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Autore: naruhinaxxx    25/01/2015    2 recensioni
Cosa succederebbe se Hinata dovesse difendere un reietto Naruto dall’ essere condannatto a morte? Konoha ne ha avuto abbastanza del ragazzo demone, mentre lei deve difendere qualcuno che non conosce.
Riuscirà a difenderlo sebbene le differenze tra di loro o saranno queste a dimostrasi rovinose per entrambi?
Intanto una minaccia sta insorgendo dall'ombra, riuscirà Naruto a fronteggiarla, vincere la sua vita in dietro e colmare il vuoto che lo ha portato a farsi catturare?
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga, Nuovo Personaggio | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/Hinata
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non vi era un tribunale abbastanza grande in Konoha per ospitare tutta la gente che era venuta per assistere al caso. Erano venuti da tutti gli angoli delle cinque nazioni. Uomini che ne chiedevano il grazia con lo stesso fervore che altri avevano per chiederne l’esecuzione, donne incuriosite quanto ammaliate dai movimenti composti del biondo nell’agire, bambini che correvano incuriositi dall’imputato. Tutti erano rapiti ed incuriositi dal ragazzo, come poteva un ragazzo di 25 anni aver compiuto così tante azioni tanto drammatiche quanto eroiche, in base alla prospettiva. Molti cambiarono idea immediatamente appena videro l’avvocato che lo seguiva. Nessuno si aspettava una ragazza tanto giovane ed ammaliante quanto glaciale nello sguardo. I due si muovevano con perfetta sincronia mentre i loro passi colpivano il terreno con precisa decisione unita alla leggiadra grazia.
Il luogo prescelto per il processo era un grandissimo tribunale eretto poco fuori il villaggio in legno ai tempi della seconda guerra ninja ed utilizzato per passar giudizio sule centinaia di prigionieri.
I civili, i Chuunin, i Genin ed gli Jonin vennero tutti accomodati sugli ampi spalti a forma di semicerchio intorno al cerchio centrale dove vi si trovavano Naruto ed il suo avvocato difensore, Hinata Hyuuga.
Di fianco a loro vi era una coppia di avvocati accusatori provenienti dalla nazione della Cascata. Il primo, alto e biondo nonostante la carnagione scura, si presentò come Ikuma Niomikazu, avvocato di fiducia del Mizukage. Al suo fianco il suo assistente e neo-laureato Akira Shubaka, anch’egli scuro di pelle sebbene i capelli bianchi acquisiti in più giovane età.
D’innanzi a tutti ve era la cattedra del giudice, presidiato dall’Hokage Tsunade Senju, affiancato dagli altri Kage: Mei Terumi, A, Onoki e Gaara della sabbia, tutti posizionati a coppie di fianco all’Hokage.
“Tengou! Produci dei banchi, la difesa e la prosecuzione ne mancano.” Ordina Tsunade mentre uno Jonin dalla maschera di metallo che gli copre la fronte ed i lati del viso si fa avanti. Egli si para di fronte alle due coppie unendo le mani prima che del legno esca da sotto i loro piedi creando delle sedie e dei banchi. “Tengou, prendi le armi dei quattro ed applica un sigillo sull’imputato.” Ordina nuovamente l’Hokage mentre vengono consegnate al Jonin tutte le armi intanto che un gruppo di tre shinobi applica sul biondo un sigillo cosicché non possa produrre chakra.
“L’imputato vorrebbe dire qualcosa prima di venire giudicato?” chiede il Raikage mentre delle scintille scattano fintanto che cerca di reprimere la sua rabbia.
“Grazie. Che sia messo al verbale,” dice facendo un occhiolino alla giovane stenografa beccandosi delle occhiate omicide da tutte le donne presenti tranne per Mei e Hinata, “Tutti i Kage hanno richiesto i miei servigi in varie occasioni chi più, chi in meno. Fra le popolazioni dei vari villaggi vi sono molti miei collaboratori e per loro chiedo la grazia in quanto io sono il principale indiziato per tutte le azioni di spionaggio, controspionaggio e terroristiche che abbiamo compiuto. Tutte le minacce sono state sedate e tutti i possibili attentatori estranei al Kurama sono stati fermati. Mi lascio nelle mani del mio avvocato e nel giudizio della giuria.” Dichiara con un inchino prima di schivare elegantemente un pugno del Raikage contornato dall’armatura Raiton.
“Raikage, si dia un po’ di contegno!” rimbomba la voce dell’Hokage mentre L’ombra della Cascata balza in dietro nel suo posto alla destra dell’Hokage.
“L’accusa presenti il proprio ricorso” dichiara l’Hokage antecedentemente all’alzarsi del duo col dovuto inchino al pubblico. “Buon giorno. Possiamo presumere che quasi tutti voi conosciate il leader del Kurama, Naruto Uzumaki, Figlio del Quarto Hokage, Minato Namizake, e sua moglie, Kushina Uzumaki. Egli è vastamente riconosciuto fra le nazioni ninja come spia, terrorista e ninja traditore per aver tradito Konoha all’età di quindici anni dopo aver brutalmente smembrato ben 122 promettenti Chuunin lasciano in vita solo i cosiddetti “Konoha 9”. Si è dato alla macchia ed ha passato moltissimo tempo lavorando come assassino dietro le quinte in paesi al di fuori dei nostri territori e del nostro interesse. La sue fedina penale conta più un centinaio di assassini fra bambini, donne, uomini, shinobi e civili. Secondo il buonsenso della gente, dovrebbe una tale persona avere il diritto di aggrapparsi alla propria vita quanto non ha fatto altro che strappare quella d’altri con la stessa facilità che ha nel respirare? Ecco a voi i registri degli ultimi otto anni, è innegabile la quantità e qualità della sua brutalità!” Concluse Ikuma intanto che Akira poggiava sul banco delle prove 20 chili di fascicoli.
Appena i due si sedettero Hinata si alzò piano senza destare troppa attenzione avvicinandosi cautamente al plico di fogli esaminandone un paio prima di togliersi gli occhiali. “È vero il mio imputato ha commesso tutti queste esecuzioni ma quello che gli avvocati della Cascata hanno omesso, o semplicemente dimenticato,” disse facendogli un occhiolino provocatorio che fece partire il cuore di Akira sebbene Ikuma rimase impassibile. “È che il 98 % sono state uccisioni ordinate da gente con più gradi militari e politici del mio imputato. Era una cosa semplice, uccidere o lasciare che la persona che doveva proteggere venisse uccisa. Signor Uzumaki, la vorrei sottoporre a qualche domanda.” Disse mentre il ragazzo si dirigeva verso il banco degli imputati di fianco ad una stenografa che nascondeva a stento il proprio imbarazzo e rossore in viso.
“Signor Uzumaki. Da quando lei è scomparso da Konoha si è dedicato al lavoro di mercenario. Definisca tale mansione”
“Proteggere la persona o gruppo tenuti  sotto sorveglianza. Portare a termine trattative politiche e militari in zone off-limits ed a livello pericolo bellico 9. Obliterazione dei bersagli e cancellazione della loro esistenza. Acquisizione di informazioni e/o preservazione dei dati riservati dei protetti e/o mandati del contratto”
“Si spieghi meglio signor Uzumaki.”
“Preservare incolumità della persona protetta o del gruppo intero. Portare a termine trattative richiedenti persone con doti diplomatiche e belliche in zone di guerra o ad alto rischio. Eliminazione di soggetti  sovversivi, potenzialmente dannosi alla società e/o terroristici con la loro conseguente storia e tutto che possa provare la loro esistenza. Preservazione e/o acquisizione di informazioni protette in base alle clausole del contratto stipulato con in mandate del lavoro.”
“Con tali vincoli cosa le he stato richiesto per adempire al proprio incarico?”
“Ho mentito per sei anni. Per sei anni sono sto una tabula rasa che veniva continuamente cancellata e riempita con diversi disegni ed origini. Ho avuto relazioni con molte donne e con molti uomini. Ho carpito informazioni con la seduzione, l’inganno e la tortura. Mi sono macchiato di molti peccati e ne ho inghiottiti una quantità equivalente facendo il mio lavoro. Sono tornato ed ho portato la pace.”
“Non ho più domande.” Dice la ragazza con un invisibile sorrisetto sul viso risiedendosi.
“Se posso avrei anch’io delle domande a porle.” Chiede Ikuma rivolgendosi al biondo.
“Lei ammette di aver ucciso, torturato e violato shinobi e civili?” inquisisce senza scomporsi
“Non lo nego.”
“Lei ammette che le sue azioni potrebbero essere viste come violazione della legge e del diritto di vita?”
“Non lo nego.”
“Lei ammette che ha creato il Kurama per soddisfare un proprio capriccio?”
“Ammetto di aver fondato il Kurama, ma non per via di un capriccio.”
“Lei ammette di aver ucciso senza scrupoli gente come Orochimaru, Danzo, Hanzo per non parlare dei loro sottoposti senza battere nemmeno un ciglio.”
“Non lo nego.”
“Ed allora che pace ha portato? Civili sono morti sotto la falce delle vostre azioni!”
“Io non sono la persona a cui deve chiederlo. Non posso sciacquare il sangue dalle mie mani ma ho fatto il mio compito. Ho portato pace dando al mondo una ragione per odiare collettivamente qualcosa.”
“Non ho altre domande da fare.” Conclude Ikuma sconcertato sebbene l’imperturbabile espressione.
 
