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Autore: danzard    26/01/2015    4 recensioni
Una storia SwanQueen ambientata dopo il ritorno di Marian.
> Emma lo stava quasi supplicando.
> Tremotino si voltò per ritornare sul retro del negozio > prima che la tenda si richiudesse dietro di lui, con un movimento della mano che Emma non notò, fece cadere con la magia un libro proprio ai piedi della bionda.
Il libro si era aperto su una pagina, Emma si abbassò per raccoglierlo e una volta preso in mano lesse il titolo di quella pagina.
DEMONI VIAGGIATORI DEI MONDI
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Emma Swan, Nuovo personaggio, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Emma fece avanti e in dietro per il bosco persa nei suoi pensieri, giocando con un piccolo mucchietto di neve, tutto quello che restava del gigantesco mostro ghiacciato che Regina aveva distrutto poco prima. La mora se ne era andata via subito, senza nemmeno degnarla di uno sguardo.
La bionda appallottolò il mucchietto di neve e lo lanciò contro un albero.
Tutto quello che voleva era far pace con Regina, riaverla nella sua vita in un modo o nell’altro.
 
Fu la voce di Killian a riportarla alla realtà << Beh, direi che abbiamo evitato una crisi >>.
 
La bionda si voltò verso di lui e gli sorrise appena << evitata per ora. Qualcuno deve aver creato quella cosa e quel gigantesco muro ghiacciato… non è finita >>.
 
<< Non è mai finita >> rispose lui sorridendo << ecco perché bisogna godersi i momenti di pace, come ora… quindi che ne dici di… >> la prese per i fianchi e cercò di avvicinarla ma Emma si allontanò subito.
 
<< Devo fare una cosa >> la bionda non lo guardò negli occhi.
 
<< Come vuoi, ma poi non dirmi che non mi stai evitando, perché lo stai facendo… e da un bel po’ >>.
 
<< Si, è così >> rispose semplicemente la ragazza guardando per terra << credo di sentirmi in colpa per lei… >>.
 
<< Per Regina? >>
 
<< Si, quello che le ho fatto… non volevo certo farla soffrire >>.
 
Killian la osservò attentamente per alcuni secondi << Può essere, ma c’è anche altro… vero? >>
 
Emma si decise a guardarlo negli occhi << Si, c’è altro. Ma non me la sento di parlarne, non ora. Mi dispiace, devo andare >>.
 
Il pirata non la fermò.
 

