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Autore: ReRuIchi    26/01/2015    5 recensioni
Durante il combattimento contro Hidan e Kakuzu la strategia di Shikamaru non funziona. Ino riesce a scappare grazie al sacrificio di Choji ma viene raggiunta dai due membri dell'Akatsuki. Kakuzu, accortosi delle sue abilità di ninja medico, decide di portarla con loro così da risparmiare per le cure mediche. Mini-long HidaInoKaku (w i crack!). Buona lettura e fatemi sapere che ne pensate! Ciao ciao a tutti!
P.S. il rating potrebbe variare
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Hidan, Ino Yamanaka, Kakuzu
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Durante i primi mesi passati con loro l'unico sentimento che albergava nel cuore di Ino era il disprezzo. Infatti, oltre all'averla strappata dalla sua terra e aver ucciso tutti i suoi compagni quegli zombie erano impossibili da sopportare.

L'avarizia e l'attaccamento al denaro di Kakuzu erano esasperanti; quell'uomo avrebbe venduto la sua stessa madre per qualche spicciolo affermando anche di aver fatto un grande affare. E dato che era lui il detentore del denaro che serviva per sopravvivere l'unica cosa che Ino potesse fare era adattarsi perché, ogni volta che si lamentava del cibo scadente che era costretta a mangiare ogni maledetto giorno o degli alberghi più sporchi di una stalla in cui dormivano, Kakuzu le lanciava un'occhiataccia condita con minacce che variavano a seconda del suo umore: a volte minacciava di ucciderla e altre di venderla come prostituta . E ad Ino quell'uomo faceva molta paura, all'inizio, quindi preferiva non dire più nulla.

Ma lui era molto più sopportabile dell'altro e Ino passava nottate intere sveglia a chiedersi come il suo adorato Sensei avesse potuto perdere contro un tale idiota. Non c'era altra parola che si adattasse di più a Hidan, altro che "pazzo, sadico assassino" come l'aveva definito ai tempi Shikamaru. Si lamentava continuamente, faceva di tutto per far innervosire lei o Kakuzu con stupide battute ed era impossibile portarlo in giro nei locali data la sua innaturale maleducazione. Dopo un po di tempo passato con loro, però, Ino si rese conto che non lo faceva apposta. Era semplicemente idiota e così la ragazza giunse alla conclusione che era meglio ignorarlo la maggior parte del tempo; non serviva a niente, ma almeno era un tentativo.

Si erano fermati in una delle solite bettole per cena dopo aver passato tutto il giorno a girare come anime in pena perche Kakuzu stava cercando un valido mercante a cui vendere il corpo di un pover'uomo al prezzo che secondo lui fosse giusto. Ino era esausta e aveva fame dato che il taccagno aveva deciso di saltare il pranzo.

Si sedettero e aspettarono le loro porzioni in silenzio, cosa che stupì non poco Ino. Si voltò verso Hidan, osservandolo come se fosse un fantasma. Possibile che ancora non avesse detto nulla? Se la fame gli faceva questo effetto Kakuzu avrebbe dovuto continuamente non permettergli di nutrirsi, quella pace era qualcosa di innaturale.

E infatti non durò per molto.

-Che cazzo di roba sarebbe questa?-chiese mentre osservava disgustato il suo pasto.

-Carne-rispose con tranquillità Kakuzu, facendo innervosire ancora di più Hidan che gettò malamente il pezzo di carne poco cotto sul piatto.
-Sono stufo di mangiare questa merda, mi sono beccato tre intossicazioni alimentari negli ultimi mesi e la settimana scorsa ho trovato degli scarafaggi morti nella minestra! Hai capito vecchia mummia?! Degli scarafaggi morti!-
-Borbotta quanto vuoi, non cambierò idea. Ma tu potresti perdere per sempre qualcosa a cui tieni molto, Hidan. Perciò stai attento-lo liquidò Kakuzu lanciando un'occhiata molto eloquente al suo cavallo dei pantaloni. Il compare sgranò gli occhi e iniziò a sudare. Infilzò la sua carne con una forchetta ed iniziò a mangiare senza emettere suoni. Ino non osò parlare, felice di poter passare almeno una semplice serata in santa pace anche perché quel giorno Kakuzu sembrava più irritabile del solito. Non sapeva cosa fosse successo, fatto sta che l'uomo aveva passato tutta la giornata in disparte e, qualche volta, lo aveva sorpreso mentre la fissava con sguardo pensieroso e indagatore, come se si trovasse di fronte ad un puzzle e non riuscisse a trovare l'ultimo pezzo mancante. La ragazza avrebbe voluto indagare sul perché di quel comportamento ma aveva imparato che Kakuzu era meglio lasciarlo stare quando si trovava in quello stato. 

