Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: 1rebeccam    26/01/2015    12 recensioni
ULTIMO CAPITOLO scrisse all’inizio del foglio di word a lettere maiuscole, mosse il mouse e puntò il cursore sull’icona ‘centra’.
La scritta troneggiò al centro superiore del foglio virtuale.
Si sistemò per bene sulla poltrona di pelle e, sospirando, cominciò la fine del suo racconto.
Genere: Angst, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Capitolo 59
­


-Sono quasi morto per mano di uno psicopatico, cosa può esserci di più importante che sbaciucchiarmi e coccolarmi per farmi superare lo shock?-
Kate si lascia andare ad un altro bacio, sorride sulle sue labbra e strofina il naso al suo, mettendogli poi le mani sul petto per allontanarsi da lui.
-Dobbiamo parlare di Abraham!-
Rick abbandona la sua aria da bambino coccolone e la guarda serio.
-Lo hai detto anche ieri sera prima di addormentarti. Parlare di Abraham a che proposito?-
La segue con lo sguardo mentre si alza, sistema una sedia di fronte a lui e, dopo essersi seduta, gli prende le mani.
-Mi serve il tuo aiuto per una questione che lo riguarda… sempre che tu te la senta!-
-Perché non dovrei sentirmi di aiutarti?-
Kate abbassa lo sguardo per un attimo e lui annuisce, capendo i suoi pensieri.
-Oh… non si tratta di aiutare te, ma lui! Credi che ce l’abbia con Abraham per quello che è successo?-
Lei solleva lo sguardo e lui le sorride dolcemente.
-Kate, quell’uomo è stato una vittima come me, è quasi morto per mano di Dunn e ha cercato di aiutarti in ogni modo, non ho nessun motivo per avercela con lui… se ti serve il mio aiuto per una questione che lo riguarda, io sono pronto.-
Le sorride, facendole cenno di continuare.
-Dalla tua espressione si tratta di una cosa importante. Dimmi!-
Kate annuisce prendendo un foglio dalla tasca dei jeans.
-Capirai meglio leggendo questa lettera. L’ha scritta Lester Downing il giorno stesso in cui è morto.-
-Il Professore?!-
Le chiede dubbioso, mentre apre il foglio, rendendosi conto che è una fotocopia.
-Era nella scatola insieme all’antidoto, è indirizzata ai medici che eventualmente avrebbero preso in cura Abraham dopo la sua morte e…-
Si ferma un attimo, stringendo le labbra, mentre lui la fissa.
-…a me!-
Rick corruccia la fronte, ma lei gli fa segno di leggere. Lo osserva cambiare espressione man mano che scorre le righe, proprio come era successo a lei, mentre leggeva la lettera originale nello studio della dottoressa Dobbson.
-Ha davvero lasciato la formula della medicina che ha prodotto per Abraham?-
Le chiede continuando a leggere la calligrafia poco comprensibile del Professore, mentre Kate annuisce.
-Non solo. Ci sono tutte le sue cartelle cliniche e gli studi che ha fatto sulla sua malattia. I test che ha condotto su Abraham da prima che cominciasse la cura ad oggi. Non ha tralasciato nulla. Claire ha già analizzato il composto e visionato tutte le cartelle.-
Rick solleva lo sguardo confuso.
-Ti ha nominata proprietaria della formula della sua medicina? L’ha lasciata a te! Non capisco, perché proprio a te?-
Kate stringe ancora le labbra, ma prima che possa rispondere, Rick annuisce, trovando la spiegazione da solo.
-Perché eri la vittima di Dunn, quindi la persona giusta di cui fidarsi.-
Rick richiude la lettera adombrandosi. Sposta lo sguardo fuori dalla finestra e digrigna la mascella.
-Il Professore era davvero un uomo strano.-
-Già… viveva in un mondo tutto suo, ma non era capace di fare del male. Ha cercato in ogni modo di cambiare e solo per l’affetto che sentiva per Abraham.-
Guarda Rick, sempre con lo sguardo fisso sul cielo azzurro e assolato e gli prende ancora le mani, facendolo voltare di colpo.
