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Autore: pentolina    26/01/2015    2 recensioni
In questa storia vedremo la nostra detective Beckett nel ruolo di madre single... un ex che ricompare dopo anni e Castle che le starà sempre a accanto (prima come amico e poi...)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Due giorni dopo
“Richard, spiegami perché la stanza degli ospiti è piena di giochi e vestiti?” Domanda Gina scendendo le scale.
“Perché Beckett e David si sono trasferiti momentaneamente qui.” Risponde tranquillamente.
“COSA?” Esclama scioccata rischiando di cadere dalle scale per la notizia.
“Cosa diavolo hai in quella testa?” Domanda raggiungendolo in cucina.
“Tante idee pronte a saltar fuori.” Risponde ironicamente.
“Smettila di fare il cretino e dimmi perché diavolo quei due ora vivono qui?” Chiede al quanto incazzata.
Lo scrittore spiega brevemente alla fidanzata la storia dell’ex e dell’accaduto alla festa dell’asilo.
“Sei proprio un allocco, Richard. Te l’ho detto fin dall’inizio che quella punta ai tuoi soldi e al tuo letto!” Lo rimprovera arrabbiata.
“Sai una cosa Gina?! Sono stufo… stufo di averti attorno, stufo di spender soldi per i tuoi capricci, stufo di sentirmi ripetere tutti i giorni che David ha fatto questo o quello, stufo di sentirmele ogni santo giorno, stufo di essere giudicato per le mie scelte, stufo di ogni cosa.” Dichiara alzandosi in piedi e chiudendo il pc.
“Cosa vorresti dire con questo?” Domanda cercando di avvicinarsi a lui.
“Che te ne devi andare. Non ha funzionato la prima volta e questa sta andando peggio della prima quindi prendi le tue cose e vattene.” Risponde allontanandosi.
“Ma amore, possiamo parlarne con calma invece che gettare tutto al vento.” Propone cambiando completamento atteggiamento e tono di voce.
“Non c’è niente di cui parlare. Questa seconda chance che ci siamo dati mi ha dimostrato che, non solo sei una persona piena di se, menefreghista e insopportabile ma che oltre a quel corpo perfetto non c’è altro… nemmeno l’ombra di un cuore.” Afferma lo scrittore.
“Ma no amore… vieni. Vedrai che dopo un bagno rilassante ti renderai conto che era la rabbia che parlava.” Dice cercando di dissuaderlo prendendolo per mano.
“Gina, forse non sono stato abbastanza chiaro. Non c’è più niente tra noi e ti assicuro che non è la rabbia che mi sta facendo parlare ma il cervello che finalmente ha ripreso a funzionare.” Risponde sciogliendo il legame con la donna.
“Te ne pentirai. Sono certa che tra un paio di mesi quando ti sarai reso conto che la tua cara detective non desidera altro che i tuoi soldi tornerai strisciando da me. Mi supplicherai di avere un’altra possibilità.” Afferma Gina per poi dirigersi verso la camera da letto per raccogliere le sue cose.
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“Bob, potresti gentilmente aiutare la signora con le valige?” Domanda lo scrittore invitando ad entrare.
“Certo, signor Castle.” Risponde il portiere trascinando i trolley verso l’ascensore.
“Ciao, Bob. Come va?” Chiede educatamente la detective ritrovandosi davanti l’uomo.
“Bene, grazie signorina Beckett.” Risponde educatamente facendosi più in là e permettendole di uscire dall’ascensore.
“Castle, che succede? Ci stai già cacciando di casa?” Scherza incontrando lo scrittore sul pianerottolo.
“Assolutamente no. Ho solo fatto un po’ di spazio.” Risponde trascinando fuori altre due valige.
“Ah… ecco che è arrivata la rovina famiglie!” Esclama Gina vedendo la detective.
“Ce l’ha con me?” Domanda confusa al partner.
“Hai preso tutto?” Chiede Castle alla bionda.
“Vergognati!” Dice Gina indignata uscendo di casa.
“Ciao è stato un piacerti cacciarti di nuovo!” La saluta lo scrittore spingendo dentro la detective per poi sbattere la porta di casa tirando un sospiro di sollievo.
