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Autore: cin75    24/01/2015    11 recensioni
Castiel ha visto qualcosa. Forse ciò che ha visto può aiutare i suoi due amici cacciatori!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Dean stava cercando di rimettere in sesto il povero Sam, che era stato aggredito da alcuni demoni che lo avevano accerchiato e che lo avrebbero ucciso se lui non fosse riuscito a rintracciarlo tramite il gps del suo cellulare e non fosse intervenuto in tempo, dando mano forte al minore.

Erano nel bunker e Castiel li osservava. Soprattutto osservava Dean. Il suo agire. O meglio il suo reagire.
“Sammy, la prossima volta che Mr. Intuizione,qui, ti dice che crede che ci sia un covo di demoni, aspettami. D’accordo , fratellino??” sembrò rimproverarlo e indicando l’angelo.
“In realtà, la mia intenzione era che Sam raggiungesse quel luogo da solo!” disse angelicamente, Castiel.

I due Winchester si voltarono di scatto verso di lui, guardandolo sbalorditi. Interdetti.

“Cosa?!” fece all’unisono.
Anche se poi fu Dean a prendere il sopravvento di quella conversazione che stava diventando assurda. “Aspetta! Fammi capire!!” disse puntando il dito contro l’amico angelo. “Tu hai mandato mio fratello in un covo pieno di demoni, perchè volevi che ci andasse da solo?!”
“Certo!!, o quello che volevo dimostrare non avrei potuto dimostrarlo!!” e a quel punto Dean non ci vide più dalla rabbia. Ed era la prima volta che provava una rabbia così profonda anche per Castiel.
“Figlio di puttana!!” ringhiò mentre gli si avventava contro e lo bloccava alla parete tenendolo per la gola con una mano e con l’altra gli pressava il petto, per impedirgli di muoversi. “Giuro su Dio, che se adesso non mi dai una spiegazione ragionevole alla stronzata che mi hai appena detto io…” e mentre minacciava l’angelo, il marchio sul suo braccio cominciò ad accendersi.

Castiel lo notò e anche se cercava di contrapporsi alla forza con cui Dean lo imprigionava, dentro di sé era felice di quella reazione. Ora gli serviva solo l’ennesima prova a quello che già pensava. E la ebbe.
Un attimo dopo che Dean rinsaldò la presa al collo di Castiel facendolo gemere vistosamente, Sam intervenne perché aveva capito che il fratello stava per perdere il controllo e che il marchio stava per prenderlo su di lui.
“Fermati!!  Dean…fermati! Andiamo!..Lascialo andare!” lo incitò, con tono deciso, Sam, poco dietro le spalle e così dicendo gli metteva le mani sul braccio segnato.
Il volto del maggiore cambiò, sembrò calmarsi. Il suo respiro rallentò. La rabbia che faceva brillare il verde dei suoi occhi divenne più tenue e la forza con cui lo teneva bloccato quasi impercettibile. Il marchio ora era solo un segno sul braccio di Dean.
Dean guardò il fratello ancora al suo fianco.

