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Autore: BettyLovegood    26/01/2015    3 recensioni
Leo guardó la ragazza al suo fianco e non poté fare a meno di continuare a sorridere.
Ok, forse non era proprio un bel momento per ridere dato che aveva appena dato accidentalmente fuoco a quasi tutte le piante del giardino di Calipso. Ma vederla li, davanti a lui con i suo occhi color caramello che scintillavano, i capelli chiari che le ricadevano in modo disordinato su una spalla, le labbra socchiuse, le mani posate sui fianchi, circondati da quello splendido abito bianco che la faceva assomigliare a una dea, gli provocava una contentezza mai provata prima.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Leo Valdez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' che sei tu. E quando si tratta di te io non lo so che mi succede.
Per quanto cerca di trattenermi, se si tratta di te io sono felice.
Carlos Ruiz Zafòn, L'ombra del vento.

 

 

-Ti sembra il caso di sorridere, Valdez?.
Leo guardó la ragazza al suo fianco e non poté fare a meno di continuare a sorridere.
Ok, forse non era proprio un bel momento per ridere dato che aveva appena dato accidentalmente fuoco a quasi tutte le piante del giardino di Calipso. Ma vederla li, davanti a lui con i suo occhi color caramello che scintillavano, i capelli chiari che le ricadevano in modo disordinato su una spalla, le labbra socchiuse, le mani posate sui fianchi, circondati da quello splendido abito bianco che la faceva assomigliare a una dea, gli provocava una contentezza mai provata prima.
Insomma, Leo non poteva di far a meno di essere felice quando stava con lei.
Si sentiva leggero, il suo cervello smetteva di pensare, il suo cuore accelerava e le sue labbra continuavano a piegarsi in un sorriso.
La ragazza si avvicinó, diretta verso l'incendio, ormai domato, per controllare i danni.
Al suo passaggio il cuore di Leo perse un battito. Inspiró forte il suo profumo di vaniglia e si lasció trasportare in un mondo da poco conosciuto, a cui  aveva affibbiato il nome di Calipsolandia.
Le andó vicino e l'aiutó a ripulire il disastro. Non aveva poi provocato un granché, solo qualche piantina e qualche fiorellino carbonizzato, ma Calipso sembrava comunque sul punto di ammazzarlo.
Continuava ad imprecare contro Leo e contro il fuoco, e quest'ultimo continuava a ripeterle che era stato solo un incidente.
Uno stupido incidente causato dalla sua presenza...
Mentre stava fondendo del metallo - che serviva per costruire un ciondolo da regalare a Calipso - si era distratto un attimo a guardare la ragazza che cantava alle  piantine.
Era cosí bella, seduta li a guardare le piccole piantine che crescevano.
Il volto sorridente, gli occhi semichiusi e la bocca aperta a cantare quella melodiosa canzone che l'aveva incantato.
In quel preciso istante Leo capi cosa significava essere innamorati di qualcuno.
Lui non si era mai innamorato di nessuna ragazza, ci aveva provato un pó con tutte, ridendo e scherzando come era solito fare, ma nessuna le aveva trasmesso le stesse sensazioni che gli trasmetteva Calipso.
Da quando era atterrato sulla sua isola non poteva fare a meno di notare quanto fosse bella e si, anche piuttosto arrabbiata.
 Piano piano si era abituato e lei, e lei aveva fatto lo stesso con lui.
E Leo sapeva, fin da quando era comparsa la zattera per portarlo via e quando lei lo aveva baciato, che Calipso provava qualcosa per lui.
Ed é anche per questo che le aveva promesso di tornare a riprenderla, le aveva promesso di portarla via da quell'isola che la imprigionava da tanto, anzi troppo tempo.
E l'aveva fatto, perché se c'é una cosa che Leo Valdez sa fare é quella di mantenere le promesse, soprattutto quelle piú assurde e strane.
Leo aveva mantenuto la sua promessa, c'era voluto un bel pó di tempo, ma lo aveva fatto.
Aveva lavorato incessantemente ore su Festus, passando notti in bianco e ignorando i suoi amici che gli dicevano di smetterla, di riposarsi almeno un pó.
Ma lui non poteva fermarsi fino a quando non aveva concluso il suo lavoro, solo allora sarebbe stato i grado di prendersi un pó di riposo.
Cosí aveva lavorato, per giorni e giorni senza fermarsi, senza uscire mai dal Bunker 9, facendosi vedere solo ogni tanto dai suoi fratelli per chiedere un pezzo che gli mancava.
L'unico che sembrava capire era Percy, che si era perfino proposto di aiutarlo. Leo sapeva che il figlio di Poseidone si sentiva in colpa per aver lasciato Calipso sola su quell'isola, per non essere rimasto con lei, ma non poteva dirgli niente.
Percy era da sempre innamorato di Annabeth, e Leo -come tutti del resto- sapeva che lui avrebbe fatto di tutto per stare con lei, perfino attraversare il Tartaro o spezzare il cuore -giá distrutto molte volte- di una povera ragazza rimasta per l'ennesima volta sola su un'isola.
A lavoro concluso Leo era talmente impaziente di andarsene che non disse niente a nessuno.
Lasció un piccolo foglietto e partí nel cuore della notte, in groppa al suo drago volante.
Durante i giorni di viaggio Leo si era immaginato le molte reazioni che Calipso poteva avere una volta arrivato: si era immaginato il suo volto sorpreso, quello felice, quello stupito e chissá perché anche quello arrabbiato.
Forse perché, in cuor suo, Leo sapeva di non essere proprio il tipo di ragazzo che atterra di solito sulla sua isola.
