Ahy Magic non ha mai amato cucinare. Le torte, in particolare, le trova strepitose da mangiare e una seccatura da preparare.
Tutti quegli ingredienti in ordine, da dosare con minuziosa attenzione. Tutto quel tempo impiegato, impegnato.
Troppo noioso, decisamente.
Ha da poco però scoperto la sua grande passione per la pulizia della casa.
Spazzare, lucidare, spolverare, sfregare: quella magia sorprendente lo incanta come farebbe una montagna di balocchi con un bambino piccolo. Ogni volta.
Qualsiasi panno o stoviglia, per quanto sporca può diventare, ritorna sempre – sempre! – lucida e splendente, sotto il suo tocco.
Basta strofinare. Con impegno e costanza; se necessario, anche un po’ di forza.

Quando Ahy cucina è perché si sente bene. È sufficientemente sereno da riuscire ad accantonare temporaneamente la sua incredibile pigrizia in materia culinaria l’ora necessaria per mettersi ai fornelli e impastare un dolce.
Spesso lo fa esclusivamente per vedere il suo adorato fratello sorridere. Incredibilmente, la torta viene squisita.
Perché lui ama suo fratello.

Se Ahy soffre, se è ricolmo d’odio fino ad esplodere, pulisce; lava, sfrega.
Finché le mani non gli si ricoprono di fastidiosi graffi rossi.
Più sfrega, più si illude, più sta male, perché continua, infantilmente, a credere che quella spugna zuppa di sapone riesca a portarsi via, con il solo e continuo strofinare, sia lo sporco che la sua rabbia, sciogliendola in un oceano di bollente acqua torrida.
Perché lui odia suo fratello, ogni tanto.
Ma non vuole, perciò strofina, sempre.
Finché qualcuno non gli strappa a forza il panno dalle mani e gli bacia la fronte, dolcemente.
Allora piange, libero, e ricomincia ad amare suo fratello.