“E’ Cas! Lascialo parlare. Avrà di certo una sua spiegazione!” lo rassicurò Sam e Dean si allontanò.
“Che sia una spiegazione plausibile, Cas!” fece mentre si andava a sedere sul bordo di una scrivania del bunker. Sam si appoggiò ad una parete di una grande libreria e Cas rimase nel centro. Come un imputato tra l’accusa e la difesa.
“Era un test!” fu la prima risposta. “Per te, Dean!” fece guardando l’amico alla sua destra. “E anche per te , Sam!” disse poi guardando il minore, dall’altro lato.
“Cos’è Cas?! Ci hai declassati da amici a cavie, ora ?...stai di nuovo giocando a fare Dio!?” lo stuzzicò Sam.
“No, Sam. Non è così. Ascoltatemi!” disse fiducioso di essere nel giusto. “Avevo già qualche dubbio quando ho visto alcune cose. Poi a quei dubbi si sono uniti pezzi di racconti che mi facevate voi, di ritorno da alcune vostre cacce….e poi…e poi quello che è successo adesso!!” disse quasi con entusiasmo.
“Cas..Cas…stai farneticando!” lo fermò Dean. “Non ha alcun senso quello che hai appena detto, te ne rendi conto?!”
“Ok! Statemi a sentire! Dopo che hai ricevuto il marchio…” disse rivolto a Dean. “..la prima volta che si è….attivato …è stato quando hai impugnato la Prima Lama, giusto?”
“E con questo?” fece il maggiore.
“E poi hai ucciso Magnus.” rinsaldò.
“Sì, e allora?!” intervenne Sam.
“Mi hai detto che l’hai dovuto richiamare molto volte prima che lui ti desse ascolto, perché era come se fosse sopraffatto da quello che aveva fatto!” rispose al minore che annuì a quel ricordo.
“Cas, ancora non riesco a capire dove diavolo vuoi arrivare e cosa c’entra tutto questo con il fatto che hai mandato Sam in una missione kamikaze!!” lo richiamò , quasi seccato , Dean.
“Fatemi finire.” e ora si rivolse di nuovo verso Dean. “Poi hai ucciso Abaddon e mentre infierivi su di lei, è stato ancora Sam a richiamarti…a fermarti!...ma non ha potuto farlo con Tessa, perché era con me per cercare la porta verso il Paradiso.”
“Quando trovammo Josiah!” ricordò Sam.
“E poi quando hai cercato di uccidere Gadreel. Hai spinto via me, resistevi a me ma hai ceduto ai richiami di Sam!”
“Castiel…io davvero non riesco a …” ora , Dean, era davvero confuso.
“E anche quando Metatron ti ha ucciso , mi hai detto che provavi ancora rabbia….”
“Vuoi biasimarmi?!” esclamò sarcastico Dean.
“…e che quella rabbia è scemata quando Sam ti ha portato via da quella fabbrica, prima che tu…tu morissi” disse amaramente.
“Possiamo sorvolare su questi particolari?”  richiese, tristemente, il maggiore dei Winchester.
“Già!” convenne Sam, scambiandosi con il fratello uno sguardo come a dire “..ok! è passata! Sei qui, adesso!”

Poi, Dean, riportò lo sguardo su Castiel , che aveva lasciato loro quel momento. “Cas, lo so…credimi, lo so che tutto questo deve avere un senso, ma davvero non riesco a vederlo. Quindi per favore, arriva al punto.”
“Un ultima cosa: Metatron.” disse convinto, l’angelo.
“Che c’entra lui?!” domandò Sam, incrociando le braccia sul petto.
“Quando lo hai picchiato, cercando le risposte sul marchio. Anche lì, hai perso il controllo, vero?!”
“Sì!” disse e basta. Non poteva mentire, perché era così e tutti se ne erano resi conto. Lui per primo e lo aveva confidato anche a Sam.
“Anche quella sera, solo Sam è riuscito a placarti, a farti rinsavire. Non riesci…non riuscite a capire?!” fece guardando prima il maggiore e poi il minore.
Sam si spostò dalla libreria a cui si era appoggiato e si avvicinò all’angelo. “Cas , che stai cercando di dire?!” chiese perplesso mentre a loro si avvicinava anche Dean.
“Il Marchio ha su Dean un enorme potere, ma Dean può combatterlo….” disse convinto della forza dell’amico.
“Non da solo!” sussurrò il maggiore a quella fiducia innata nei suoi confronti.
“E non devi. È per questo che ho fatto tutto questo. Avevo bisogno di un ultima prova. La prova del nono!”
“Del nove, Cas. Si dice: la prova del nove. Comunque , spiegati!” lo corresse Sam, ancora frustrato dagli infantili errori dell’angelo.
Ma Cas sorvolò la correzione.
“Ogni volta che Dean…perde le staffe..a causa del marchio, sei tu…sei tu, Sam, l’unico che lui riesce ad ascoltare. È il tuo richiamo l’unico richiamo che lui riesce a sentire. Il marchio è forte, ma il legame che c’è tra voi sembra avere una forza sufficiente per poterlo tenere sottocontrollo. E questo ci darà tempo per capire come eliminarlo completamente. Capite ora?!” fece convinto e soddisfatto di quella sua scoperta.

