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Autore: mito25    25/01/2015    0 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction e non sapevo bene cosa scrivere, mi sono appassionato alla serie shadowhunters e ho iniziato questa storia, se piacerà questa prima parte scriverò anche il resto altrimenti ne scriverò altre
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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11 Agosto 1880
Schiva a destra, finta, gancio alla tempia.. Il vortice di pensieri che gli affollava la mente si era ridotto a zero, adesso era l’istinto a guidarlo e non c’era spazio per le parole.
Anche quella sera si era trovato a dare sfogo alla sua frustrazione con poca classe, quante erano le volte che si era ripromesso di diventare piu riflessivo? Eppure finiva sempre allo stesso modo da piu di 300 anni, da quella volta nel cortile, con suo fratello, nello stesso giorno in cui scoprì di essere un mago. Quella polvere che si solleva nell’aria ad ogni movimento, il rumore secco di un pugno andato a segno, lo schiocco della carne che subisce e il sapore ferreo del proprio sangue che si diffonde in bocca, era tutto così familiare che voleva quasi abbracciare quelle sensazioni, forse era proprio per questo che non avrebbe mai potuto prendere la via della ragione, quelle sensazioni gli ricordavano suo fratello, la casa di campagna dove è cresciuto e l’ultima volta che ha pensato di essere umano..

11 agosto 1545
Quel giorno era un mercoledì, ma anche se fosse stato martedì o giovedì non farebbe differenza, gli eventi non cambierebbero. La calura era insopportabile e l’acqua stava finendo in casa, il pozzo era solo a 200 metri di distanza ma perché fare qualcosa se la si poteva far fare a qualcun altro? Michael andò da suo fratello con il solito fare sprezzante  intimandogli, con il solito garbo tipico degli scaricatori di porto, di alzare il deretano e andare a prendere l’acqua al pozzo. Non riuscì nemmeno a girarsi completamente per andarsene che una spinta lo scaraventò a terra facendolo sbattere contro la zampa del tavolino da fumo, il suo sguardo corse subito verso il fratello che ansimante e rosso di rabbia stava gridando qualcosa, ma lui nemmeno lo ascoltò, sentì solo una grande rabbia scorrergli nelle vene, e un solo pensiero gli affollava la mente: Dinckleberg. I nuovi vicini si erano insediati da poco nel casale vicino al loro, gente facoltosa, niente a che fare con loro ma il minore dei loro spocchiosi figli aveva preso in simpatia suo fratello e a volte giocavano insieme nella depandance. Aveva notato che suo fratello aveva iniziato a cambiare da un po’ di tempo, tendeva a scansare i lavori manuali e a rispondere sempre piu altezzosamente al padre e alla madre ancora maggiormente, trattandola quasi come fosse indegna di essere considerata.
Non disse niente, si alzò ancora barcollante e piantò un cazzotto nello stomaco a suo fratello lasciandolo rantolante a terra, anni e anni di lavori pesanti avevano reso il suo corpo piuttosto forte e resistente ,inoltre non era la prima volta che facevano a botte, il fratello era abituato a prenderle. Prese a corsa verso la residenza dei (Nome) mentre il sangue gli gocciolava dal punto in cui la sua fronte aveva avuto un fugace incontro con la zampa del tavolo, non si mise a pensare a niente se non sistemare quel damerino che aveva cambiato suo fratello. Lo chiamò, lo chiamò a voce sempre piu alta , scansò chiunque cercasse di mettersi davanti per fermarlo fino a che non furono loro a mettersi da parte, per qualcosa che era cambiato nel suo aspetto, ma lui non se n’era accorto, la sua mente aveva un solo pensiero.
Finalmente lo trovò , era seduto su una fontana molto bella, si contavano tre getti diversi che uscivano dalle bocche di pesci così ben fatti che se fosse nato vicino a un corso d’acqua Michael non avrebbe potuto non riconoscere, il “Damerino” ,così lo chiamava , aveva deciso che non meritava un vero nome, era in tenuta da scherma, la spada a lato e la cotta di maglia con le protezioni ancora indosso. Non lo fece nemmeno alzare, iniziò a sbraitare gesticolando ampiamente con le mani, la voce adesso era piu bassa ma ogni parola veniva sputata fuori con tale violenza che se avessero avuto anche un minimo peso avrebbero potuto sbattere il ragazzo in terra. Per tutta risposta il Damerino, senza nemmeno alzare la testa , prese la spada che gli giaceva a lato e gliela piantò nella spalla. Un gridò che superava enormemente gli altri si alzò al cielo, ma non fu quello di Michael, finalmente il ragazzino lo aveva guardato  e aveva visto che quello che doveva essere un normale ragazzo di 18 anni era in realtà qualcosa di molto diverso. I suoi capelli ondulavano come sospinti da un vento invisibile, gli occhi si erano tinti totalmente di nero, la pelle emaciata lasciava intravedere appena quello che vi si nascondeva sotto. Quella fu la sua ultima visione prima di ridursi a poco piu di un lago di sangue e interiora. Il suo aspetto non mutò però.
Inutile dire cosa successe dopo, tutti scapparono, non solo i (nome) ma anche la sua famiglia, rimase solo, totalmente. La sua vita da quel momento è andata avanti per vent’anni senza un senso, mentre si trascinava di continente in continente cercando qualcuno che lo uccidesse ma tutti scappavano prima che potesse dire qualsiasi cosa.. Fino a che un giorno trovò qualcuno che rimase abbastanza da accettare la sua proposta. La condizione era una, sarebbe dovuto rimanere una giornata con lui per provare cosa significasse vivere. Non andò con puttane, non si ubriacò e non si rintanò in qualche bettola  a giocare a dadi con i soldati, stettero quasi tutta la giornata in silenzio, parlando poco per non spaventare i pesci. Infatti il vecchio che incontrò era un pescatore che viveva di quello che pescava, un tipo semplice, si era costruito una baracca in mezzo a un boschetto non troppo lontano dal fiume  e li aveva vissuto tutta la sua vita facendo avanti e indietro dal fiume. La giornata all’inizio sembrava non finire mai, ma Michael dopo un po’ comprese che quel silenzio che stavano vivendo era diverso da quello a cui era abituato, era un silenzio complice e nel momento in cui lo realizzò il suo sguardo si diresse verso il vecchio, che gli stava sorridendo come se fosse soddisfatto del pensiero che il ragazzo aveva appena partorito. “Guarda vecchio che non prenderai nemmeno un pesce oggi se ti lasci distrarre dalla mia bellezza” disse con un certo senso di imbarazzo e per tutta risposta l’anziano gli mostrò un cesto pieno di pesci. Indispettito Michael, che non aveva preso nemmeno un pesce, si mise d’impegno ma a fine giornata non aveva preso niente.
Chiese al vecchio ancora un po’ di tempo, voleva batterlo nella pesca. “Guarda che non ho fretta di mettere fine alla tua vita, sei tu quello frettoloso qui” e sorrise, un sorriso che sembrava inciso fra quelle rughe, come se un fiume si fosse scavato la propria via fra la sua pelle, e anche fra i suoi denti, glie se ne contavano solo 5 in bocca.
I giorni avanzarono, e le stagioni pure, il vecchio non ha mai preso meno pesci di Michael e quindi lui non potè mai morire, iniziarono a parlare ogni tanto. Venne a sapere anche la storia del vecchio, a quanto pare era un potente possessore terriero una volta, o almeno così diceva lui, che perse tutto per amore di una bellissima donna . Sinceramente Michael ci credeva poco, non capiva come per una donna si potesse lasciar perdere tutto quello che ogni uomo desidera nella propria vita, poi di donne ne avrebbe potute avere quante voleva con tutti i suoi possedimenti, ma non lei, lei era promessa sposa al suo migliore amico. Il vecchio raccontava sempre di come nella notte scapparono con la complicità della luna e delle stelle che li guidarono fino a quel luogo dove fondarono il loro “nido d’amore”. Una storia troppo sdolcinata e da bompensanti. In piu non aveva visto nessuna donna lui.

