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Autore: strawberry123    24/01/2015    1 recensioni
fanny è una ragazza che vuole solamente scordare il suo passato... in queste due lettere vedremo cosa gli è successo... vedremo anche il punto di vista del suo G.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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19/11/14


Caro G.

È da un po' che ti penso. L'ultima volta che ci siamo visti e sentiti, è stato quel pomeriggio alla stazione. Ricordi?
Ormai sono passati anni. Forse 10. Il tempo è trascorso così velocemente. Non sei d'accordo anche tu?
In questi anni avrei voluto davvero uno dei tuoi abbracci. Ho avuto molti problemi da l'ultima volta. Mio nonno se ne è andato e tu sai quanto gli volevo bene. Da li ho avuto una crisi emotiva. Non sono più la stessa persona felice di una volta. Adesso sono anche un auto lesionista e soffro di depressione.


Vuoi la verità? Ho provato a scordarti, ma a quanto hai visto non ci sono riuscita. Piango tutte le notti, per quel TI AMO che ti dissi alla stazione. Mi è rimasto in gola e nella mente.
Te lo dissi perché volevo che tu tornassi da me, perché mi facevi sentire la persona più felice del mondo; ma tu preferisti, restare con quella ragazza dai facili costumi. Ormai era lei il tuo universo. Tu però continuavi e continuavi a volermi vedere, per restare amici. Ma questo non fece altro che far peggiorare la situazione, perché ero sempre più innamorata di te. Così quel pomeriggio in stazione decisi di dichiararti i miei sentimenti.

Fino a quel momento, non avevo mai dichiarato i miei sentimenti a qualcuno. Ma con te era diverso. Tu mi guardavi con quegli occhi azzurri e quando li guardavo mi ci perdevo dentro. Poi i tuoi sorrisi che mi facevano star bene e io li ricambiavo. La cosa che preferivo di più di te, erano i tuoi abbracci. Non erano come quelli che si scambiano tra amici; ma erano ben diversi, erano quelli di due innamorati.

La cosa più bella però fu il nostro primo bacio. Me lo ricordo come se fosse ieri. Eravamo in quel parchetto da circa un'ora e stavamo tutti e due ridendo come matti per una delle tue battute. In quel momento ci fu un momento di silenzio. Mi chiesi di scegliere una canzone. Io la scelsi.
Tu mi presi il viso, così da poterlo avvicinare al tuo. Avvicinasti le tue labbra alle mie, così tu incominciasti a baciarmi. Fu la sensazione più bella che io abbia mai provato nella mia fanciullezza.

Ma infondo avevo solo 16 anni quando successe questo. Ero così ingenua, ma non mi pentirò mai di quello che ho provato e che ti ho detto. Sei stato il mio primo amore. Ma dopo averti detto quel ti amo, tu mi abbracciasti forte e te ne andasti dalla stazione senza dire una parola. Io scoppiai in un mare di lacrime. Tutta la matita nera e il mascara erano colati e mi rigavano il viso. Era difficile nascondere alla gente in torno a me quello che era successo. Mi sentii così fragile e mentre tornavo a casa ho pensai a tutti quei bei momenti passati insieme. Tutto quel duro lavoro per costruire il nostro rapporto, crollò all'improvviso.

Adesso credo che tu sia sposato con lei, con dei figli, un cane e un gatto, con una meravigliosa casa al mare come hai sempre desiderato.
Io invece sono qui. In questo centro psichiatrico. I miei mi hanno portato qui dopo che mi sono buttata in mezzo alla strada e una macchina mi colpì in pieno. È successo solo qualche anno fa, ma oramai non tengo quasi più il conto del tempo che passa.

L'avevo fatto perché ho avuto troppe delusioni nella vita. Ho incontrato molti ragazzi. L'ultimo è stato il peggiore, mi ha picchiato, poi come ti ho detto prima nonno non c'è più e per finire tutti i miei amici mi hanno abbandonata. Dicevano che non dovevo farne una tragedia se ci eravamo lasciati. Ma tu mi avevi lasciato. Era normale che ne facessi una tragedia. Così mi chiusi in me stessa ed iniziai a tagliarmi e ad ascoltare musica e ancora musica. Esisteva solo la musica in quei momenti di solitudine.

Per fortuna nell'incidente, ho avuto solo qualche frattura niente di più. Ma i dottori e gli infermieri notarono i miei tagli e le cicatrici nelle braccia e nelle gambe, che mi sono procurata in questi anni. Loro e i miei genitori hanno pensato bene di rinchiudermi qui dentro con veri malati di mente.

Ormai in questi anni non ho visto nessuno, nemmeno i miei genitori. Non si sono mai presentati nemmeno nei rari giorni di permesso, che la struttura dava per far visita ai propri familiari. Sapevo di non essere la loro preferita, ma non pensavo fino a questo punto. In più non esce e non entra niente dalle famiglie o dagli amici. Quindi cerco di auto convincermi che i miei amici e i miei genitori mi abbiano scritto qualcosa.

Oggi le infermiere e le psicologhe di questo postaccio, hanno pensato bene di darci dei fogli per disegnare, ma io ho deciso di scrivere una lettera. Prima di iniziarla a scrivere però, chiesi alle infermiere cosa ne sarebbe stato di questi fogli. Mi ha spiegato che verranno controllati e studiati dai medici per capire se siamo ancora in grado di ragionare.

Perché ho scelto te per scrivere questa dannata lettera?
Questi fogli andranno dallo psicologo principale di questo posto. Ieri ho conosciuto il nuovo psicologo della struttura. Era un colloquio per valutare i casi più gravi.

Io l'ho riconosciuto, grazie al cartellino sul camice e il tatuaggio nel polso destro. Ma lui non ha riconosciuto me.

Forse per le mie occhiaie causate dalla mia insonnia, i capelli tagliati alla cavolo senza un senso preciso e con un colore spento che ho perso negli anni insieme alla mia felicità, non più il rosso vivo che avevo una volta, la carnagione pallida che non poteva eguagliare neanche quella di un morto e le guance scavate. Forse anche per la mia vestaglia bianca e gli occhi persi nel vuoto. Ma è ovvio che non mi abbia riconosciuto o forse faceva finta di non conoscermi , come se non ci fossimo mai visti prima, come due sconosciuti che si vedono per la prima volta.

Non avrei mai pensavo che l'amore facesse così male. Ma io ti amo. Ti amo ancora. Nonostante tutto questo tempo non riesco a smettere di pensarti. Ormai la vita non ha più senso per me. Se devo restare rinchiusa qui, senza vedere nessuno, è meglio morire. Perché se morissi non importerebbe a nessuno.

Nessuno si accorgerebbe della mia scomparsa. Magari se ne accorgerebbero soltanto l'infermiera che mi da le medicine due volte al giorno.






Caro psicologo spero tanto che lei abbia capito chi io sia...




Con affetto, la tua Fanny








(La lettera venne buttata dalle infermiere, lo stesso giorno in cui venne scritta.
La ragazza invece s'impiccò)


















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SPAZIO AUTRICE: 
Scusatemi per eventuali errori ortografici



 
   
 
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