AVVISO ANTI-COPIA!
Troverete il Day,
i 5 Days ma una settimana interamente dedicata a un
pairing prima d'ora non si era mai vista. La NaruSaku
Week non vuole essere motivo di competizione ma solo un modo per riunire
i vari fan di questa coppia fino a poco tempo fa sottovalutata. Se, quindi dopo
di ciò incontrerò una settimana, mese, ANNO dei due pairing che
amano tanto
opporsi a noi, vi assicuro che non alzerò nemmeno un dito per fermare il
casino che i fan NaruSaku creeranno di risposta, anzi
sarò in PRIMA FILA a ricordarvi che copiare è da sfigati.
GRAZIE.
(Grazie
a »Mari_U c h i h a ~ per il copyright.)
Scritta
per la NaruSaku Week.
Dedicata
a tutte le NaruSaku fans,
in particolare a HarryHerm, a cui l’avevo promessa
tanto tempo fa.
Ecco
a voi l’aborto. E non scherzo.
Comunque,
buona lettura! (L)
*
<< Ciao. >>
Sakura deglutì, scostando lo sguardo.
Si morse il labbro inferiore, ricercando dentro di sé
la forza per rispondere.
<< Mh. >>
La voce le tremava più di quanto avesse preventivato.
E non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi, maledizione!
<< Salutami Sasuke e…
>>
Non lo vide esitare, non lo vide mordersi il labbro,
non vide il suo viso combattuto.
Non lo volle vedere.
<< …sii felice,
Sakura-chan. >>
Lei strinse le dita contro il braccio nudo, affondando
le unghie nella pelle e trattenendo un brivido.
Perché all’improvviso tutto quel gelo?
<< Anche tu, Naruto…
anche tu… >>
Non un addio, non un arrivederci. Solo un boccone troppo
amaro da ingoiare; vomitato poi in lacrime segrete, una volta che furono soli.
We never really
had our closure
I think you can do much better than me,
After all the lies that I made you believe,
Guilt kicks in and I start to see
The edge of the bed
Where your nightgown used to be.
<<
Vai Sakura ancora un bicchiere! >>
La sua
mano, lesta, agguantò la piccola tazzina circolare e la portò alle labbra.
Il
liquido le bruciò la gola e lo stomaco, che cominciava a torcersi sgradevolmente.
<<
Yatta! >>
Ino le
diede una gomitata, ammiccando sbarazzina.
<<
Sembra che ti piaccia il sakè! Com’è che dicevi? “un inutile passatempo”!
>>
Sakura
abbassò il capo – fino ad appoggiarlo lentamente sulle braccia incrociate – e
sventolò una mano sopra la testa, svogliatamente.
<<
Sta zitta, Scrofa. >>
Mugugnò,
infastidita dal tono troppo acuto della voce di Ino.
Doveva
avere la voce più impastata di quanto avesse ipotizzato, perché Ino si mise a
ridere.
<<
Ma nemmeno per idea perdo l’occasione di prendere in giro la perfetta moralista
dottoressa Haruno! >>
La
schernì, cacciando dietro la schiena i lunghi capelli biondi.
Era la
malefica reincarnazione di Satana.
Sakura
alzò leggermente gli occhi offuscati e lucidi, tentando goffamente di lanciare
un’occhiata inceneritrice alla bionda.
<<
Non sono mai stata perfetta. Quella perfetta eri tu…
>> obiettò quasi ragionevolmente, piazzando il mento sul braccio.
Sbatté
gli occhi cercando di focalizzarsi sul locale dove si trovava, per distrarsi da
quel pesante sonno che minacciava di chiuderle le palpebre.
L’indomani
era certa di avere qualcosa da fare – anche se non era certa di cosa si
trattasse, ma doveva essere importante – e non poteva certo addormentarsi in
quella bettola squallida.
<<
Ero? Io rimango
perfetta! >>
Squittì
Ino, battendo contro il tavolo le unghie smaltate di viola.
<<
Sì, sì… >>
Perché
le palpebre non volevano rimanere aperte? Traditrici!
