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Autore: Gobbigliaverde    25/01/2015    0 recensioni
- Possibile che ho passato tre anni della mia vita a cercare di credere alla magia, e ora tutti mi dicono l'inverso? -
C'è chi perde la persona che ama, chi perde la strada, chi la famiglia, e chi la memoria. In questo mondo c'è di tutto. Ma siamo qui tutti assieme, su questo pianeta, per aiutarci a vicenda a ritrovare quel pezzettino di noi che abbiamo perso. In questa vita l'unica regola è rompere le regole... e queste regole sono dettate dalla magia.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SOLO IN UN INCUBO

 

 

— Complimenti Swan. Non pensavo ci saresti arrivata così in fretta — sbotta la voce di Sandman, mentre il cielo inizia a riempirsi di nuvoloni neri e l’aria di terrore puro. — Ma non puoi sapere tutto, o almeno, non subito.
    Uncino lo squadra per alcuni istanti, sembra perplesso. — Sinceramente, lo immaginavo più… alto — asserisce con un mezzo sorriso di sfida.
    — Sono davvero io, sì. L'uomo dei sogni. Capitan Uncino, o dovrei dire dottor Jones? Bella la tua mano... Non era uno dei tuoi sogni nel cassetto assieme ad una fruttuosa carriera che potesse far innamorare la bella principessa? — ridacchia il ragazzino.
    — Nessuno aveva bisogno di te, la principessa era cotta di me dal principio! — ruggisce spavaldo Uncino. Tutti sanno che in parte Sandman ha ragione. Fulmino Killian con uno sguardo per la sua ultima affermazione, e lui sussurra qualcosa a fior di labbra, che prendo come delle scuse.
    — E tu David? Il principe azzurro che cerca la sua Biancaneve dappertutto. Io ti troverò sempre! Bleah, ogni tanto mi chiedo se tu sia davvero l’uomo forte di cui si racconta. E, tanto per la cronaca, chi ti dice che lei voglia essere trovata? — sibila l’Omino dei Sogni con un ghigno stampato sul volto. David sta per ribattere qualcosa, ma Sandman sembra essere nuovamente interessato a discutere con me.
    Prima che lui possa dire qualcosa, lo interrompo. C’è una domanda che mi assilla. — Perché rinchiuderci in un sogno quando potevi giocare con la tua stupida sabbiolina e i bambini della foresta incantata? sibilo io, mettendo fine alla risata divertita del ragazzino.
    Mi guarda per alcuni istanti con il volto serio, come se avessi interrotto il filo di pensieri ben più importanti, poi ricomincia a sorridere, gli occhi non nascondono affatto la sua spavalderia, eppure poco tempo fa sembrava solo un ragazzino indifeso.
    — Tutto a tempo debito, Emma Swan. Tendi sempre ad avere troppa fretta — mi ammonisce. Mi mordo l’interno della guancia e incrocio le braccia al petto. — Intanto parliamo di te, Emma Swan — continua lui. — La salvatrice che di fatto non è riuscita a salvare proprio nulla. Tu se non sbaglio volevi una famiglia, io ho fatto il possibile... Un marito, due figli... Peccato che tu sia riuscita a perdere Neal e persino uno dei marmocchi. Probabilmente doveva rimanere solo un sogno — ringhia.
    Ora sta diventando proprio irritante. — Sandy, se non sbaglio i regali li porta Babbo  Natale, non tu — rispondo.
    — Oh. Hai scordato che questo mondo l'ho creato io. È il mio sogno, e voi siete stupide pedine. Io sono l'unica leggenda esistente. E ora, se non ti dispiace, c'è una donna, laggiù, il cui unico scopo nella vita sembra sia distruggere la tua felicità... Devo avverare anche i sogni di Regina, non solo i tuoi, non essere egoista! — mi canzona. Le sue parole mi fanno capire quanto sia davvero assurda e pericolosa questa storia. Diamine, se non lo fermo ora sarà tutto perduto.
    Corro verso la macchina inseguendolo mentre se ne va con la sua polvere d'orata. Forse è davvero troppo tardi, forse ha ragione lui. Forse io non salverò mai nessuno.
    — Emma, calmati — esordisce Uncino afferrandomi il polso.
    La nuvoletta di sabbia si blocca sopra la sua testa, e Sandman sorride sprezzante. — Killian, Killian… Dovresti iniziare a pensare a te, e smetterla di torturare Emma… Non sei tra i suoi sogni, lo vuoi capire o no? Per colpa di questa tua testardaggine stai sacrificando tutti i tuoi desideri che si sono già avverati… Guarda un po’… Io ti ho restituito una sorella e il ringraziamento che mi dai è questo… Per fortuna che poco fa me la sono ripresa — dice con aria spensierata.
    — Uomo di sabbia, o come diavolo ti chiami, giuro che ti farò pagare tutti questi giochetti — sibila Uncino in preda alla rabbia.
    Rabbia. È l’unica emozione che si può provare di fronte ad uno spettacolo tanto desolante. Le nostre vite sono in mano ad un essere tanto malvagio quanto assetato di potere, e ogni cosa che tentiamo di fare è inutile, perché lui sembra essere il padrone della realtà.
Il rumore della sgommata di un’auto mi fa risvegliare da quel fiume di pensieri che invadono la mia mente. Mi volto, e la prima cosa che vedo è una figura minuta che corre verso di me.
    — Arrivano i rinforzi! — esclama Henry con voce squillante, poi sussurra tra se esultante, vedendo Sandman: — Lo sapevo che era vero.
    — Hey ragazzino, è vero, ma anche pericoloso, quindi non avvicinarti troppo — dico io, dando un buffetto sulla spalla a mio figlio. Mi volto verso la macchina. — Chi ti ha portato fin qui? Sei piccolo per guidare.
    Lui mi sorride. — Te l’ho detto, i rinforzi! — replica con tono spensierato. Vedo Regina scendere dall’auto e correre verso di noi con aria preoccupata.
    — Swan… Pare che tu abbia un problema — constata indicando la sabbia dorata.
    — Fidati, se fosse solo mio il problema, sarebbe meraviglioso — la correggo io. — Ma tu come…
    — Henry — mi anticipa lei, che sembra aver già capito la domanda. — E il suo libro chiaramente. Quando ve ne siete andati lo abbiamo sfogliato tutto, dall’inizio alla fine, e i ricordi sono riaffiorati lentamente.
    — E l’ultima cosa che ricordi? — azzardo io.
    — Robin — risponde secca senza guardarmi in faccia. — Ma non scusarti, tanto è una perdita di tempo. Troviamo il modo di distruggere questa cosa.
    Mi mordo le labbra. Probabilmente avrei fatto meglio a non chiedere, ma ormai il danno è stato fatto.