-Io gli devo qualcosa Castle!-
Lo sussurra senza smettere di fissarlo negli occhi e lui corruccia la fronte.
-Ha fatto in modo che tu potessi salvarti… ha organizzato tutto nei minimi particolari, dal momento in cui Dunn gli ha commissionato la tossina. Ha composto l’antidoto insieme al veleno senza che Abraham lo sapesse. Hai assorbito la tossina per oltre 48 ore e se non fosse stato attento alle sostanze utilizzate, nemmeno l’antidoto ti avrebbe salvato dopo tante ore.-
Rick deglutisce, mentre lei gli accarezza il viso.
-Ma perché non ha chiamato la polizia subito?-
-Perché conosceva Scott Dunn. Sapeva che avrebbe trovato un altro modo per vendicarsi di noi e sapeva anche che una volta tradito, si sarebbe liberato senza pietà di lui e di Abraham. Dal primo istante ha pensato solo a lui. Per questo ha sepolto la scatola sotto la quercia e ha fatto in modo che Abraham non fosse in casa, sicuro che lo avrebbe ucciso. Sapeva che l’unico modo di tenerlo a bada, era fargli credere che avesse tutto sotto controllo. Ha riscritto il libro anche lui, imbastendo una nuova trama nella storia di Dunn. L’unico che poteva portarci alla scatola sotto la quercia era il suo fidato Abraham. Ha protetto lui e anche te facendosi ammazzare!-
Rick scuote la testa stringendo la lettera nella mano.
-Quello psicopatico ha rovinato la vita di troppe persone. Morire è stata la cosa più facile che gli sia successa!-
Esclama sentendo la rabbia scuoterlo nelle viscere. Chiude gli occhi sospirando, quando Kate gli accarezza ancora il viso.
-Come vedi io gli devo la tua vita e anche la mia. Non posso lasciare che le sue ultime volontà finiscano nel dimenticatoio… e poi è importante per Abraham. Senza quella medicina fra qualche settimana, sarà impossibilitato a muoversi.-
Dice tutto d’un fiato gesticolando nervosa, così Rick le afferra le mani per bloccarla, sorridendo.
-Che intendi fare?-
-Brevettare la formula della medicina e trovare qualcuno che la produca a livello nazionale, in modo che Abraham e chiunque altro soffra della stessa malattia, possa usufruirne. Voglio realizzare le sue ultime volontà.-
Gli stringe le mani digrignando la mascella.
-E’ una malattia troppo rara perché qualcuno si prenda la briga di studiarla…-
-Perché non ci sarebbe nessun guadagno!-
Finisce lui la frase e Kate annuisce chinando lo sguardo sulla lettera.
-Però qui non si tratta di studiare la malattia e trovare la cura, quella l’abbiamo già.-
-Giusto! Bisogna solo ottenere tutti i permessi a norma di legge, avviare una produzione e metterla sul mercato senza che nessuno ci speculi sopra… una cosa da niente, che vuoi che sia!-
Kate solleva le spalle abbozzando un sorriso.
-Claire dice che la trafila comincia presentando tutte le cartelle cliniche e i test fatti su Abraham alla Commissione Sanitaria Nazionale. E’ convinta che con tutto il materiale lasciato dal Professore, potremmo avere il permesso di produzione in poche settimane.-
Rick corruccia la fronte appoggiandosi alla spalliera della poltroncina.
-Kate, ti rendi conto in cosa vuoi imbarcarti? Occorrono fondi e conoscenze perché questa cosa vada in porto al più presto e senza speculazioni!-
-Per questo mi serve il tuo aiuto…-
Gli risponde lei, sfoderando il suo miglior sorriso.
-E come potrei aiutarti?-
Rick sembra sinceramente confuso e lei sbuffa imbronciandosi.
-Davvero vuoi farmi fare una pessima figura con la dottoressa Dobbson?-
Lui solleva un sopracciglio e lei storce le labbra.
