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Autore: ___Page    26/01/2015    7 recensioni
"All’apparenza Drakul Mihawk poteva sembrare un uomo freddo e distaccato ma i suoi figli, e soprattutto la piccola, sapevano che padre affettuoso e attento fosse, anche se a modo suo. Sapevano di poter sempre contare su di lui e sapevano anche che avrebbero trovato comprensione per le loro giuste cause.
Sì, Drakul Mihawk era un uomo freddo e severo. Ma per i suoi figli avrebbe fatto sempre qualsiasi cosa."
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drakul, Mihawk, Nico, Robin, Perona, Roronoa, Zoro, Trafalgar, Law/Margaret | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Robin! Bibi!- 
Una ragazza dai capelli rossi si sbracciava nella loro direzione, un radioso sorriso sul volto e gli occhi che brillavano. 
Accanto a lei altre due che dovevano avere a occhio e croce la sua età, una mora e una bionda, sorridevano trascinate dall’entusiasmo dell’amica che sembrava non stare più nella pelle. 
-Quella è Nami?!- domandò Margaret sporgendosi verso Monet e facendola piegare appena su di lei vista la lieve differenza di statura tre le due. 
Aveva sentito parlare della rossa migliore amica di Zoro ma, per un motivo o per un altro, non aveva ancora avuto modo di conoscerla di persona, nonostante si fosse ufficialmente trasferita a casa Mihawk per tutta la durata delle vacanze invernali, come anche Boa. 
Un pomeriggio, dopo che la scuola era ricominciata, erano venuti a studiare tutti gli amici di Zoro ma le tre donne della loro combriccola non erano presenti non aveva ben capito per quale motivo. 
Poi nel pomeriggio Robin le aveva detto che quella sera lei e le sue cugine si vedevano con le tre ragazze e l’aveva gentilmente invitata a unirsi a loro, offerta che Margaret aveva subito accettato con entusiasmo. 
Considerato che tutti i frequentatori di casa Mihawk, che pareva davvero un porto di mare, erano simpatici e affabili e con tutti si era trovata bene, dava per scontato che così sarebbe stato con le amiche di Zoro e Robin. 
-Sì, è lei- confermò la verde, con quel suo tono a metà tra il materno e l’inquietante -La bionda è Kaya e la mora Violet- 
-Le ragazze di Usopp e Sanji- annuì la biondina. 
Non era una domanda. 
La luce verde del semaforo pedonale scattò, facendo muovere in simultanea le quattro ragazze che attraversarono rapidamente, raggiungendo le altre sul ciglio opposto della strada, fuori dal Mermaid Bay, il loro locale preferito e punto di ritrovo fisso per le loro serate tra ragazze. 
Non appena raggiunsero il marciapiede Bibi e Robin si ritrovarono impegnate in un abbraccio soffocatore da parte di Nami, sotto lo sguardo divertito e quasi intenerito delle altre quattro. 
-Allora?! Come state?!?! Come va a Ohara?!?- domandò a raffica quando si staccò da loro, saltellando quasi sul posto. 
-Tutto bene!- rispose Bibi mentre Robin sorrideva eterea come sempre -E voi?! Come state, come vanno le cose?!- 
-Tutto regolare! Che ne dite di entrare?!- s’intromise Violet, visibilmente infreddolita e bisognosa di caldo, facendo annuire tutte quante che avevano effettivamente iniziato a sfregare la mani tra loro. 
La porta del locale tintinnò, avvisando del loro ingresso e facendo comparire dal nulla, quasi si fosse materializzata accanto a loro, una ragazza dai capelli verdi tagliati in un caschetto sbarazzino, grandi occhi viola e una dose di entusiasmo tale da far venire il sospetto che si fosse fumata qualcosa. 
-Ragazze!!! Ma che bello vedervi!!!- urlacchiò gettando le braccia al collo di Nami che la afferrò prontamente abbracciandola a sua volta. 
-Ciao Caimie!- la chiamò seraficamente Robin mentre anche tutte le altre mormoravano i loro saluti e Bibi si avvicinava per abbracciarla a sua volta. 
