me non convince molto, forse manca qualcosa, ma boh, ditemi voi, che siete più esperte di sicuro e vedete la storia sotto il punto di vista del lettore.
Nuovo personaggio: Ribelle. Ahaha adoro chiamarla così, scusate, Michelle.
E i nostri attori si sono incontrati! Amo quella parte (sì ammetto che è l'unica parte che mi convince del capitolo)
Non badate a questa velocità, ho aggiornato presto perché due giorni fa ho messo il prologo, mentre questo sarebbe il primo vero capitolo.
SPERO venerdì prossimo di mettere il secondo, ma questi SPERO sono veramente dubbiosi..
Non mi dilungo ancora, alla prossima!
Milkendy


 
   
 
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