Il mistero dello scimmione
Bulma si era presa la
brutta abitudine di portare tuta la famiglia Brief ogni Sabato a casa Son per fare compagnia all’amica Chichi, che
nascondeva il suo dolore per l’assenza di Goku.
Tutti erano imbambolati
davanti alla tv a commuoversi davanti a due stupidi terrestri che si
rincontravano dopo 20 anni, mentre Trunks era in camera con Goten, e Gohan, che
non capiva l’importanza del Sabato, studiava nella sua stanza.
Bra un po’ intontita dal
pazzo orario, barcollava sbattendo spesso le ciglia, sostenendosi nella gamba di Vegeta per non cadere. Vegeta
doveva essere l’unico che si era accorto dello stato di sonnambulismo di Bra.
<< sonno Bra?
>>le chiese piano abbassandosi con
un tono leggermente dolce che riservava solo a lei.
Lei riaprì gli occhi
svegliata da un sonno leggero, poi ritornò a dondolarsi e sbadigliando rispose:
<< nooawww non ...ho sonno >>
Qualsiasi papà si sarebbe
intenerito da una scena simile, ma non Vegeta, il re dei sajan. Ma allora cosa
era quel sorriso agli angoli della bocca da imbecille. Si stava comportando
come quell’idiota di Kaarot
<< Donna io torno a
casa, Bra ha sonno >>le disse Vegeta mentre Bulma si asciugava i
lacrimoni che le colavano dal viso con
un fazzoletto.
Bra stava cercando di
dibattere, ma gli sbadigli non glielo permettevano.
<< n...non vorrai
volare...sigh >>balbettò Bulma presa dai singhiozzi.
<< perché no?
>>le domandò Vegeta resistendo alla tentazione di rompere quella scatola
chiamata tv.
<< e se ti vede un
terrestre? >>gli chiese piangendo come una fontana << t-tieni
>>gli disse Bulma porgendogli una capsula-macchina.
Certo che quella donna
era la più strana di tutte! A volte sembrava indistruttibile, e poi si metteva
a piangere per delle sciocchezze, e s’infuriava per cose senza senso come i
capelli venuti male o se la chiamava donna oppure se le diceva che preferiva
mangiare la cenere, che era più commestibile di quello che cucinava lei se non
uguali.
Ci rifletté Vegeta mentre
aiutava la piccola Bra a sistemarsi nella macchina, che si accasciò in un
angolo floscia e assonnata. Sembrava la rappresentazione in miniatura di Bulma
... come lei sembrava un piccolo angelo azzurro...
Ecco, il principe dei
sajan si stava rammollendo, e per chi poi?
Per una stupida terrestre
dai capelli azzurro come il cielo, che non faceva altro che urlare, che lo
faceva arrabbiare come nessuno, neanche Kaarot, era in grado di fare.
Eppure in lei c’era
qualcosa di inestimabile, di unico al mondo, come i suoi capelli, come la loro
famiglia, che avevano costruito insieme.
Ma cosa gli stava
accadendo?
Era già stato padre, cosa
c’era di diverso ora?
Ma riflettendoci, non era
la stessa cosa: era passato del tempo, e aveva finalmente capito l’importanza
di una famiglia ... anche se questo lui non lo sapeva, o meglio non voleva
ammetterlo nemmeno a sé stesso.
Finalmente siamo arrivati
pensò Vegeta con rabbia
riflettendo che se avesse volato avrebbe fatto molto prima. Bulma riusciva a
fargli fare tutto quello che voleva.
Bra dormiva profondamente
tenendo fra le braccia un orsacchiotto, che un tempo era appartenuto a Bulma.
Avrebbe potuto svegliarla, ma non osava pensare la reazione di Bulma (così si
rispose), così la prese delicatamente, come se fosse fatta di vetro.
Per andare nella sua
stanza doveva salire delle scale, e aveva paura di svegliarla volando, così
camminò lentamente.
Ma appena finì le
scale...
<< p..papà?!
>> gli chiese Bra stropicciandosi un occhio.
<< shh, dormi
mocciosa! >> le bisbigliò mentre la metteva delicatamente sotto le
coperte.
Vegeta stava uscendo
dalla stanza completamente rosa di Bra, quando lei lo richiamò quasi urlando:
<< non mi lasciare sola! >> Bra aveva un tono implorante, ma vivo,
e non aveva tracce di sonno.
<< tu non hai sono?
>>
<< no, ho dormito
in macchina >>
<< tzè, quanto? 20
minuti circa? >>
<< se non mi leggi
una favola non m’addormento >>
<< non credi di
pretendere troppo? >>
<< ma non riesco a
dormire ... >>
<< chiudi gli occhi
e dormi mocciosa >>
Bra sporse il labbro inferiore,
e aveva gli occhi lucidissimi, e di lì a poco si sarebbe messa a piangere.