-Le ho detto che conosco qualcuno, che conosce qualcuno, che conosce qualcun altro…-
Gli spiega gesticolando verso di lui, facendolo ridere.
-…insomma Castle. Che fine hanno fatto le tue conoscenze importanti?-
-Da quando in qua sei disponibile ai miei… compromessi?-
-Hai instituito una borsa di studio a nome di Johanna Beckett in un paio di ore e dopo due giorni c’erano già i fondi per cominciare tutto e non era una cosa di vitale importanza. Questa invece lo è, quindi posso anche mettere da parte il mio orgoglio per una volta e scendere a compromessi… e tu dovresti un attimino darti una mossa. Dov’è finita la tua capacità organizzativa, Castle?-
Rick si adombra, punto sul vivo.
-Beh… sono ancora malaticcio, dammi il tempo di mettere in funzione il cervello… hai l’originale di questa lettera?-
Kate annuisce sorridendo; ha già rimesso il cervello in funzione!
-Ben conservato nel laboratorio di Claire.-
-Bene, per prima cosa dobbiamo renderlo un atto ufficiale, il Professore lo ha scritto il giorno che è morto, sono le sue ultime volontà scritte di suo pugno e vanno registrate come atto testamentario, così nessuno potrà metterci le mani obbligandoti a sparargli, indi per cui devo chiamare immediatamente il mio avvocato. Mi serve assolutamente un telefono.-
Lei sorride e gli porge immediatamente il suo, ma lui scuote la testa energicamente.
-Voglio un telefono tutto mio, sono stufo di mendicare quello degli altri!-
Kate sospira alzando gli occhi al cielo.
-D’accordo, avrai un telefono tutto tuo, ma per iniziare, il mio non va bene?-
Lui scuote ancora le testa con il solito broncio sul muso.
-Va bene. Chiamo Martha, le dico di comprartene uno mentre viene qui.-
-Scherzi! Vuoi che vada in giro con un telefono pieno di brillantini e cuoricini rosa shocking?-
Kate arriccia il naso, ridendo.
-Saresti molto fashion, Richard!-
Lui sbuffa tornando a guardare fuori dalla finestra e Kate gli mette davanti agli occhi il suo cellulare.
-Piantala Castle. Te lo prenoto io un telefono da uomo, intanto usa il mio!-
Rick la guarda serio. Ha imparato a fare il musetto imbronciato e gli occhi da cucciolo anche lei. Prende il suo cellulare fingendosi accigliato.
-Ok! Ma non dovremmo avvertire Abraham delle nostre intenzioni e soprattutto di quello che il Professore ha fatto per lui?-
Kate sospira scuotendo la testa.
-E’ ancora debole Castle. E’ già doloroso che abbia perso un amico e, dopo tutto quello che ha passato, non voglio dargli false speranze. Possiamo avvertirlo anche dopo, non c’è nulla di male ad aspettare!-
Rick le accarezza il viso cercando di allentare la tensione che l’ha colta all’improvviso.
-Come vuoi. Farò anche una bella chiacchierata con Bob, come Sindaco conoscerà di sicuro qualcuno alla Commissione Sanitaria, una scoperta così importante farà gola ad un bel po’ di gente. Bisognerà anche trovare un mucchio di soldi, io ci metterò una bella sommetta per cominciare, ma non basteranno, quindi, al momento opportuno, organizzeremo una raccolta fondi. La gente “bene” è sempre pronta a sfoggiare la sua bontà quando può ricevere in cambio notorietà, pubblicità e quant’altro e, credo che per questo, abbiamo anche  l’organizzatrice perfetta.-
Solleva un sopracciglio sorridendo e Kate si morde il labbro.
-Tua madre!-
-Giusto. Sarà nel suo elemento naturale e rilascerà meglio la tensione di questi giorni tenendosi occupata con cose che adora fare. Dovremmo anche mettere in mezzo la stampa…-
-La stampa? Credi che sia una buona idea?-
-Certo che lo è. Una notizia del genere al momento giusto può tornare a nostro vantaggio, in modo che nessuno possa bloccare tutto per tornaconto personale, trascinando il giudizio della Commissione per mesi…- 
Si ferma guardando il viso di Kate che al momento è un misto di malizia e soddisfazione. Corruccia la fronte, non capendo perché lo guarda così e lei solleva spalle.