<<
Ino… credo che andrò a casa…
>>
La
bionda spalancò gli occhioni azzurri, spiazzata.
<<
Ma Sakura è solo il quarto bicchiere! Sei appena brilla, avevo giurato a me
stessa di farti ubriacare! >>
<<
In questo caso hai perso la scommessa. >> replicò piccata, schioccando la
lingua con disappunto.
Salivazione
zero.
Dannazione.
<<
Io vado… >>
<<
Aspetta! >>
Ino le
porse una bottiglia di sakè ancora sigillata, sorridente.
<<
Per continuare a festeggiare la tua promozione! E mi raccomando: ricorda che
non ci si ubriaca mai da sole! >>
Sakura
inarcò un sopracciglio, perplessa.
<<
È un modo per provarci con me? >>
La
risatina stridula di Ino era agghiacciante come il rumore di un gessetto che
stride contro una lavagna.
<<
Nah, ho già abbastanza ragazzi a cui badare stasera, non credo avrò bisogno
della tua compagnia! >>
Sakura
mugugnò, tappandosi le orecchie e alzandosi barcollante dal tavolo.
<<
Grazie per queste perle, Ino-pig. >>
<<
Di nulla, Fronte Spaziosa! >>
<<
Il mio era un tono ironico, eh. >>
<<
Vai via, che non ti reggi in piedi, dilettante! >> Ino le fece
l’occhiolino, vispa. << Io aspetto che Shikamaru abbia finito con la
teiera là di Suna, e poi glielo rubo, per continuare i festeggiamenti! Trovati
un uomo anche tu stanotte, Sakura! >>
Sakura
scosse la testa, trattenendo a malapena un sorriso.
<<
Buonanotte, Ino. >>
*
Mentre il sakè le lacerava impietoso la faringe,
Sakura strizzò gli occhi e tossì, appoggiando sul tavolo il bicchiere con tanta
forza da far vibrare il legno scuro.
Troppo
veloce. Troppo veloce.
Si aggrappò al bordo del tavolo, imprimendovi contro
il proprio esile peso, e portò una mano sulla fronte, scostando la frangetta
color caramella.
Cominciava già a perdere l’equilibrio al quarto
bicchiere? Era proprio una pessima
bevitrice, decisamente.
Osservò con gli occhi lucidi i due bicchieri vuoti sul
tavolo, uno con l’impronta delle sue labbra, e l’altro immacolato e pronto ad
essere utilizzato.
Perché aveva preso due bicchieri?
Sasuke-kun era in missione nel Paese della Neve e non
sarebbe tornato per l’intera settimana; mentre Ino era occupata chissà in qualche
camera da letto a sfogare la sua incontenibile lussuria. Sembrava un animale in
calore da quando Shikamaru era partito per Suna come ambasciatore il mese
scorso, e Sakura immaginava già cosa passasse per la testa dell’amica bionda:
obliare i problemi.
Scoppiò in una risatina frivola e prese la bottiglia
di sakè, versandone un po’ nei bicchierini occidentali che aveva scelto due
settimane prima per il corredo di casa Uchiha, uno degli ultimi acquisti, atti
a riempire di cose inutili quella che era la sua nuova dimora.
Alzò lo sguardo e osservò la cucina linda, che
spazzava ogni tre giorni in modo che non vi fosse polvere.
Sasuke-kun non avrebbe sopportato vivere ancora in una
casa piena di ricordi: per questo l’aveva cambiata da cima a fondo, arredandola
con cura in modo che fosse più moderna, che risultasse diversa ai suoi occhi.
Tuttavia, Sakura sapeva che la sua attenzione ad ogni
particolare non sarebbe bastata a rendere la villa una casa accogliente ed
ospitale; era lo stesso Sasuke che aveva insistito per lasciare i simboli
Uchiha all’ingresso, che aveva scelto gli stessi tipi di futon che usava da
bambino, le stesse porcellane per i bicchieri di sakè, in caso venissero
ospiti.