“Sarebbe possibile chiamare a testimoniare i restanti membri fondatori del Kurama?” interpella Hinata i giudici mentre un ragazzino si presenta con due cartelle una più grande dell’altra ripiene di fascicoli.
“Non si conoscono le identità degli altri membri fondatori. Solo se si presentassero a testimoniare questo sarebbe possibile.” Risponde la Mizukage senza togliere gli occhi dal biondino che ritorna al suo posto di fianco alla Hyuuga.
“Ma che facce toste, sanno benissimo chi sono i membri fondatori e tutti i sottoposti. Dovrebbero inventare un premio per la loro performance. Magari una bella statuetta d’oro.” Pensarono simultaneamente i due ragazzi mentre dodici figure uscivano fuori dalla massa degli spettatori.
“Scusate, siamo stati incaricati di portare questi sette corpi sigillati. A quanto pare è un regalo da parte della forza portante dell’enneacoda, almeno per quello che diceva il biglietto.” Esorta un ragazzo dai capelli rossi e gli occhi verdi.
“Che i contenitori siano disposti d’innanzi al banco delle prove.” Risponde Tsunade senza scomporsi sebbene tutti i membri del Kurama si compiacquero nel vedere che negli occhi dei cinque Kage balena una scintilla di soddisfazione. “Chi sono i corpi sigillati?”
“Se permette,” s’intromette Naruto alzandosi in piedi, “Io ed il Kurama vi riportiamo i corpi dei membri dell’Akatsuki ch’erano stati sottratti dal possesso della Cascata. Essi sono stati rianimati ed utilizzati contro di noi negli ultimi sei anni ma sono stati neutralizzati ed eccoli qua. A proposito vi ripresento mio cugino Nagato Uzumaki e tutti i membri fondatori del Kurama!” concluse mentre tutti e dodici si sedettero dietro il banco di Naruto.
“Voi dodici, venite d’innanzi alla giuria ed esponete la vostra testimonianza. Nome, fazione, mansione.” Chiese autoritaria Tsunade.
 