— Oh, ma guarda. Regina è venuta direttamente tra le mie braccia — ghigna Sandman. — E si ricorda il passato, anche meglio, così sarà più divertente toglierle tutti i ricordi per la seconda volta, e farle perdere tutto di nuovo.
    — Mi sembra una mossa azzardata, considerando chi sono io — sbotta lei, ribollente dalla rabbia.
    — Se non erro, tu sei… sei una casalinga che in questo mondo non possiede alcune doti magiche. — Sandman ride di gusto all’espressione nervosa di Regina, ma ha ragione. Ha completamente ragione.
    Devo pensare a qualcosa, e velocemente anche. Mi volto, vedo David probabilmente anche lui intento a pensare a qualcosa. Ma lui non conosce tutte le cose che ho scoperto io. Devo solo mettere assieme i tasselli. Numero uno. Se Gold voleva aiutare Sandman, non mi avrebbe lasciato tutti gli indizi, e non mi avrebbe guidato fino a qui, Quindi escludo lui dai sospettati. Numero due. La cerchia di persone che ricordano si allarga. Ci siamo io, Regina, Uncino, Angelea, Gemma e David. Tutti sappiamo qualcosa grazie agli indizi di Tremotino. No, non proprio tutti. Tutti tranne Angelea, che a quanto pare non sa nulla di quello che è accaduto nella foresta incantata perché ha sempre vissuto qua, e David. Ci sono due opzioni. O David è l’ideatore di tutto, ma la escluderei a prescindere, non si sarebbe mai separato in quel modo da Mary Margaret, oppure…
    Sandman sta ancora discutendo con Regina, ma ormai io ho scoperto il suo gioco. — David. Il tuo obiettivo era David. Non Gemma, non Killian, e tantomeno io. Volevi David. — Sembra che le mie parole abbiano attirato la sua attenzione, perché volto diventa subito serio e perplesso.
    Non dice nulla, così mi prendo il permesso di andare avanti. — Tu volevi che David ricordasse tutto, e che tutti gli altri vivessero altre vite. Solo che qualcosa è andato storto, non avevi tenuto conto del fatto che sono la salvatrice, vero? Per questo hai detto quelle cose su di me. Non ti andava giù il fatto che la salvatrice trova sempre il modo di sventare i piani dei “cattivi”. E proprio per questo mi sono risvegliata da un misterioso “coma”. Volevi farmi credere di essere pazza, ma io ho trovato la boccetta, che ha rigor di logica ha messo il signor Gold nella mia giacca. Scommetto che non avevi calcolato nemmeno questo. Un “Tremotino fantasma” non era nei tuoi piani. Ora dimmi perché volevi che David ricordasse tutto. — È una grossa improvvisata, mi resta solo da sperare che la mia mente funzioni davvero bene come credo, dovrei averlo messo con le spalle al muro.
    — Vendetta — dice lui. Con un ghigno aspro stampato sul volto disegna in aria una mela di polvere dorata.
    Ora comprendo tutto. — L’incantesimo del sonno — sussurro a me stessa. — Tu hai consigliato a Regina l’incantesimo del sonno perché avevi intenzione di diffonderlo in modo tale da governare la foresta incantata attraverso i sogni… Era un piano perfetto, ma David… David ha trovato la soluzione. — Anche se la vendetta di Sandman è spregevole, devo ammettere che è azzeccata.