Chissà, magari aveva capito male, forse Sasuke-kun
voleva solo ricostruire il passato, e non cancellarlo. Il fatto che voleva
sposarla al più presto non ne era forse un sintomo?
La mano di Sakura agguantò il proprio bicchiere e lo
portò alle labbra, bevendo avidamente.
Forse, l’unica che voleva dimenticare era solo lei.
Si sdraiò mollemente sul pavimento, godendosi la
morbidezza dei cuscini rossi, bianchi e blu, disseminati attorno al tavolino.
Dal basso, vedeva l’angolo della scatola di vecchie
foto.
Perché l’aveva tirata fuori? Ricordare le faceva male,
e lei, dannazione, era così tentata a
farlo!
Altrimenti perché quella scatola? Perché quel
bicchiere vuoto vicino al suo?
<<
E mi raccomando: ricorda che non ci si ubriaca mai da sole! >>
Ino e i suoi consigli idioti.
Idioti, ma non privi di senso. Non era divertente né aiutava
starsene sdraiata e continuare con un bicchiere dopo l’altro senza compagnia. E
Sakura sapeva benissimo chi volesse
al suo fianco in un momento simile.
Girò il volto e vide il cordless a pochi centimetri
dal suo naso, immobile dove lo aveva appoggiato sospirando prima di cominciare
a bere.
Si morse il labbro inferiore, e lo prese in mano.
Lo strinse forte al petto, e cominciò ad espirare e
inspirare, per placare l’ansia che l’attanagliava, come fili di chakra che le
graffiavano la pelle.
Forza, fifona.
Digita quel numero.
I polpastrelli affondavano nei tasti di gomma e,
composto un numero, Sakura si portò il cordless all’orecchio.
Mentre attendeva che quel tu-tu fastidioso finisse, si attorcigliava una ciocca di lunghi
capelli rosa attorno ad un dito.
Rispondi.
Avanti rispondi.
Al decimo squillo, Sakura si stava arrendendo.
Che
sciocca, sarà da Tsunade a svolgere l’apprendistato…
<< Pronto, ‘tebayo!
>>
Le si mozzò il fiato, risentendo la voce di Naruto.
Allegra, colorata, profonda seppur meno rispetto a
quella di Sasuke-kun, ma più calda e accogliente.
<< Pronto? C’è nessuno? >>
Sakura deglutì e portò ambedue le mani sul cordless,
stringendolo forte.
<< N-Naruto? >>
<< Oh, Sakura-chan…
sei tu? Ti sento un po’ strana… eheh…
>>
Imbarazzo e disagio, ecco cosa le diceva quella voce.
Ma d’altronde lo stava provando anche lei.
Che idea idiota quella di invitare Naruto per un
bicchiere di sakè. I-d-i-o-t-a.
<< Sì, scusa, ho un po’ di tosse, me l’ha
attaccata un paziente… >>
Una
grande bugiarda, Sakura. Brava. Mi complimento con te.
<< Oh, mi dispiace Sakura-chan! Guarisci presto,
neh! >>
Naruto fece una pausa, come se stesse pensando a
qualcosa. Era troppo sperare che stesse assimilando la sua voce, vero?
Sì, decisamente era una speranza crudele.
Rimaneva così egoista nei confronti di Naruto. Eppure,
non voleva lasciarlo andare. Non ci riusciva, semplicemente.
<< Perché mi hai chiamato? Hai bisogno di
qualcosa? >>
<< …niente di
speciale, avevo solo voglia di sentirti e… >>
mise la ciocca di capelli dietro l’orecchio, nervosa. << Mi chiedevo… vorresti venire a bere qualcosa da me? È da tanto
che non parliamo… mi mancano le nostre chiacchierate… >>
<< Sakura-chan, ehm…
non credo sia giusto, se non c’è Sasuke… >>
<< Oh. >>
Stupida,
stupida, stupida!
Doveva proprio spaventarlo ammettendo che le mancava?!
<< Fa niente, Naruto, era solo una proposta!
