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Autore: The Writer Of The Stars    27/01/2015    6 recensioni
D’un tratto, Heiji fece pressione sulle braccia, mettendosi faticosamente a sedere, poggiando la schiena contro la corteccia di un albero. E pochi secondi dopo, Heiji si ritrovò il capo di Kazuha affondato nel suo petto, mentre sorridendo un poco stringeva a sè la ragazza. Gli tornò di nuovo in mente quell brano, le parole del testo scorrevano velocemente nella sua mente. E suo malgrado, si ritrovò a pensare che quella canzone fosse perfetta in quel momento.
“Kazuha?” la richiamò dolcemente. Sentì la ragazza mugolare flebilmente sul suo petto, segno che lo stesse aspettando.
“Sai, vorrei che questo momento non finisse mai …” sussurrò, alzando gli occhi al cielo. Non fu in grado di confermarlo, ma gli sembrò quasi di sentire Kazuha sorridere contro il suo petto. Aveva sicuramente capito, lo sapeva.
“Dove tutto è niente senza di te …” continuo infatti Kazuha a bassa voce, ma Heiji la sentì chiaramente, perciò sorrise leggermente..."
One shot su Heiji e Kazuha ambientata durante l'episodio "L'isola della sirena". Ispirata dalle meravigliosa "With me" dei Sum 41. ;)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia ambientata durante l’episodio: “L’isola dela sirena”.
Consiglio di leggere ascoltando questa canzone in sottofondo: (https://www.youtube.com/watch?v=atnQPEqL1jQ )
 
 
I don't want this moment 
To ever end 
Where every thing's nothing, without you 


 
Si lasciò cadere a peso morto sul terreno, il petto in terra e il viso a pochi millimetri da un ciuffo d’erba secco. Udì un gemito strozzato a pochi centimetri da lui, surclassato da un singhiozzo. Respirò profondamente, voltando un poco il capo verso la provenienza del lamento, scoprendo la sua migliore amica nella sua stessa posizione. Kazuha stava col viso chino sul prato, fissando il terreno. Sembrava immobile, ma quando vide la sua schiena tremare vistosamente la guardò in viso, scoprendola con gli occhi spalancati e colmi di lacrime, alcune delle quali scivolavano già dalle gote lattee della ragazza.

“K- Kazuha?” la richiamò a fatica, cercando di tirarsi un po’ su, poggiandosi sui gomiti. Kazuha lo ignorò, continuando a fissare il vuoto, respirando affannosamente.

“Kazuha …” ripetè Heiji, con una punta di preoccupazione nella voce. Ma Kazuha continuava a non rispondere, come sorda al mondo al di fuori di sé. Heiji la guardò preoccupato, non sapendo cosa fare. Cercò poi di avvicinarsi a lei, strisciando sui gomiti coperti dalle maniche della felpa ormai da buttare.

“Kazuha?” ripeté di nuovo, scrollandole leggermente il braccio. Kazuha sembrò quasi rinvenire solo in quel momento, perché si voltò di scatto, fissandolo negli occhi. E in quel momento Heiji temmette di svenire: il viso di porcellana di Kazuha era ricoperto di graffi, ferite superficiali che sanguinavano leggermente. I capelli solitamente ordinati in una maestrale coda ora erano sfuggiti al controllo del nastrino rosso, ricadendo così lungo le spalle e contornandole il viso, e quell’essere un po’ scompigliati le diedero un’aria forastica e quasi selvaggia. Ma la cosa che più lo spiazzò, furono i suoi occhi. Quei due meravigliosi smeraldi che era abituato vedere luccicare ogni volta si trovassero insieme ora erano si brillanti, ma brillanti di lacrime. Kazuha lo fissava con la bocca leggermente aperta, spaesata, ed Heiji si sforzò di trovare qualcosa, una qualsiasi cosa da dire ora.

“H- hai visto, piccola? Ce l’abbiamo fatta.”
I wait here forever just to, 
To see you smile 
Cause it's true 
I am nothing without you 


 
Non era il plus ultra di quello che avrebbe potuto dire, ma gli era venuto in mente solo quello, e poi non gli era sembrata tanto male. Insomma, era nel suo stile, un tono un po’ beffardo e un po’ saccente, il tipico registro che usava quando risolveva un caso o riusciva a scampare ad una situazione estremamente pericolosa. Come quella. Perché Heiji non voleva ammetterlo, ma ci era mancato davvero tanto così alla morte.  Però non se lo aspettava. Era convinto che a quelle parole, Kazuha sarebbe scoppiata in una delle sue solite sfuriate, che se ne avesse avuto la forza lo avrebbe anche preso a botte, e a lui sarebbe andato bene, perché l’importante era sapere che stesse bene. Ma Kazuha non fece nessuna di queste cose. Kazuha lo guardò semplicemente negli occhi, tremando vistosamente. E mentre l’ennesima lacrima solcava le sue gote perlacee, la delicata bocca dal colore della pesca più chiara che ci sia, tremolava un poco, nel tentativo di parlare. E poi ci riuscì, dicendo la cosa che riuscì più di ogni altra a spiazzare il grande detective dell’Ovest, Heiji Hattori.