-Riesci ad eccitarmi quando sento i cigolii degli ingranaggi del tuo cervello.-
Lo bacia al lato della bocca, mordendosi poi il labbro con aggiunta di strizzatina d’occhio e Rick alza gli occhi al cielo sospirando.
-Ti prego Beckett, comportati da detective… sono impossibilitato al momento!-
-Non importa. Sei sexy lo stesso.-
Lo bacia ancora e quando fa per allontanarsi, lui la blocca.
-Dove credi di andare?-
-A prenderti il telefono sennò poi chi ti sopporta?-
Lui scuote ancora la testa e le fa cenno con la mano di tornare a sedersi.
-Non ancora, dobbiamo prima risolvere un altro problema. Se davvero la Commissione giudicherà la scoperta del Professore idonea alla produzione, oltre ai fondi per cominciare, ci serve anche qualcuno che faccia il lavoro pratico. Sono disponibile a tutto, ma non ad allestire un laboratorio clandestino al loft!-
Kate scoppia a ridere e annuisce, disposta ad ascoltare la sua idea. Perché sa benissimo che ha già un’idea.
-Stavo pensando a John Statson.-
Quando Kate corruccia la fronte disorientata, lui alza gli occhi al cielo.
-Ma bene! Gli fa le moine e non se ne ricorda nemmeno…-
A questo punto Kate s’illumina.
-Giusto! Statson delle Green Chemicals Industries. Potrebbe essere un’idea, anche se è ringhioso come un cane arrabbiato.-
-Proprio per questo. Lo hanno incriminato per l’incendio ai suoi capannoni, l’assicurazione gli ha bloccato i pagamenti per questo, con una pubblicità negativa in prima pagina per settimane, la produzione di questa nuova medicina rivaluterebbe la sua credibilità a livello mondiale e avrebbe la possibilità di rimettere in sesto la sua società. Senza contare il fatto che dopo i primi tempi, avrà il suo tornaconto anche in guadagno di moneta sonante. Secondo me accetta.-
Kate lo guarda ammirata, è vero che ci ha messo un po’ a rimettere il cervello in movimento, ma una volta partita, quella sua meravigliosa testolina la riempie di soddisfazione.
-Bene, allora organizziamo tutto, aspettiamo un riscontro dalla Commissione e appena abbiamo un abbozzo del progetto della raccolta fondi, lo contattiamo.-
Rick annuisce serio, guardandola dritto negli occhi.
-Lui lo chiami tu.-
-Perché dovrei chiamarlo io?-
Gli chiede alzando un sopracciglio e lui si chiude nelle spalle.
-Beh, lo conosci, sei già entrata in confidenza con il signor Statson…-
Lascia la frase in sospeso continuando a fissarla e quando lei si acciglia, lui continua soddisfatto.
-Sono sicuro che accetterà senza farsi pregare, ma se fosse necessario fargli ancora le moine.-
Kate si acciglia ancora di più, stringendo anche le labbra e la cosa, normalmente lo preoccuperebbe, ma adesso è troppo divertito per cambiare discorso.
-Se non bastano puoi sbattere le palpebre, mostrando i tuoi occhioni dolci…-
-Aspetta un momento Castle…-
Ma lui non le dà modo di parlare, continuando per la sua strada.
-…direi che puoi spingerti anche ad arricciare il naso e le labbra come solo tu sai fare…-
-Castle!-
La voce perentoria lo blocca, ma non lo coglie per niente impreparato.
-Che c’è? E’ una questione di vita o di morte, hai detto che sei disposta a sottostare a dei compromessi…-
-Compromessi con te, non fare una svendita!-
Lui le prende la mano e senza smettere di fissarla con lo sguardo serio e limpido, alla luce di quel sole che li abbraccia entrambi, se la porta alle labbra, lasciandole un dolce bacio.