 
Emma si diresse nell’ufficio del sindaco, sapeva che li avrebbe trovato Regina. Doveva parlarle, doveva… VOLEVA assolutamente vederla. Erano passate settimane dall’ultima conversazione con la mora, conversazione che non era stata tra le più piacevoli, la Salvatrice aveva viaggiato in dietro nel tempo e aveva svolto il suo compito, il compito per il quale era nata, aveva salvato una vita ma pagandone poi il prezzo: aveva cambiato il futuro. Ad essere precisi a pagarne il prezzo non era stata lei, ma Regina. La donna che la bionda aveva salvato altri non era che Marian la moglie di Robin, fidanzato e Vero Amore di Regina. Con il ritorno di Marian le cose erano cambiate, Robin aveva lasciato la mora per il senso dell’onore, per rispettare una promessa fatta anni prima e ritornare dalla moglie. La sera del loro ritorno al presente cambiò tutto, Emma scopri che la donna che aveva salvato non era una persona qualsiasi e dovette fare i conti con Regina. Dopo che la mora aveva distolto lo sguardo da Robin che riabbracciava felice sua moglie, il suo sguardo si era concentrato sulla bionda. Aveva guardato la Salvatrice con odio ed Emma, per i primi secondi, aveva quasi creduto che Regina potesse colpirla con una palla di fuoco, ma subito dopo lo sguardo di Regina si tramutò in dolore e delusione, la bionda aveva provato a scusarsi, ma fu tutto inutile << mi auguro solo che tu non abbia portato altro dal passato >> furono le ultime parole piene di rabbia pronunciate da Regina, poi la donna si voltò, uscì da “Granny’s” e da quel momento non la vide più nessuno. All’inizio la bionda aveva pensato che fosse meglio così, che fosse meglio lasciarla stare piuttosto che subire un’altra sfuriata, per quanto giustificata. Ma cambiò presto idea, si rese conto di sentire la mancanza di Regina più di quanto potesse immaginare, le mancava il loro modo di punzecchiarsi, il loro parlare di Henry, il modo in cui Regina alzava gli occhi al cielo ogni volta che la Salvatrice diceva qualcosa di stupido o ovvio, le mancava il sentirsi chiamare “Signorina Swan” . Si rese conto anche che, con il passare del tempo, altre cose della mora cominciavano a mancarle, dei dettagli che una persona normalmente non noterebbe, come il modo che aveva Regina di sistemarsi i capelli… più precisamente I MODI, perché Emma aveva notato che il modo della mora di sistemarseli, fosse solo con una semplice scrollata della testa o passandoci le dita, cambiava a seconda dell’umore di Regina, le mancava la sua camminata… così sicura nonostante i tacchi alti, le mancava vedere il modo in cui gli abiti della mora riuscivano a metterle in mostra le curve, le mancavano le gonne un po’ corte che le permettevano di vedere quelle gambe perfette. Le mancava la cicatrice che Regina aveva sul labbro. Emma non aveva mai notato, prima di allora, quanto le piacesse quella cicatrice. Normalmente una cicatrice viene considerata come un difetto, specialmente sul viso, ma alla mora quella cicatrice donava. La rendeva ancora più sexy, messa poi su quelle labbra così carnose e rosse era… oddio c’era da impazzire. La prima volta che la Salvatrice aveva fatto simili pensieri era notte, fortunatamente si trovava da sola, sarebbe stato difficile altrimenti spiegare a chi le stava intorno il motivo del suo improvviso rossore sul viso o dei suoi occhi lucidi. Furono questi pensieri a creare confusione nella mente della bionda, erano questi i motivi che l’avevano spinta ad allontanarsi da Killian, qualcosa non andava. Lei avrebbe dovuto, in teoria, avere quel tipo di pensiero sul pirata, o su una qualsiasi altra persona di sesso maschile e non sull’altra madre di suo figlio. Eppure doveva ammetterlo con se stessa, aveva passato molto tempo ad osservare la mora e per una buona ragione, era chiaro ormai che si fosse innamorata di lei.
 
La porta dell’ufficio era chiusa, ma la luce accesa tradiva la presenza della mora. La bionda si avvicinò alla porta e bussò , dall’altra parte non si sentì il minimo rumore. Emma bussò di nuovo.
 
<< Regina? >>
Nessuna risposta.
 
La bionda provò ad aprire la porta, ma era chiusa a chiave. Decise di bussare ancora << Regina, lo so che ci sei… la luce è accesa >>.
Ancora niente.
 
<< Va bene, se non vuoi parlare allora lo farò solo io >> Emma non voleva arrendersi << Lo so di averti ripetuto fino alla nausea che mi dispiace e so anche che in questo momento a te non interessa, e hai ragione. Non ho pensato alle conseguenze delle mie azioni, non penso mai alle conseguenze delle mie azioni e so che pensi che per colpa mia non sarai mai più felice, ma non è così. Puoi esserlo ancora, puoi essere felice… forse non con lui… ma il tuo lieto fine ci sarà. Troverai una persona che ti ama e che amerai anche più di Robin, devi solo guardarti attorno. C’è una persona che farebbe qualsiasi cosa per te, esiste quella persona… io lo so… >>
 
Ancora nessuna reazione da parte di Regina, la bionda attese qualche minuto.
<< Bene! >> Emma perse la pazienza << Se è Robin che vuoi è Robin che avrai. Combatterò per te, combatterò perché tu possa stare con lui! >> diede un calcio violento alla porta, il rumore fece sobbalzare Regina << aspetta e vedrai, Regina. Tornerai ad essere felice >> La bionda uscì dal municipio.
 
Non fece in tempo a fare due passi che il cellulare suonò, era David.
<< Papà non è un buon momento >>.
<< Emma, devi venire da “Ganny’s” immediatamente. Non so come sia successo, stavamo parlando e ad un certo punto Marian è svenuta e i suoi capelli sono improvvisamente diventati bianchi  >>.
<< Sto arrivando >>.
 