“Ho come il sospetto che io centri qualcosa in tutto questo o sbaglio?” Chiede Kate.
“Sbagli. È una decisione che macinavo già da un po’ e finalmente oggi ho avuto il coraggio di metterla in atto.” Spiega Castle.
“Vuoi qualcosa da bere?” Chiede lo scrittore andando verso la cucina.
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“Siamo a casa!” Grida Alexis chiudendo la porta dietro di se.
David come sempre toglie scarpe e calzini abbandonandogli al centro dell’ingresso.
“Ehi… dove credi di andare?!” Afferma la ragazza acciuffandolo e facendogli il solletico.
“Ahahahaha…” Ride divertito.
“Metti a posto le scarpe e butta a lavare i calzini.” Gli ordina liberandolo.
David ubbidisce sistemando velocemente le scarpe per poi correre su per le scale con i calzini sporchi in mano.
Una volta accertatasi che il piccolo è arrivato in cima la ragazza si sposta in soggiorno alla ricerca del padre.
“Ehi… ciao, tesoro!” La saluta lo scrittore accorgendosi per primo dell’arrivo della figlia.
“Che state combinando?” Domanda avvicinandosi per riuscire a capire il motivo per il quale la coppia è seduta a terra.
“Ho comprato una bicicletta a David e tuo padre sta cercando da più di un’ora di montare il campanello.” Spiega Kate divertita dall’incapacità dello scrittore nei lavori manuali.
“Saranno passati forse cinque minuti!” Controbatte lui.
“Precisamente un’ora e due minuti!” Dichiara Kate controllando l’orologio.
“Dov’è David?” Chiede Castle riuscendo finalmente ad agganciare correttamente il campanello.
“È per me?” Domanda David eccitato alla vista della bici.
“No, è per me.” Scherza lo scrittore ridendo.
“Ti piace?” Chiede la detective.
“SI! Posso provarla?” Chiede saltellando dalla gioia.
“Non ora e non qui... domani, ok?” Risponde Kate.
“NO!” Protesta.
“Comunque per la cronaca non ho solo montato il campanello ma anche le ruote dietro.” Ci tiene a precisare lo scrittore.
“Ti prego mamma posso provarla?” Supplica David inginocchiandosi davanti alla madre.
“Domani... ora è tardi ed è buio.” Spiega accarezzandogli il viso.
“Ho un’idea! Venite!” Esclama Castle facendo alzare tutti in piedi e sollevando la bicicletta.
“Corri a mettere le ciabattine.” Ordina lo scrittore al piccolo.
“Dove stiamo andando?” Chiede Alexis.
“In portineria: c’è abbastanza spazio, non è freddo e non è buio.” Spiega Castle afferrando le chiavi di casa.
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Tre giorni dopo
“Cosa ci fai qui!?” Domanda la detective trovando l’ex appoggiato all’auto fuori dal distretto.
“Dov’è mio figlio?” Chiede con le braccia incrociate.
“Con persone che gli vogliono bene. Levati!” Risponde Kate cercando di aprire lo sportello dell’auto.
“Non funziona così. Dimmi dov’è o giuro che farò qualsiasi cosa per portartelo via!” La minaccia Nick afferrandola per il braccio.
“Non mi toccare e soprattutto non mi minacciare! Non ti conviene!” L’avverte liberandosi dalla presa dell’uomo.
“Ho diritto di vedere mio figlio!” Controbatte lui.
“Mandami un messaggio con la tua disponibilità e vedrò se quel giorno sarò libera.” Risponde sperando di riuscire a convincerlo ad andarsene.
“Non prendermi per il culo! Me l’hai detto anche tre giorni fa ma poi ti sei inventata una scusa per non farmelo vedere.”
“A differenza di te ho un lavoro. Ora togliti!” Gli ricorda spingendolo in là.
Nick si sposta dando l’illusione alla detective di volersene andare ma con un movimento brusco la blocca contro l’auto stringendole il collo con la mano.
“Ti do una settimana non un giorno di più. Giuro che ti ammazzo se non me lo fai vedere!” La minaccia stringendo la presa.
La detective cerca di reagire ma per colpa della mole dell’uomo non riesce ad opporre resistenza.