-Kate, quell’uomo ci serve, per tutto quello in cui si è trovato coinvolto è degno di fiducia, non metterebbe ancora in pericolo la sua credibilità professionale e la sua carriera per speculare su una cosa così grossa. Pensaci.-
La sua espressione è sempre accigliata, ritrae la mano a forza e stringe le labbra.
-Va bene, ma decido io come convincerlo!-
-Basterà solo che sorridi e lo avrai ai tuoi piedi, fidati.-
-Solo?! Ne sei sicuro?-
Si alza e ancheggia con passo sinuoso fino alla porta, con gli occhi di Rick addosso, che la guarda stranito. Si volta verso di lui prima di uscire e gli sorride, portandosi il capelli dietro l’orecchio.
-Spero che basti solo un sorriso…-
Quando Rick corruccia la fronte, lei si affretta ad uscire, chiudendosi la porta alle spalle.
-Ehi… che… che intendi dire?-
Passa davanti al vetro, gli lancia un’occhiata languida arricciando il naso e lui sbuffa.
-Kate torna qui…-
Sparisce nel corridoio e, ormai fuori dalla sua visuale, scoppia a ridere quando sente ancora la sua voce ovattata per la porta chiusa.
-Kate, aspetta… Beckett!!!-
Rimasto solo, scuote la testa divertito da quella complicità che c’è sempre stata tra loro, da quegli sguardi maliziosi e quegli ammiccamenti misti di gelosia e divertimento, che alimentano ogni momento del loro rapporto, da quando non erano ancora una coppia. Abbassa lo sguardo sulle sue mani che stringono ancora la copia delle ultime volontà del Professore e gli sfugge un altro sospiro mentre prende il telefono di Kate e compone il numero del suo avvocato. Teoricamente il loro piano non fa una grinza, è la parte pratica che lo preoccupa, Kate si sta buttando a capofitto in un’avventura importante e lui non vuole che resti  delusa. Si è lasciata prendere all’interno di una spirale che la fa sentire in obbligo verso un uomo strano, per certi versi ambiguo, che non è riuscito a deludere e tradire l’amicizia sincera che sentiva per Abraham Pratt, cercando di riabilitarsi ai suoi occhi e a quelli del mondo.
Preso accordi con l’avvocato, si premura di tastare il terreno con l’amico Sindaco che, come pensava, conosce più di qualcuno alla Commissione Sanitaria e che, dopo avergli spiegato l’importanza di quello che vogliono realizzare, si è detto disposto a smuovere mari e monti perché i medici della Commissione non se la prendano comoda.
Kate rientra un’ora dopo insieme a Martha, a cui si uniscono anche la dottoressa Dobbson e l’avvocato di Castle. Il resto della mattina trascorre tra discussioni, telefonate, ricerche su internet, consigli legali e una visione accurata della documentazione medica redatta dal dottor Downing riguardo il paziente Abraham Pratt.
Discutono anche della raccolta fondi e della possibile organizzazione di una o più serate di beneficienza, senza riuscire a convincere Martha che per informarsi a riguardo aveva tutto il tempo del mondo, visto che avrebbero dovuto comunque aspettare il giudizio della Commissione, perché la donna, presa dall’euforia e dall’importanza della situazione, si era già dileguata con l’intento di contattare tutte le sue conoscenze per cominciare ad organizzare una festa degna della sua reputazione.
Dopo essersi guardati stupiti per un attimo per l’uscita veloce della signora Rodgers, l’avvocato si congeda assicurando al detective Beckett che avrebbe depositato il tutto alla Commissione Sanitaria la mattina dopo.
Il passo successivo sarebbe stato: aspettare.
Quando anche Claire li lascia soli per tornare al suo laboratorio, Rick si ritrova a sospirare di sollievo, lasciando andare la testa di peso sulla spalliera della sedia, con gli occhi chiusi. Kate si era resa conto che da qualche minuto non riusciva a tenere il ritmo della discussione e prestare attenzione. Si siede accanto a lui stringendogli la mano e quando apre gli occhi, si rende conto che sono di nuovo contornati da occhiaie marcate.