<< va bene, va
bene, te la racconto, ma dopo dormi! >>
<< certo! >>
...
<< ...e vissero
felici e contenti >> Vegeta aveva finalmente finito quello mielosa
storia, ma Bra aveva gli occhi spalancati.
<< bene, ora dormi
>> disse posando il libro a caso nella scrivania senza tante cerimonie.
<< non hai letto
bene, e non sono riuscita ad addormentarmi >>
<< cosa vuoi che faccia?
>> e Vegeta, con questa domanda si condannò.
<< mi canteresti
una canzone? Per favore! >> domandò Bra con le mani giunte.
<< no, non se ne
parla nemmeno! Perciò vedi di dormire >> disse Vegeta arrossendo mentre
spalancava la porta per andarsene.
<< papà non te ne
andare, ho paura da sola! Solo una canzoncina piccina piaccina >>
Non solo Bulma riusciva a
fargli fare tutto ciò che voleva, ma ora anche quella mocciosa mezzosangue.
<< la canzone più corta
però! >>
<< sisi >>
...
<< BRAVO! Bravo papà!!!!
>> si complimentò Bra applaudendo appena la canzone terminò.
<< ma Bra, tua madre
prima di dormire ti canta una canzone?
>>
<< si, e gioca con
i calzini >>
<< con i calzini?
>>
<< si, li prende e
gli fa dire cose buffe >>
<< interessante ora
dormi >> disse Vegeta alla svelta prima di ricevere un'altra richiesta.
<< potresti... >>
<< no no e no! Non mi
ridicolizzerò! >>
<< ma non riesco a
dormire >>...
<< Allora Bra, ti
ho raccontato una storia, ti ho cantato una stupida canzone, ho giocato con
degli orridi calzini, ho ballato, abbiamo giocato e hai mangiato... ora mi
spieghi perché sei ancora sveglia? >>
La piccola si stropicciò vistosamente
i due occhietti.
Vegeta, per qualche
strana ragione, mentre Bra chiudeva gli occhi, prese un ciuffo ribelle deponendolo
poi dietro l’orecchio con accurata lentezza.
Vegeta sospirò.
Era stanco, stanco morto.
Possibile che una bambina lo poteva distruggere a quel modo? Non aveva neanche
le forze per scendere le scale per andare a letto. Così decise di appisolarsi momentaneamente su una sedia poggiando la testa nella
scrivania.
***
Pochi minuti dopo Bulma
rientrò a casa agitata: Trunks era rimasto a casa Son con Goten... come l’avrebbe
presa Vegeta?
Era l’una di notte, e
Bulma non aveva affatto voglia di litigare. Magari anche lui era stanco...ma
che stava dicendo?
Vegeta stanco? No, era
impossibile.
Lo stomaco di Bulma
chiedeva energia, così la turchina andò in cucina.
<< AHH! >> l’azzurra
emise un piccolo gridolino appena entrò in cucina. Barattoli di miele e
marmellata erano aperti e sparpagliati ovunque, insieme a bucce di banane e
altre bucce di altra frutta buttati qua e là in cucina.
Ma ora non le importava
nulla, l’avrebbe sentita, aveva ragione lei e lui doveva chiederle scusa.
Lo lasciava per un po’ con
Bra e cosa le faceva trovare? La cucina in uno stato pietoso.
Sperò con tutte le sue
forze che quella fosse l’unica sorpresa che l’attendeva.
La famosa scienziata
corse nella loro camera per dirgliene 4 al suo maritino; accese la luce per
dargli volontariamente fastidio (lui odiava quando lei tornava tardi da lavoro
e accendeva anche la più flebile luce) ma il letto era vuoto!
Bulma sbatté
freneticamente il piede destro, alzando gli occhi al cielo e trattenendo un
urlo di rabbia tappandosi la bocca con le mani.
Dove poteva essere quello
stupido scimmione? La studiosa pensò di
andare a cercarlo nella stanza di Bra, e salì le scale di corsa, come se stesse
camminando nel fuoco.
La stanza di Bra era totalmente
in disordine calzini ovunque libri di favole sparse ogni dove con le pagine stropicciate.
Vegeta doveva aver letto delle favole a Bra, giocato con i calzini; certo che
quella bambina era viziatissima da suo padre, lei quelle cose non le faceva
mai.
In tutto quel caos c’erano
Bra e Vegeta.
Bra come sempre, dormiva
come un angioletto... un angioletto con le corna.
Ma niente era
equiparabile a Vegeta... che la passava liscia, anche quella volta...
Bulma aveva la tentazione
di passargli una mano tra i capelli o abbracciarlo, ma la paura di svegliarlo
era troppo grande.
Quando avrebbe capito il
mistero del suo scimmione con i baffi e la fronte alta?
Prima lo avrebbe
strangolato volentieri, dopo si scioglieva nei suoi occhi chiusi e quell’espressione
di cucciolo abbandonato.
Bha, scimmioni!