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Autore: bagnodonda    25/01/2015    0 recensioni
Ci sono loro, e c’è il cielo. Nient’ altro compare all’orizzonte, nemmeno angeli scendono con le loro vesti dorate dall’ultimo pezzo di volta ancora visibile tra le nuvole bianche.
Ci sono loro, e c’è la terra. Ed i fiori fanno a gara a dondolare, e i girasoli si inchinano al sole mentre i soffioni perdono tutti i loro petali, tutti loro stessi, e restano nudi, di fronte a quella spaventosamente insignificante enormità.
Genere: Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Come fai a capire quando arriva la persona giusta?”


Il cielo è una macchia azzurra trascurabile all’orizzonte; nuvole bianche solcano il cielo, riempiendo lo spazio dell’immensa volta celeste tutto in una volta, lasciando un ultimo scampolo di seta blu ai confini dell’orizzonte. Le masse d’acqua sospese nel vuoto sono impassibili agli occhi delle due ragazze, che sono stese per terra, sull’erba, e fissano il vento. Si, fissano, il vento. Osservano le forme indistinte delle nuvole scontrasi per colpa della bufera. Tengono bene ancorate di fronte agli occhi quell’immagine, quel piccolo pezzo di felicità poco prima che ogni nuvola si scontri con la precedente e con la successiva, in un boato che fa tremare l’intera valle.
Ma davanti a loro si estende una campagna verde e fiorente, i fiori sparsi lungo tutta la sua grandezza, viole, margherite, soffioni, denti di leone, spighe di grano selvatico, e cespugli di more e mirtilli, alberi voluminosi ed ingombranti, cortecce nodose come la pelle di una vecchia signora. Il cielo spalanca le sue fauci di fronte a tutta quella splendida ed inesistente vastità di paesaggio. 

Ci sono loro, e c’è il cielo. Nient’ altro compare all’orizzonte, nemmeno angeli scendono con le loro vesti dorate dall’ultimo pezzo di volta ancora visibile tra le nuvole bianche.

Ci sono loro, e c’è la terra. Ed i fiori fanno a gara a dondolare, e i girasoli si inchinano al sole mentre i soffioni perdono tutti i loro petali, tutti
loro stessi, e restano nudi, di fronte a quella spaventosamente insignificante enormità.

“Come lo capisci?”

“Che tu lo capisca o no non è importante.”  La più giovane ha i capelli biondi come il grano e come le vesti degli angeli. Gli occhi azzurri sembrano strappati via dalle nuvole candide. “Se è la persona giusta, immagino lo rimanga anche se tu non capisci che, effettivamente, lo è.”

“Io l’ho capito subito.”  L’altra ragazza è più grande, uno sguardo più grave riflesso nelle iridi. Indossa un cappello rosso subito sopra i capelli castani. Fissa una margherita accanto al suo orecchio. “Che tu eri la persona giusta.”

“Io non l’ho capito, invece, sai.” Replica la prima; i suoi riccioli d’oro sono pieni di fili di erba e violette e margherite e petali di soffione. La sua piccola inerzia è talmente invisibile che potrebbe confondersi con il terreno, con la natura, tanto è bella quanto lo è la valle intorno a lei. Respira, ed è il respiro di ogni singola foglia di ogni singolo ramo di ogni singola pianta presente in quella campagna. Poi sorride. Il suo sorriso è come il vento che tutto porta via. “Io lo sapevo. L’ho sempre saputo. Non ho bisogno di capire una cosa che già so.”
La più grande si gira verso quella che ha appena parlato, e si trova incantata a fissare i suoi occhi blu, ed il suo sorriso, ed i suoi capelli, e quel viso che è un’opera d’arte; cerca le parole, e non le trova, così si limita ad accarezzare con una mano il volto della sua ragazza, con il vento che spazza via tutto e tutti nell’attimo preciso in cui la sua mano si posa sulla guancia della più giovane.

Ci sono loro, e non c’è più niente.

La ragazza dai capelli biondi si rivolge di nuovo al paesaggio, ed è come se non fosse cambiato niente. Negli occhi della più grande c’è una felicità talmente forte da essere dolorosamente malsana, che contagia tutto il corpo, e arriva al cuore e ai muscoli e alle labbra e agli occhi e al cervello, e avvelena il sangue come una malattia dalla quale non si può guarire.

“E’ un paesaggio davvero meraviglioso.” Dice la prima; nei suoi capelli le margherite sembrano perle. “Potrei stare a guardarlo per giorni.” Sospira, ed il suo sorriso è una traccia bollente sugli occhi della giovane accanto a lei.

“E’ vero.” La più grande annuisce, mentre fissa la valle di fronte a sé. Si alza una folata di vento, ed una ciocca di capelli biondi le finisce in pieno viso; si gira, ed il solo apparire della figura gentile della sua fidanzata la fa sorridere. E’ così dolce e armonioso che sarebbe potuta essere scambiata con un fiore, delicato e sbalorditivo. Si trova a fissarla, e viene fissata di rimando. I loro sguardi avrebbero potuto raccontare una vita intera. “E’ vero.” Ripete, mentre i suoi occhi l’accarezzano così piano, quasi temessero di romperla. Come un fiore. “E’ davvero un paesaggio spettacolare.” Ribadisce, quando la bacia.







 




Ce la sto mettendo tutta
 
   
 
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