Suicide thoughts
 
Era così eccitante e terribile girare le riprese di don’t flirt.
Eccitante perché avere Kiseop in quegli atteggiamenti -cioè mezzo nudo e con un’espressione erotica su quella dannata faccia da angelo che si ritrova- a 10 centimetri da sé metterebbe in subbuglio anche gli istinti più animali di una pietra, terribile perché c’era sempre quella sottospecie di attrice -altrimenti detta zoccola pluridecorata- in mezzo a noi.

Era come se tutto fosse fatto apposta per ricordarmi che tutto quello che provavo era sbagliato. Che non era “normale”.
Che poi chi aveva deciso quello che era normale e quello che non lo era?
Chi aveva deciso che amare una persona dello stesso sesso fosse sbagliato?
Chi aveva deciso che si poteva amare solo in un modo “giusto”?

O forse era per ricordarmi che, a differenza mia, Kiseop era normale. A lui le donne piacevano.
Lo vedevo da come guardava i video delle popstar americane.
Lo vedevo da come, quando nelle interviste gli chiedevano quale fosse il suo tipo ideale, lui non si facesse nessun problema a rispondere.
Ma tanto ormai sapevo che il mio amore era a senso unico.
Mi accontentavo di essere la persona di cui si fidava di più, il suo migliore amico.
Dovevo accontentarmi.

Ma nonostante io cercassi di fare finta di niente e di soffocare i miei sentimenti per lui, c’era sempre una vocina nella mia testa che mi ricordava che non mi sarebbe mai bastato.
E io cercavo di farla tacere mentendo a me stesso, dicendomi che non mi importava il fatto che lui mi vedesse solo come un amico, che non mi dilaniava il cuore vederlo con una ragazza e vedere nei suoi occhi lo sguardo che avrei voluto che rivolgesse a me e non a lei.

Ma quella vocina continuava imperterrita a ricordarmi che faceva male non essere ricambiati.
Perché, come tutte le cose che vengono dal cuore, anche quella vocina era più forte di tutte quelle menzogne che la mia mente sfornava per farla tacere.

E faceva male.
Dio se faceva male vedere quella faccia trasfigurarsi dal piacere per un’altra persona quando avrei voluto essere solo io a godere di quel privilegio.

Ma ormai mi ero rassegnato: lo avrei dimenticato.
Certo, me lo ero ripromesso un miliardo di volte, ma questa volta ci sarei riuscito.
Questa volta non mi sarei più lasciato coinvolgere.
E l’unico modo per farlo era lasciare il gruppo.

Soohyun avrebbe capito.
Avrebbe capito e mi avrebbe coperto.
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Fu così che lasciai il gruppo, pensando che il non vederlo più mi avrebbe aiutato a dimenticarlo.

Pensavo di essere forte, di riuscire a farcela.

Che sciocco che sono stato.
In questo momento voglio solo scomparire.


ANGOLINO DELLA TARMA DISAGIATA
Hem...siccome questa è la prima fanfic che pubblico cercate di essere clementi *si nasconde nel suo buco nero personale* non picchiatemi please -.-
Questa storia l'avevo scritta un bel po' di tempo fa e l'avevo pensata in un modo diverso...ma poi oggi, finendola, non sono riuscita a seguire la linea che volevo... per questo la fine è molto veloce e forse stona un po' con il resto della storia.

Se vi va lasciatemi un commentino ^-^ sono accettate anche le critiche perchè tanto lo so che non so scrivere...

Sayonara
Oppa