“La… lasciami…” Sussurra a fatica mentre Nick stringe sempre di più.
“Una settimana o…”
Nick non riesce a concludere la frase che viene travolto da Esposito che lo spinge a terra liberando così la collega che finalmente riprende a respirare normalmente.
“VATTENE!” Urla il detective.
“A presto!” Saluta Nick puntando il dito verso la donna.
“Ehi… tutto ok?” Domanda controllando con la coda dell’occhio l’uomo che si sta allontanando.
“Si… grazie.” Risponde respirando a fondo.
“Guarda cosa ti ha fatto quel pezzo di merda.” Dice notando il segno rosso sul collo della detective.
“Dovresti denunciarlo.” Le suggerisce.
“È quello che ho intenzione di fare.” Risponde Kate rientrando assieme al collega al distretto.
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“Beckett!” Risponde al telefono.
“Ehi, dove sei finita? La cena è quasi pronta.” L’avverte lo scrittore.
“Scusa, mi sono dimenticata di avvertirvi… farò un po’ tardi.”
“Qualche novità sul caso?” Domanda curioso.
“No, nessuna novità.”
“Andiamo è il nostro turno.” Afferma Esposito.
“Sei con Espo?” Chiede riconoscendo la voce dell’amico.
La detective non ha il tempo di rispondere che Lanie salta fuori da dietro l’angolo iniziando a farle mille domande:
“Oddio, tesoro. Cosa ti ha fatto?! Se lo prendo lo ammazzo…”
“Kate, che sta succedendo? Dove sei?” Chiede preoccupato.
“Ci sentiamo dopo. Devo andare.” Risponde riattaccando.
“Beckett, di qua.” La chiama Esposito mentre l’amica continua a insultare Nick.
“Ti conviene spegnere il cellulare… Castle inizierà a chiamarti.” Suggerisce Beckett al detective.
“Lanie, mi raccomando non rispondere a Castle, ci parlo io dopo.” Ordina alla dottoressa per poi entrare nell’ufficio con il collega.
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“Ne voglio uno.” Dice David indicando il sacchetto sul bancone.
“Richard, che hai?” Domanda Martha vedendolo trafficare con il cellulare, consegnando al piccolo un grissino.
“Grazie!” Ringrazia per poi correre di nuovo in soggiorno a giocare.
“Dai… rispondi!” Borbotta lo scrittore tamburellando le dita sul bancone.
Come con gli altri anche nel chiamare Lanie dopo tre squilli parte la segreteria.
“Richard!?!” Lo chiama nuovamente l’attrice.
“Che c’è?” Domanda bruscamente.
“Mi puoi spiegare cosa sta succedendo?” Chiede versandosi un bicchiere di vino.
“Non lo so. Se lo sapessi forse non sarei così agitato… che diamine, non risponde nessuno.” Afferma riprovando per l’ennesima volta a comporre il numero della detective.
“Ne voglio un altro!” Dice David arrivando di corsa.
“No, è pronto… vai a lavarti le mani.” Risponde Castle gettando il cellulare sul bancone e andando a scolare la pasta.
“ALEXIS!” Grida Martha per farsi sentire dalla nipote che è al piano di sopra a studiare.
“Mi porti?” Chiede David alla donna.
Martha lo prende in braccio portandolo verso il bagno.
“Pensavo fossi più pesante.” Ammette l’attrice.
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“Non riesci a star fermo nemmeno quando mangi!” Commenta Alexis osservando il bambino che continua a salire e scendere dalla sedia.
“È troppo alto questo tavolo.” Si lamenta mettendosi in ginocchio.
“Sei tu che sei piccolo… non il tavolo troppo alto.” Scherza Martha.
“Non sono piccolo!” Controbatte infilzando un maccherone con la forchetta.
“Papà, si può sapere cos’hai stasera?” Chiede Alexis vedendo il padre irrequieto che continua a controllare il cellulare.
“Niente. David, vieni qui… mi stai facendo venire il mal di mare!” Ammette invitando il bambino a sedersi sulle sue gambe.
David non se lo fa ripete due volte e saltato giù dalla sedia si precipita dallo scrittore.
“Quando arriva mamma?” Chiede mettendosi comodo.