Allora berrò l’ultimo bicchiere e andrò a letto! >>
<< Sakura– >>
<< Buonanotte! >>
Pigiò il tasto per interrompere la chiamata e buttò
lontano il cordless, prendendo grandi respiri per calmarsi.
Che si aspettava? Che lui corresse da lei?
…sì, aveva
sperato che lo facesse.
Come un amico sempre pronto a starle vicino quando
aveva bisogno di aiuto, come un innamorato che rischia tutto per la felicità
dell’altro.
Ma gli aveva già chiesto troppo in quegli anni, era
meglio se rimanevano lontani; in fondo erano passati solo due mesi da quando si
erano lasciati e un mese e una settimana da quando era venuta ad abitare con
Sasuke-kun.
Cosa pretendeva?
Egoista.
Sakura si puntellò sui gomiti e si risedette,
appoggiando le braccia conserte sul tavolino.
Gli occhi vacui osservavano per la millesima volta i
particolari della cucina, con noia e tristezza.
Li sapeva a memoria. Li aveva scelti lei. E non la
stavano distraendo.
Inclinò appena il viso e, con le dita, cominciò a
disegnare cerchi immaginari sul tavolino scuro, cuori, stelle, parole senza
senso.
Rosa,
sospiro, spirale, sole, lettera, libro, parole, ricordo, Hokag–
No, maledizione, no!
Si scostò bruscamente dal tavolo; un po’ traballante
si alzò in piedi, per andare a letto, e lasciò la cucina, appoggiandosi contro
la parete dell’atrio, picchiandovi senza troppa forza la fronte spaziosa.
Stupida.
Non si
può cancellare il passato, né il presente. Bisogna accettare il futuro che
abbiamo scelto, Sakura. Anche quando è difficile.
Sakura sobbalzò quando udì qualcuno bussare e guardò
la porta, stupita.
Si toccò le guance per essere certa di non piangere –
ultimamente non se ne rendeva nemmeno più conto – e, sentendole asciutte sotto
il palmo, andò ad aprire, sperando di non risultare pateticamente mezza-brilla.
Scostò il pannello d’ingresso, e il fiato le si mozzò.
Naruto era lì, in piedi davanti a lei, i capelli biondi
scompigliati, vestito solo con i pantaloni del pigiama e la solita maglietta
nera che indossava sotto la tuta arancione. Gli occhi azzurri la osservarono,
preoccupati, e Sakura avvertì il cuore farsi un po’ più leggero.
<< Naruto… >>
soffiò con dolcezza.
<< Sakura. >> Rispose lui, con un sorriso.
<< Stai bene? >>
Sakura annuì. << Abbastanza, e tu? >>
<< Bene, grazie. >>
Silenzio, pesante come un macigno.
D’altronde, era la prima volta in tutto quel tempo che
si vedevano, soli.
Non era facile per nessuno dei due affrontare i
fantasmi di una storia finita nel più infelice dei modi (nella menzogna).
<< Avanti, entra. Vuoi un bicchierino di sakè?
Ne ho fuori giusto una bottiglia… >>
Naruto tirò le labbra in un sorriso di plastica.
<< Perché no? >>
While looking through your old box of notes
I found those pictures I took
That you were looking for.
If there's one memory I don't want to lose
That time at the mall
You and me in the dressing room.
Sakura era solo vagamente consapevole di come si
fossero ritrovati a sfiorarsi, braccio contro braccio.
Aveva perso il conto del numero di bicchieri bevuti da
entrambi ma, stranamente, si sentiva ancora cosciente delle proprie azioni,
anche se non riusciva a frenarle. E, da come Naruto teneva ben ferma la bottiglia
di sakè in mano, constatò che nemmeno lui era così ubriaco come voleva farle
credere.
Questo piccolo compromesso la rilassava e le
permetteva di appoggiarsi con la testa sulla spalla di lui, senza remore
alcuna.
Aveva ancora una dignità come promessa di Sasuke
Uchiha e non avrebbe mai permesso che la sua fedeltà fosse messa in
discussione; come diceva Ino, lei era una terribile moralista.
