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Autore: Gobra1095    26/11/2008    4 recensioni
Un normale sabato sera Bra è stanca perciò Vegeta la riporta a casa. Ma arrivati a casa Bra non ne vuole proprio sentire di dormire e chiede al padre di fare alcune cose cosìchè lei si addormenti... divertente oneshot di cui ho preso l'ispirazione in uno strano sogno.
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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il mistero dello scimmione

Il  mistero dello scimmione

 Zau a tutti!!! lo so, mi stavate dando per dispersa invece eccomi per la vostra felicità (ndtutti potevi anche non tornare).

Allora, devo scusarmi per l'assenza ma ho diversi problemi al momento, non solo l'ispirazione è cattiva con me, ma ho anche il gesso per tutto il braccio destro. Perciò Goten e Bra in love ritarderà ancora un bel pò. chiedo umilmente scusabper quelli (quei pochi) che seguono.

Tornando alla oneshot, di che parla? Un normale sabato sera Bra è stanca perciò Vegeta la riporta a casa. Ma arrivati a casa Bra non ne vuole proprio sentire di dormire e chiede al padre di fare alcune cose cosìchè lei si addormenti... divertente oneshot di cui ho preso l'ispirazione in uno strano sonno. 

Recensite in tanti

Buona lettura, Miriam

Bulma si era presa la brutta abitudine di portare tuta la famiglia Brief ogni Sabato a casa Son  per fare compagnia all’amica Chichi, che nascondeva il suo dolore per l’assenza di Goku.

Tutti erano imbambolati davanti alla tv a commuoversi davanti a due stupidi terrestri che si rincontravano dopo 20 anni, mentre Trunks era in camera con Goten, e Gohan, che non capiva l’importanza del Sabato, studiava nella sua stanza.

Bra un po’ intontita dal pazzo orario, barcollava sbattendo spesso le ciglia, sostenendosi  nella gamba di Vegeta per non cadere. Vegeta doveva essere l’unico che si era accorto dello stato di sonnambulismo di Bra.

<< sonno Bra? >>le chiese piano abbassandosi  con un tono leggermente dolce che riservava solo a lei.

Lei riaprì gli occhi svegliata da un sonno leggero, poi ritornò a dondolarsi e sbadigliando rispose: << nooawww non ...ho sonno >>

Qualsiasi papà si sarebbe intenerito da una scena simile, ma non Vegeta, il re dei sajan. Ma allora cosa era quel sorriso agli angoli della bocca da imbecille. Si stava comportando come quell’idiota di Kaarot

<< Donna io torno a casa, Bra ha sonno >>le disse Vegeta mentre Bulma si asciugava i lacrimoni che le colavano  dal viso con un fazzoletto.

Bra stava cercando di dibattere, ma gli sbadigli non glielo permettevano.

<< n...non vorrai volare...sigh >>balbettò Bulma presa dai singhiozzi.

<< perché no? >>le domandò Vegeta resistendo alla tentazione di rompere quella scatola chiamata tv.

<< e se ti vede un terrestre? >>gli chiese piangendo come una fontana << t-tieni >>gli disse Bulma porgendogli una capsula-macchina.

Certo che quella donna era la più strana di tutte! A volte sembrava indistruttibile, e poi si metteva a piangere per delle sciocchezze, e s’infuriava per cose senza senso come i capelli venuti male o se la chiamava donna oppure se le diceva che preferiva mangiare la cenere, che era più commestibile di quello che cucinava lei se non uguali.

Ci rifletté Vegeta mentre aiutava la piccola Bra a sistemarsi nella macchina, che si accasciò in un angolo floscia e assonnata. Sembrava la rappresentazione in miniatura di Bulma ... come lei sembrava un piccolo angelo azzurro...

Ecco, il principe dei sajan si stava rammollendo, e per chi poi?

Per una stupida terrestre dai capelli azzurro come il cielo, che non faceva altro che urlare, che lo faceva arrabbiare come nessuno, neanche Kaarot, era in grado di fare.

Eppure in lei c’era qualcosa di inestimabile, di unico al mondo, come i suoi capelli, come la loro famiglia, che avevano costruito insieme.

Ma cosa gli stava accadendo?

Era già stato padre, cosa c’era di diverso ora?

Ma riflettendoci, non era la stessa cosa: era passato del tempo, e aveva finalmente capito l’importanza di una famiglia ... anche se questo lui non lo sapeva, o meglio non voleva ammetterlo nemmeno a sé stesso.

Finalmente siamo arrivati pensò Vegeta con rabbia riflettendo che se avesse volato avrebbe fatto molto prima. Bulma riusciva a fargli fare tutto quello che voleva.

Bra dormiva profondamente tenendo fra le braccia un orsacchiotto, che un tempo era appartenuto a Bulma. Avrebbe potuto svegliarla, ma non osava pensare la reazione di Bulma (così si rispose), così la prese delicatamente, come se fosse fatta di vetro.

Per andare nella sua stanza doveva salire delle scale, e aveva paura di svegliarla volando, così camminò lentamente.

Ma appena finì le scale...

<< p..papà?! >> gli chiese Bra stropicciandosi un occhio.

<< shh, dormi mocciosa! >> le bisbigliò mentre la metteva delicatamente sotto le coperte.

Vegeta stava uscendo dalla stanza completamente rosa di Bra, quando lei lo richiamò quasi urlando: << non mi lasciare sola! >> Bra aveva un tono implorante, ma vivo, e non aveva tracce di sonno.

