The End

Ecco.

È giunto il momento.

Il film è finito.

Sul grande schermo le uniche due parole ancora visibili sono quelle.

The End.

Fine.

Un film durato quattro anni.

Quattro anni che ti hanno segnato, sia nel bene che nel male.

Che ti hanno fatto crescere e anche diventare più infantile.

Che ti hanno fatto ridere e piangere.

Ma ora è finito.

The End.

Le luci si accendono.

Ma non illuminano la sala.

Illuminano te.

Il protagonista e regista di quel film.

Sali sul palco.

Non c’è nessuno davanti a te.

La sala è vuota.

Proprio come ti aspettavi.

Quello non era un film per un pubblico.

Quello era un film solo per te.

Era il tuo film.

Dai le spalle al vuoto e guardi il grande schermo.

The End.

Quelle due parole sono ancora nitide.

Vibrano leggermente, quasi come il tuo stesso corpo.

Le osservi come mai avevi osservato qualcosa.

Ti rivedi perfettamente in loro.

The End.

Fine.

La fine di quel periodo passato nella speranza di raggiungere la tua meta.

Sì, la fine di quelle speranze che ti hanno accompagnato.

Ora, non c’è più niente da sperare.

The End.

Ora tutto è finito.

Non è stato come avevi sognato.

Mentre vivevi quel film, gli eventi hanno cambiato direzione.

Hanno deciso di seguire la sceneggiatura di un altro regista.

Ma ormai è finito.

Non puoi cambiarlo.

E in lontananza, un applauso.

Ti volti.

In quel vuoto intorno a te, c’era qualcuno che ha assistito in silenzio.

Il secondo regista.

L’unica altra persona a cui il film poteva essere rivolto.

The End.

Quella era la sua volontà.

Ti inchini.

Ringrazi.

E scendi dal palco.

Il sipario di chiude.

Il tuo compito è finito.

The End.

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Sinceramente, non sapevo se era meglio postarla nella sezione 'poesie', ma visto che più che una poesia, questo è un brevissimo racconto, ho deciso che questa era la sezione più appropriata.

Bè, forse dovrei scusarmi per le poche righe che compongono questa breve storia, ma in realtà non lo faccio. E non lo faccio per un semplice motivo: questa è la storia.

Come avrete capito, è una metafora. Non mi metterò a spiegarla. Prendetela pure come più vi piace. Sta di fatto, che questa metafora è ciò che sento dentro. Ciò che mi rappresenta in questo momento. Se volete, prendetela pure come uno sfogo, benché abbastanza elaborato...

Spero apprezziate questo mio lavoro, nonostante ciò che vi nascondo dietro.

_irina_