    — Brava, davvero brava. Ma adesso che sei arrivata alla conclusione, mi sembra che voi siate ancora rinchiusi in questo incubo. Fortunatamente io ho la soluzione. Ma sarà vostra ad una condizione, e che lo accettiate o no, accadrà comunque. Io sarò il vero sovrano della Foresta Incantata. — Dette quelle parole, mi lancia una boccetta di vetro, contenente un liquido argenteo. — Bevila e i tuoi sogni si avvereranno.
    La rigiro tra le mani, diffidente. Ho sempre pensato che dei nemici non si può aver fiducia, e adesso è la mia unica scelta.
    Sto ancora pensando al da farsi che Killian afferra la boccetta e la avvicina alle labbra. — Non la bevo tutta, faccio solo un tentativo. Se funziona ci riporti a casa, se non funziona probabilmente morirò, o peggio sarò sotto il suo controllo, ma tu troverai un’altro modo per salvare il mondo. — beve un sorso senza aspettare la mia decisione.
    Il cuore mi sta per saltare fuori dal petto. Trattengo il fiato. Ho già perso Neal, e non credo di essere pronta a perdere anche lui. Passano alcuni secondi infiniti, dopo di che una figura che brandisce uno scudo rotondo si materializza di fronte a noi.
    Rivolgo a Uncino uno sguardo a metà tra l’imbarazzato e l’infastidito. — Captain America? Davvero!? Quand’è che capirai che non è tutto un gioco? — chiedo nervosa, ma il suo sguardo sembra alquanto divertito.
    — Beh, questa era una prova per valutare l’efficacia di quella pozione, così ho pensato a una delle cose che mi sarebbe piaciuto incontrare — risponde come se fosse la cosa più naturale del mondo. Poi, si gira verso l’uomo che aveva creato col suo pensiero, e gli fa cenno di attaccare Sandman. Sarebbe potuta essere un’idea interessante, se solo l’omino dei sogni non l’avesse fatto esplodere in tanti coriandoli dorati.
    — I sogni non possono scalfirmi nemmeno un poco, avrei dovuto dirvelo — ridacchia lui.
    — Probabilmente sì, avresti dovuto — risponde seccato Killian, scontento del fallimento del suo piano.
    Io ne ho pensato uno che ha più possibilità di funzionare. Prendo la boccetta e bevo quello che rimane in un solo sorso. Penso alle battaglie nella foresta incantata, ai principi, agli eroi delle fiabe che trapassano i cattivi a fil di spada. Una Spada. Di fronte a me si materializza una spada affilata e lucida, che pare l’arma più letale del mondo.
    — Mi sembrava che anche tu avessi capito. Ora hai sprecato il tuo unico biglietto di ritorno per la Foresta Incantata. Siete intrappolati per sempre nel mio sogno, con una spada che non può farmi alcun male — ringhia Sandman con un sorriso sprezzante.
    — A te non farà nulla, ma a me sì — grido. Se questo è davvero un sogno, ho trovato il modo di svegliarmi. Di svegliarci tutti.
    Afferro l’elsa della spada e con un sospiro la affondo nel mio ventre. Il dolore mi acceca. Qualcuno è accorso a sorreggermi, ma io devo pensare. Pensare a cosa? L’unica cosa che ho nella testa ora è il dolore provocato da questa ferita, e nient’altro. Sento alcune voci confuse ma non riesco ad aprire gli occhi per capire chi è che mi sta parlando… Distinguo una sola frase sola con precisione. Sembra quasi che la voce sia nella mia testa.
    — Pensa ad un momento bellissimo che tieni custodito gelosamente nel tuo cuore. — Poi percepisco il sapore salato delle lacrime e le labbra morbide di Killian Jones sulle mie. Infine, l’oblio.

  
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