Ora… voglio solo…
…
non so neanche io cosa voglio.
Non è una cosa triste?
Piove.
Perché il cielo piange?
Forse anche lui è triste, come me.
…
Spesso non ci sei, e mi chiedo se torni da me.
Dove sei, non ne ho idea.
È deprimente.
Poi torni. Hai poco tempo. Devi già ripartire, e io ti
guardo con ammirazione.
Con ciò che fai, proteggi me e il mondo intero da minacce
invisibili.
Sei fantastico.
Parti. Voli via, salutandomi con la mano.
Ti sorrido. Sparisci nella nebbia della sera.
Mi chiudo nella mia disperazione, guardando dalla finestra
da cui sei uscito.
Piango, gettandomi sul letto, in silenzio.
La solitudine è terribile, quando non ci sei.
Sento che la mia anima muore, dilaniata e distrutta da
questa sofferenza.
Ascolto
sempre la stessa canzone.
Anche
per ore intere.
Sono
proprio paranoica.
Ma
mi manchi.
E
la cosa che più mi fa soffrire…
…è
che sai quello che provo…
…ma
non puoi fare niente.
Ripetere
sempre la stessa canzone…
Sai,
mi aiuta a non smettere di pensare a te.
Ti
immagino, provo la tua sofferenza, la assaporo con gusto…
È
veramente disgustoso, ma lo adoro.
Vederti
soffrire…mi provoca un piacere incredibile.
Per
favore, non pensare che ti voglia male, perché il mio cuore è solo tuo.
E
vale anche per quel poco che è rimasto della mia anima.
Ma…
Sento
il desiderio morboso di vedere il tuo corpo dilaniato, lacerato, strappato con
violenza…da ogni tipo di male.
Soprattutto…adoro
vedere la tua schiena squarciata dalle tue magnifiche ali nere…
Il
tuo corpo…divorato dal potere delle tenebre…
La
tua anima…distrutta dall’odio e dalla sofferenza…
Il
tuo viso…una maschera di dolore, consapevole della tua incontrollabile potenza.
E
tu, nonostante tutto questo, continui a volermi bene.
Vorrei
che tu sparissi, ma allo stesso tempo…non posso fare a meno di te.
Sei
meraviglioso.
Eppure…nessuno
riesce a comprendere quello che sento.
Perché?
Forse perché mi credono matta? Sarà questo il motivo?
…
non
me ne frega niente. Possono pensare quello che vogliono. Sei solo mio.
…
Ma
quando tornerai a confortarmi?
Alzo
gli occhi al cielo. È nuvoloso. Il solito tempaccio.
E
tu ancora non sei tornato. Comincio a preoccuparmi. È molto tardi.
Di
solito rientri ad un orario…beh, diciamo che torni tardi, ma torni.
Invece
stasera…
Cosa
sarà successo?
Ricordo
che una volta sei arrivato completamente fradicio di sangue. Sangue tuo e dei
tuoi nemici. È stato orribile…e meraviglioso.
Mi
distendo nel letto. Sono un po’ stanca. Sospiro.
Chiudo
gli occhi. Ho ancora in mente il tuo viso esausto, proprio di quella sera.
…
…
Mi
sveglio di soprassalto. Ho sentito un rumore sordo, come un tonfo.
Mi
giro. Il respiro mi si strozza in gola.
Sei
riverso a terra, sul pavimento della mia stanza.
In
una pozza di sangue vermiglio.
E
non ti muovi.
M’inginocchio
accanto a te. Non ho idea di cosa fare.
Ti
prendo tra le braccia. Sei coperto di ferite, che purtroppo non guariscono.
Il
tuo viso però è intatto. È pulito, senza una macchia di sangue o una ferita.
Ti
stringo a me. Respiri flebilmente, ma respiri.
Le
tue ferite guariranno. Lo so. In fondo sei pur sempre una mia creazione.
Però
il veleno…ti farà soffrire per un po’.
In
quell’abbraccio…sorrido. È un sorriso malvagio, il mio? Temo di sì.
Molto,
molto malvagio.