“Nagato Uzumaki. Kurama e Konoha. Secondo in comando e consigliere.”
“Sasuke Uchiha. Kurama e Konoha. Capo spionaggio.”
“Shikamaru Nara. Kurama e Konoha. Capo tattico.”
“Rock Lee. Kurama e Konoha. Addestratore capo.”
“Neji Hyuga. Kurama e Konoha. Addestratore capo.”
“Sakura Haruno. Kurama e Konoha. Capo medico.”
“Ino Yamanaka. Kurama e Konoha. Capo settore medico e veleni”
“Kiba Inuzuka. Kurama e Konoha. Capo settore tracciamento e sicurezza.”
“Shino Aburame. Kurama e Konoha. Capo settore crittografia e messaggi cifrati.”
“Choji Akimichi. Kurama e Konoha. Capo approvvigionamenti e ricerca“
“Ten Ten. Kurama e Konoha. Capo divisione armamenti.”
“Konan. Appartengo a Naruto ed a Nagato. Non professo nessuna professione.”
 
“Ikuma, ponga le sue domande.”
“Tutti voi giurate di dire la verità, solo la verità e nient’altro che la verità?”
“Giuriamo.” Dichiararono tutti all’unisono.
“Cosa vi ha spinto a credere nelle parole di Naruto e cosa vi ha spinto a fondare il Kurama?”
“Ho servito con lui nella missione per la repressione di Hanzo e Orochimaru. Ho servito sotto di lui in più di un’occasione per il bene del prossimo. Ho visto cosa è capace ed ho visto chi è realmente.” Dissero tutti all’unisono
“E chi è realmente? Per favore rispondete uno alla volta.” Chiese cortesemente Ikuma mentre Akira si preparava a trascrivere tutti i dettagli.
 
 
“Naruto è un uomo capace e potente. Non ha mai smesso di compiere il suo dovere e né lo farà in futuro. Egli è lo shinobi più potente sin dai tempi di Harashirama Senju, potrebbe benissimo essere paragonato al mio antenato Madara Uchiha ed al primo Hokage.” Disse Sasuke con la sua solita espressione indifferente mentre i suoi occhi si connettevano con quelli dell’Hokage in un contatto provocatorio.
 
 
“Mio cugino è tutta la mia famiglia. Mi ha ritrovato in una campagna militare e da allora non ci siamo mai separati. Io sono così forte solo perché è stato lui ad addestrarmi. Io sarò anche il possessore del Rinnegan però quando mi definite un dio dimenticate che lui è ad un livello nettamente superiore al mio.” Rispose Nagato baciando Konan.
 
 
“Quando la guerra civile è scoppiata nel villaggio della Pioggia io come Nagato e Yahiko abbiamo perso tutto. Naruto chi ha trovato ed ha finanziato il nostro futuro, ci ha dato una ragione di vita. Mi sono sacrificata per sradicare la Neo-Akatsuki, sono morta apparentemente lasciando che il mio corpo venisse manipolato finché non sono stata risvegliata dal tocco di Nagato. Io credo in lui e sono disposta a dare la mia vita per lui.” Disse la ragazza mordendosi il labbro inferiore mentre stringeva il braccio del rosso fra le sue.
 
 
“A causa della casata principale io e Naruto abbiamo avuto un’infanzia infernale, senza togliere il fatto che egli sia cresciuto senza l’amore di un padre ed una madre a differenza di me. Abbiamo combattuto assieme a molti fronti e mi ha salvato la vita più di una volta. Abbiamo condiviso il sigillo a catena per più di quindici anni fra il dolore atroce che ci arrecava ma siamo riusciti a sopportarlo per il bene di tutti. Senza di lui non sarei qua a testimoniare in favore di una tale persona del suo livello. Ha portato la pace ed ha reso la propria vita un’odissea per il bene degli altri. Il mio Byakugan gli appartiene come la mia più profonda gratitudine e la mia fedeltà cieca.” Si batté il pugno sul petto Neji mentre esponeva fieramente la propria incorruttibile fedeltà al biondo dinanzi a tutti.
 
 
 “Da quando mi ha battuto negli esami Chuunin non mi sono dato pace. Non ho fatto altro che cercare di migliorare le mie capacità per il giorno in cui lo avrei rincontrato. Il giorno che tornò al villaggio quattro anni fa non mi c’è voluto molto per riconoscerlo, forse ero migliorato moltissimo o lui non si era dato troppo da fare per celare la propria presenza. L’ho riaffrontato ma anche quella volta mi ha battuto. Mi ha chiesto di aiutarlo a riportare la pace ed io ho acconsentito. È l’unica persona che sia veramente riuscita a darmi una ragione per allenarmi fino al crollo fisico.” Sbadiglia Shikamaru venendo investito da una folata di vento.
“Temari. Datti un po’ di contegno, sei in tribunale non nei campi d’allenamento.” Tuonò il Kazekage alla sorella maggiore mentre ella richiude il suo grandissimo ventaglio rossa in viso per l’imbarazzo e la piccola botta d’invidia creatagli dal fidanzato.
 
 
“È stato da sempre il mio rivale e mentore. È grazie a lui che ho una ragione per essere fiero del fatto che non posso usare tecniche ninja. Lui è l’esempio perfetto di come il taijutsu basti per portare a termine quello che si vuole. Senza di lui non sarei mai potuto diventare il grande combattente che sono ora.” Disse serio Rock Lee mentre si pettinava i capelli troppo lunghi per il suo viso maturo da adulto.
 