Dopo alcuni minuti di totale silenzio si sentì un forte tuono rimbombare; Ino squittì per lo spavento e Hidan, affianco a lei, sghignazzò.

-Paura dei tuoni, biondina?-odiava quel soprannome e soprattutto quel tono derisorio che usava spesso con lei.


-Sta zitto-borbottò bevendo un bicchiere d'acqua e cercando di calmarsi. Era imbarazzante da ammettere ma Ino aveva da sempre avuto paura dei temporali; ricordava quando le rare volte in cui a Konoha scoppiavano forti tempeste si rifugiava nel letto di suo padre singhiozzando, mentre lui la abbracciava e le accarezzava la testa per farla calmare. Anche Asuma-sensei faceva lo stesso quando, durante le missioni, venivano sorpresi da forti temporali ed erano costretti a rifugiarsi da qualche parte.
Erano bei tempi quelli in cui c'era sempre qualcuno al suo fianco pronto a sostenerla e le sue uniche preoccupazioni erano trovare l'ombretto del colore giusto o il vestito perfetto per questo o quell'evento.


-Ino, ti sei addormentata?-la voce di Kakuzu la strappò con forza a tutti quei dolci e meravigliosi ricordi, catapultandola di nuovo in quel mare di orrore e tristezza che era la sua attuale vita. Lo guardò scocciata.


-Cosa?-


-Devi controllare se il nuovo cuore si è completamente abituato al mio corpo-


Ecco, questa era la parte che odiava di più tra tutte. Poteva sostenere di essere loro prigioniera, di mangiare e dormire in posti schifosi, di sopportare Hidan e di ricevere varie minacce di morte ogni giorno ma quando Kakuzu le chiedeva cure mediche Ino si sentiva disgustata e ogni centimetro del suo corpo tremava dalla rabbia. Quella era l'unica cosa che la manteneva in vita e allo stesso tempo la uccideva lentamente.


-Ti ricordo che ho già fatto l'ennesimo controllo due settimane fa ed era tutto apposto-disse con calma, cercando di contenere tutta la rabbia che aveva dentro.


-Ed io ti ricordo che non sei tu a decidere cosa fare, quindi svolgi il tuo lavoro altrimenti...-ma Ino lo interruppe alzandosi in piedi con talmente tanta foga che la sedia cadde all'indietro, osservando Kakuzu come se volesse tagliargli la gola.


-Altrimenti cosa? Mi uccidi? Non sai dire altro, credi davvero che sono talmente attaccata a questa orribile vita da aver paura di morire?!-Kakuzu la fissò tranquillamente, sapendo che quella sarebbe stata la sua reazione e decise di arricchire il carico.


-Gettare via il sacrificio di un amico in questo modo, che cosa patetica-disse atono, senza interrompere il contatto visivo con lei. Quelle parole furono come un pugno allo stomaco per Ino; per un attimo le mancò il fiato ma la rabbia e la sua sopportazione avevano superato il limite.


