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Autore: Isidar Mithrim    25/01/2015    0 recensioni
Quando si accorsero della sua assenza, Harry aveva già fatto la propria scelta. Come potevano essere stati così imprudenti da lasciarlo solo? Come potevano essere stati così stupidi da non prevedere che si sarebbe gettato volontariamente nelle braccia del Signore Oscuro come lui pretendeva, pur di salvarli tutti? Mentre lo cercavano disperati, dovettero arrendersi all’idea che forse davvero Lord Voldemort, in attesa nella Foresta Proibita, lo conoscesse meglio di loro.
In sintesi, la Battaglia di Hogwarts raccontata dal punto di vista di Ginny, a partire da quando Harry si distacca dal trio per andare ad usare il Pensatoio, fino alla fine.
Per tutti quelli che, come me, si sono chiesti quando e se gli altri combattenti si accorsero dell’assenza di Harry e cosa provarono nello scoprirlo prima morto e poi eroe.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger, Luna Lovegood, Neville Paciock, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Memorie di combattenti'
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L'altro volto della battaglia 1
Lasciato solo

Ginny rientrò nella Sala Grande, cercando di trattenere le lacrime. Voleva essere forte.
Ma era così difficile.
Vide la propria famiglia circondare ancora dei corpi distesi compostamente sul freddo pavimento in marmo.
Tremava all’idea di avvicinarsi di nuovo.
Non era davvero così forte.
Era dovuta scappare via, fuori dalla Sala, nel parco, sperando di potersi distrarre aiutando i feriti. Consolando ragazze che non volevano altro che smettere di combattere, che tornare ad abbracciare le proprie madri, a casa.
Prese coraggio, e cominciò a percorrere la sala. L’atmosfera non era mai stata così lugubre, nemmeno in occasione della morte di Cedric.
Non ci riuscì, ad intrappolare le proprie lacrime. Le scesero lentamente sulle guance, una alla volta, in una salata processione. Non pensava di averne ancora a disposizione.
George la vide avvicinarsi, e la catturò tra le proprie braccia, stringendola forte. Ginny sapeva che la sua intenzione non era di consolarla.
Il gemello cercava solo un appiglio per non precipitare, e lei era fiera di essere stata scelta per tenerlo legato a quel mondo.
Non riuscì ad abbassare lo sguardo, però.
Poi li vide.
E tremò di paura.
Le braccia di Ron erano strettamente avvolte attorno al corpo di Hermione. Gli occhi del fratello erano gonfi e venati di rosso, mentre cercava di calmare gli spasmi del corpo di lei.
Ma c’era qualcosa che non andava.
E il timore cominciò a gelarle il sangue nelle vene.
Tra i gemiti e i sussulti, riuscì a far sentir loro la propria voce tremante.
"Dov’è Harry?"
La sua domanda fu pacata, ma sembrò un urlo disperato.
Quando Ron ed Hermione erano arrivati, prima che lei decidesse di abbandonare per un po’ quel luogo, aveva resistito alla tentazione di porre la fatidica questione. Non voleva sapere. Si aspettava che Harry si sentisse colpevole per quelle morti, ed aveva razionalmente deciso che non era così assurdo che non fosse giunto insieme a loro.
Ma era certa che, al proprio ritorno, l’avrebbe trovato là, a piangere con loro.
Hermione si staccò da Ron e la guardò.
"È nell’ufficio di Silente. Deve… Ci sono ancora delle cose che deve scoprire."
E poi? Poi sarà libero di diventare carne da macello?
"È la verità, Hermione?" chiese però, senza dare voce ai suoi più cupi pensieri. L’urgenza del suo tono era palpabile.
Sia lei che Ron annuirono ai volti che ascoltavano quella conversazione, tesi, angosciati.
"Andiamo a cercarlo."
Quella di Ginny non era una richiesta.
Anche in Hermione cominciarono ad insinuarsi le paure dell’amica, gelide e prepotenti.
Dove era Harry?
Guardò Ron intensamente.
"L’abbiamo lasciato solo" sussurrò. La sua espressione non lasciava dubbi: stava maledicendo se stessa.
"L’abbiamo lasciato solo" ripeté ancora. Il senso di colpa la attraversò, violento come una scossa.
E Ginny decise di abbandonare ogni prudenza.
"Avete visto Harry?"
Rivolgeva a tutti coloro che incontrava sul proprio cammino la stessa domanda.
Ma anche la risposta era sempre la stessa.
Negativa.
E non poté fare a meno di notare come ciò facesse mutare le espressioni dei volti che la attorniavano. Si trasformavano in maschere di terrore, oppure si dimostravano sollevate. Bastava poco per capire chi aveva a cuore la sorte di Harry, e chi forse sarebbe arrivato a venderlo, chi l’avrebbe spinto a sacrificare se stesso, pur di salvarsi la pelle.
Desiderava odiarli, ma alla resa dei conti non riusciva nemmeno a biasimarli.
"Sì."
Finalmente una risposta affermativa.
"Sì, l’ho visto. Poco fa, appena prima che rientrassi con…"
Fece un cenno verso uno dei cadaveri.
Ginny, Ron ed Hermione si immobilizzarono.
"Neville, dove l’hai visto?" riuscì ad articolare Ron.
"Nel parco"
Non capiva l’orrore dipinto sui loro volti.
"Ero nel parco fino a qualche minuto fa…" commentò Ginny.
Perché lei non l’aveva visto? Come aveva fatto a non vederlo?
"Cosa ti ha detto, Neville?" domandò Hermione, la disperazione evidente nella sua voce.
Il ragazzo finalmente intuì l’origine delle loro angosce.
"Ehi, dovete stare tranquilli, non si sta andando a consegnare!"
Ginny sentì un peso abbandonarla.
"Come lo sai?" indagò Ron, ancora titubante ad affidarsi all speranza così subitaneamente.
"Ha detto che doveva sparire per un po’… Fare qualcosa che è parte del piano. Mi ha assicurato che si stava allontanando per qualcos’altro, non per consegnarsi.
Gli ho detto che avremmo continuato a combattere.
Mi ha risposto che non ne aveva dubbi."
"Grazie, Neville. Temevamo… Che avesse fatto di testa sua" concluse Ron.
"Già, all’inizio avevo avuto anche io lo stesso sospetto.
Ah, c’è qualcos’altro, ma voi due lo dovreste sapere già…
Mi ha detto che dobbiamo uccidere il serpente."
Ginny lo guardò perplessa.
Poi i suoi occhi si posarono sui volti di Ron ed Hermione. Improvvisamente pietrificati in una smorfia di puro terrore.
E capì.
Capì, come avevano fatto Ron ed Hermione, qualunque fosse l’importanza di quel serpente.
Comprese che anche lei, come Neville, era stata vittima della stessa ingenuità.
"Ron!" esclamò Hermione.
Lui non reagì.
"Come abbiamo potuto lasciarglielo fare?" sussurrò Hermione, singhiozzando, lo sguardo perso.
"Come fa Tu-sai-chi a conoscerlo meglio di noi?"
Ron sembrava quasi non respirare.
"Sono stato un idiota…
Ho creduto a quello che volevo sentirmi dire!
Io… Mi dispiace. Avrei dovuto fermarlo"
Ginny prese la mano di Neville.
La sua voce era rotta dal pianto, ma colma di una nuova determinazione.
"Io mi fido di lui. Ce la farà. Deve."
Hermione singhiozzò, accasciandosi.
Ron trovò finalmente la forza di esprimersi, spronato dalla presa di posizione della sorella.
"Che resti tra noi. O morirà ogni speranza."
"Resterà tra noi" assicurò Ginny.
"Ma sappiate che se smetteste di crederci decretereste la sua condanna" aggiunse.
Era stata quasi minacciosa.
Tutti e quattro si guardarono negli occhi, colmi di disperata determinazione, ed annuirono suggellando il loro giuramento.

