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Autore: YouCould    24/01/2015    3 recensioni
La mia versione dell'elevator scene.
Dal testo:
“Aspetta. – lo interrompe Blaine, gesticolando – mi stai dicendo che mi hai lasciato perché avevi paura che ci lasciassimo?"
Questa volta Kurt non si trattiene, e una sola lacrima scivola lungo la sua guancia.
“Già. Stupido, eh?”
Blaine lo guarda tristemente, ma non dice nulla. Si avvicina, invece, e posa le mani sulle sue guance, asciugando le lacrime che ormai stanno scendendo copiosamente.
“Non l’avrei mai fatto, lo sai?”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di iniziare: a un certo punto della storia, troverete un link che vi collegherà a “It Must Have Been Love” di Roxette. Vi consiglio di ascoltarla durante la lettura da quel punto in poi, anche perché pare che sarà la canzone che avremo nell’episodio durante la scena dell’ascensore.
E’ caldo. Terribilmente, insopportabilmente caldo. Kurt sbuffa, sciogliendosi il foulard e sfilandoselo dal collo. Si è lasciato cadere a terra, tanto sembra che resteranno bloccati nell’ascensore ancora per parecchio – Sue li ha informati tramite altoparlante che non potranno uscire finché non si saranno baciati, e Kurt non è davvero intenzionato a baciare Blaine. Per niente. Non se ne parla.
Quindi diciamo che Kurt spera che la coach li faccia uscire mossa a compassione. Anche se conoscendola, è più probabile che li lasci lì a morire di fame.
“Allora… - mormora Blaine, appoggiandosi contro la parete dell’ascensore  -com’è andato il tuo… appuntamento?”
“Oh. E’ stato… è andato bene.”
Kurt decide di non dare ulteriori dettagli, è ancora abbastanza sconvolto per lo svolgimento della serata, ma non c’è bisogno che Blaine lo sappia. Se vuole passarci sopra, va bene, ci passeranno sopra insieme. Va bene.
“Lo vedrai di nuovo?”
“Può… può darsi.”
Blaine annuisce, e cade il silenzio. Un pesante, imbarazzante silenzio.
“Come va con Dave? Hai… hai risolto questa storia della parentela?”
Blaine sbuffa.
“No, ancora no. Voglio dire, e se fossimo davvero cugini? L’idea è piuttosto nauseante.”
Kurt inarca le sopracciglia con fare accomodante.
“Si, direi di si.”
“Come mai gli arcobaleni?”
“Cosa?”
“Il vostro appartamento. E’… pieno di arcobaleni.”
“Oh. Idea di Brittany. Meglio non fare domande, fidati.”
“Okay.”
Silenzio di nuovo. Kurt vede Blaine sfilarsi il farfallino – fa davvero caldo, là dentro, se Blaine rinuncia al suo farfallino.
“Non litighiamo affatto. – esordisce Blaine. Lo fa lentamente, come se fosse una cosa che si è tenuto dentro per tanto tempo, e adesso non è in grado di esprimerla – io e Dave, dico. Non litighiamo. Per certi versi, la nostra è una relazione perfetta. Quando io e te abbiamo cominciato a convivere… beh, è stato un disastro, vero?”
“La macchina delle bolle. – commenta Kurt, pensando al congegno per il bicarbonato o quello che è da cui Blaine era dipendente – la odiavo.”
“A Dave non dà fastidio.”
“Oh. Sono felice per voi. Credo.”
Blaine sospira, e abbassa lo sguardo su di lui.
“Non è questo che voglio dire, Kurt. Noi litigavamo, si. Ma era qualcosa di vero. Ogni coppia litiga. E’ normale. Io e Dave non lo facciamo, mai. E per carità, è fantastico, e incredibilmente rilassante, ma in certi momenti mi sembra solo che stiamo tenendo una mascherata. Come quella volta che ho dovuto recitare con Rachel in West Side Story. Non c’erano emozioni vere, ma le tenevamo insieme per il pubblico.”
Kurt pensa che da parte di Blaine sia un po’ crudele rievocare West Side Story. Quello era stato uno dei punti di svolta della loro relazione, e ricordarlo in quel momento, rinchiusi in un ascensore da uno psicopatica che desidera ardentemente che loro tornino insieme, beh, non è il massimo.
“Ero così sicuro che un giorno ti avrei sposato.”
Aggiunge Kurt. Anche questa è una pessima idea, ma non riesce a fermarsi. E’ come se all’improvviso, sentisse che deve dare voce a tutto, tutto quello che lo ha tormentato da quando ha lasciato Blaine in quello stupido locale, e l’ha guardato andare via, e ha fatto l’errore più grande della sua vita. L’altro non risponde, si limita a guardarlo negli occhi con fare triste, facendogli segno di continuare.
“Avevo pianificato tutto… pensavo che avremmo, non so, adottato una bambina e l’avrei chiamata Tracy, o Hepburn [1] . E pensavo che non sarebbe importato nulla, che forse non sarei mai approdato a Broadway e che sarei ritornato a Lima, ma che comunque sarei stato felice, perché ero con te. E poi pensavo il contrario, che finchè avevo te tutto era possibile, e che avrei raggiunto tutti i miei sogni e i miei obiettivi  grazie a te. E poi ho rovinato tutto.”