-Vi do il solito tavolo?!- domandò la verdina, facendo annuire le due ragazze mentre Margaret si guardava intorno studiando l’atmosfera del bar. 
Era un bel posto, tutto sui toni dell’azzurro, verde e blu con molte decorazioni in vetro che davano l’impressione di trovarsi sott’acqua o in un acquario gigante. 
Le cameriere erano tutte donne ma erano ben coperte e vestite comodamente e la clientela estremamente varia e, per la stragrande maggioranza, femminile. 
Il tizio alla cassa, un ragazzo olivastro con gli occhi verdi e leggermente sbarellato, che sembrava fatto e pure un po’ psicopatico e che continuava a leccarsi insistentemente le labbra sottili osservando attentamente intorno a sé, attirò l’attenzione di Margaret. 
-Quello è Caribou!- la avvisò  Violet, facendola voltare verso di sé -Non preoccuparti, sembra un po’ maniaco ma non farebbe del male a una mosca!- la rassicurò con un sorriso, facendola subito ricambiare. 
Aprì la bocca per presentarsi ma la voce di Caimie la interruppe, chiamandole per avvisarle che il loro tavolo era pronto e guidandole poi attraverso il locale, nonostante sapessero benissimo da sole dove dirigersi. 
Si tolsero le giacche, appendendole alle spalliere delle sedie insieme alle borse, prima di prendere posto e mettersi finalmente comode. 
-Oh finalmente possiamo procedere alle presentazioni!- esclamò Bibi, mentre Monet distribuiva i listino prezzi alle amiche, in un gesto meccanico. 
-Giusto!- intervenne Robin -Ragazze, lei è Margaret! Margaret loro sono Nami, Kaya e Violet!- 
-Molto piacere! Ho sentito parlare di voi!- 
La bionda allungò subito una mano per stringere quella delle altre tre, sorridendo come solo lei sapeva fare. 
-Ci hanno detto che hai assistito in diretta a uno dei pomeriggi di “studio” dei ragazzi!- disse Kaya, imbarazzata all’idea delle scemenze che di certo il suo ragazzo e gli altri avevano detto e combinato. 
-È stato piuttosto divertente in realtà!- la rassicurò subito Margaret mentre la biondina portava una ciocca di capello dietro l’orecchio -Sono simpatici e un bel gruppo affiatato!- proseguì, guardando anche le altre. 
-Forse un po’ casinisti!- affermò Violet facendole sorridere e ridacchiare. 
-Oh Margaret! Non pensare che a Nami non importi niente di Monet!- s’intromise Bibi -È che a me e Robin non ci vede da tanto con il fatto che facciamo l’università a Ohara!- 
-Ma figurati!- reagì subito Margaret portando le mani a palmo aperto ai lati del viso -Non l’ho nemmeno pensato!- 
-Beh che poi non ci sarebbe niente di male. Quando eravamo piccole io non giocavo mai con voi- precisò Monet, stringendosi nelle spalle. 
-Già, preferivi stare coi ragazzi! Sei sempre stata un maschiaccio!- sottolineò Bibi, dando di gomito alla sorella. 
-Pensa che sconvolgimento quando è venuto fuori che a essere lesbica era Bibi!- esclamò Nami facendole scoppiare tutte a ridere. 
-Quindi vi conoscete da quando siete bambine?!- chiese conferma Margaret dopo essersi calmata. 
-Noi quattro sì!- le rispose la rossa indicando se stessa, Bibi, Monet e Robin -Kaya e Violet si sono unite a noi quando io ho cominciato le medie!-
-È bello che abbiate un rapporto così intimo sia tra di voi che con Zoro e gli altri! Sembrate una grande famiglia davvero!- 
-Una grande famiglia della quale stai entrando a fare parte a quanto pare!- mormorò con una strana luce maliziosa negli occhi Nami, facendola sobbalzare appena. 
-Già!- intervenne Violet con un sorrisetto che era tutto un programma -Ci dicono che sei riuscita nella difficile impresa di entrare in confidenza con Mister Tenebroso senza essere una sua parente, acquisita o meno che sia!- proseguì, facendo ghignare anche Monet, la quale ascoltava con interesse la conversazione senza intervenire troppo, proprio come Robin. 
