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Autore: Hanneki_Shark    25/01/2015    1 recensioni
Berlino, 2198: Dopo la terza grande guerra il mondo è entrato in una nuova crisi, più pesante e catastrofica delle altre. In un mondo dove i ricchi governano incontrastati e i poveri muoiono di stenti, un gruppo di ragazzi delinquenti, chiamati ''La Contrada del Lupo'', faranno partire una serie di attentati terroristici nella speranza di cambiare le cose.
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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The District of the Wolf

“Welcome to the old Berlin!” Recitava un vecchio cartello mezzo distrutto, attaccato a una parete di un vecchio palazzo abbandonato. “Benvenuto nella vecchia Berlino!”. Ogni due o tre metri se ne trovava uno simile, con la stessa scritta, ripetuta come una filastrocca. Come se qualcuno trovasse confortevole vivere in una vecchia città piena di palazzi distrutti e abbandonati. Nessuno sano di mente sarebbe andato in quel covo di ladri e assassini, dove nemmeno la polizia internazionale osava avvicinarsi. Una ragazzina dai capelli color miele passeggiava tranquillamente per strada, scalciando dei vetri rotti e respirando l'aria rarefatta piena di smog e odori nauseanti. -Benvenuti nella merda!- diceva lei, ridacchiando allegramente e trotterellando per le strade apparentemente deserte. Ogni tanto voltava lo sguardo per vedere le persone nascoste tra l'immondizia e le macerie, trovandosi a sogghignare malignamente alla vista dei loro occhi colmi di terrore nei suoi confronti. Tra tutti i criminali presenti in quella vecchia città lei era la più temuta, quella che teneva le redini delle vite di tutti gli altri esseri umani. Era conosciuta come “Il Lupo Assassino”, e questo nome di certo non glielo avevano assegnato per divertimento. Era diventata famosa per aver ucciso i precedenti capi della Vecchia Berlino a sangue freddo, sparandogli in mezzo agli occhi. Era anche famosa perchè sapeva tutto di tutti per poi essere una completa sconosciuta agli occhi degli altri. In pochi, infatti, sapevano qualcosa sul suo passato o su di lei in generale. Forse solo una persona lo sapeva. Una singola, piccola, odiosa persona. Ma era sicura che prima o poi avrebbe ucciso anche lui, non aveva bisogno di amici. O almeno così credeva. Passava le sue giornate ad osservare la gente e a studiarne le abitudini, non aveva mai pensato di provare a fare amicizia con loro, tanto sapeva che l'avrebbero tradita da lì a poco. La sua fiducia negli esseri umani era inesistente, proprio come la sua compassione. Non era buona, anzi, era tra le persone più maligne dell'intero mondo. Ma non le dispiaceva esserlo, tanto anche all'inferno si sarebbe divertita a tormentare le anime. Era la sua missione, il suo scopo nella vita. Era la ragione per cui era ancora in piedi con un insano ghigno dipinto sulle labbra. Non le piacevano le persone, per questo le ammazzava tutte, una dopo l'altra cadevano a terra in una pozza di sangue. E lei godeva ogni singola volta che vedeva quella scena. Era pazza, cattiva, ma incredibilmente intelligente.

* * *

-Hanne!- Nessuna risposta, il silenzio più totale. -Hanne! Rispondimi quando ti chiamo!- Di nuovo nulla, gli occhi della ragazza erano incollati allo schermo di un computer, intenta a giocare a uno dei suoi videogiochi preferiti. -Hanne Abel Heinrich!- Al terzo richiamo, dove la voce del ragazzo si era fatta stranamente autoritaria, finalmente si girò verso quella piccola e odiosa persona che la stava chiamando, mormorando con un “Cazzo vuoi?” e tornando poi a giocare tranquillamente. -Come sarebbe a dire “Cazzo voglio?”?! Ti ricordo che qualche settimana fa ti avevo chiesto di procurarmi delle informazioni! Allora, ce le hai, nanerottola?- Hanne non staccò gli occhi dallo schermo, indicando semplicemente una pila di scartoffie su un tavolo. Tornando poi a con le mani sul joystick, intenta come non mai di vincere la partita. Hans ormai si era abituato al carattere freddo della ragazza, e quindi non ci faceva nemmeno più caso. Ma a volte gli dava sui nervi vedere tanta intelligenza sprecata. Avrebbe potuto fare qualcosa di meglio nella vita, e magari trovarsi un lavoro onesto. Sospirò, dirigendosi verso il tavolo e iniziando a frugare tra le scartoffie in cerca di quella che gli serviva. Persino quella stanza piena di monitor e carte era più ordinata di quanto si aspettasse il ragazzo. -Hai ancora intenzione di stare in questa città puzzolente?- chiese all'improvviso, avvicinandosi a lei. Non si poteva certo nascondere che, sotto i vari nomignoli stronzi e quant'altro, quel ragazzo provasse interesse per lei. Infondo non era brutta, ma i suoi comportamenti maschili e la sua indole omicida la faceva apparire disgustosa al resto delle persone. -Forse...ho ancora parecchie cose da fare.- -E quali?- La ragazzina alzò le spalle, spegnendo definitivamente il gioco per concentrarsi meglio sul ragazzo, ora fin troppo vicino a lei. Non era una persona che apprezzava il contatto fisico, preferiva tenere una certa distanza dalle persone. -Ci sono ancora molte persone che dovrei uccidere, non me la sento di risparmiare qualcuno anche oggi.- per un attimo gli occhi di Hanne si fecero cupi, mentre sul suo viso si dipinse di nuovo uno dei suoi soliti ghigni -Potrei iniziare ammazzando te. Tanto anche tu, come me, sei una feccia. Potrei tranquillamente ucciderti, tanto chi piangerebbe mai su una tomba di un cane bastardo?- Il ragazzo moro sorrise, un sorriso troppo calmo e pacifico. Afferrò per il colletto della felpa la ragazza e la spinse a terra con violenza. Con movimenti fulminei si mise sopra di lei, bloccandole i polsi sopra la testa. In quanto a forza fisica non poteva batterlo, essendo di costituzione debole. Il moro continuava a sorridere, stringendo con una mano i polsi mentre con l'altra le accarezzava il collo. -Oh Hanne, Hanne...- la sua mano si fermò, afferrandole saldamente il sottile collo e stringendo leggermente la presa -Non credere di potermi sottovalutare. Un cane randagio come te dovrebbe rimanere al suo posto, vero?- i suoi occhi verdi erano fissi su quelli celesti della ragazza, uno sguardo da pazzo, ma c'era qualcosa di nuovo... Aveva qualcosa in mente, Hanne lo riusciva a percepire dal suo sguardo. -Che hai in mente? Ti conosco troppo bene, non puoi nascondermi qualcosa.- il suo tono era calmo, e i suoi occhi limpidi e sicuri, nonostante la presa che le stava togliendo il fiato. Non aveva paura, nemmeno di quel sorriso strafottente. Un altro ghigno, ma stavolta da parte del ragazzo. -E se ti offrissi un lavoro divertente?-

   
 
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