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Autore: Roccuncolo    25/01/2015    1 recensioni
Un brivido si dirama lungo la mia schiena: non riesco a fare nulla, se non fissarli. Stanno attraversando la strada. - Vengono verso di noi- penso. Cosa sta succedendo? Suona il campanello. Sono solo a casa, quindi decido di non aprire. Mi nascondo sotto le coperte, cercando un motivo per cui quegli uomini sono qui.
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Buio.
 

Sono passate due settimane dalla serata di Capodanno, e le forze militari non si sono più fatte vedere. Oggi si torna a scuola, e rivedrò Autumn. Dal giorno del nostro bacio non ho potuto fare a meno di pensare a lei, ai suoi acchi azzurri, ai suoi morbidi capelli, al suo sorriso radioso, alle sue labbra. Alle sue labbra specialmente, che, dopo averle bramate per molto tempo, per una pura casualità si sono scontrate con le mie. E quel bacio mi ha chiarito tutto. Devo dirglielo, devo rischiare. Sono stato tentato varie volte di scriverglielo, ma voglio affrontare la cosa di persona, faccia a faccia con lei.
Mi sveglio con le palpebre pesanti e le gambe rigide, tanto che mi sembra un'impresa alzarmi dal letto e raggiungere il bagno senza cadute comiche. Mi guardo allo specchio: i capelli sono scompigliati e alcuni mi coprono gli occhi, e la mia faccia appare stanca. Mi bagno il volto con dell'acqua gelata, mentre mi sistemo i capelli con del gel. Prendo i primi vestiti che trovo nell'armadio di mogano in camera mia: una maglia blu ed un felpone grigio, abbinati ad un paio di jeans. Mi infilo le scarpe e percorro il corridoio scricchiolante che porta alla cucina. La colazione è veloce: una tazza di caffé e biscotti. Finito di mangiare, mi metto una giacca nera, prendo zaino, cellulare e mi incammino verso scuola. Le strade sono trafficate, piene di automezzi diretti prevalentemente al centro della città, nell'area scolastica. L'aria fredda mi accarezza il viso, irritandomi il naso e provocandomi dei leggeri brividi. Sento le persone e le auto che passano, ma penso solamente al discorso da fare ad Autumn. Penso e ripenso, ma non trovo mai le parole giuste. Non sono mai stato bravo a parlare, non per altro ho scelto l'indirizzo matematico. 
La mia classe è al piano terra, mentre Autumn, dell'indirizzo artistico, si trova nel piano superiore. Le parlerò durante la pausa, penso tra me e me, mentre mi dirigo verso la mia aula. 
Gli ampi corridoi sono ancora addobbati in maniera natalizia, con ghirlande acrifogli e palline variopinte; davanti alla mia classe incontro Richard, che sta parlando con una biondina della classe accanto alla nostra. E' un'odiosa ragazzina viziata con due anni in meno di noi; porta i capelli raccolti in una coda alta, mentre il volto è talmente pieno di trucco da sembrare una bambola, per non parlare di vestiti: indossa una gonna di pelle bordeaux e delle scarpe basse color zucchero filato. La maglia che indossa è nera, con un'apia scollatura e dei motivi floreali, tra i quali spicca la scritta rosa I'm a princessIo sostituirei l'ultima parola con bitch, ma non mi è possibile. 
- Ehi Josh - dice Richard.
- Ciao Ricky - rispondo io, battendogli il cinque.
Richard mi presenta Jasmine, la biondina, ed un dialogo si avvia tra noi tre. La campanella suona. Richard dà un bacio sulle labbra a Jasmine, ed entriamo in classe. 
- Certo che cambi in fretta - gli dico io, con uno sguardo serio e carico di rimprovero. So che non è mai stato un ragazzo serio, ma pensavo che Sarah l'avesse cambiato. Ed invece è rimasto come prima, ancora un po' immaturo ma onesto, e sempre disponibile ad aiutare gli altri. Lui sta per rispondere, ma viene interrotto dalla brusca entrata della signora Rumble, nonché la nostra "simpaticissima" prof di inglese. Mi siedo vicino a Sarah, e guardo la classe: gli addobbi sono stati levati ed ammassati su una cassa di acciaio. Per il resto, la classe è spoglia ed incolora, fatta eccezione per la lavagna a proiezione che illumina la stanza. Torno a guardare Sarah, che mi abbraccia con un dolce sorriso. Io ricambio, e quando ci stacchiamo la guardo meglio: oggi ha una treccia che le cade dolcemente sulla spalla sinistra. Indossa una maglia viola e dei leggins neri, ed emana un profumo alla menta. Ha un po' di trucco solo sugli occhi chiari, che li rende più brillanti. 
- Sarah, ho bisogno di una mano - le dico, forzando un sorriso.
- FINALMENTE! - esclama lei, richiamando l'attenzione della prof.
