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Autore: kyonnyuchan    25/01/2015    2 recensioni
Quando una rondine ha le ali strappate, quando tutta la sua vita l'ha passata, libera e felice, nell'azzurro del cielo, cosa le resta, se non lasciarsi morire, contemplando con lo sguardo le sue simili che migrano? Eppure le altre rondine non l'hanno dimenticato.
(Ambientata dopo 'Last Exile - Fam, the silver wing'. Anche se coloro che non hanno visto questa seconda serie possono ugualmente comprenderla benissimo...)
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claus Valka, Lavie Head, Tatiana Wisla
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Riapro gli occhi di colpo.

 

Ho sognato, lo sento. Mi aggrappo alle ultime immagini che mi scorrono nella mente, ma è tutto inutili. Svaniscono, fumose, nel vento, come nuvole. Senza lasciare tracce.

 

Proprio come me.

 

Anche la mia dimora era il cielo. E ora scompaio come loro, portato via dalle folate, senza lasciare altro che tenui immagini, che presto verranno spazzate via dalla memoria.

 

Fisso le bende che coprono con cura le ferite ai polsi.

 

Anche stavolta ho riaperto gli occhi su questo mondo. Di nuovo.

 

Dannazione.

 

***

 

“Lavie, che è successo?”

 

Tatiana quasi inciampò nello scendere dalla vanship, tale era la sua angosciosa fretta. Appena ricevuto il messaggio aveva smesso di pensare a qualsiasi altra cosa, se non quella di arrivare il prima possibile.

 

La ragazza dai capelli rossi la fissò con sguardo di ghiaccio, quasi crudele. Vi era rabbia veemente in quello sguardo, unita a disperazione.

 

Lavie rispose alla domanda quasi con disprezzo:

 

“Perché, non ci arrivi da sola? Si sta arrendendo, 'signor capitano della Silvana'. Cosa credi? Mentre tu e Alister, e Alvis e Dio... E-e quelle nuove ragazzine che vi fanno compagnia ultimamente... Mentre voi vivete le vostre belle avventure, lui se ne sta qui, passando le ore senza poter fare altro che guardare il cielo da quella finestra! Tu come credi che staresti, eh?”

 

La ragazza, mentre parlava, aveva alzato gradualmente il tono di voce. Lacrime erano apparse, a scavare le sue guance. Avevano trovato facilmente il solco, tracciato da quelle della sera prima. E del giorno prima ancora, e ancora, e ancora... Un fiume che teneva ben sigillato, in presenza di lui.

 

Ma che ogni tanto doveva pur emergere dalle grotte carsiche della sua anima.

 

“Mi... Dispiace.” La maschera di schietta durezza che ancora in parte caratterizzava Tatiana, era completamente assente da quelle parole. Due misere, scarne parole. Ma non era capace di esprimere in alcun altro modo l'oceano di dolore che le aveva causato quello sfogo da parte di Lavie.

 

Aveva ragione.

 

Aveva maledettamente ragione. Da quando era su quella sedia a rotelle, vederlo con quel viso pallido, con quel mite sorriso di circostanza... Le si stringeva il cuore.

 

Talmente tanto che volgeva la faccia dall'altra parte. Non riusciva più nemmeno a fissarlo negli occhi. Se l'avesse fatto la 'dura' capitana della Silvana sarebbe esplosa in un pianto dirotto degno di una bambina di cinque anni.

Improvvisamente, si sentì un mostro, per aver cercato di pensarci il meno possibile. Illudendosi che Claus fosse talmente forte da non lasciarsi mai abbattere. Che non aveva bisogno di essere compatito da lei, o da tutti gli altri...

 

Stupida.

 

Tutti hanno bisogno di uno scopo. E quando quello scopo, ad un tratto, fugge dalle dita come sabbia, cosa resta? Restano coloro che credono in te. Che ti ricordano chi eri. Che ti ricordano che vali e che sei amato a prescindere da tutto.

 

E se quelle persone se ne vanno a contemplare orizzonti che un tempo eri il primo ad ammirare, lasciandoti solo, facendoti sentire abbandonato?

 

Stupida.

 

Certo, Claus non avrebbe mai pensato consciamente a qualcosa del genere, lo sapeva. Non avrebbe mai dato loro alcuna colpa, nella sua infinita gentilezza verso tutti. Ma ciò non toglieva nemmeno un grammo di verità, dalle dure parole che Lavie le aveva rivolto

Come un tornado, senza attendere la reazione della rossa, Tatiana, a passo deciso entrò nella piccola casetta, facendosi strada verso la stanza di Claus.

 

Era proprio come se lo aspettava: seduto su quella carrozzella a contemplare l'azzurro, con quel suo sguardo mite.

 

Lui si voltò verso di lei e con un sorriso le fece: “Buongiorno Tatiana! Che piacere rivederti! Suppongo che ti abbia chiamato Lavie... Non preoccuparti. Anzi, non avrebbe dovuto disturbarti, non è nulla di serio! E' stato un momento così... E' già passato e non capiterà più, figurati!”

 

Tatiana riuscì a malapena nell'impresa di non mostrare la fitta al cuore che tale immagine e le sue parole le avevano procurato.

 

Col tono più neutro che riuscì a sfoderare, fece: “Claus Valca, Lavie Head. Siete richiamati in servizio attivo sulla mia nave. Provvederò personalmente ad un mezzo con cui portarvi a bordo. E non accetto un no come risposta.”

 

“A cosa mai potrà servire uno storpio, su una nave da guerra, mi chiedo...” Disse lui, senza abbandonare quel sorriso amaro, che tanto sapeva di disperazione.

 

Ho bisogno di te perché ti amo, stupido! E anche Lavie te ne vuole. E né io né lei sopporteremmo di stare anche solo un minuto di più in un mondo in cui tu non ci sei!

 

Quel pensiero le rimase tra la mente e la gola. Invece di quelle parole, disse solo:

 

“Come ho detto, non accetto un no come risposta. Sei stato temporaneamente congedato, ma fai ancora parte dell'equipaggio della Silvana. E ora il tuo capitano ti sta richiamando. Chiaro?”

 

“Se la metti su questo piano, agli ordini, comandante Wisla.”

 

Kyonnyuchan space

 

Ed ecco che torna il nuovo terrore dei sette fandom, Kyonnyuchan, con le sue storie supermegatrististerrime!

Stavolta ho deciso di cimentarmi con Last Exile, un anime che ho amato molto. E la cui seconda serie mi ha lasciato un po' di... beh, disappunto. Vedere Claus in sedia a rotelle e non poter volare è stato un colpo basso...

 

Non ho potuto fare a meno di immaginarmi come l'essere stato strappato brutalmente da una cosa che era tutta la sua vita, mentre tutti coloro che conosceva continuavano a viverla, dovesse essere.

 

Ed il mio masochistico cervellino diabolico ha fatto venir fuori tutto questo... Niente pomodori marci pliz!

   
 
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