Naruto aveva gli occhi abbassati su di lei, e
sorrideva: stavolta era un sorriso aperto e accogliente, che le causò un calore
improvviso in tutto il corpo e un sorriso di risposta, un po’ complice, un po’
imbarazzato, ma genuino.
<< Ti ricordi, Naruto? >>, questa era la frase ricorrente da
minuti e da cui partiva una cascata di ricordi indefiniti nel tempo e nello
spazio, descritti con voce svelta, mangiando le parole, come se Sakura non
avesse il tempo di respirare perché le storie erano troppe e il tempo troppo
poco.
<<
Quando non vedevo altro che Sasuke-kun, e tu mi hai
promesso di riportarlo a Konoha. E quanto di chiesi scusa per questo mio
comportamento, eh, Naruto? E quando… >> Aveva continuato così, Sakura,
riempiendo i silenzi, sulla lingua le mille immagini che le ricorrevano in
mente sentendo sul capo il mento aguzzo di Naruto e il braccio bollente
sfiorare il suo.
Lui l’aveva ascoltata, taciturno, ridendo dei
particolari che lei aveva pitturato – l’espressione sorpresa di lui quando gli
aveva chiesto scusa, l’ustione quando gli aveva cucinato la prima ciottola di
ramen, i capelli ispidi che le pungevano le spalle la mattina dopo la loro
prima notte insieme – e riempiendo il suo bicchiere di vetro con il vino aspro,
gettando occhiate alle foto ammucchiate sul tavolino in disordine, sfuggite
dalla scatola e dal fresco polvere.
Finalmente Sakura si era zittita e aveva sollevato il
bicchiere, alzandolo appena e accennando un inchino, come per brindare. Naruto
la seguì, stranamente silenzioso, ed entrambi ne bevvero una buona sorsata.
Poi, prima che lei potesse ricominciare a parlare a
vanvera, fu Naruto a prendere parola.
<< Sakura, ti ricordi quando andammo alle terme
insieme? Io sì! Il tuo pugno fa ancora male anche solo nel ricordo, sai? E
quando mi hai accarezzato con le dita per la prima volta il tatuaggio di
Kyuubi? Ah, come sono stato bene, in quel momento. >>
Sakura sorrise dolcemente, annuendo. << Non sei
mai stato un mostro per me, Naruto, ma lo sono stata io con te. Mi dispiace
ancora così tanto! >>
<< T’ho perdonata, Sakura-chan. >> Un
altro sorriso, assuefatto d’amore, e il cuore di Sakura che ruggiva nel petto,
lasciandola un po’ spaventata e un po’ frastornata. << E ricordi il
nostro primo bacio? >>
Eccoli, ancora ebbri del passato.
<< C’era la pioggia fuori dalla finestra e tu mi
hai preso per il colletto e mi hai baciato. Ero così su di giri che ho notato
solo dopo, quanto eri rossa! >>
Sakura ridacchiò con le gote rosse, azzardandosi a
sfiorargli la mano con i polpastrelli tiepidi.
<< Oddio, volevo così tanto provare a baciare
qualcuno! E non riuscivo a pensare se non il tuo nome, per il primo bacio. Mi
fidavo, come mi sono fidata dopo. >>
Naruto le prese la mano, le portò alle labbra, le
baciò il palmo.
<< Già. >>
E, come era stata calda l’atmosfera fino ad un minuto
prima, di colpo si congelò.
Non c’erano solo ricordi belli, in quel rewind della loro vita.
C’era tutto.
<< Ricordo la prima volta in cui mi hai toccata. Avevi gli occhi rossi di Kyuubi
e, mentre mi strappavi i vestiti, ho pregato piano perché tu la smettessi.
>>
Naruto abbassò gli occhi, stanco. << Perdonami,
Sakura. >>
Lei rise senza voce e gli accarezzò la guancia
sfregiata, con tenerezza. << E di cosa? Ti sei svegliato proprio prima di
farmi male, Naruto, mentre io mi sono svegliata anni più tardi. E ricordi il
nostro ultimo incontro? >>
Naruto sospirò, afflitto. << Mh.