<< tu non hai sono? >>

<< no, ho dormito in macchina >>

<< tzè, quanto? 20 minuti circa? >>

<< se non mi leggi una favola non m’addormento  >>

<< non credi di pretendere troppo? >>

<< ma non riesco a dormire ... >>

<< chiudi gli occhi e dormi mocciosa >>

Bra sporse il labbro inferiore, e aveva gli occhi lucidissimi, e di lì a poco si sarebbe messa a piangere.

<< va bene, va bene, te la racconto, ma dopo dormi! >>

<< certo! >>

                                                    ...    

<< ...e vissero felici e contenti >> Vegeta aveva finalmente finito quello mielosa storia, ma Bra aveva gli occhi spalancati.

<< bene, ora dormi >> disse posando il libro a caso nella scrivania senza tante cerimonie.

<< non hai letto bene, e non sono riuscita ad addormentarmi >>

<< cosa vuoi che faccia? >> e Vegeta, con questa domanda si condannò.

<< mi canteresti una canzone? Per favore! >> domandò Bra con le mani giunte.

<< no, non se ne parla nemmeno! Perciò vedi di dormire >> disse Vegeta arrossendo mentre spalancava la porta per andarsene.

<< papà non te ne andare, ho paura da sola! Solo una canzoncina piccina piaccina >>

Non solo Bulma riusciva a fargli fare tutto ciò che voleva, ma ora anche quella mocciosa mezzosangue.

<< la canzone più corta però! >>

<< sisi >>

...

<< BRAVO! Bravo papà!!!! >> si complimentò Bra applaudendo appena la canzone terminò.

<< ma Bra, tua madre prima di dormire ti canta  una canzone? >>

<< si, e gioca con i calzini >>

<< con i calzini? >>

<< si, li prende e gli fa dire cose buffe >>

<< interessante ora dormi >> disse Vegeta alla svelta prima di ricevere un'altra richiesta.

<< potresti... >>

<< no no e no! Non mi ridicolizzerò! >>

<< ma non riesco a dormire >>...

 

<< Allora Bra, ti ho raccontato una storia, ti ho cantato una stupida canzone, ho giocato con degli orridi calzini, ho ballato, abbiamo giocato e hai mangiato... ora mi spieghi perché sei ancora sveglia? >>

La piccola si stropicciò vistosamente i due occhietti.

Vegeta, per qualche strana ragione, mentre Bra chiudeva gli occhi, prese un ciuffo ribelle deponendolo poi dietro l’orecchio con accurata lentezza.

Vegeta sospirò.

Era stanco, stanco morto. Possibile che una bambina lo poteva distruggere a quel modo? Non aveva neanche le forze per scendere le scale per andare a letto. Così decise di appisolarsi momentaneamente  su una sedia poggiando la testa nella scrivania.

***

Pochi minuti dopo Bulma rientrò a casa agitata: Trunks era rimasto a casa Son con Goten... come l’avrebbe presa Vegeta?

Era l’una di notte, e Bulma non aveva affatto voglia di litigare. Magari anche lui era stanco...ma che stava dicendo?

Vegeta stanco? No, era impossibile.

Lo stomaco di Bulma chiedeva energia, così la turchina andò in cucina.

<< AHH! >> l’azzurra emise un piccolo gridolino appena entrò in cucina. Barattoli di miele e marmellata erano aperti e sparpagliati ovunque, insieme a bucce di banane e altre bucce di altra frutta buttati qua e là in cucina.

Ma ora non le importava nulla, l’avrebbe sentita, aveva ragione lei e lui doveva chiederle scusa.

Lo lasciava per un po’ con Bra e cosa le faceva trovare? La cucina in uno stato pietoso.

Sperò con tutte le sue forze che quella fosse l’unica sorpresa che l’attendeva.

La famosa scienziata corse nella loro camera per dirgliene 4 al suo maritino; accese la luce per dargli volontariamente fastidio (lui odiava quando lei tornava tardi da lavoro e accendeva anche la più flebile luce) ma il letto era vuoto!

Bulma sbatté freneticamente il piede destro, alzando gli occhi al cielo e trattenendo un urlo di rabbia tappandosi la bocca con le mani.

Dove poteva essere quello stupido scimmione?  La studiosa pensò di andare a cercarlo nella stanza di Bra, e salì le scale di corsa, come se stesse camminando nel fuoco.

La stanza di Bra era totalmente in disordine calzini ovunque libri di favole sparse ogni dove con le pagine stropicciate. Vegeta doveva aver letto delle favole a Bra, giocato con i calzini; certo che quella bambina era viziatissima da suo padre, lei quelle cose non le faceva mai.

In tutto quel caos c’erano Bra e Vegeta.

Bra come sempre, dormiva come un angioletto... un angioletto con le corna.

Ma niente era equiparabile a Vegeta... che la passava liscia, anche quella volta...

Bulma aveva la tentazione di passargli una mano tra i capelli o abbracciarlo, ma la paura di svegliarlo era troppo grande.

Quando avrebbe capito il mistero del suo scimmione con i baffi e la fronte alta?

Prima lo avrebbe strangolato volentieri, dopo si scioglieva nei suoi occhi chiusi e quell’espressione di cucciolo abbandonato.

Bha, scimmioni!

   
 
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