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Autore: LonelyWriter    26/01/2015    0 recensioni
In una proiezione personale dell'antica mitologia greca, Othisi mette in moto una catena di eventi che sembrerà impossibile da fermare, agli gli esseri superiori. Col timore che Akatan distrugga la loro preziosa, ma ora pericolosa creazione, gli dèi si destreggiano nello scontro più temuto di sempre, per aggiustare ogni cosa.
(I "nomi" greci sono stati "italianizzati" per comodità, quando necessario.)
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Poche nuvole oscuravano la sua vista quel giorno. Un altro veloce passaggio del sole, sul suo pezzo di terra preferito era cominciato.
Scrutò la valle verdeggiante sotto di lui. Si guardò intorno con prudenza, per paura di essere scoperto, ma nessuno passava vicino al foro
in quel momento. In realtà nessuno di avvicinava al foro da molto tempo, erano tutti così occupati.
Ma lui si era annoiato di quelle cerimonie di studio a cui era costretto ad assistere. A cosa gli serviva tutta quello roba quando poteva
fare come più gli aggradava, giù sulla terra. La testa bionda e riccioluta di Othisi sporgeva proprio sul foro. Con le braccia a penzoloni,
osservava le minute creature alzarsi, svegliate dal sole. Dopo essersi assicurato ancora una volta che nessuno fosse nei paraggi, il piccolo uomo
si gettò dal foro, come aveva fatto già altre sette volte, anche se gli era proibito. Per l’ottava volta attraversò le poche nuvole che pigramente
si muovevano verso sud, e prese possesso del primo umano su cui mise gli occhi.
Un giovane contadino che era appena uscito per controllare lo stato del raccolto, venne dominato da Othisi in un batter d’occhio. 
 
Finalmente di nuovo sulla terra, cominciò a camminare per le strade sterrate della campagna.
Le altre volte aveva solo esplorato le altre fattorie del circondario, questa volta si diresse con decisione verso le alte mura della fortezza.
La migliore tra le opere umane, un inespugnabile torrione dominava la valle dall’alto.
Alla base della grande V che le montagne granitiche avevano formato, da dove arrivava il fiume che fertilizzava la valle sottostante,
era stato costruito il castello di Valverde. Avrebbe voluto andarci prima, dopo le sue prime esplorazioni di prova, ma non vi era riuscito.
Così aveva deciso di servirsi di un contadino. Per vedere da vicino. Aveva scelto bene quell’oggi, il ragazzo era giovane e mingherlino,
proprio come lui. Forse un po’ troppo alto, ma si abituò presto ai movimenti slanciati di quelle gambe lunghe. Non era abituato a muoversi
così lentamente. Il tempo passava veloce, ed arrivò alle mura del castello solo nel tardo pomeriggio. Vi era una strana aura attorno a quelle mura.
Le guardie si allertarono al suo avvicinarsi e lo interrogarono.
 
-“Alt! In nome del Re, per che motivo vi dirigete alla fortezza, quando il sole va per il riposo?”-
 
-“Nulla di grave, ma tardo per il ritiro della paga. Conosco la strada, non mi perderò per la notte.”- Si affrettò a spiegare Othisi,
attingendo alle memorie del giovine, dove aveva letto che saltuariamente i nobili pagavano i lavoratori per delle commissioni.
 
-“Passa pure, figlio di Jacob.”- Si intromise una terza guardia da dentro il casotto, che evidentemente aveva riconosciuto il ragazzotto e fece cenno
affermativo alle altre due.
 
Gli sembrò strano, perchè non vedeva il volto della guardia nei ricordi del contadino. Forse era perchè teneva quel buffo cristallo davanti all’occhio
e non lo vedeva bene...
 
--
 
Attraverso le sottilissime tende semitrasparenti della stanza fece capolino un volto molto preoccupato.
 
-“Madre...”-
 
La donna si girò, con tranquillità, ma con aria sorpresa. Posò il pettine brillante sul tavolo di marmo lucido.
 
-“Iremia, figlio mio, sei pallido. Cosa ti porta nella mia stanza? Hai di nuovo discusso con Chaos? Non è da te agitarti.”-
 
-“No madre, ma vi porto una notizia grave. Othisi non si è visto nè alla cerimonia nè al tavolo. La sua stanza è ordinata, ma vuota. Nessun mentore lo ha visto.”-
 
Sofia si alzò di scatto a quelle parole. Comprendendo perchè perfino Iremia era turbato.
 
-“Hai chiesto ad Orama vero?”-
 
Il ragazzo esitò prima di rispondere, ma lesse negli occhi della madre che ella aveva già compreso. Non poteva essere altrimenti.
La donna si dovette risedere, poichè la preoccupazione le attanagliava lo stomaco.
 
-“Il consiglio ne ha discusso solo due cicli fa, non poteva sapere...”- Cercò di difendere la violazione del giovane fratello Othisi.
 
-“Sarebbe tornato per il tavolo.”- Commentò Sofia con voce tremolante. 
 
Trasse un profondo respiro e si alzò energicamente, per riuscire a riflettere.
 
-“Per fortuna Akatan è lontano.”-
 
-“Temi la sua ira?”-
 
La donna lo fisso negli occhi con decisione, ma la voce che le uscì era leggermente spezzata.
 
-“L’universo intero la teme.”-



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Come mia abitudine, il primo capitolo è corto (già meglio stavolta), inconclusivo ed innocente >.< 
Che dire, stay tuned! :3

 
  
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