“P – perché? Perché mi hai salvata?”

Ed Heiji non riuscì a rispondere.
 
 
Through it all 
I've made my mistakes 
I'll stumble and fall 
But I mean these words 



“C – come perchè ti ho salvata? Ma che domande fai?” riuscì a balbettare, confuso. Kazuha continuava a fissarlo negli occhi, senza smettere di piangere, ma comunque senza singhiozzare.

“Stavamo per morire entrambi … perché non mi hai lasciata andare?” chiese di nuovo, stavolta un po’ più decisa. Heiji credeva fosse impazzita: che domande erano quelle, era ovvio che non l’aveva lasciata, era la persona a cui teneva di più al mondo!  “Ma forse questo dovresti dirglielo, caro Detective” gli suggerì una fastidiosa vocina interiore, che Heiji fece finta di non sentire.

“Sei impazzita? Pensi che ti avrei mai lasciato andare?!” sbottò Heiji, irritato. Kazuha abbassò lo sguardo, stringendo i pugni, per poi alzare di nuovo il viso verso Heiji, stringendo i denti.

“Heiji, c’erano il 99% delle probabilità che io e te non riuscissimo a salvarci, il 99% delle probabilità che ora io e te non fossimo qui a parlare a pochi metri da un burrone e della stupida tomba di una sirena!” gridò per quanto le fosse possibile, vista la voce arrochita dal pianto.  Heiji la fissò con occhi spalancati.

“Saremmo potuti morire entrambi, te ne rendi conto?!” continuò la ragazza, gridando sempre più.

“Ma siamo salvi, ce l’abbiamo fatta entrambi! Che senso ha pensare a quello che sarebbe potuto succedere?” la interruppe Heiji, sconvolto. Kazuha abbassò gli occhi, sospirando.

“Ha senso per me, Heiji. Hai ragione quando dici che ti sto sempre appiccicata; se mi facessi un po’ i fatti miei, non ci cacceremmo così spesso in guai del genere …” disse, sorridendo amaramente verso il terreno erboso. Heiji spalancò gli occhi, certo di non aver udito bene.

“Kazuha, ma cosa stai dicendo?! Non è di certo colpa tua se siamo caduti nel burrone, sono stato io a scivolare! Anzi, tu mi hai anche salvato la vita, se non ci fossi stata tu a quest’ora sarei già spiaccicato a centinai di metri qui sotto con il cranio fatturato e senza vita. Perciò non dire scemenze, dovresti sapere benissimo che io scherzo quando ti dico così …”

“Heiji ascoltami!” lo interruppe lei, alzando gli occhi verso di lui. Heiji si zittì, fissandola prendere un profondo respiro, per poi dire, con voce tremante:

“Heiji, voglio che tu mi dica solo una cosa, poi ti lascerò stare per sempre. E non interrompermi, rispondi solo alla mia domanda.” Sospirò.

“Perché mi hai salvata?”
I want you to know 
With everything, I won't let this go 
These words are my heart and soul 
And I'll hold on to this moment you know 
As I bleed my heart out to show 
And I won't let go


Kazuha lo fissava, in attesa di una risponda. Heiji si sistemò meglio sui gomiti, interrompendo per un attimo il contatto visivo con la ragazza. Perché l’aveva salvata? Perché era la sua migliore amica, ecco perché. Cos’altro doveva esserci, in fondo? Amore? Era forse amore quello che provava ogni qualvolta vedeva Kazuha? Era forse amore quello strano tamburo che diveniva il suo cuore ogni volta che la sentiva vicino a lui? Era forse amore quell’inspiegabile rabbia che lo invadeva da capo a piedi ogni qualvolta  un essere di sesso maschile si avvicinasse a Kazuha e intraprendesse con lei una conversazione? Era forse amore quella strana sensazione di calore che gli invadeva l’anima, quello svolazzamento nelle pareti dello stomaco che sentiva ogni volta che Kazuha si stringeva a lui sulla sua moto, quando lo abbracciava, quando le loro dita si sfioravano anche involontariamente? Era forse amore quella voglia matta di perdersi nei suoi occhi verdi come lo smeraldo e quell’assurdo desiderio di non voler mai tornare più indietro, nel mondo reale? Era forse per amore che ora, perso negli occhi della sua piccola, si stava avvicinando inconsciamente sempre più al suo volto?