Margaret giocherellò con una ciocca di capelli mentre un lieve rossore le imporporava le guance. 
-Oh beh noi siamo… insomma ci siamo conosciuti per caso in università non ho fatto nulla di che…- balbettò un po’ imbarazzata. 
-Tranquilla Margaret- Robin accorse in suo aiuto -È che mio fratello è un osso duro quando si tratta di fare amicizia ma nessuno ti sta facendo il terzo grado né sta insinuando niente- le disse con un materno sorriso, facendola rilassare. 
-Anche perché qui nessuna può parlare mi sa- mormorò ancora Monet posando il mento sul palmo della mano e facendo accigliare Margaret per quel criptico commento. 
Che voleva dire?!
-Devi sapere, Margaret, che nessuna delle presenti è riuscita a salvarsi dal fascino di Law!- le spiegò Violet -A turno abbiamo avuto tutte una cotta per lui! A parte Robin ovviamente! E Bibi!- 
-E quello poteva benissimo essere un valido indizio del suo orientamento sessuale!- concluse Nami facendole scoppiare nuovamente tutte a ridere.
-Io almeno ero piccola quando mi è successo, comunque!- ci tenne a sottolineare Monet mentre le amiche si asciugavano le lacrime causate dal troppo ridere. 
 -Va beh non è che Kaya fosse grande! Insomma aveva undici anni!- 
-E poi è durata poco! È bastato incontrare il suo Usopp!- la prese in giro Violet prima di passarle un braccio intorno alle spalle e tirarsela vicina per scoccarle un bacio sulla guancia. 
-Senti da che pulpito! Dopo la prima liceo anche tu non hai avuto più occhi che per il tuo Sanji-san!- le disse Nami, facendola sorridere radiosa. 
-Occhi e calci prego!- sottolineò Bibi. 
-Insomma in pratica solo Nami ha dovuto farsela passare senza l’aiuto di un altro esponente di sesso maschile!- 
-No, anche Monet!- 
-Monet aveva sette anni mica quindici! Le cotte adolescenziali sono le peggiori- affermò saggiamente Bibi proprio nel momento in cui gli occhi di Nami e Margaret si incrociavano. 
La bionda si sentì per un attimo a disagio, ritrovandosi ad immaginare l’effetto che doveva avere avuto un diciottenne Law su una ragazza alle prese con le prime tempeste ormonali e che, nonostante lo conoscesse da una vita, si era scoperta a guardarlo con occhi diversi. 
Non doveva essere stato facile uscirne. 
Lo sapeva bene lei che non era facile levarsi di dosso le sensazioni di cui quegli occhi grigi riuscivano a impregnarti la pelle con un solo sguardo, dalla mente il suo ghigno, dalle narici il suo odore. 
Trasalì colta da quel pensiero improvviso e non voluto, più forte di lei, irrazionale e penetrante. 
E il sorriso comprensivo di Nami le diede la netta sensazione di essere stata colta in flagrante, facendola arrossire. 
-Non è mica stato così tragico!- esclamò poi la rossa, staccando gli occhi da Margaret e riportandoli sulle amiche. 
-E poi non è vero che ha fatto da sola- commentò una serafica e divertita Robin -Zoro ti è stato parecchio vicino- si spiegò guardandola negli occhi e fu il turno di Nami di arrossire e portare una ciocca di capelli dietro l’orecchio, gesti che contrastarono con il tono noncurante che usò subito dopo per rispondere.
-Sì, Zoro è un vero amico- affermò, non riuscendo a trattenere un sorriso. 
Lo scambio di sguardi che seguì quell’affermazione fu una conferma ai sospetti che subito si erano impadroniti di Margaret di fronte a quella reazione. 
Già quando aveva visto lo sguardo di Zoro nel parlare dell’amica aveva notato qualcosa ma ora non aveva più alcun dubbio che fra quei due ragazzi ci fosse più di semplice amicizia, anche se loro probabilmente non lo sapevano, e non dubitava che davvero non fosse stata una così terribile tragedia per Nami farsi passare la sua cotta per Law, alla luce di quella considerazione. 