“Presto.” Risponde lo scrittore restando sul vago.
“Sta arrestando i cattivi?” Domanda David alzando lo sguardo verso di lui.
“Si. Tieni.” Dice consegnandogli la forchetta.
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“MAMMA!” Esclama correndo ad abbracciarla.
Kate che sperava di riuscire a salire in camera a mettersi un foulard prima di farsi vedere è costretta a fermarsi e a prendere in braccio il figlio.
“Ciao, cara. Tutto bene?” Chiede Martha raggiungendola all’ingresso.
“Si, tutto bene.” Risponde assicurandosi che i capelli le coprano a sufficienza il collo.
“Ehi… cos’è successo?” Domanda Castle avvicinandosi.
“Ne parliamo dopo.” Risponde indicando con gli occhi verso il figlio facendoli capire che vuole aspettare che il piccolo non ci sia.
“Ragazzi, io esco. Buona serata.” Saluta Martha dopo aver recuperato borsa e chiavi.
“Ciao Martha.” Risponde la detective.
“Vado a cambiarmi poi scendo.” Dice Kate piegandosi per mettere il figlio a terra.
David però inaspettatamente si aggrappa al collo della madre facendole uscire un lamento per il dolore riportato dall’incontro con Nick.
“Kate… cos’hai?” Chiede preoccupato lo scrittore.
“Voglio venire con te.” Afferma non lasciandola andare.
“Ok.” Risponde riprendendolo in braccio.
“Chi è stato?” Domanda David notando solo ora i segni sul collo.
“Una persona cattiva.” Risponde mentre Castle si avvicina.
“L’hai arrestato?” Chiede il piccolo.
“Certo. Io e zio Javi l’abbiamo messo in prigione.” Mente la detective.
“Ti fa male?” Domanda preoccupato.
“Un po’.”
“Kate…” Sussurra lo scrittore spostandole i capelli dal collo per controllare meglio le ferite.
“Che dici di scegliere un film assieme a Rick mentre vado di sopra a cambiarmi?” Propone al figlio.
“Voglio vedere Cars.” Afferma David aggrappandosi alla maglia dello scrittore che lo prende in braccio.
“Scendo subito.” Assicura la detective salendo le scale.
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“Cos’è successo?” Chiede sottovoce Castle seduto sul divano accanto a lei.
“Mi stava aspettando alla macchina fuori dal distretto.” Inizia a raccontare parlando piano per non farsi sentire da David sdraiato davanti a loro sul tappeto concentrato a guardare il film.
“Era infuriato perché non gli permetto di vedere David… ha minacciata di portarmelo via se non glielo lascio vedere entro una settimana. Poi pensavo se ne stesse andando quando mi ha sorpresa schiacciandomi contro l’auto e afferrandomi per il collo. Per fortuna è intervenuto Espo.” Racconta rabbrividendo.
“Ehi…” Sussurra Rick passandole un braccio sulle spalle, tirandola contro di se e lasciandole un bacio fra i capelli.
“Castle, ha detto che farà qualsiasi cosa per portarmelo via.” Bisbiglia contro la spalla dell’uomo iniziando a piangere.
“Ssshhh… Kate, non succederà. Te l’ho promesso… David resterà con te e non gli succederà nulla, ok? Non ci facciamo di certo spaventare dalle minacce di un pazzo. Vero?” Dice cercando di rassicurarla avvicinandosi più a lei.
“Siamo abituate alle situazioni difficili… siamo esperti nel cacciarci nei guai e nell’uscirne illesi.” Continua lo scrittore mentre la detective, aggrappata alla maglietta del partner, ascoltando le sue parole cercando di calmarsi.
“Siamo la miglior squadra in circolazione. Non te lo dimenticare mai. Affronteremo e supereremo anche questa. Te lo prometto.” Conclude accarezzandole su e giù la schiena.
La coppia resta così abbracciata per una decina di minuti fino a quando David iniziando a sentire gli occhi diventare sempre più pesanti decide di raggiungere i due sul divano.
 
Sistemato sulle gambe della madre, appoggiato con la testa contro il suo petto e con le gambe su quelle dello scrittore David prosegue a guardare il cartone mentre viene coccolato dai due adulti.
  
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