-Mi spiace, non dovevamo fare le cose così di fretta, questa mattinata ti ha sfiancato.-
-Non credevo che mi sarei stancato tanto.-
Scuote la testa sorridendo, stringendole la mano dolcemente.
-Però mi sono divertito. Ho assaporato ancora la bellezza di progettare qualcosa per il giorno dopo.-
Kate deglutisce abbassando lo sguardo, ma lui la costringe a guardarlo.
-Sto bene, ho solo bisogno di dormire un po’.-
Sussurra proprio mentre arriva il dottor Travis, per nulla contento di quella mattinata movimentata.
-Non sei ancora in grado di reggere questi ritmi Rick.-
Lo rimprovera tastandogli il polso.
-Credo di averti già spiegato che il tuo fisico non deve subire altre pressioni, sei troppo debilitato. Non costringermi ad impedirti di ricevere visite.-
Continua secco, mentre avvicina la poltroncina al letto e lo aiuta a coricarsi.
-Sto bene Ben, davvero!-
Cerca di essere convincente, ma è davvero esausto, tanto sbiascicare le parole.
-E se vuoi saperla tutta ho anche fame.-
Ben scuote la testa, sistemandogli il cuscino dietro le spalle.
-Per adesso dormi, quando ti svegli se fai il bravo, ti porto una gelatina alla frutta.-
Si avvia alla porta guardando Kate, serio.
-Mi raccomando, deve dormire.-
Lei annuisce senza dire nulla. Abbassa lo sguardo dandosi della stupida. Per un attimo si è dimenticata delle ore passate a soffrire, del veleno e del dolore, come se non fosse mai successo niente, senza pensare che erano passate solo poche ore dal suo risveglio e che non era il momento di metterlo così sotto pressione. Rick le stringe la mano e lei lo guarda dispiaciuta.
-E’ un medico. E’ il suo lavoro essere esagerato.-
-No, ha ragione. Non c’era tutta questa premura, avremmo dovuto aspettare che tornassi a casa.-
Lui le stringe la mano ancora più forte.
-Invece è proprio adesso il momento giusto. La stampa parla ancora del caso, di me e della tossina del Professore. Per riuscire nel nostro intento ci serve parecchia visibilità, quindi battere il ferro finchè è ancora caldo. Adesso possiamo rilassarci. Fino a che la Commissione non ci dice la sua idea, non possiamo fare altro.-
Kate ha gli occhi lucidi, lui cerca di tranquillizzarla, ma parla a fatica.
-Ora però riposati, io resto qui vicino a te.-
Rick annuisce, chiude gli occhi godendosi le carezze di Kate, ma ad un tratto corruccia la fronte.
-Il dottor Travis ha detto davvero che se faccio il bravo mi porta una gelatina di frutta?-
Riapre gli occhi in tempo per vedere Kate che annuisce seria.
-Sono commosso!-
Esclama sospirando, sentendola ridere sommessamente.
-Ci sono riuscito ancora…-
Lei dapprima non risponde, confusa da quella frase, ma dopo pochi secondi capisce a cosa si riferisce.
-A farmi ridere?-
Lui annuisce e lei si china a baciarlo.
-Sempre…-
Gli sussurra all’orecchio, mentre si perde nel suo sguardo. Non riesce a tenere gli occhi aperti e ha di nuovo l’aria fragile ed indifesa di molte ore prima.
-Non mi merito qualcosa di meglio di una terribile gelatina di frutta ospedaliera?-
Lei ride ancora e appoggia la testa sul cuscino mentre Rick richiude gli occhi.
-Vedrò cosa posso fare.-
-Bene. Mi fido di te…-
Allenta la stretta alla sua mano e si lascia andare alla stanchezza.
 
Nei giorni seguenti il dottor Travis riprende le redini della sua professionalità, costringendolo a comportarsi come un vero paziente in convalescenza, senza la possibilità di trasgredire sulle sue direttive.