Leo non é mai stato un eroe, come Percy o Ulisse, ed é per questo che rimase stupito di fronte all'apparizione della zattera.
Leo non era mai stato un valoroso eroe, e forse non lo sarebbe mai diventato, ma le aveva promesso di tornare e lo stava facendo.
Quando atterró su Ogigia, per la seconda volta inspiró forte l'odore di vaniglia presente nell'aria e andó incontro alla ragazza, che lo stava fissando a bocca aperta, con un’espressione decisamente sbalordita.
-Ciao raggio di sole.- l’aveva salutata lui, con un sorriso.
Calipso non si mosse neanche di un centimetro, continuò a guardare Leo e il suo drago a bocca aperta.
-Sei.. sei tornato.- mormorò infine Calipso, continuando a guardare il sorridente figlio di Efesto.
Leo stava per parlare, quando lei scoppiò a piangere, e continuò così per un bel po’.
Il ragazzo le dava dei colpetti sulla schiena, per farla calmare, ma non sembrava funzionare.
In realtà Leo voleva abbracciarla, o anche baciarla, ma aveva paura della sua reazione, così continuò a consolarla in silenzio.
-Perché l’hai fatto?- chiese improvvisamente la ragazza con voce roca, a causa del pianto.
Leo non si aspettava una domanda del genere, anche se la risposta ce l’aveva.
Guardò la ragazza, che aveva uno sguardo che Leo faticò a decifrare, sembrava che lo stesse rimproverando per quello che aveva fatto. Sospirò, convinto che lei non voleva il suo ritorno.
-Sono tornato perché so quanto è difficile essere soli.- Le disse, scrutando la ragazza.  – Perché sono convinto che nessuno merita di rimanere imprigionato su un’isola per secoli, senza la compagnia di nessuno. Nessuno lo merita, tantomeno una bella ragazza come te. E so di non essere un valoroso eroe, come tutti gli altri che sono stati mandati su quest’isola, ma ti ho fatto una promessa, e io mantengo sempre le promesse.
Calypso guardò il ragazzo  e non potè far a meno di sorridere.
-Hai ragione, tu non sei come gli altri.- gli disse, guardando il suo volto che si contorceva in una smorfia. –Tu forse non sei un valoroso eroe , ma sei tornato da me, hai fatto quello che tutti gli altri hanno dimenticato di fare. Ed é proprio per questo che tu non sei come gli altri Leo.
Gli disse avvicinandosi piano piano a lui. Leo sentí il cuore accelerare, e pensó di rischiare un infarto quando la ragazza posó le sue labbra sulle sue, in un tenero bacio che sapeva di dolce.
Leo strinse la ragazza, passandole una mano tra i capelli e sorrise, come non aveva mai fatto prima.
-Tu non sei come gli altri.- moromoró Calypso sul suo petto. -Sei decisamente meglio.
Leo la bació nuovamente, perdendosi sulle sue labbra morbide e calde.
-É normale raggio di sole.- le disse facendole l'occhiolino. -Io sono il grande Leo Valdez, nessuno é come me.
Calypso rise e lui si beó del suono della sua risata, che ricordava tanto il suono di un pianoforte.
Era come sentire la melodia piú dolce e bella mai suonata al mondo.
E quel giorno, quando l'aveva sentita cantare aveva capito quanto meraviglioso e soprattutto pericoloso -dato che aveva causato un incendio- fosse innamorarsi.
Perché lui si era innamorato di Calipso, del suo viso, dei suoi capelli, del suo corpo, ma soprattutto si era innamorato  di Calipso che lo sgridava ogni momento, della risata che usciva dalla sua bocca quando lui la faceva ridere, dei baci che gli lasciava, del profumo di vaniglia che liberava al suo passaggio, del modo in cui curava le sue piante.
Si era innamorato di Calipso e questa cosa gli piaceva tantissimo, e si sentiva estremamente felice quando la osservava di nascosto ogni volta che ne aveva l'occasione.
Quando stava con Calipso tutto sembrava diverso, i colori, i suoni, tutto sembrava piú bello e soprattutto piú vivo.
Perché é questo che succede a chi si innamora: tutto il mondo intorno a lui cambia, come se lo si guarda da un'altra prospettiva. Una prospettiva decisamente migliore.
E Leo era felice, estremamente felice di stare con lei.
Anche adesso, che lo stava guardando male per il disastro che aveva combinato, Leo non poteva smettere di sorridere.
-Si puó sapere perché continui a sorridere come un idiota?.
Leo si avvicinó alla ragazza e le circondó la vita con un braccio, attirandola a se.
-E che sei tu.- le disse piano, guardando i suoi splendidi occhi color caramello. -E quando si tratta di te io non posso far a meno di essere felice.
Calypso guardó il ragazzo, un sorriso si fece strada sul suo volto e gli diede un bacio.
Leo sentí il corpo andare a fuoco, e per un momento pensó che stesse provocando un altro incendio, ma poi si rese conto che il fuoco proveniva da dentro di lui.
Aveva dentro un fuoco carico di emozioni che lo facevano scombussolare tutto.
-Sai sempre come scampartela, Valdez.
Gli disse la ragazza, poggiando la testa sulla sua spalla.
Leo rise, e si godette quel piccolo momento cosí perfetto.
In quel momento, abbracciato alla ragazza di cui era innamorato, l'unico pensiero di Leo fu che si sentiva il ragazzo piú fortunato del pianeta, alla faccia degli stupidi eroi che si erano persi tutto questo.



 

 

 

Angolo di B.
Ciao :33
Stamattina ho letto la frase di Zafòn (il mio scrittore preferito *-*) e mi è venuta in mente questa storia.
Amo Leo e amo il fatto che abbia promesso a Calipso di ritornare.
Sul serio, ho pianto tipo una settimana quando ho letto quella parte del libro.
Vabbè, spero vi piaccia. Fatemi sapere :D
With love B <3




 

   
 
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