 
“Naruto è stato il primo a valorizzare realmente il mio essere donna. Anche quando si addestrava fra gli ANBU aveva il tempo per venire al mio negozio di fiori per ammirare tutti i fiori che avevo. Nel mio vivaio mi ha aiutato a crescere tutti fiori del mondo mentre mi insegnava tutto quello che sapeva di essi. Non ho mai avuto un uomo che conoscesse meglio le donne di Naruto. A lui ho donato tutta la mia conoscenza sui veleni e gli antidoti. So che ne ha fatto un gradissimo utilizzo delle sue missione e più di una volta si è salvato grazie ad esso. Si, ha avuto moltissime donne ma quando tornò a Konoha quattro anni fa fu come una benedizione. Mi ha salvato da un ninja rinnegato che mi voleva violentare, ricordo benissimo che mi aveva portato dei gigli polari come dono dei suoi viaggi. Quei fiori sono i più preziosi che ho mai ricevuto. Ha riportato la speranza nella mia vita passata fra pretendenti violenti. Lui è il mio eroe ed il mio capo. Sarei disposta a dare il mondo in cambio di lui. Nessuno è buono come lui, nessuno ha mai saputo rendermi felice come ha fatto lui. A lui appartiene il mio corpo come il mio primo bacio. Io sono sua, gli appartengo interamente.” enunciò Ino tutta rossa in viso mentre si scostava il capelli dal viso solo per vedere una Hinata alquanto indispettita e Naruto che le fece l’occhiolino mandandole un bacio al volo.
 
 
“Naruto è il capo di tutti noi Kurama. Lui è l’ispirazione di tutti noi. Ogni suo ordine verrà soddisfatto da noi. Non l’ho mai visto come un mio rivale ma bensì un mio superiore. Sotto il suo comando sono riuscito a dichiarare al mondo chi sono e perché i cani ninja sono importanti. Egli è il mio leader e per me nessuno ha il diritto di chiedergli di scontare delle pene per tutto quello cha ha fatto per noi, tutti moi. I miei artigli sono al suo servizio come la mia vita.” Affermò Kiba accarezzando il suo cane Akamaru.
 
 
“Che posso dire. Senza di lui io sarei ancora nell’ombra a sentirmi inutile. Lui ha valorizzato tutti coloro che hanno servito sotto il suo comando e tutti coloro che lo hanno incontrato. Non ho nient’altro da dire.” Disse a sottovoce Shino mentre una mosca tornava a fare rapporto.
 
 
“Non c’è persona migliore di lui. A lui devo il cambio della mia vita. Mi ha dato una ragione per adorare il mio corpo adattando tutte le tecniche del mio clan al mio corpo. Per lui io sono il responsabile per gli approvvigionamenti quanto per le ricerche in campo dei medicinali. Gli ho promesso che sarei riuscito a produrre le pillole del supersoldato più efficienti e sicure di sempre ma fino ad adesso sono riuscito soltanto a produrre innovazioni e scoperte in quanto medicinali e trattamenti. Ho giurato di servire sotto di lui non come subordinato ma come suo amico e membro dei “Konoha 9”, per questa ragione la mia lealtà non potrà mai essere messa in discussione.” Emancipò Choji mentre uno stormo di ragazze si sciolse alla vista dei suoi muscoli affiancati al suo corpo non perfettamente scolpito ma duro come l’acciaio.
 
 
“Io sono la più vecchia fra tutti noi dei “Konoha 9” ma lui è sempre stato una passo avanti rispetto a me. Assieme a lui ho portato miglioramenti nella metallurgia e nella fabbricazione delle armi ninja. Questa, è la mia opera magna,” disse la ragazza nel vestito cinese a scollo largo mentre tirava fuori la Katana dal fodero, “Fra tutte le armi che gli ho fornito solo questa è degna di essere considerato il mio capolavoro. Essa è stata fatta con una lega metallica che solo io e lui conosciamo. Naruto è una persona magnanima e dall’infinita risolutezza per fare del bene per il prossimo. Come ha detto Ino, avrà avuto moltissime donne ma solo noi dei “Konoha 9” lo abbiamo mai amato. Lui è stato il primo a farci sentire veramente donna. Adesso non ho più rimpianti, so di aver adempito al mio colpito superando ogni sua aspettativa.” Disse di sobbalzo Ten Ten cercando di nascondere il rossore provocato dal pizzicotto scherzoso a sedere da parte del fidanzato Neji.
 
 
“Nessuno è come Naruto e nessuno la sarà mai. È stato e rimarrà il miglior shinobi di tutta la nostra generazione. Non c’è persona che non dovrebbe inchinarsi a lui. Tutti lo vedono come una minaccia ed un pericolo perché è riuscito ad usare la sua parte più brutale che risiede in lui per proteggere tutti noi. Tutti i peccati che ha ingerito nella sua vita hanno dato la possibilità a tutti noi di vivere. Ho fallito nel non amarlo per tutti questi anni ma adesso so che lui si merita ben altro. Il mio spirito, le mie doti mediche, la mia forza e la mia anima gli appartengono.” Affermò Sakura passandosi una mano fra i lunghi capelli mentre un vento caldo soffiava fra gli spettatori affamati di conoscenza.
 
“Devo ammettere che avete riprodotto l’immagine di una persona magnanima, più potente di un dio ma che allo stesso tempo capace di arrecare così tanta morte, così tanta disperazione solo per il bene del prossimo. Suvvia non potete negare l’evidenza di tutte quelle persone che dalla tomba chiedono vendetta.” Rispose pacato Ikuma mentre i dodici scendevano dal palco e si sedendosi dietro al biondo dopo avergli mollato qualche colpo sul coppino per i ragazzi e qualche bacio alla guancia da parte delle ragazze che non passò inosservato alla vista di Hinata.
 
“Per via della affluizione di testimonianze a prove in favore del signor Uzumaki si può definire il caso chiuso.” Disse un vecchio Onoki mentre una kunoichi medica gli curava la schiena dai reumatismi. “Obiezione!” “Che vuole signor Niomikazu da questo vecchio Kage?” chiese esasperato. “La prosecuzione vorrebbe chiamare a testimoniare la signorina Uzumaki Yuriho.” Disse l’avvocato mentre la rossa entrava a passo lento e controllato. Aveva lasciato vestiti da Akatsuki per dei vestiti molto più simili a quelli da kunoichi della Nebbia. “Lei giura di dire la verità, solo la verità e nient’altro che la verità?” le chiese annoiato A mentre cercava di nascondere il proprio interesse per la ragazza.
“Lo giuro.” Disse la ragazza senza traspirare alcuna emozione.
“Il mio cliente richiede di poter parlare col testimone.” Ruppe il silenzio la voce di Hinata. I cinque Kage si guardarono fra di loro, avrebbero voluto chiudere un tale caso imbarazzante nel minor tempo possibile ma non potevano rifiutarsi di arrestare lo sviluppo dell’udienza.
“E sia. L’imputato ha dieci minuti.” Disse Mei guardano Naruto con degli occhi dolci mentre lui le rispondeva con dei baci sommessi.
 