-Allora ragazze!!! Eccomi qua! Che vi porto?!?!- 
Di nuovo, come poco prima, Caimie spuntò dal nulla accanto al bordo del loro tavolo, palmarino alla mano per prendere le ordinazioni. 
Mentre le sue nuove amiche comunicavano la loro scelta alla ragazza, diede un veloce sguardo al listino, sollevandolo solo quando arrivò il suo turno. 
Mentre ordinava un cocktail quasi a caso, un fugace quanto inarrestabile e scioccante pensiero attraversò come un flash la sua mente. 
E cioè che sarebbe voluta essere volentieri al posto di Nami perché lei, purtroppo, non aveva nessuno Zoro ad aiutarla. 
 

§


-Grazie davvero per avermi invitata! È stata proprio una bella serata e poi loro sono splendide!- mormorò Margaret mentre lei e Robin si infilavano sotto le coperte, dopo aver chiuso la porta della camera della mora per non rischiare di svegliare nessuno in casa. 
Robin si voltò a guardarla, estraendo un braccio da sotto il piumone per appiattirlo e impedirgli di ostruirle la vista. 
-Figurati! Anche tu lo sei!- le disse con un sincero sorriso che la bionda contraccambiò immediatamente. 
In pochi giorni, nonostante l’indole riservata della futura archeologa, erano diventate amiche e sentivano entrambe di potersi liberamente confidare l’una con l’altra. Tuttavia nessuna delle due osava farlo. 
Avevano entrambe valide ragione per tacere quei dubbi che le attanagliavano e di cui Robin si sentiva tranquilla a parlare solo con Bibi mentre Margaret preferiva non parlare affatto, nell’illusione che non le stesse succedendo quello che temeva le stesse succedendo. 
Ma quella sera, al Mermaid Bay, insieme alle altre, avevano parlato di tutto e di più, sfondando molte porte e aprendosi l’un l’altra, aiutate dall’alcool e dall’atmosfera confidenziale tipica delle serate tra donne. 
Per la prima volta da quando l’aveva conosciuta, nella penombra della sua stanza appena illuminata dalla lampada del comodino, Robin sentì di poter parlare a Margaret con il cuore in mano, dicendole qualcosa che le premeva da tempo, quasi una supplica. 
-Non farti scoraggiare Margaret! So che sembra una battaglia persa in partenza ma se qualcuno può farcela a riportarlo indietro quella sei tu!- 
Il sorriso della bionda scivolò dal suo viso mentre gli occhi le diventavano lucidi e gola le si stringeva, obbligandola a deglutire pesantemente. 
Lo aveva capito ormai che Law era diverso da come appariva, che si nascondeva dietro a quella sua corazza che lei era appena riuscita a scalfire e avrebbe tanto voluto chiedere a Robin cosa gli fosse successo, cosa lo spingesse a trattenersi così tanto, a mostrarsi molto più freddo di quanto non fosse realmente. 
Sapeva che c’entrava la morte della madre ma sentiva che c’era sotto di più. 
Avrebbe voluto dirle che aveva paura, paura di permettere a Law di entrarle sottopelle, permettere al suo cuore di lasciarsi inondare da lui. 
Avrebbe voluto dirle che temeva quella responsabilità e al tempo stesso la voleva. 
Ma si limitò ad annuire lentamente, facendo sorridere l’amica che si sporse poi per spegnere la luce. 
-Robin!- la chiamò Margaret, facendola bloccare e voltare verso di sé interrogativa. 
La bionda era tornata a sorridere con quella spensieratezza che la contraddistingueva con una punta di qualcos’altro che somigliava a malizia e complicità. 
-Volevo solo dirti che secondo me hai preso la decisione giusta- mormorò facendole sgranare gli occhi, incredula -Insomma capisco che può sembrare un po’ opinabile ma è sicuramente una scelta… interessante, ecco- concluse con sguardo eloquente. 
Fu il turno di Robin di fissarla senza parole e mandando giù a fatica. 
Poi, dopo qualche istante, Robin tornò a sciogliersi in un sorriso, non serafico ed enigmatico ma vero, radioso e pieno di gratitudine. 
-Buonanotte Margaret- sussurrò prima di spegnere la luce. 
-Buonanotte Robin- 
  
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