- Signorina, vuole svolgere l'esercizio alla lavagna? - le chiede, con un tono di voce che suggerisce un rimprovero, come è classico da lei. Infatti, la signora Rumble è sempre stata la tipica insegnante severa e rompiscatole, con un gergo che sembra uscito da un testo di William Shakespeare: una noia soporifera.
Sarah porta prontamente la mano retta davanti alla tesa, alla maniera dei militari.
- Signorsì signora! - esclama lei, recandosi alla lavagna e completando perfettamente l'esercizio. Io soffoco una risata, guardando il volto irritato dellaa professoressa. Le labbra sottili si schiudono, provocando un suono simile ad un grugnito.
- Bene signorina Smith, può tornare al posto.
Sarah si siede, ed io le batto il cinque. È una ragazza perspicace, e soprattutto brava con le parole, quindi sono sicuro che mi potrà aiutare. Mentre la prof inizia una nuova e noiosa lezione, inizio a dire a Sarah cosa voglio fare. Sa della mia cotta per Autumn dall'anno scorso, quando, durante una gita scolastica, gliel'ho confidato in segreto. Oltre a lei ne è a conoscenza solo Richard. Sposto lo sguardo su di lui, e lo vedo fissarci con uno sguardo vacuo. I miei occhi tornano a scontrarsi con quelli chiari di Sarah.
- Allora Josh - sussurra lei - Finalmente hai deciso di dichiararti! E non trovi le parole, quindi la tua scelta non ha potuto fare a meno di cadere sulla tua geniale amica!
Rido un momento: questa ragazza mi sorprende sempre.
- Senti, pensavo di farle un discorso non troppo lungo, ma che sia anche toccante. Ci ho riflettuto tutta la mattina, ma mi è uscito solo questo "Autumn, è da un po' di tempo che devo dirtelo. Io mi sono innamorato di te. Follemente. Mi sono innamorato dei tuoi occhi, delle tue labbra, del tuo sorriso.  Mi sono innamorato della tua risata dolce, della tua allegria contagiosa, della tua forza d'animo. Sono innamorato di te, e tanto. E non voglio negarlo." - faccio una pausa e la guardo - Che ne dici?
- E' dolcissimo Josh... - risponde sorridendo, con le lacrime agli occhi.
- Che c'è Sarah? 
- Niente. Solo ricordi... - mi dice, con un'espressione desolata.
Io la stringo in una abbraccio, e, inaspettatamente, esplode. Inizia a piangere diseratamente, tirandomi dei pugni sulle spalle. La stringo con più forza e guardo con rabbia Richard. Con la coda dell'occhio noto che la prof ci sta guardando, ma probabilmente, colta alla sprovvista ed impreparata, si gira, fingendo di non averci notato. Bisbiglio delle parole alla mia amica, mentre le accarezzo i capelli.  Parole dolci, parole rassicuranti. È orribile vederla star male, vedere il suo sorriso spento, sentirla piangere. Soprattutto perché la colpa è del mio migliore amico. La campanella della pausa suona, ma io resto con Sarah finché non si stacca da me e si asciuga le lacrime, dicendomi di andare; io le stampo un bacio sulla fronte, ed esco dalla stanza. I miei pensieri sono affuscati, finché non vedo Richard parare con la stupida biondina. Una rabbia innaturale mi aggredisce. Corro verso Richard e lo sbatto contro una parete.
- HAI VISTO COSA CAZZO LE HAI FATTO?!? - sbraito , con una voglia incontrollabile di prenderlo a calci.
- Sai benissimo come sono fatto - risponde li alzando le sopracciglia.
Non riesco a trattenermi, e le nocche della mia mano destra colpiscono una sua tempia. Jasmine ha un'espressione di paura dipinta sul volto, ma la ignoro.
- E tu sai benissimo com'è fatta Sarah - sibilo io, spingendolo via. 
Corro verso le scale: ho pochi minuti per trovarla e dirle tutto, e devo raggiungerla al primo piano. Mi sposto frettolosamente nei corridoi dell'indirizzo artistico, decorati con i disegni degli alunni. Mi faccio largo tra gli studenti, ma non la trovo. Mi metto in punta di piedi e mi giro intorno, e riesco a scorgere un suo compagno di classe, un certo Nathan. Gli tocco una spalla e lui si gira.

- Nathan, sai dove si trova Autumn?
- È scesa qualche minuto fa a cercare te
Impreco, e ricomincio a correre. La campanella suona, ed i corridoi si svuotano. Raggiungo le scale e le scendo. Eccola. Urlo il suo nome. Lei si gira, ed i nostri occhi si incontrano. Sorrido. Sorrido finché non sento un rumore assordante sopra le nostre teste, ed il suono di un'esplosione. Le fiamme rosse divorano il corrioio dietro di lei. Autumn si gira, ed un urlo acuto esce dalla sua bocca. Io corro, ma un polverone si erge tra noi due, e l'ultima cosa che vedo è un enorme blocco di cemento che crolla. E poi, buio.




Commento dell'autore

Ciao ragazzi :)
Questo è il nuovo capitolo della mia storia, da ora diventerà una storia
gialla. Questo è tutto, spero solo che vi piaccia ;)

Roccuncolo

 
  
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