 
I due si appartano in un angolo
 
“Ma che fai” chiese leggermente contrariato Naruto.
“Non è ovvio? Sono stata chiamata a testimoniare.” Gli rispose la ragazza.
“Questo lo avevo capito. Ma come mai un avvocato della Nebbia ti ha convocato? Non dovresti essere a villa Hyuuga a riposare?”
“Si anche ma l’ho incontrato e mi ha subito convinta a prendere parte all’udienza.”
“Ma che bisogno hai?  Ci siamo chiariti nella valle dell’Epilogo. Seriamente faresti meglio a non fare certe sciocchezze.”
“Ho ventitré anni, so benissimo come vivere e cosa fare della mia vita.”
“Spero soltanto che tu non faccia qualcosa che possa essere dannoso per entrambi. Se fai perdere la causa a Hinata tutti e due finiamo per essere processati per crimini di guerra e molto altro. Non ti permetterò di distruggere il nome degli Uzumaki, degli Hyuuga e spegnere le vite di tutti i miei sottoposti ed amici.”
“Tranquillo so cosa faccio, e poi la ragazza nel tempo che abbiamo passato in tutto questo casino si è fatta un’ottima conoscenza in materia giuridica. Non è più la novellina che hai conosciuto qualche settimana fa.”
“Spero tanto che tu abbia ragione. Sennò…”
“Sennò cosa? Non voglio essere la tua schiava. Se devo vivere con te voglio essere vista come una donna non come una ragazzina.”
“Qualunque cosa basta che non peggiori la situazione, stavamo vincendo fino ad adesso.” Concluse il biondo mentre la rossa va al banco degli imputati.
 
 
“Lei è un’Uzumaki. È vastamente riconosciuto che durante la terza guerra ninja il clan Uzumaki è stato vittima di ripetuti attacchi per via della sua rinomata potenza bellica e strategica. Mi spiega come ha fatto a scampare la distruzione del suo clan?” La inquisisce Ikuma mentre Akira passa al ventesimo taccuino per gli appunti.
“Mio padre era un lontano fratello di Kushina Uzumaki, madre di Naruto Uzumaki e Terzo Jinchuuriki dell’enneacoda. Egli è riuscito a salvarsi perché ai tempi dello stermino stava compiendo una missione in paesi lontani con mia madre. Si nascosero nel villaggio della Pioggia fino al giorno in cui io nacqui. Essi morirono poco dopo lasciandomi la missione di diventare il quarto Jinchuuriki dell’enneacoda per poi affiliarmi alla Foglia. Non sono stata capace di diventare una Kunoichi della Foglia. Ho fallito gli esami Chuunin e sono stata fortunata che Naruto non mi abbia terminata. Da allora ho viaggiato fra i villaggi ninja acquisendo conoscenze per rianimare l’Akatsuki.”
“E perché mai avrebbe dovuto farlo? Si sa che essi erano una cellula terroristica.” Disse il Raikage incuriosito.
“Avevo bisogno di abbastanza potenza per contrastare il Kurama. Avevo ricevuto l’ordine di portarli in ginocchio.”
“Chi le avrebbe richiesto una tale impresa?” chiese pacatamente Gaara.
“Non so. Mi hanno chiesto di racimolare abbastanza forza bellica per contrastarli. Il problema stava nel fatto che gli unici che avrebbero potuto aiutarmi erano stati già terminati. Avrei dovuto rianimare l’Akatsuki per avere soltanto il minimo della forza necessaria. Naruto da solo al tempo era facilmente paragonabile a  Madara Uchiha e Harashirama Senju i termini di potenza.”
“Interessante, come ci riporta lei la situazione non era esattamente a suo favore. Come ha pensato di compensare una tale differenza di potenza?” chiese l’avvocato della Nebbia.
“Ho dovuto attuare una tattica da guerirla. Dovevo portare il Kurama all’esasperazione con continui attacchi repentini in più posti finché non sarebbero stati più capaci di combattere. Allora avrei portato l’attacco decisivo.” Concluse la ragazza mentre l’aura di Naruto saturava l’aria rendendola irrespirabile.
“E quale era il suo piano. Ci illumini.” L’aura rilasciata dai cinque Kage congiunta faceva a gara con quella del biondo. I danni accumulati in tutti quegli anni si erano ammassati in una lista tanto salata quanto lunga. Ora era il momento di riscattare il debito. Adeguatamente diviso fra il biondo e la rossa.
Ormai non era più un’udienza giudiziaria, era un fatto personale.
“Sfruttando la debolezza di Naruto per la ragazza Hyuuga ho cominciato a stringere la cinghia. Il numero di combattimenti fu incrementato fino al giorno in cui ci fu l’inconveniente morte della signora Hyuuga. Da allora ho aspettato la prima mossa falsa per poterlo incastrare. Mi sembra di esserci riuscita benissimo. Quei fascicoli che ha portato sono tutti i contratti coi suoi datori di lavoro ed i profili dei suoi collaboratori ma questa,” disse tirando fuori una pergamena, “Questi, sono tutti i suoi crimini peggiori. Nulla di quello che ha fatto per redimersi è abbastanza per sopprimere tutti i suoi peccati.”
 