-Non osare-ringhio-Non permetterti di usare Choji come pretesto per aiutare voi due mostri!-


-Ehi ehi, mostri mi pare un po troppo eccessivo-HIdan, che ovviamente non aveva capito la gravità della situazione, pensò bene di intervenire e afferrò Ino per una spalla così da poterla guardare in faccia ma tutto ciò che ricevette fu un pugno spaventosamente forte che lo fece volare dall'altra parte della stanza. I pochi clienti, spaventati, corsero via dal locale gridando. In pochi secondi erano rimasti solo loro e l'unico suono che poteva udirsi era l'ansimare di Ino che, la mano con cui aveva colpito Hidan stretta ancora a pugno, si voltò verso Kakuzu il quale aveva deciso di alzarsi e la sovrastava con la sua imponente mole. Ma Ino non si lasciò intimidire e continuò a guardarlo negli occhi.


-Io sono stufa di tutto questo-continuò-Stare con voi equivale ad essere già morta! Avresti dovuto avere pietà di me e uccidermi mesi fa!-


-Lo credi davvero?-chiese Kakuzu mentre la osservava con attenzione.


-Sì, lo credo davvero! Vi odio, mi avete portato via tutto. Tutto è andato, e la colpa è solo vostra!-sentiva le lacrime pizzicarle gli occhi e non voleva farsi vedere in quello stato da loro così, prima che Kakuxu riuscisse ad afferrarla, uscì di corsa dalla locanda e fuggì.


Pioveva talmente forte che la ragazza non era nemmeno in grado di vedere dove stesse andando ma non le importava. Non sentiva la pioggia che l'aveva già inzuppata per bene, nè il fango che le rendeva i movimenti molto più lenti e difficoltosi o i tuoni che esplodevano con forza.
Nella sua mente c'erano solo odio, rabbia e solitudine. Non voleva più stare lì, voleva morire. Era pronta, al diavolo la promessa fatta a Choji.
Come poteva vivere insieme alle persone che l'avevano distrutta? Quello non era vivere, ma essere torturati ogni singolo giorno.


Il locale in cui avevano cenato si ergeva sul picco di una montagna sotto la quale scorreva un fiume molto agitato a causa del forte vento. Ino non si accorse della buca che si trovava di fronte a lei e inciampò, cadendo a terra e rotolando fino al bordo del dirupo. Il suo istinto da ninja la spinse ad afferrare la roccia per evitare la caduta.
Respirando affannosamente osservò cosa si trovasse sotto di lei ma non riuscì a vedere nulla eccetto le sue gambe che penzolavano. Una caduta simile l'avrebbe uccisa sicuramente.
Poteva tirarsi su senza problemi ma ne valeva davvero la pena? Voleva vivere in quel modo?
I volti felici sorridenti di Shikamaru, Choji e  Asuma  le apparvero davanti agli occhi, e Ino fece la sua scelta. Voleva stare con loro.


-Arrivo ragazzi-sussurrò-E scusami Choji-chiuse gli occhi lasciò la presa, sperando di morire sul colpo e smetterla una volta per tutte di soffrire così tanto.


Ma qualcuno la afferrò con forza per il polso prima ancora che iniziasse la caduta. Si sentì trascinare nuovamente in alto e il suo corpo fu premuto contro quello di un'altra persona che la strinse forte ed iniziò a correre.


-Ma cosa combini, Ino-quella voce lei la conosceva, solo che non aveva mai sentito pronunciare parole in maniera così dolce.


-Hi-dan?-chiese con un filo di voce che l'uomo riuscì comunque a sentire.


-E poi sarei io l'idiota che non ragiona-le rispose stringendole la testa contro il petto per proteggerla dalla pioggia-L'ho trovata!-gridò per poi fermarsi sotto un albero così da potersi riparare. Ino mosse la testa dal caldo petto di Hidan quel tanto che bastava per vedere la figura di Kakuzu che avanzava sotto la pioggia. Quando arrivò di fronte a loro fissò Ino con attenzione per poi abbassarsi così da poterla guardare in faccia.


-Finché sei in vita puoi continuare a lottare e migliorare le tue condizioni, ma una volta morti puoi dire addio a tutte le tue speranze e ai tuoi sogni, e te ne andrai portando con te il rimorso di essere stata una debole codarda. Non dimenticarlo mai, ragazza- Ino lo guardò, lasciando che quelle parole le si insinuassero el cuore e nell'anima. Perché Kakuzu aveva ragione, e lei era stata stupida. Ino Yamanaka non era una codarda, e lo avrebbe dimostrato al mondo intero. Però c'era una piccola curiosità che voleva togliersi, e doveva farlo prima di perdere i sensi.