Non erano più tornati sul discorso “organizzazione”, Kate si era presa l’onere di tenersi in contatto con l’avvocato, che l’avrebbe informata immediatamente sulle novità, aveva anche contattato John Stantson, che senza bisogno di moine da parte sua, si era detto disposto ad imbarcarsi con loro in questa avventura, se mai fosse andata in porto.
A Rick quindi, non era rimasto altro che dormire, oziare e farsi coccolare.
L’unica emozione che gli era stata concessa è stata la partenza di Alexis. Avrebbe voluto accompagnarla all’aeroporto e salutarla con il fazzoletto bianco svolazzante, ma era una cosa fuori discussione per la sua convalescenza. Martha gli aveva giurato che avrebbe fatto le sue veci e sapeva che la sua non era una frase fatta, avrebbe davvero sventolato qualcosa, magari un foulard dai colori sgargianti, in modo da passare inosservato e non fare vergognare la povera Alexis mentre saliva sull’aereo. Non era riuscito a non sorridere divertito, immaginandosi la scena.
Era sicuro che si sarebbe sentito svuotato e che la paura che potesse succedere qualunque cosa di terribile alla sua bambina, lontana da casa, lo avrebbe attanagliato per settimane, invece era rimasto sorpreso di essere semplicemente felice. Quando Alexis lo aveva abbracciato, aveva sentito il suo calore spandersi per tutto il corpo. Sua figlia era sempre stata come un’appendice di se stesso, dove finiva lui, cominciava lei, sempre in simbiosi, ma quando si era staccata e gli aveva sorriso raggiante, non aveva potuto provare altro che felicità. Era contento di essere vivo e di avere la possibilità di vederla felice, emozionata ed elettrizzata per quel viaggio che era un po’ l’inizio della sua vita da adulta.
-Ti lascio solo perché so che ci sarà Kate vicino a te…-
Glielo aveva sussurrato prima di dargli un bacio sulla guancia e prima che Martha rompesse la magia, urlando che era ora di andare e che se si perdevano ancora in smancerie, avrebbe perso l’aereo.
Erano scoppiati a ridere guardandosi negli occhi. Lui non aveva detto niente, stranamente tutte le raccomandazioni che avrebbe voluto farle, in quel momento sembravano davvero inutili, ma i suoi occhi lucidi parlavano eccome, tanto che Alexis aveva annuito, senza dire niente nemmeno lei, come se stesse rispondendo tacitamente alle sue parole silenziose.
Dopo la sua partenza era cominciata la vera e propria riabilitazione. La febbre era scesa del tutto e Ben aveva sospeso la somministrazione dell’antidoto, tenendo sempre sotto controllo la situazione ematica. Un fisioterapista gli faceva massaggi alle gambe due volte al giorno per dare tono alla muscolatura ancora irrigidita per l’azione della tossina e anche il pasto era migliorato, era passato dalla gelatina di frutta, alla minestrina insipida.
Dopo solo tre giorni, inaspettatamente, avevano ricevuto la notizia che una Commissione era già al lavoro sui fascicoli presentati, con una notifica giuridica che li informava che a breve una equipe di medici avrebbe visitato di persona Abraham Pratt e condurre delle analisi per appurare la veridicità degli studi condotti dal dottor Downing.
Era arrivato il momento di parlare con Abraham del testamento del Professore…


Angolo di Rebecca:

E finalmente abbiamo parlato di Abraham :3 
Kate usa il suo sorriso per confondere Rick, che però riesce a rimettere in moto il cervello, facendo eccitare Beckett O.o che oltretutto ribalta la situazione e fa ingelosire Riccardone (quei due si divertono *-*)
Non so se sia realmente fattibile quello che ho scritto su brevetti e medicine, ma prendetelo come licenza poetica :p
Sicura di aver fatto contenta almeno UNA di voi, vi auguro buona serata, anche se stasera ninte Castle :(

 

 
  
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: 1rebeccam