 
Una fragorosa risata ruppe il silenzio che si era creata dopo la deposizione della rossa. Tutti fra il pubblico ed i funzionari si girarono per vedere chi stesse ridendo. In un angolo vi erano Naruto, Sasuke, Nagato e Killer Bee che se la ridevano alla grande. “Spero che voi abbiate una buona scusa per spiegare il vostro comportamento sgradevole. Avete cinque secondi per spiegarvi.” Urlò Tsunade al quartetto che era intento a sbellicarsi dalle risate.
“Scusateci, abbiamo appena letto la pergamena che la mia simpaticissima cuginetta  ha presentato.” Si scusò Nagato cercando si trattenere a stento le lacrime.
“E quindi???” si inserì il Raikage.
“Ci sono delle clausole che molto probabilmente sono state prese in considerazione, e come se non bastasse il mandate ha fatto di tutto per nascondere la propria identità però ha compiuto un banalissimo errore che lo ha tradito.” Rispose Naruto anch’egli faticando  nel contenersi.
“E quindi?” disse l’Hokage picchiettano il dito sul banco.
I quattro si guardarono negli occhi prima di avvicinarsi al banco dei cinque giudici.
“Vi consiglierei di allontanare tutta la gente indiscreta. Potrebbe diventare leggermente imbarazzante per tutte le nazioni qui rappresentate.” Suggerì Sasuke prima di mostrare un piccolo marchio ricorrente in più punti della pergamena.
“Tutti coloro che non fanno parte dei membri fondatori del Kurama, della prosecuzione e la difesa sono pregati di lasciare l’aula seduta stante!” Dichiarò autoritaria l’Hokage.
 
“Voi state dicendo che lui è la causa di tutto questo disordine? Ma com’è possibile? Non è possibile, sarebbe concepibile. Se questo viene condiviso col pubblico ci sarebbe uno scandalo immaginabile.” Constatarono il Kazekage, Mizukage ed il Raikage allo stesso tempo.
“Concordo ma non possiamo opporci all’evidenza dei fatti. Se vogliamo evitare ulteriori problemi dobbiamo trovare una soluzione che aggradi tutti per poi eclissare questo imbarazzantissimo episodio.” Sostenette il Tsuikikage picchiettando il dito sul banco tentando di reprimere la propria frustrazione e l’imbarazzo arrecatogli da tale documento.
“Naruto, idee?” chiesero nello stesso istante le sette donne rivolgendosi ad un biondo intento a chiarirsi col proprio avvocato su un argomento apparentemente più importante del caso.
Immediatamente il biondi si girò per vedere che tutti gli occhi dei presenti erano incollati su di lui e Hinata. “Umm… nella mia opinione la cosa migliore sarebbe la seguente. Dischiariamo l’udienza terminata con verdetto di innocenza da crimini di guerra e colpevolezza per crimini minori cosicché nessuno possa insospettirsi. Io pago la metà del conto e l’altra verrà mandata al “lui” in cambio di un’insabbiatura di tutta questa faccenda. Io, il Kurama e Yuriho verremo lasciati liberi in cambio della nostra segretezza.” Disse con un sorriso volpino in viso.
 I cinque Kage sbuffarono scontenti, la proposta del biondo non era esattamente in loro favore ma era la scappatoia migliore per uscire da quella situazione, “E sia. Segretezza totale,  questo caso da adesso è segreto di stato.” Dischiarò A estremamente disturbato dal fatto d’esser stato manovrato come una marionetta sino a quel momento.
 
 
 
Quella sera Naruto, Hinata, Yuriho, i Kage ed il Kurama si riunirono al miglior ristorante di Konoha. Il vino e la birra fluivano a fiumi e le pietanze sembravano non finire mai mentre le chiassose risate di tutti allietavano l’ambiente. Attorno al loro grande tavolo vi erano persone da tutti gli angoli delle nazioni ninja ed anche stranieri da terre ancora sconosciute a tutti tranne che per Naruto.
Naruto uscì qualche minuto dopo per sedersi sotto il cielo stellato, la luna risplendeva come se fosse una perla d’ossidiana nel mare di seta blu notte trapunta si diamanti scintillanti. Finalmente un momento di pace in tutti quei anni passati a combattere ed a mentire. L’aria salmastra gli ricordava di sua madre, la sensazione di tenerle i lunghi capelli rossi fra le mani mentre lei lo cullava fra le sue tenere braccia. Se solo sua madre fosse ancora viva, aveva ancora moltissime domande da farle.
“Hey bello, non mi hai ancora dato nulla in cambio,” una voce femminile lo prese di sorpresa mentre delle sensuali braccia si stringevano intorno al suo collo. Mei si sedette sulle sue gambe sempre con le braccia intorno al collo del biondo. “Mi mancano i giorni in cui eravamo amanti. Sei l’unico uomo che sia mai riuscito a farmi stare così bene. Ma adesso non ci posso fare nulla, io sono un Kage e tu sei Naruto Uzumaki, il nuovo dio degli shinobi. Vorrei che una notte come questa non finisse mai. Tutte queste risate, l’amicizia, l’intimità mischiati ad un po’ di  malizia. Vorrei che fosse sempre così.” Sospirò mentre appoggiava la testa sulle spalle di Naruto. “Beh, io ho fatto tutto quello che era in mio potere per far si che il tuo desiderio si avverasse. Ora non c’è più bisogno di combattere e né di conoscere la guerra e la sofferenza.” Le disse mentre le accarezzava il viso baciandole la fronte. “Mi ero promessa di non innamorarmi di nessun uomo ma tu, tu sei la ragione per cui io mi sento così viva.” Gli disse mentre piccole lacrime rigavano il suo bellissimo viso. “Non piangere. Io sarò sempre qua per te.” Le disse.
Mei si rialzò piano, era bellissima nel suo vestito bianco a fantasia di spirali rosse, “Sono felice di averti conosciuto. Fai un salto ogni tanto al villaggio della Nebbia, Yagura chiede sempre di te. E poi non sfiancarlo troppo.” Disse toccandogli il membro con un sorrisetto divertito. Naruto le rispose con una bella pacca su sedere che produsse l’effetto sperato siccome la donna se ne andò rossa come un pomodoro in viso ma sempre irradiando uno splendente sorriso.
 