Fu un mistero che il vecchio si portò nella tomba. Due anni dopo morì, aveva raggiunto una certa età, nessun ladro, ne un pesce leggendario lo tirò giu nel fiume, semplicemente si addormentò e il giorno dopo non respirava piu. Era un giorno soleggiato quello in cui Michael lo trovò, aveva dormito fino a tardi e questa cosa gli puzzò molto dato che il vecchio era molto mattiniero e non andava mai a pescare senza di lui. Lo trovò nel suo letto, con ancora quel solco scavato nel viso, forse inciso da lacrime di una vita troppo dura perfino da raccontare..
In quegli anni Michael aveva imparato a controllarsi un po’, la sua impazienza aveva sempre fatto scappare i pesci. Da quando aveva iniziato a pescare qualcosa anche il suo aspetto stava mutando, i suoi capelli erano arruffati ma fermi, gli occhi avevano iniziato a tornare verdi e si intravedeva il bianco intorno all’iride ma c’era sempre un leggero cerchio nero che non se ne voleva andare e in piu aveva scoperto di essere percorso per tutta la lunghezza della schiena da quelle che sembrano delle vene nere .. Non spese tempo a piangere o a perdere il controllo, nemmeno scavò una tomba al vecchio, lo lasciò in quella casa vicino al fiume che la luna e le stelle lo aiutarono a trovare.

Da quel momento Michael aveva vissuto di lavori pesanti, veniva scacciato spesso perché finiva spesso a fare a botte con tutti. Chiunque poteva essere un avversario  e i pretesti per attaccare briga erano molteplici, tutti futili a ben vedere ma a lui non importava. Voleva scaricarsi, voleva esaurire quella rabbia che lo divorava dentro, che faceva guizzare i suoi muscoli, ma sembrava eterna come la sua giovinezza. Infatti egli non era invecchiato di un solo giorno da quando aveva ucciso quel “Damerino” vicino quella che una volta era casa sua. Voleva liberarsi dello sguardo di suo fratello quando tornò a casa, degli insulti dei suoi genitori, anche se poi verrà a sapere che quello non era veramente suo padre..

11 agosto 1880
La serata era degenerata velocemente. Ogni anno in quel giorno i ricordi si facevano sentire sempre piu vividi, il senso di colpa seguiva e l’orgoglio bruciava dentro Michael. Quella sera probabilmente non avrebbe dovuto bere così tanto, e insultare la maggior parte degli uomini presenti nel pub non era stata la cosa piu intelligente che avesse fatto, ma nemmeno la piu stupida, solo che l’alchool diminuisce particolarmente la sua capacità di controllo, in effetti lui era praticamente astemio, infatti quella sera, quando quegli uomini nerboruti lo misero all’angolo e gli puntarono la pistola alla testa la storia si ripetè. Fu un attimo, né un suono né  un lamento, solo il sangue e le ossa che cadevano in terra, al posto del peloso e sudato individuo che lo sovrastava fino a un momento prima adesso c’era una pozza informe e, incredibile, ancora piu puzzolente. I suoi occhi neri avevano inghiottito tutta la luce della stanza e un vento incominciava a muoversi minaccioso facendo fuggire ogni uomo che avesse il minimo dubbio di restare.
Si guardò intorno come schifato da tutto quello che era successo quando vide una luce che lo invitava a salire le scale…Keira..
  
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