Quando decidemmo di lasciarci. >>
Sakura socchiuse gli occhi e appoggiò al fronte sulla
sua, permettendosi di piangere, finalmente.
L’ultimo ricordo era infine arrivato e, con quello, la
fine della serata.
I really miss your hair in my face,
And the way your innocence tastes,
And I think you should know this
You deserve much better than me
Un brivido scosse il corpo di Sakura e fu la scusante
perfetta per accartocciarsi su Naruto, accoccolandosi sulla sua spalla,
tremante.
<< Ne abbiamo discusso così tanto, che non
ricordo nemmeno la parole che ci siamo rivolti. >> disse, amara,
appoggiando il bicchiere a terra.
Naruto respirava il profumo dei suoi capelli col capo
chino sul suo, le ciglia che si muovevano piano, solleticandole le guance
arrossate dal vino.
<< Sakura, l’abbiamo fatto per Sasuke. Perché
avesse una casa. Non c’era altro modo. >>
Lei strinse le dita sul suo petto, artigliando la
maglietta di Naruto, continuando a piagnucolare come una ragazzina.
<< Già, l’avevi promesso…
>> bisbigliò con le labbra che vibravano, le parole sussurrate, fragili,
terribili.
<< Lo
riporterò a casa, dissi. >> Lo sentì ghignare malignamente. <<
Peccato che per un’Uchiha la casa è solo il proprio Clan. E lo voleva con te,
Sakura, non avrebbe potuto con nessun altro. >>
Un gemito le scappò dalle labbra, a malapena
trattenuto, mentre Naruto beveva un altro po’ di vino, per avere il coraggio di
parlare.
<< Avremmo potuto scegliere diversamente!
>>
<< È per Sasuke. >>
Era strano che fosse lui a difendere la loro scelta;
all’inizio era stato il primo a intestardirsi che non era possibile che
sopprimessero i loro sentimenti per l’Uchiha. Ma, dopo il decimo tentativo di
Sasuke di lasciare Konoha, Naruto aveva capito che non c’era casa per lui, lì,
adesso, e che Sasuke aveva bisogno di loro due in maniera diversa, devoti al
loro affetto per lui in maniera maniacale, come Sasuke si era sacrificato per
la sua famiglia.
Così si erano lasciati dopo lunghe discussioni, serie
interminabili di maledizioni e ingiurie, notti passate a graffiarsi e
assaggiarsi. Si erano arresi quando si erano accorti di essere troppo stanchi.
La cosa stranissima era che, nonostante lei si sentisse
in colpa e traditrice, lui codardo e triste, in quell’abbraccio stavano bene e
quella chiacchierata aveva fatto bene ad entrambi, più di quel mese di silenzi.
Nonostante toccarsi facesse male, Sakura si era
accorta di non voler rimandare i problemi – come faceva Ino – di non voleri
dimenticare affatto; si era accorta di volere il suo calore addosso, e la sua
voce nelle orecchie.
Un desiderio che la faceva tremare e piangere, tanto
era forte.
<< Oddio, Naruto, scusascusascusa–
>>
<< L’abbiamo deciso insieme, Sakura. >>
Lui le alzò il mento; aveva gli occhi lucidi, notò lei. << Amiamo Sasuke,
giusto? >>
Lei annuì, senza ripensamenti, e gli prese il viso tra
le mani, accarezzandogli in modo febbrile le guance, chiudendo gli occhi per
tastare i solchi delle cicatrici di Kyuubi, il fiato caldo sui polpastrelli,
gli invisibili foruncoli sotto il mento.
Ricordo, tutto sarebbe diventato ricordo, e l’avrebbe
tenuta sveglia la notte, l’avrebbe fatta piangere, sorridere, eccitare.
<< Ma io ti amo, Naruto, lo sai vero? In un modo
molto diverso, da quello che provo per Sasuke. >>
Lui, finalmente, sorrise ancora, bollente contro la
sua tempia.