Thoughts read unspoken 
Forever and know 
Pieces of memories 
Fall to the ground 
I know what I did and how so 
I won't let this go 
Cause it's true 
I am nothing without you 

On the streets, where I walked alone 
With nowhere to go 
I've come to an end 



Kazuha lo guardò spaesata, mentre altre lacrime continuavano a scivolare giù dal suo volto pieno di escoriazioni. Chiuse gli occhi, cercando di ricacciarle indietro, in attesa di una risposta di Heiji. Sentì poi improvvisamente qualcosa di caldo e delicato posarsi sulle sue guance, con una leggerezza incredibile. Spalancò gli occhi, trovandosi faccia a faccia con le palpebre scure e chiuse di Heiji, rendendosi conto di ciò che il ragazzo stesse facendo. Heiji le stava dispensando piccoli e delicati baci sui punti bagnati dalle sue lacrime, nel tentativo di asciugarle il volto. Non era forse quello lo strumento più funzionale per una tale operazione, ma non vi erano asciugamani o altro in giro, perciò l’unica soluzione era quella. E ad essere sinceri, il voler asciugare davvero le sue lacrime non era una delle migliori scuse. Ma per infonderle dolcezza, per cercare di calmarla … era una tecnica davvero niente male …
In front of your eyes 
It falls from the skies 
When you don't know what you're looking to find 
In front of your eyes 
It falls from the skies 
When you just never know what you will find 


D’un tratto, ancora intento nella sua opera di asciugatura, Heiji aprì gli occhi. E fu forse l’errore più grande che avrebbe potuto fare, perché gli occhi di Kazuha erano proprio a due millimetri dai suoi. Si fermò un attimo, fissando la ragazza spaesato. Si persero l’uno negli occhi dell’altro, il verde nel blu, il mare agitato in quello calmo, l’amore nell’amore. Due occhi innamorati, che non sapevano nemmeno di essere tali. In quel momento, ad Heiji venne inspiegabilmente in mente una canzone che Kazuha gli aveva fatto sentire tempo fa, anzi lo aveva costretto. Era un brano incredibilmente malinconico, ma gli era piaciuto molto, perché Kazuha amava quella canzone, e lui amava Kazuha. E forse anche Kazuha stava pensando a quella canzone, perché diamine, come trovare allora il coraggio di fare ciò che fece pochi secondi dopo? Kazuha lo guardò, e in un attimo, si avventò sulle sue labbra, senza che nessuno dei due ci capisse niente. Heiji si ritrovò le labbra di Kazuha incollate alle sue, e se in un primo momento aveva lasciato gli occhi spalancati, pochi secondi dopo li serrò anche lui, sentendo che ormai rispondere a quel bacio era l’unica cosa che contasse. Le labbra di Kazuha erano salate, perché le lacrime erano andate ad infrangersi anche su di essa, e lei continuava a piangere, facendo si che il loro primo bacio fosse un disperato ricercarsi l’uno dell’altro, una morbosità necessità delle labbra di lui e lui di lei, un bacio al sapore salato delle lacrime. Un bacio che nessuno dei due avrebbe mai scordato.
I don't want this moment 
To ever end 
Where every thing's nothing, without you 


Heiji non fu in grado di stabilire quanto tempo fosse durato quell bacio; forse secondi, forse interi minuti. Il punto era che quell bacio era talmente bello che non voleva finisse mai. Ma poi ad un tratto Kazuha si staccò, ma non di colpo, con lentezza, come se non avesse ben realizzato ciò che fosse appena successo. Aprirono entrambi gli occhi, ed Heiji vide le gote di Kazuha colorate di una vivace tonalità di rosa, mentre la ragazza abbassava gli occhi verso il terreno. Incapace di dire una sola parola, Heiji continuo a fissarla basito, senza dire nulla. Si portò due dita alla bocca, sfiorando con delicatezza le labbra, quasi per accertarsi che tutto quello fosse davvero successo. Non si rese nemmeno conto che Kazuha stave scuotendo la testa con vigore, stringendo I pugni. La sentì solo parlare, e quelle parole gli gelarono il cuore.

“H-Heiji scusa, io … Non ho idea di quello che mi sia preso, è stata un’idiozia, e … fai finta che non sia successo nulla, d’accordo? Immagina che io non esista, che non sia l’idiota che sono stata pochi sec …” ma non riuscì a terminare la disconessa accozzaglia di parole che stavano fuoriuscendo dalla sua bocca, perchè due sottili e calde labbra si posarono immediatamente su di essa. E stavolta fu Kazuha a spalancare gli occhi, mentre Heiji la baciava di nuovo, ma stavolta con delicatezza, con tenerezza. Si staccò pochi secondi dopo, il tempo di accertarsi che Kazuha si fosse calmata. Appoggiò poi la fronte su quella delicata di lei, respirando a fondo, guardandola negli occhi che lei non aveva smesso di tenere spalancati.