“Hey Naruto, adesso che tutto questo macello è stato sistemato non credo che la presenza del Kurama sia ancora necessaria, non credi.” Chiese Nagato mentre lui e Sasuke si sedevano di fianco a lui con le rispettive donne. “Non lo so, non posso garantire che la pace sarà mantenuta per sempre. Come dicevi tu, finché c’è pace ci sarà sempre sofferenza. Io starò sempre pronto per il prossimo combattimento, e poi negli ultimi tempi non siamo stati molto attivi. Siam o riusciti a vivere le nostre vite pur sempre rimanendo parte del gruppo. Io propongo di rendere il nostro status dormiente nel caso dovessimo richiamare tutti in futuro.” Disse Naruto senza staccare gli occhi dalla luna. “ Sei tu il capo, la tua parola è legge. A proposito ti cerca Tsunade. Sembra che voglia dirti qualcosa d’importante.” Disse Sasuke mentre il quartetto rientrava nel ristorante. “Me la mandi? Te ne sarei grato.” Rispose Naruto salutando l’amico mentre nel medesimo istante l’Hokage usciva dal ristorante. “Va bene noi vi lasciamo piccioncini.” Lo punzecchiò l’Uchiha mentre Tsunade si avvicinava all’immobile biondo.
 
“Certe cose non cambiano a quanto sembra.” Disse la donna sedendosi mentre Naruto le metteva sulle spalle la propria giacca da Hokage. “Quando eri ancora piccolo il Sarutobi mi aveva chiesto di crescerti. Ogni sera scappavi di casa ed andavi sul monte Hokage ad ammirare la luna. Ora hai venticinque anni ma il vizio non ti è passato.” Disse mentre appoggiava la testa sulla spalla del ragazzo tenendogli il braccio in mezzo ai suoi massicci seni. “Te ne sono grato. Mi hai cresciuto benissimo sebbene la volpe Kurama non ti abbia mai accettato fina a qualche anno fa.  So di esserti stato di peso e di averti provocato non pochi problemi ma alla fine sono felice che tu mi sia sempre stato vicino. Se solo Jiraia fosse ancora qui, chissà in che casino si è cacciato nelle sue ultime  avventure. Mi manca la sua presenza, è da più di quattro anni che non lo vedo.” Disse sospirando. Ormai si avvicinava l’inverno, l’afoso autunno stava lasciando il posto per l’arrivo della neve. Tutto sembrava muoversi così lentamente incurante dei problemi della gente. “Ti dispiace se mi tengo la giacca ancora per un po’? Te la riporto fra qualche minuto.” Disse la donne mentre si alzava in piedi. Naruto non ci credeva che quella donna avesse quasi il doppio dei suoi anni ma ne dimostrasse poco più di trenta, era bellissima quanto potente. “Fai pure, io resto ancora un po’ qua. Un giorno o l’altro però mi dirai spiegare come funzione quel jutsu che ti tiene così giovane, potrei anche riuscire a renderlo permanente.” Disse mentre lei faceva per andarsene, “Non ce ne sarà il bisogno, ogni tanto invecchiare serve per ricordarsi di vivere le proprie vite fino in fondo. Tu non ai fatto altro che vivere la vita d’altri per venticinque anni, comincia da adesso ad essere libero.” Gli disse baciandogli la fronte prima di andarsene.
 
Nella mente di Naruto
“Quindi? Fine dei giochi? Fine di tutto? Mi sembrava che non riuscivi a stare lontano dai guai per più di qualche giorno.” Disse la volpe trasformatasi nella sua forma umana. Era un uomo alto bianco sui quarantasette anni vestito con un vestito nero abisso ed una cravatta rossa, i capelli arancio svolazzavano nel vento mentre i suoi occhi impassibili si riparavano dietro a deli occhiali da aviatore a lenti gialle. Dal fianco penzolava la sua katana mentre sotto le ascelle si intravedevano le fondine delle desert eagle. “Si, per il momento lascio che il mondo si faccia gli affaracci suoi senza che io debba aggiustarne il percorso.” Disse Naruto mentre montava un AK-14. “Ne è passato di tempo dall’ultima volta che ti sei trasformato nella tua forma umana; non smetti mai di copiare il mio stile, vero? Non è che vuoi sfidarmi per l’ennesima volta a colpire il bersaglio?” disse il ragazzo caricando un colpo in canna. “Le nazioni ninja non conosceranno mai la bellezza delle armi da fuoco se rimarranno sempre in questo stato feudale. Potrei dargli una spinta ma non ne ho alcun interesse.” Disse mentre la volpe tirava fuori le pistole. “Un round. Dobbiamo vedere una volta per tutte chi è il più bravo. Siamo a quarantanove pari, vediamo chi arriva a punteggio pieno.” Disse scaricando i caricatori su un bersaglio a 200m di distanza. “Si come tutte le volte che prendevi possesso del mio corpo solo perché ti volevi divertire nelle sparatorie.” Disse il ragazzo scaricando il caricatore del mitra sulla sagome a forma di cervo. “E per la cronaca siamo cinquanta a quarantanove. Io ho colpito ventinove volte su trenta, tu ne hai fatto ventisette.” Disse puntando le due sagome crivellati di colpi. “Maledizione, va bene ammetto la sconfitta. Comunque si sta avvicinando tua cugina.” Disse la volpe contrariata prima di rispedire la Naruto nel mondo reale.
 