I due fratelli restarono per un attimo in silenzio. Si scambiarono un occhiata fatta di domande e risposte tacite e in quello scambio muto, ripercorrevano quegli ultimi ricordi, non potendo negare, che Castiel aveva ragione. Tutte le volte che Dean era sotto l’influsso del marchio, era Sam che riusciva a riportarlo alla calma e alla ragione.

“Mi stai dicendo che Sam, può…” scegliendo le parole adatte, “..tenermi a bada?!”
“Sì, Dean. Sto dicendo questo. Non è una cura definitiva, ma almeno ci darà del tempo!” rispose l’angelo.
Il maggiore guardò il fratello e gli vide in volto una strana espressione. Forse era felice, forse soddisfatto, forse era sollevato perché si intravvedeva una sorta di tregua in tutta quella storia biblica o forse aveva solo paura di avere su di sé il peso di quella responsabilità.
“Allora Sammy….che ne dici fratellino. Ti va di mettermi il guinzaglio?!” provò a scherzare per cercare di stemperare la tensione che gli vedeva in viso.
Sam non aveva paura, come credeva Dean. No. Lui era solo immensamente grato di essere colui il quale poteva tenere Dean…umano. Poteva essere in grado di mantenere Dean come il fratello che lo aveva cresciuto e protetto in tutti quegli anni e non come un gelido assassino pronto a colpire al minimo disappunto.
“Certo che mi va. E se questo significa salvarti il culo dal marchio e da tutto quello che comporta, credimi, Dean, terrò quel guinzaglio il più corto possibile! Non andrai da nessuna parte senza di me!” lo rassicurò Sam facendo sorridere di orgoglio fraterno, il maggiore.
I due si strinsero la mano, come a suggellare quel loro ennesimo patto e poi Dean riportò gli occhi severi, sull’amico angelico.

“Che ….che c’è?” balbettò Cas, sentendosi di nuovo sotto accusa.
“Posso anche ringraziarti di questa tua, diciamo….scoperta. Ma quello che ancora non capisco è perché hai mandato Sam in mezzo ai demoni!” chiese. E sì. Perché quella cosa ancora non gli era chiara.
“Ora posso confessare che Sam non è mai stato in pericolo!” rivelò sollevato l’angelo.
“Cas??” fece non proprio convinto Dean. “Guarda la sua faccia. Ti sembra la faccia di uno che non è stato in pericolo?!” domandò ironico.
“Quelli non erano demoni!”
“Cosa???” dissero ancora insieme i due fratelli.
“Erano angeli. Sapevano quello che volevo provare e mi hanno aiutato.” spiegò con innocente imbarazzo.
“E lo hanno fatto prendendo a pugni mio fratello?” si ritrovò di nuovo ad infuriarsi Dean.
“Dovevo osservare il marchio, la tua reazione e come avresti reagito ai richiami di Sam!”
“Ho ucciso due angeli, Cas!!…tu hai lasciato che uccidessi dei tuoi fratelli?!” ora, davvero, Dean,  si stava infuriando di nuovo.
“No…non lo avrei mai fatto!! Prima di dare inizio a tutto…ho sostituito le lame angeliche vere con alcune finte. Non hai ucciso nessuno, Dean. Te lo giuro. Non ti avrei mai fatto una cosa del genere!!” gli spiegò mentre vedeva il cacciatore avanzare furente verso di lui e forse pronto a colpirlo di nuovo.
“Perchè non ce lo hai detto subito?” domandò Sam che vedendo già la rabbia prendere colore sul volto del fratello, gli si fece vicino e gli mise una mano sul braccio segnato.