Non piangeva più, non si sentiva triste. Solo un po’
svuotata e ancora infinitamente stanca.
<< Lo so. Ma volevo che me lo ricordassi,
Sakura-chan. >>
<< Se non fossimo così orgogliosi…
sarebbe facile baciarci, sai? >> soffiò sul collo di lui, avvertendolo
tendersi sotto le dita.
<< Non potrei mai tradire Sasuke. >>
E lei lo sapeva benissimo. Ma l’aveva detto comunque.
<< Allora rimaniamo abbracciati solo un po’, va
bene? >>
<< Sì, Sakura-chan. >> le baciò la tempia.
<< Sì. >>
Perché l'amore è come un
albero, nasce da sé, mette profonde radici in tutto il nostro essere e spesso
continua a verdeggiare su un cuore in rovina
(anonimo)
Era sulla porta di casa, appoggiata allo stipite,
stringendosi le braccia per il freddo.
Naruto sorrideva, le tracce di qualche lacrima sul
volto. Sakura adorava la sua fragilità, la rassicurava che le sue lacrime non
erano spese invano. << Ti amo. >>
Lei annuì. << Lo so, anch’io. >>
Naruto esitò, ma alla fine non si avvicinò per
baciarla. In fondo andava bene così. Anche senza i loro due corpi a contatto.
Bastava che le anime si sfiorassero, audaci, attraverso gli occhi.
<< Allora… ciao,
Naruto. >>
Lui sorrise, incerto. << Ciao. >>
Se ne andò, lasciandole la sensazione che nulla fosse
ancora risolto tra loro.
E a Sakura, nonostante tutto, venne da sorridere.
The bed I'm lying in is getting colder,
Wish I never would've said it's over
And I can't pretend
I won't think about you when I'm older,
‘Cause we never really had our closure
This can't be the end
Naruto appartiene a Kishimoto.
“Better than me” appartiene a Hinder.
Pink Panthers appartiene a NaruSaku.
NaruSaku
appartiene a tutto il mondo!
Vorrei ringraziare le creatrici del forum Mari e Anny. Grazie per tutto quello che fate e per la possibilità di questa week.
Inoltre, vorrei ringraziare tutte quelle che si sono appropriate con amore del nick Pink Panther: nonostante quello che succederà, mi piace pensare che siamo in così tante che credono a questa coppia e che la sostengono, emozionandosi come me vedendo qualcosa NaruSakuoso che davvero merita di appartenere a questi due.
E, non per ultimo, grazie a tutti gli altri partecipanti alla Week. Mi avete reso una Pink Panther felicissima! *_*
Ora, due note sulla fanfic.
E' un aborto; l'ho scritta in due momenti diversi, e il mio nuovo stile fa a pugni con quello vecchio. Doveva essere la Mia Creatura, questa fic, ma l'ho rovinata; per questo la considero un aborto.
Tuttavia qualcosa di buono c'è, in fondo. Qualcosina, piccolo piccolo, ma c'è.
I personaggi sono un po' OOC, e l'avevo pensata
prima di vedere la formazione del Team Hebi. Questo
vi fa capire quanto è vecchia, l'idea. L'ultima parte, invece, è tutta nuova.
Mi spiace di non averla restaurata bene del tutto, ecco.
...e mi dispiace anche di non aver finito l'altra NaruSaku in cantiere in tempo. Volevo il lieto fine, per concludere in bellezza. Ma ho finito questa. Damn it! >_<
Ispirata a questo video (http://it.youtube.com/watch?v=6kf-WjvIKyE).
Uno dei video, per me, memorabili. Mi commuovo sempre, mi emoziona tantissimo. (L)
E, vi ricordo, che l’iniziativa della NaruSaku week nasce non per rivaleggiare con qualsiasi altro Pairing, ma per amore di questa bellissima coppia.
E, diamine!, ne devo scrivere un’altra di NaruSaku, a lieto fine però. Magari un seguito, ci penso. ù_ù
Grazie a tutti coloro che hanno letto l’aborto. J
Coraggiosissimi! XD
Con affetto,
Kaho