“Hey Yuriho, che c’è?” Disse il ragazzo senza voltarsi. La cugina si avvicinò cauta, aveva paura di quello che avrebbe potuto fare il cugino. Appena gli fu di fianco si butto fra le sue braccia piangendo, “Scusa, scusa, scusa. Ti chiedo perdono per tutto quello che ho fatto in questi anni. Sono stata meschina ed ho disonorato il nome degli Uzumaki per una stupidaggine. Non merito di stare di fianco a te che sei il diamante della nostra famiglia. Vorrei fare qualcosa per farmi perdonare ma…” singhiozzò la ragazza prima che Naruto le mettesse un dito sulle labbra. Il ragazzo l’alzò cautamente mettendola a sedersi di fianco a lui mentre le asciugava le lacrime. “Tranquilla va tutto bene. Non sono arrabbiato con te, difatti non lo sono mai stato.  In quanto a farti perdonare semmai puoi farmi un favore,” disse baciandole le guance madide di lacrime. La rossa gli ricordava moltissimo della madre e per questo l’adorava ancora di più, non avrebbe mai permesso che qualcuno le facesse del male ora che era con lui. “Mi dai il l’anello col diamante che hai sottratto agli Hyuuga? L’ho scorto quando ho attaccato la tua base e mi sono subito accorto che era quello che apparteneva alla madre di Hinata.” “Va bene, tutto per te. Ho fatto moltissimo per farti del male, adesso ho la possibilità di rimediare.” Disse baciandolo di scatto. Le loro labbra si toccarono con un impeto tale da far cadere Naruto sulla schiena. Il tutto non durò più di un minuto prima che Naruto l’alzasse di peso per poi poggiarla sull’erba. “Ok, questo era inaspettato… meglio se, meglio se ci fermiamo qua per il momento. Non è consigliabile agire così. Oh, ma chi se ne importa, non ho mai seguito le regole.” Disse Naruto prendendo la cugina in braccio per poi lasciarle in passionevole bacio sulle labbra, “Questo è un nuovo inizio ma io non posso essere tuo.” Disse il ragazzo. “Se non ti posso avere lascia almeno che io resti vicino a te!” rispose la cugina una volta che i suoi piedi tornarono a toccare il terreno. “Va bene. Però ho bisogno che tu mi faccia da testimone con Nagato, saresti capace di adempire ad un tale compito?” “Si certamente, vostra cugina dopo tutto.” Disse la ragazza rossa in viso mentre richiamava attraverso un sigillo su una pergamena l’anello.
 
“Scusate tutti. Vorrei la vostra attenzione.” Una voce possente si sollevò comprendo le fragorose risate che stavano animando il locale. Tutti si girarono per vedere Naruto sul palco del Karaoke, “Hokage Tsunade Senju, sarebbe pregata di restituirmi la giacca.” Disse mentre la donna si toglieva a malavoglia la giacca del ragazzo. “Nagato, Yuriho, Hinata venite quassù per piacere. Avrei una dichiarazione da fare.” Esclamò mentre i tre salivano le scale per il palco evidentemente incuriositi quanto imbarazzati. Una volte che i tre ragazzi furono dinnanzi a lui Naruto tirò fuori una scatola ricoperta di seta rossa. “Yuriho, Nagato, sareste voi disposti a farmi da testimoni?” disse senza perdere tempo, “Si non vedo perché non dovremmo, in fondo siamo i più vicini a te.” Disse Nagato intanto che entrambi si inchinavano rispettosi al ragazzo. Hinata era imbarazzatissima, era vestita con un vestito cinese bianco che lasciava un ottimo scollo sul suo seno mentre lo spacco sulla gamba destra quasi scopriva il suo intimo. Rossa come il sole si era ritrovata con gli occhi di più di duecento persone che l’ammiravano mentre il ragazzo davanti a lei si inginocchiava aprendo la scatola. Il contenuto risplendette con una luce innaturale tale da accecare tutti i presenti per qualche secondo. Appena tutti riacquistarono la vista videro che nella scatola vi era un anello d’oro col diamante più grande che avessero mai visto, era talmente grande che superava facilmente le dimensioni di una fragola.
“Vuoi tu, Hinata Hyuuga, sposare me, Naruto Uzumaki?” disse mentre le metteva l’anello all’indice della mano destra. La ragazza rimase a bocca aperta da un tale capovolgimento degli eventi che rimase senza parole per qualche minuto prima di buttarsi addosso al ragazzo ricoprendolo di baci, ormai tutto si era sistemato e le nozze non avrebbero tardato ad arrivare.
 
 
“Sei veramente sicura di questo?”
“Perché non dovrei? Abbiamo lavorato così tanto per arrivare fino a questo punto.”
“Beh noi due siamo pronti a seguirti ma non farti prendere un accidente proprio adesso, mancano pochi minuto al punto di non ritorno.”
“Sono positiva. Facciamolo.”
 
Due massicce porte d’ebano vennero aperte mentre fuori cadevano petali di rose bianche lasciati cadere da colombe in cielo.
In fondo vi era un uomo vestito in un smoking nero con di fianco un uomo rosso di capelli e dall’altra parte una donna dai capelli rossi come il vestito che portava.
La ragazza uscì a passo sicuro, era bellissima col vestito da sposa.
Era il giorno più bello della sua vita.
Non ci credeva che aveva solo 22 anni ed era incinta di due bambini, non ci credeva che fino a sei mesi prima era stata invischiata in un bramma politico. Non ci credeva che stava per sposare l’uomo più invidiato del mondo nonché shinobi più potente ma esistito.
Le mancavano tre passi, tre respiri, tre parole e tutto sarebbe diventato realtà; avrebbe sposato il settimo Hokage.




Spero che vi sia piaciuto. E' la prima volta hce scrivo di un caso giudiziario T_T. spero di avervi divertito e che siate felici del viaggio che avete fatto. Ultima fermata. Ecco a voi la fine un una storia. Best Regards, Adios companeros, до свидания. Ciao a tutti, un bacio, Naruhinaxxx ^_^
  
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