-Perché mi avete salvato, Kakuzu?-chiese con voce flebile. L'uomo la guardò senza rispondere, e si rivolse al suo compare.


-Hidan, portala nella locanda e raggiungi la stanza 32, toglile quei vestiti inzuppati e mettila al caldo. Non fare l'idiota come il tuo solito, sai cosa intendo. Vi raggiungerò tra poco-


-Tzè, come osi insultarmi vecchia cariatide! Vado- e dopo questo scambio di battute i due si separarono. Hidan sistemò Ino nel letto matrimoniale, avvolgendola attorno a un mantello asciutto che aveva come ricambio e si stese affianco a lei, stringendola con la speranza di riscaldarla il prima possibile mentre lanciava maledizioni verso il suo partner che aveva deciso di farsi un giro sotto l'acquazzone.
*
Quando Kakuzu tornò in stanza erano passate poco più di due ore. Ino si era addormentata da un pezzo mentre Hidan era ancora sveglio e stava gironzolando nella stanza. Quando l'uomo rientrò, Hidan gli si precipitò addosso.


-Ma si può sapere cosa cazzo dovevi fare? E perché oggi hai le palle così girate? È colpa tua se la ragazza è andata fuori di matto, non sono stupido ho visto che l'hai fatto apposta!-disse Hidan con astio, tentando comunque di moderare il tono di voce per evitare di svegliare Ino. Kakuzu lo guardò stupito.


-Allora non sei l'asino che ho sempre creduto-gli disse, suscitando ancora più irritazione al compagno.


-Vecchia prugna, io...-ma Kakuzu non lo lasciò finire.


-Dimmi, sai quanto tempo è passato da quando abbiamo preso Ino con noi?-quella domanda sorprese non poco Hidan, che dovette riflettere un momento prima di rispondere.


-Che diavolo ne so, saranno due mesi-


-Quattro-disse Kakuzu senza esitazioni-Sono quattro mesi che lei è con noi ormai. E nessuno lo sa, il Capo compreso-a quella dichiarazione Hidan sgranò gli occhi.


-Ma che cazzo, non gliel'hai ancora detto?-a quell'affermazione Kakuzu rimase per un pò in silenzio, osservando la figura dormiente di Ino. 


-In realtà la mia intenzione era quella di farla fuori una volta che il mio nuovo cuore non avesse avuto più problemi, ecco perché non ho detto nulla. Dopotutto, ero certo che un mese di cure sarebbe stato sufficiente, e non avevo sbagliato i calcoli-


-Mi spieghi dove vuoi arrivare?-chiese Hidan esasperato.


-Il cuore di Kakashi Hatake si è adattato perfettamente al mio corpo e non mi infastidisce più da tempo ormai, eppure lei è ancora viva. Quello che è successo oggi era una prova sia per me che per te-


-Una prova? Per capire cosa?-


-Perché non l'abbiamo ancora uccisa-dopo quelle parole la stanza cadde in un profondo silenzio. Hidan era rimasto leggermente sconvolto di fronte a quella dichiarazione e non poteva negare il fatto che Kakuzu avesse ragione. Qualcosa era successo tra loro. Ricordava che l'avere Ino intorno inizialmente lo innervosiva e molte, moltissime volte aveva pensato di sacrificarla a Jashin quando Kakuzu non era nei paraggi. Il suo dio avrebbe sicuramente gradito una giovane donna bella e pura. Ma negli ultimi tempi quei pensieri avevano completamente abbandonato la sua mente senza che lui se ne accorgesse, e l'agitazione che aveva provato quando aveva visto Ino sparire sotto la pioggia lo avevano portato alla conclusione che lui non voleva più la morte di quella ragazza. Il perché non lo conosceva, o meglio, non era ancora pronto ad ammetterlo a se stesso.


