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Autore: MockinGleek_    25/01/2015    1 recensioni
Da brava Destieler, ho deciso di riscrivere la scena nella cripta della 8x17
Ovviamente mi rendo conto che questa non può essere definita una vera e proprio fanfiction but... hope you like it!
.
[Dal testo]
Devi scegliere, Castiel. O lui o noi.
La lama rimase sospesa nell’aria ancora qualche secondo, il tempo necessario perché Castiel riuscisse a contraddire Naomi per la prima volta da quando era tornato in Paradiso.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
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Will you love me even with my darkside?

La cripta era buia quanto bastasse perché Dean non si accorgesse delle espressioni confuse che passavano sul volto di Castiel. Continuava a guardarsi in giro sfiorando con lo sguardo il volto dell’angelo senza coglierne le sfumature.
«È lì.» La voce di Castiel ruppe il silenzio della cripta.
Dean seguì la direzione che gli veniva indicata fino ad una sorta di tavolo in pietra, su cui era poggiata una vecchia cassetta impolverata e piena di ragnatele. «Come lo sai?»
«È l’unico posto a cui gli angeli non possono avvicinarsi.»
Il cacciatore si avvicinò e prese la scatola che sembrava pesare tonnellate. Nascondendo lo sforzo, la spostò su un’altra costruzione in pietra dietro di lui e la aprì, sentendosi come inondato di energia non appena prese l’involucro che racchiudeva la tavoletta.
«Bene, ora dammela.»
Dean guardò Castiel, esitando. Quello non era l’angelo al cui fianco aveva combattuto mille volte, quello era un essere danneggiato scappato dal Purgatorio.
«Dean, dammi la tavoletta.»
Uccidilo, Castiel. Devi ucciderlo.
Senza il controllo del cervello la mano dell’angelo si abbatté con forza contro la guancia del cacciatore una, due, tre volte, fino a farlo inginocchiare ai suoi piedi. In angolo remoto della mente di Castiel, quella scena era profondamente sbagliata. L’involucro di pietra cadde a terra, riducendosi in mille pezzi e lasciando andare il suo contenuto.
«Cas…» Dean lo implorava con lo sguardo rabbrividendo ogni volta che Castiel alzava lo sguardo verso di lui.  «so che sei lì dentro. Sono io, sono Dean.»
Ma gli occhi dell’angelo non erano altro che un freddo muro di ghiaccio, una lastra impenetrabile che non si lasciava scalfire dal calore dei ricordi.
Uccidilo.
Il rumore delle ossa che vengono colpite e minacciano di cedere sembrò far tremare il terreno. Il sangue scorreva rosso, vivo sulla faccia di Dean già gonfia e deturpata.
Uccidilo.
Castiel mise la mano sul pugnale, senza smettere di guardare la parte del volto che Dean gli rivolgeva piegato su se stesso. Alzò la mano lentamente, mentre un briciolo dell’angelo che era stato si faceva spazio tra le tenebre annidiate nella sua mente.
«Cas, sono io.» Lo supplicò ancora Dean, con la voce incrinata dalle lacrime che si stava sforzando di non versare. «Siamo una famiglia. Abbiamo bisogno di te. Io ho bisogno di te.»
Un guizzo di luce attraversò la lama lucente del pugnale mentre le parole del cacciatore tiravano l’angelo fuori dall’oscurità come una fune luminosa.
Devi scegliere, Castiel. O lui o noi.
La lama rimase sospesa nell’aria ancora qualche secondo, il tempo necessario perché Castiel riuscisse a contraddire Naomi per la prima volta da quando era tornato in Paradiso.
«Cas, ti amo.» La voce di Dean era come un sussurro lontano. «E ti perdono.»
La mano dell’angelo lasciò andare il pugnale che produsse un suono metallico quando colpi il pavimento. Una luce abbagliante illuminò la cripta e il Paradiso, costringendo Dean da un lato e Naomi dall’altro a voltare il viso.
Quando la luce scomparve, Castiel era inginocchiato di fronte a Dean e gli stringeva il volto tra le mani mentre il sangue gli macchiava le dita candide. Il cacciatore lo fissava con gli occhi pieni di terrore, come se temesse che potesse davvero decidere di ucciderlo rompendogli l’osso del collo.
Mai si sarebbe aspettato che Castiel avvicinasse il volto al suo, poggiando delicatamente le labbra sulle sue mentre le ferite cominciavano a rimarginarsi. Dean si sentì subito meglio, ma non gli fu mai chiaro se fosse per via della guarigione o per il sapore salato delle labbra morbide dell’angelo.
Castiel si allontanò, senza però mai staccare lo sguardo da quello di Dean. E i suoi occhi erano di nuovo i suoi occhi, il suo volto di nuovo quello di un tempo.
«Cosa…» Dean deglutì. «cosa è stato a farti cambiare idea?»
«Credo proprio che sia stata colpa tua.»
«Beh, sono proprio un gran figlio di puttana non ti pare?»
Castiel esitò, alzandosi per raccogliere la tavoletta. «Sì, credo proprio di sì.» Poi si riavvicinò a Dean e lo aiutò ad alzarsi, facendo attenzione a tenere sempre ben stretta la tavoletta. «Ma dopotutto è per questo che ti amo.»
Una folata di vento e Castiel era già scomparso.





 
*spazio autrice*
Hola gente :33
Vorrei usare questo piccolo spazio che mi riservo 
solo per ribadire che mi rendo benissimo conto
che in effetti non posso esattamente definire
questa storia una fanfiction dato che si basa solo
sulla riscrittura di una parte della serie TV.
Anyway, spero comunque che quel po' di mio 
che c'è in questa storia vi sia piaciuto c:
  
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