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Autore: Marukka7    27/01/2015    1 recensioni
Scesi dal letto e fissai il calendario, una grande scritta rossa diceva "DICEMBRE".
Posso aspettare.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminai lungo la passerella, calpestando le corde slegate delle barche che avevano preso il largo.
Mi fermai al bordo, l'asse di legno era corrosa dalle onde e dalle intemperie, e mi sedetti sull'ultima trave marcita per l' acqua. Immersi lentamente i miei piedi nel mare gelido e mi incantai a guardare il panorama, perdendomi nelle sfumature arancio del cielo, nelle nuvole tinte di rosa, e nel sole che lentamente si dissolveva nell'acqua, fredda e cristallina. Restai per quelli che sembravano interi minuti ad osservare quel paesaggio mentre l'aria fresca della sera che stava per arrivare mi passava tra i capelli sciolti, e spostava la gonna del mio vestito estivo, un vestito che non mettevo più da anni e che più lo guardavo, più mi meravigliavo di come entrasse, dopo tutto il tempo che era passato. Ricordi nebbiosi sembravano disintegrarsi come fumo, gli uni contro gli altri, sul fondo della mia mente e più cercavo di concentrarmi su di essi più sembravano svanire, come se una parte di me non volesse ricordare, non volesse pensare e in effetti, il paesaggio era troppo bello per concentrarsi su qualcos'altro. Una lieve onda mi colpì le caviglie, appena immerse sotto la superficie limpida dell'oceano. Come un'invito, l'acqua continuò ad abbattersi contro le mie gambe, mi diceva di entrare e anche se non sentivo effettivamente nessuna voce, l'acqua me lo ripeteva, incessantemente, "Vieni".
Ed accettai il calmo invito del mare, scivolando giù dalla passerella di legno, per essere immediatamente avvolta da litri e litri di un bluastro liquido gelido. Non trattenevo il respiro, l'acqua voleva che io restassi, mi permise di respirare, di rimanere quanto tempo volessi. Aprii gli occhi ed il nero d'avanti a me cominciò a schiarirsi lentamente, appoggiai i piedi sul fondale, facendo smuovere qualche pesce di taglia piccola, che comunque non scappò via, anzi, sembrava essersi mosso apposta per farmi spazio, per aprirmi la strada.
La sensazione di essere senza peso era la cosa più bella che io avessi mai provato, e mi ricordava le belle estati passate, quando da piccola andavo in vacanza insieme ai miei genitori, quando la mente era ancora giovane ed acerba per sviluppare sentimenti negativi, quando esisteva solo l'amicizia con i bambini della tua età, quando si era intimiditi dai "grandi", mi ricordava quando, ancora troppo piccola per capire, non avevo vergogna del mio corpo, del mio peso ed era bellissimo andare al mare con i propri genitori, sentire l'acqua sulla pelle, avvolgerti ed abbracciarti amorevolmente mentre chiudevi gli occhi ed immergevi la testa, senza paura, vergogna, sfiducia, ti fidavi di te stessa e dell'acqua, esattamente come in quel momento, io mi fidavo di quell'oceano quasi surreale e mi sentivo in pace con me stessa, con il mondo, con l'acqua. 
Due luci in lontananza interruppero i miei pensieri, nuotando veloci verso di me, e poco a poco notai che a produrre luce erano due occhi giallastri, con delle bellissime iridi di un viola intenso. Un viso maschile, dai lineamenti oserei definire perfetti si avvicinava sempre di più, e sempre di più riuscivo a definire il resto del suo corpo, i capelli mossi, neri con una spessa ciocca viola erano tirati all'indietro, mossi dalla corrente e rivelavano delle pinne all'altezza delle orecchie su cui erano appoggiati degli occhiali da vista, che coprivano quello sguardo esausto, come se avesse speso degli anni a cercare qualcosa, ma il sorriso sulle labbra pallide e violacee, un sorriso trionfante di chi ha finalmente trovato ciò che stava cercando.
Mi prese le mani, sarei stata nervosa in situazioni simili, ma l'acqua mi era vicina mi rassicurava, così come quel ragazzo, i suoi occhi mi dicevano di non avere paura ed io non ne avevo, ero tranquilla come non ero mai stata prima. 
Mi srinse quindi in un'abbraccio e l'acqua smise di essere fredda per un momento, avvolsi le braccia attorno a lui a mia volta 
<< Ti ho trovata. >> Poi mi disse, con una voce che ricordava le campane degli angeli e con questo si staccò gentilmente dal mio abbraccio, ancora tenendomi le mani. << Mi sei mancata >>. E anche se non l'avevo mai visto prima mi sentivo al sicuro, come se fosse stato con me per tutto questo tempo, per tutti gli anni e tutte le estati che avevo evitato l'acqua, l'avevo ripudiata con tutta me stessa solo per un mio problema personale, l'avevo ormai quasi eliminata dalla mia vita, ma solo Dio, forse solo quel ragazzo sapeva, quanto io ami l'acqua e quanto mi era costato ogni estate rimanere a casa, ignorando il suo richiamo solo per non indossare un costume che avrebbe scoperto le parti del mio corpo che odiavo maggiormente, odio che però non era abbastanza da affiancare il mio amore verso il mare e in quel momento quel ragazzo lo sapeva, quello scenario surreale era tutto ciò che avevo desiderato in anni di reclusione, l'acqua, la tranquillità e la separazione da quella vita caotica e frenetica che era la mia e mi sentivo bene per una volta, tra le sue braccia e tra le braccia dell'oceano.
Mi guardò con i suoi occhi meravigliosi che sembravano contenere quello stesso mare in cui eravamo immersi.
Un lieve sorriso apparve sulle sue labbra mentre si chinò per baciarmi lievemente sulle mie e capii a quel punto, dovevo andare.
<< Non voglio andare >> Sussurrai, aprendo gli occhi che avevo chiuso al precedente contatto.
<< Non avere paura >> Mi rassicurò lui << Ci incontreremo ancora, ti aspetterò, come ti ho aspettato tutti questi anni.>>  Alzai la testa per guardarlo negli occhi << Quando?! >> Chiesi poi, entusiasta << La prossima estate, amore, ma dovrai essere forte per me ed entrare in acqua>>.
Aprii gli occhi e mi guardai attorno per qualche secondo, riconoscendo l'ambiente, era camera mia.
Sentii improvvisamente freddo, quando mi spostai le coperte di dosso.
Scesi dal letto e fissai il calendario, una grande scritta rossa diceva "DICEMBRE".
Posso aspettare, come tu hai aspettato per me, quest'anno sarò forte.

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)Spazio autrice(

Uh...si...uh..uhm...Si, il tutto è basato su un sogno che ho fatto (febbre alta, sogni strani) e su diversi miei complessi incredibili come credi si sia capito (sogni strani...con accenni di sensi di colpa) ma comunque! Volevo solo avvisarvi (e spoilerare spudoratamente cosa pubblicherò più avanti) che riguardo i sogni strani io ho tanta roba da condividere...quindi aspettatevi incontri con gatti morti e conigli rockettari autolesionisti (...ebbene si...non ho tutti i neuroni che collaborano) Dunque questa "nota dell'autrice" è semplicemente una trovata per dirvi che quando io ho la febbre...sogno robe...e quando sogno robe...scrivo. Abbiate paura di ciò che leggerete.  Booyaka!! 

  
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