Anime & Manga > Makai Ouji: Devils and Realist
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Autore: Kala    27/01/2015    1 recensioni
Un'introspezione di Gilles de Rais, che ha appena rivisto la sua amata Giovanna dopo tanti anni. Rimane scosso nel vederla succube del volere degli angeli. Ama la vecchia Giovanna, ma disprezza quella nuova, che non è altri che un inutile burattino sotto l'occhio vigile e freddo dell'arcangelo Michele.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gilles de Rais, Jeanne d'Arc
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ultimo tango a Parigi.



 

Quindi ora è diventata un burattino agli ordini del Paradiso.
Non pensavo che una donna fiera ed orgogliosa come lei potesse piegare la sua volontà e lasciarsi cadere così in basso. In fin dei conti aveva toccato il baratro, annullando completamente la sua persona. Forse le erano rimasti un vecchio ricordo e piccole sensazioni di un passato ormai troppo lontano per poter provare qualsiasi tipo di rimorso.
Il mio unico rancore era quello di non averla avuta quando ne ebbi la possibilità. Ed ecco cos’era successo. Era caduta vittima degli angeli, con quel loro bel faccino, ma dietro il cui sorriso si cela l’insana gioia nell’essere testimoni del dolore altrui, soprattutto di quello degli umani.
Umani. Esseri inutili e deboli.
Lo sono stato anche io e forse lo sono tutt’ora.
È vero, ho dei poteri strabilianti, adesso posso fare tutto ciò che voglio, tralasciando i doveri che nemmeno all’Inferno scompaiono del tutto. E ringrazio il cielo di aver accettato, quel giorno, di diventare un demone. La mia mente, per quanto possa essere contorta, è ancora mia. I miei ricordi, le mie passioni e i miei peccati sono tutti qui, rinchiusi in questo mio corpo immortale. 
Se questo è l’Inferno, allora non è poi così male.
Non posso averla con me, ma è meglio così. È meglio per me, che posso essere libero. Ed è meglio per lei, perché se l’avessi tra le mie mani ora, molto probabilmente le cingerei quel suo collo sottile, lo stringerei forte tra le mie dita e riderei alla vista delle lacrime scenderle dagli occhi rigandole le gote appena rosee. Riderei semplicemente guardandola soffrire e cercare aria; e godrei a sapere del doloroso bruciore che sentirebbe in gola e nei polmoni.  Poi la violenterei.
Semi cosciente, continuerei a stuprarla. 
Voglio macchiarla, voglio sporcarla, voglio stracciare quel velo bianco che la ricopre.
Perché non è più lei. L’ hanno deturpata loro. Sono stati gli angeli. È stato Michele. Le ha portato via tutto: la dignità, l’onore ed addirittura quella fede cieca che aveva in Dio. 
Se solo avesse riposto il suo amore in me, a quest’ora staremmo insieme. 
Ma no! Lei era così pura, doveva seguire la strada predestinata da Dio e dalla Luce. Una luce di merda. Niente di più. 
Me l’hanno rubata, hanno distrutto tutto ciò che avevo di più prezioso, l’unica cosa incontaminata che avevo al mondo.
E allora a cosa serviva vivere? A cosa serviva uccidere, saziarsi con il sangue di bambini innocenti che avevano lo stesso sguardo di Giovanna? A cosa serviva preoccuparsi della forca? Non me ne importava più niente. Volevo rivederla e stringerla tra le mie braccia. 
Non le avrei fatto niente di male, perché lei era la mia bellissima Giovanna: forte, coraggiosa, indomita guerriera. Finita ad essere schiava della sua fede.
Michele, tienitela stretta. Perché se riuscirò a rimetterle le mani addosso, giuro che farò di tutto per rovinare il tuo bel giocattolino.
Le strapperò ogni arto, dopodiché, la ricomporrei in modo inumano e così, nuova, te la riporterei indietro, in modo da rovinare il tuo bel quadretto paradisiaco costruito su nullità e falsità.
Sarò anche un maniaco e un assassino, sarò anche qualcosa contronatura, un mostro. Sarò anche Gilles de Rais, ma almeno posso vantarmi che il mio io corrisponde al mio me stesso.
  
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