Dean indietreggiò, quasi istintivamente.

“Per questo!” disse l’angelo indicando loro il gesto. “Un ennesima conferma!” fece soddisfatto. “Lo hai fermato quando vi ho detto che volevo che tu andassi in quel magazzino. Lo hai fatto anche adesso che credeva di aver ucciso degli angeli innocenti!”
Sam sorrise a quelle conferme e anche se sul volto di Dean vi leggeva una certa disapprovazione, l’associò al modo poco ortodosso di Cas, nel provare quella sua tesi. Così cercò di smorzare il momento.
“Che c’è Dean, paura del guinzaglio?!” scherzò mentre lo provocava facendogli un grattino sulla testa.
“Ehi! porta rispettò , fratellino.  Provaci ancora e quella mano te la stacco!” disse Dean, mentre con aria offesa, gli spostava via  con un gesto seccato, la mano.
E dopo aver dato una pacca amichevole sulla spalla di Castiel, facendogli intendere che tutto era a posto, si avviò verso la cucina.

“Dove vai , Dean?!” chiese sorridendogli Sam.
“Ho fame. Vado a farmi un sandwich.” Fu la risposta.
“Vengo con te!”  fece ancora Sam, standogli sempre al fianco.
“Non lo preparerò anche a te, che sia chiaro!!”
“Hai intenzione di andare da qualche altra parte , dopo?!” gli chiese ancora Sam, rimanendo fermo accanto al fratello.
“Sì, devo cercare dei pezzi per la mia Baby e devo andare…..no, no, no…aspetta un attimo, Sammy. La questione del guinzaglio non è valida 24 ore su 24. Ma solo quando siamo fuori a caccia.” disse sconsolato Dean capendo quello che stava facendo il fratello.
“Ma io sono quello che ti tiene calmo, ricordi?!” gli ricordò deciso, anche se Sam in quel momento aveva decisamente una faccia che Dean avrebbe sinceramente preso a schiaffi.
“Ok! Se la metti così, fratellino. Ora andiamo nel primo bar che troviamo e io mi rimorchio la prima signorina che ci sta e me la porto nel primo motel che trovo per strada. Tu cosa vuoi fare?...stai lì a guardare mentre io me la…..”, ma la faccia disgustata di Sam, fermarono i programmi del maggiore che iniziò a ridere di gusto.
“Ok!ok!!...ho capito. Va’ bene. Sei un maniaco pervertito, Dean Winchester!!”
“Oh andiamo, Sammy!! Te l’ho sempre detto. È un atto naturale!” lo provocò il maggiore.
“Che preferirei non vedere fatto da mio fratello davanti ai miei occhi!!” lo rimproverò, il giovane, sconfitto da quel colpo basso.
 
Cas aveva assistito o meglio ascoltato il vivace scambio tra i due fratelli, le cui voci risuonavano tra i corridoi del bunker e poi sorrise, quando anche le loro risate lo raggiunsero.
L’angelo sospirò pago. Forse…forse c’era un modo di salvare i due suoi amici.
Salvare Dean da un dolore fisico come solo il marchio poteva causargli. Salvare Sam, da un diverso dolore, non meno forte, che solo la sofferenza di suo fratello gli avrebbe causato.
Sì. Forse c’era ancora speranza per i Winchester.



N.d.A.: So che questa storia è strana , ma tanto strana. Anzi, parecchio strana!!  Però questa volta mi sono messa nei panni di Castiel e in quei panni ( vi consiglio il trench! È caldissimo!!) ho visto quello che ha visto lui. Che ne dite, c’ho preso?!
Fatemi sapere!!
Baci, Cin!
   
 
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