 
Il “Granny’s” era decisamente cambiato dall’ultima volta che c’era stata, i tavoli e le sedie erano stati spostati per permettere a qualche giacca, asciugamano e qualsiasi altra cosa andasse bene di diventare un letto di fortuna per Marian, vicino a lei erano state messe delle stufette elettriche, per mantenerla al caldo. La donna era in quello stato da parecchio tempo e non accennava a risvegliarsi, era viva ma il suo corpo stava diventando sempre più freddo a ogni minuto.
Regina si era materializzata nel locale subito dopo aver ricevuto una telefonata da Mary Margaret che l’aveva informata di tutto. In un primo momento aveva pensato di fregarsene, era stufa di dare e dare ancora, era stufa di tutti gli altri che, invece, prendevano e prendevano, a volte senza nemmeno chiederle se le andava bene. Non solo doveva star male, di nuovo, per aver perso un’altra occasione di essere felice, ma doveva fare la brava e aiutare la persona che, in parte, era responsabile della sua attuale infelicità. Ma alla fine, la parte migliore di lei prese il sopravvento. Lanciò uno sguardo di qualche secondo a Robin, ma lo distolse subito… ci stava ancora male. Decise che era meglio concentrarsi solo su Marian, le era bastata una sola occhiata alla donna che giaceva per terra per capire che qualsiasi tipo di magia l’avesse ridotta così era qualcosa di molto forte. Troppo forte, perfino per lei.
Si limitò a fare un incantesimo per rallentarne gli effetti, un buon modo per prendere tempo e studiare la cosa con un po’ più di calma. A Mary Margaret chiese di chiamare Tremotino, magari lui sapeva o poteva fare qualcosa in più.
 
Proprio in quel momento entrò nel locale Emma, come se la giornata di Regina non facesse già abbastanza schifo.
La bionda appena la vide sgranò gli occhi e disse semplicemente << Regina… >>.
La mora si limitò a risponderle subito con un  << non ora Swan >> voleva mettere in chiaro che non era disposta a nessun tipo di conversazione con lei. Si abbassò verso Marian, non che volesse fare qualcosa, perché al momento non c’era altro che potesse fare, ma voleva mostrarsi impegnata.
 
Alla fine arrivò anche Tremotino. E anche a lui bastò dare un’occhiata per capire che quella era una magia piuttosto complessa. La prima cosa che gli venne in mente fu quella di provare con il bacio del Vero Amore, così Robin si chinò per baciare la moglie. Regina guardò da un’altra parte ed Emma se ne accorse, la bionda sapeva, sentiva che il bacio non avrebbe funzionato… Robin non era il Vero Amore di Marian. Infatti il bacio non funzionò e una parte di Regina era felice per questo. Ma il problema c’era ancora, Marian stava peggiorando, sulle sue sopracciglia ora c’erano dei pezzetti di ghiaccio e le sue labbra stavano diventando blu.
 
Tremotino ci pensò su per un po’ << credo che chiunque abbia fatto questo, sia anche colpevole del muro di ghiaccio e del pupazzo di neve gigante. Questo tipo di magia non è da tutti, ben pochi sono in grado di usarla. Mi viene da pensare che il nostro nuovo nemico non sia altri che la Regina delle Nevi >>.
 
<< La conosci? >> chiese Emma.
 
<< Non l’ho mai vista di persona, so solo che è molto potente. Questo tipo di magia è una bazzecola per lei >>.
 
<< E tu non puoi fare nulla? >>
 
<< Nemmeno il Signore Oscuro può fare qualcosa. Che io sappia ci sono solo due modi per fermare l’incantesimo, signorina Swan, ovvero uccidere la Regina delle Nevi oppure chiederle di liberare questa donna e sperare in un suo atto di bontà >>.
 
<< E per il momento siamo fregati su entrambe le cose, dal momento che non sappiamo chi sia la Regina delle Nevi e non sappiamo nemmeno dove o come trovarla >>.
 
<< Esattamente >> rispose tranquillamente Tremotino sorridendo.
Regina sbuffò, si era stufata di ascoltare quella conversazione << Tutto questo non ci sta portando a nulla >> disse << porterò Marian nella mia cripta, così da poter studiare un qualche piano >> non aspettò di sentire le altre opinioni, appoggiò una mano su Marian e si smaterializzò portando la donna con se.
 
<< E noi che facciamo invece? >> chiese Mary Margaret.
 
<< Voi non lo so, io torno al negozio… ho delle faccende da sbrigare >>.
 
<< Ma abbiamo bisogno anche del tuo aiuto >> disse David.
 
<< Come vi ho già detto, nemmeno il Signore Oscuro può fare qualcosa con quel tipo di magia >> fece per uscire dal locale << ma lascerò che Belle controlli tra i miei libri, se troverà qualcosa vi informerà >> e uscì dal locale.
 