Blaine non dice niente per qualche secondo, ma continua a guardarlo negli occhi. Poi sospira, e distoglie lo sguardo.
“Si, immagino che fossimo… troppo giovani, no?”
“Si. Immagino.”
Ma Kurt ci ha pensato tanto. Si, è vero: quando ha lasciato Blaine, l’ha fatto perché erano troppo giovani, no? Ma poi, più ci pensa, più suona incredibile. Il suo amore per Blaine, loro due, è stato uno dei pochi punti davvero sicuri della sua vita. Kurt non sa se è vero che l’amore non ha età, sa solo che quando arriva, arriva per sempre. E sa che è arrivato con Blaine.
Dalla musica che proviene dall’auditorium, Kurt deduce che le Nuove Direzioni abbiano cominciato a esibirsi. Grande. Questo è proprio il momento migliore per sentire “It Must Have Been Love” ( https://www.youtube.com/watch?v=Q6WzkvBkcUE )
“No.”
Esordisce poi, con convinzione.
No cosa?”
“Non è finita perché eravamo troppo giovani.”
“Kurt, sei tu che mi hai lasciato.”
“E ho fatto l’errore più grande della mia vita! – questa volta ha alzato la voce. Non molto, ma è qualcosa che ha bisogno di gridare. Ho fatto l’errore più grande della mia vita – avevo paura, Blaine. Avevo paura, perché litigavamo, mi sembrava che stesse andando tutto a rotoli e io… la sola idea che il matrimonio non funzionasse era terribile, e suppongo di aver accampato la prima scusa possibile, perché pensavo che se gli avessi messo fine io, avrebbe fatto meno male, e…”
Si ferma, perché sa che se continuasse a parlare probabilmente scoppierebbe in lacrime, e scatta in piedi. Non riesce più  a stare fermo, e l’atmosfera soffocante là dentro lo sta uccidendo. Non vede l’ora di uscirne.
“Aspetta. – lo interrompe Blaine, gesticolando – mi stai dicendo che mi hai lasciato perché avevi paura che ci lasciassimo?"
Questa volta Kurt non si trattiene, e una sola lacrima scivola lungo la sua guancia.
“Già. Stupido, eh?”
Blaine lo guarda tristemente, ma non dice nulla. Si avvicina, invece, e posa le mani sulle sue  guance, asciugando le lacrime che ormai stanno scendendo copiosamente.
“Non l’avrei mai fatto, lo sai?”
Kurt annuisce, chiudendo gli occhi. Si lascia andare lentamente, posando il viso sulla spalla di Blaine, che lo stringe in un abbraccio.
Singhiozza piano, aggrappato all’altro come se fosse la sua unica ancora di salvezza. Blaine piega leggermente la testa, posando una guancia contro la sua nuca. E’ un abbraccio che gli toglie il fiato, e per un attimo il tempo scompare. Per un attimo c’è solo lui tra le braccia di Blaine, uniti e inseparabili, come dovrebbe essere sempre, così vicini che potrebbero sembrare una persona sola.
Kurt si raddrizza lentamente, ma i loro visi sono ancora incredibilmente vicini.
“Kurt, dovremmo… almeno per uscire da qui…”
“Giusto… solo perché Sue ci sta forzando…”
E le loro labbra si toccano.
Comincia piano. Comincia in modo leggero, con un tocco soffice come ali di farfalla, nulla di più che un contatto leggero. Ma quando dovrebbe finire, è come se nessuno dei due ne avesse la forza. Come se entrambi sentissero il bisogno di rimanere così, per sempre, uniti. Ed è allora che diventa un bacio più acceso, più veloce, fatto di pianto, di dolore e di sofferenza… ma anche un po’ di speranza. Nessuno dei due sa quanto dura. Sanno solo che quando le loro labbra si lasciano, e il mondo riprende a girare, sembra tutto un po’ più triste, e un po’ più scuro. Sembra che il mondo non sia abbastanza bello, ora che non sono più insieme. Ed è allora che le loro labbra si toccano per la seconda volta, e Kurt sente il cuore battere veramente per la prima volta da tempo, e sa di aver trovato il suo posto nel mondo.
Sa che le cose si sistemeranno, perché ogni essere umano cerca la strada di casa, e Kurt sa di essere quella di Blaine tanto quanto Blaine è la sua. L’hanno sempre detto, l’hanno sempre saputo, di appartenersi, ma non l’aveva capito davvero fino a quel momento. E’ più che essere parte l’uno dell’altro, è la stessa anima, divisa in due corpi.
E Kurt lo sa. Sa che si apparterranno sempre, e che torneranno ad essere insieme, qualsiasi cosa accada.
Perché sono loro, e il resto del mondo non conta.
 
Note di boh, una tizia.
Mio primo approdo in questo fandom. Non linciatemi.
Allora, per questa fic ho messo un po’ insieme gli spoiler che erano usciti sulla famosa elevator scene, ma ci ho aggiunto del mio, mettendoci quello che mi piacerebbe vedere. E’ una ff che ho scritto molto di getto, quindi abbiate pietà di me! Grazie, se avete avuto il coraggio di leggere questo schifo fino in fondo. Vi voglio bene.
[1]: Kurt ha detto come si sarebbero chiamate le sue figlie nell’episodio “New Directions”, durante la quinta stagione.
  
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