-Dammi l'anello-disse all'improvviso Kakuzu, cogliendolo di sorpresa.


-E perché?-chiese.


-Il compito affidatoci dal Capo era catturare la forza portante della Volpe che risiede a Konoha. Non possiamo portare Ino lì, ovviamente; inoltre anche se ci rifiutassimo di compiere questa missione ci verrebbe affidata la cattura di un'altra forza portante ed anche in quel caso non potremmo portarci dietro Ino dato che potrebbe finire coinvolta nello scontro e rimanere uccisa. Dunque, dato che questa notte siamo giunti ad una conclusione, e cioè che per nostri motivi personali non vogliamo separarci da quella mocciosa, ci resta solo una soluzione-


-Lasciare l'Akatsuki-concluse il discorso Hidan per lui.


-Esatto, alla fine non sarà un grande sacrificio per noi. O sbaglio?-


-Niente affatto compare, odio seguire gli ordini di quel miscredente. Mi hanno dovuto ricattare per entrare-ghignò al ricordo-O meglio, TU mi hai ricattato-


-Sì, me lo ricordo. Allora siamo d'accordo?-disse sfilandosi l'anello. Hidan fece lo stesso e glielo lanciò.


-Siamo d'accordo, ma ho un'ultima cosa da chiedere prima che raggiungi il Villaggio della Pioggia-Kakuzu si voltò guardandolo con curiosità.


-Cosa?-


-Tu mi detesti, e io detesto te. Perché non mi hai proposto di andare ognuno per la propria strada?-i due rimasero a fissarsi per un pò prima che Kakuzu rispose.


-Sei proprio un asino-disse scuotendo il capo. Hidan ringhio un "ehi" ma Kakuzu continuò a parlare-Primo: tu sei l'unica persona al mondo capace di potermi fare da partner e per quanto mi pesi ammetterlo lavoriamo bene insieme. Mi servirà un pò di aiuto dato che da ora in avanti non saremo più sotto la protezione dell'Akatsuki e, credimi, non sarà per niente facile vivere tranquilli da ora in poi. Secondo: dato che tutti questi cambiamenti stanno avvenendo perche nessuno dei due vuole separarsi da Ino siamo praticamente costretti a rimanere insieme. Hai capito ora, idiota?-


-Quanto sei loquace sta sera, vecchia mummia. Si ho capito, aspetteremo qui il tuo ritorno-


-Bene. Non combinare cazzate mentre non ci sono e prendi questi-disse lanciandogli un sacchetto pieno di banconote-Usuali solo ed esclusivamente per mangiare e pagare la stanza. Getta via il mantello dell'Akatsuki, comprane due nuovi e alcuni vestiti per lei. Se torno e il sacco è vuoto ti taglierò la testa. Ci vediamo tra quattro giorni massimo. Se non torno prendila e vai via-


-Ah, quanto sei paranoico Kaku-chan-lo ha sfottuto Hidan-Staremo bene e quando tornerai ce ne andremo da questo schifo di posto-Kakuzu gli lanciò un'ultima occhiataccia prima di sparire oltre la porta. 

Hidan rimase ad osservare il muro, perso nei suoi pensieri. Lasciare l'Akatsuki era un sogno per lui ma non avrebbe immaginato che sarebbe stato Kakuzu a proporlo. Si sedette ai piedi del letto in cui riposava Ino e la osservò attentamente.

-Chissà come ci sei riuscita, piccola biondina-disse più a se stesso che a lei. Sbadigliò sonoramente prima di infilarsi nel letto e addormentarsi. Avrebbe lasciato le sue riflessioni al giorno dopo.

 

                                                                                   ***

Scusate il ritardo madornale, ci ho messo davvero tanto a scrivere questo capitolo. Da ora in avanti la storia seguirà il rating arancio ne in tutto e per tutto (principalmente a causa del linguaggio estremamente fine di Hidan). Ne approfitto per ringraziare tutti coloro che seguono la storia, hanno lasciato recensioni, l'hanno aggiunta alle preferite e ringrazio anche tutti coloro che la leggono! Al prossimo capitolo :)

  
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