<< Va bene, allora papà ed io andremo in giro per Sorybrooke, magari qualcuno ha visto o sentito qualcosa >> concluse Emma.
 

 
Erano passati giorni ormai e della Regina delle Nevi non c’era traccia. Emma e David chiesero ad ogni singolo abitante di Storibrooke, ma nessuno poté essere loro di aiuto. Ad un certo punto si erano perfino diretti al granaio dove, tempo fa, Emma e Killian erano stati risucchiati nel vortice temporale. Non trovarono nulla, salvo un po’ di ghiaccio che aveva in qualche modo distrutto un oggetto, un calice? Un vaso? Non si capiva.
La bionda stava davvero provando a concentrarsi sulla questione “Regina delle Nevi”, ma nei momenti di solitudine come quello non poteva non pensare a Regina. Era stata felice di rivederla al “Granny’s”, nonostante le circostanze non fossero le migliori, ma finalmente era riuscita a vederla, era tornata a respirare. Certo il sentirsi dire << non ora Swan >> con quel tono freddo e tagliente non era stato il massimo, ma almeno le aveva parlato. Aveva sentito una fitta al cuore la bionda, quando aveva visto Regina distogliere lo sguardo da Robin mentre baciava la moglie… alla mora importava ancora di lui.
 
<< Se è Robin che vuoi è Robin che avrai. Combatterò per te, combatterò perché tu possa stare con lui! >>.
 
La sua era stata una promessa un po’ azzardata, come diavolo avrebbe fatto a far tornare Robin da lei?
Un altro viaggio nel tempo era da escludersi, aveva già fatto troppi danni con il primo. Certo, c’era sempre la remota possibilità che Marian non sopravvivesse all’incantesimo della Regina delle Nevi… no. Non avrebbe mai permesso che quella donna morisse, avrebbe trovato un modo. Un modo per salvare lei e aiutare Regina. Il bacio del vero amore non aveva funzionato, forse perché Robin è il Vero Amore di Regina e non di Marian… quindi… forse… forse da qualche parte c’era il Vero Amore di Marian. Se fosse riuscita a trovarlo Marian sarebbe guarita, si sarebbe innamorata di questa persona e avrebbe lasciato in pace Robin e Regina.
Emma si fermò di colpo, mentre il suo piano prendeva forma nella sua mente.
Le era stato raccontato di come Trilli avesse mostrato a Regina chi fosse il suo Vero Amore, era bastata della polverina magica. La fatina avrebbe potuto fare la stessa cosa con Marian. Ci sarebbe riuscita, non aveva alcuna importanza se dopo si sarebbe ritrovata, per il resto della sua vita, con l’immagine di Regina e Robin sotto gli occhi, con la mora mano nella mano con lui, con lei che lo baciava, che gli sorrideva, che lo portava a casa per fare l’amore, l’unica cosa che contava era rendere Regina felice.
Riprese a camminare, diretta alla pensione Granny’s, dove era sicura di trovare Trilli.
Emma bussò impaziente la porta della stanza, la fatina venne ad aprire dopo poco.
 
<< Emma che ci fai qui? >> chiese Trilli sorpresa.
 
<< Scusa se sono venuta senza preavviso >> la bionda entrò senza aspettare l’invito della fatina << ho bisogno del tuo aiuto. Devi aiutarmi a cercare il Vero Amore di Marian >>.
 
Trilli corrugò la fronte << Cosa? >>
<< Mi hanno detto che sei stata in grado di trovare il Vero Amore di Regina. Mi serve che tu faccia la stessa cosa per Marian >>.
 
<< Quando ho fatto quella cosa per Regina, Turchina mi ha tolto le ali… non voglio che succeda ancora >>.
 
<< Useremo quella polvere per aiutare delle brave persone, Turchina non avrà nulla da ridire a riguardo, spezzeremo l’incantesimo di Marian, le troveremo la persona con cui potrà essere felice. Aiuteremo Regina, una Regina buona che merita il… Vero Amore… >> aggiunse le ultime due parole con un po’ di fatica, continuava a chiedersi perché le cose non potessero essere diverse per se stessa, per Regina, per Marian e per Robin.
 
<< Beh, se la metti così… >> la fatina ci penso su un attimo << non credo ci saranno problemi >> sorrise << ho con me della polverina, andiamo da Marian e versiamone un po’ addosso a lei e vediamo che succede >>.
   
 
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