********



Ciao a tutti!
Cosa ve ne pare?=)
Se voleste lasciare una recensione ve ne sarei grata... Ci vediamo alla seconda parte se avete gradito! ☺

Per correttezza nei confronti delle lettrici (che ringrazio!) ci tengo ad inserire le recensioni che mi avevano fatto anni or sono (20120) nella vecchia edizione, che ho deciso di cambiare perché avevo messo insieme a questa breve FF (come primo capitolo) una song-fic che tratta dello stesso momento, sempre dal punto di vista di Ginny… E col senno di poi, lo cosa non aveva senso e questo mi disturbava alquanto ;)
Ho inserito anche i titoli dei capitoli.

Isidar

Maltrerio: ahi, ahi, ahi... ebbene si, sei riuscita a farmi piangere!!!
è di una bellezza struggente. mi ha messo un'ansia incredibile e folle.
george che si agrappa a lei. ron ed hermione che si terrorizzano al solo pensiero di averlo lasciato solo. neville che ha ingenuamente dato retta ad harry. il tutto condito con il tuo stile perfetto!
wow, sei molto ma molto brava e ti rinnovo i complimenti che sono meritatissimi!!!
brava, brava e ancora brava!!!
ciao, Dafne.

Payton: Anche se ho poco tempo, volevo proprio leggere questa storia. Per ora, ho letto solo i primi due capitoli, ma sicuramente andrò avanti, perché è molto interessante.
Ho trovato decisamente questo secondo capitolo, a dire il vero.
Il primo è molto simbolico è significativo, ma, ad un certo punto, tutte quelle metafore - pur belle che siano - stancano e confondono, facendo perdere di vista il punto principale della storia, ovvero la scomparsa di Harry.
L'inzio è molto bello, quando descrivi la forza di Ginny, ma poi il testo diventa - secondo me, sia chiaro - troppo intricato.
Questa parte 1, invece, è toccante e scorrevole.
Descrivi molto bene le sensazioni dei personaggi, ed in particolare mi è piaciuta la parte in cui descrivi le facce di quelli a cui Ginny chiede di Harry, che esprimono sollievo o dolore in base alla loro 'natura'. è molto bella.
Il dolore di Ginny è intenso, e si percepisce molto chiaramente, brava!
Il prima possibile, leggerò il resto.





   
 
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