“Non dirlo nemmeno per scherzo. Hai fatto la cosa migliore che avessi mai potuto fare …” sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra, facendo sic he Kazuha arrossisse ancora di più.

“H- Heiji, ma io …” tentò di dire, balbettando.

“Ah, ah, ah Kazuha, non dire niente; spero che ora non penserai di certo che voglia lasciarti andare  dopo questo …” disse, sorridendo beffardo.

“Ascoltami bene, piccola; io ti prometto una cosa. Ti prometto che finchè resterai al mio fianco non ti accadrà niente. Tu non hai la minima idea di quanto io tenga a te … più di quanto immagini.” Confessò serio, mentre gli occhi di Kazuha brillavano di sorpresa e di felicità. Non si dissero nessun “Ti amo” stereotipato o qualche assurda frase melensa, perchè non era necessario. Stava accadendo qualcosa di strano, tra loro due. Qualcosa che nessuno dei due era ancora riuscito ad ammettere, ma che sapevano entrambi avrebbe cambiato per sempre le loro vite. In quel momento, distesi in mezzo a delle erbacce secche e a pochi metri dal burrone che li aveva tenuti a due passi dalla morte, qualcosa stave cambiando. E se quell cambiamento era amore, allora si, erano innamorati. Ormai I loro cuori erano consapevoli di ciò, e anche il cervello stava cominciando a capirci qualcosa. Adesso ci sarebbe solo voluto un po’ di tempo, giusto quel poco perchè anche loro stessi potessero abituarsi a questa nuova strana sensazione. Ma era amore, e quello non sarebbe mai cambiato.

 
I want you to know 
With everything, I won't let this go 
These words are my heart and soul 
And I'll hold on to this moment you know 
As I bleed my heart out to show 
And I won't let go


 
D’un tratto, Heiji fece pressione sulle braccia, mettendosi faticosamente a sedere, poggiando la schiena contro la corteccia di un albero. E pochi secondi dopo, Heiji si ritrovò il capo di Kazuha affondato nel suo petto, mentre sorridendo un poco stringeva a sè la ragazza. Gli tornò di nuovo in mente quell brano, le parole del testo scorrevano velocemente nella sua mente. E suo malgrado, si ritrovò a pensare che quella canzone fosse perfetta in quel momento.

“Kazuha?” la richiamò dolcemente.  Sentì la ragazza mugolare flebilmente sul suo petto, segno che lo stesse aspettando.

“Sai, vorrei che questo momento non finisse mai …” sussurrò, alzando gli occhi al cielo. Non fu in grado di confermarlo, ma gli sembrò quasi di sentire Kazuha sorridere contro il suo petto. Aveva sicuramente capito, lo sapeva.

“Dove tutto è niente senza di te …” continuo infatti Kazuha a bassa voce, ma Heiji la sentì chiaramente, perciò sorrise leggermente. Stava quasi per continuare, e a dire il vero aveva già aperto bocca, l’aria stava per entrare in vibrazione con le sue corde vocali, quando si bloccò. Sentì Kazuha abbandonare completamente la testa sul suo petto, e abbassando lo sguardo, la scoprì placidamente addormentata. Le carezzò delicatamente una gota ferita, dove fino a pochi minuti prima scorrevano lacrime di disperazione. Sorrise un poco, fissando il viso di Kazuha. Infondo, quella canzone non era poi così male …

 
I want you to know 
With everything, I won't let this go 
These words are my heart and soul 
And I'll hold on to this moment you know 
As I bleed my heart out to show 
And I won't let go…

 
 
 



Nota Autrice:
E per la serie, chi non muore si rivede, ladies and gentleman sono tornata! Purtroppo in questo periodo la scuola mi sta letteralmente ammazzando (vi prego, qualcuno spieghi alla mia professoressa di latino che è umanamente impossibile fare un compito in classe ogni sua santa lezione) e quindi il computer, ma anche solo il mio quadernino degli appunti, si sono allontanati migliaia di anni luce (dopo aver visto “La teoria del tutto” due giorni fa, la mia passione  astronomica si fa sentire più che mai). Ma oggi, all’alba del ventisette gennaio 2015 (ah, a proposito: Buon anno a tutti!) sono riuscita a trovare il tempo per scrivere! (Alleluia! Alleluia! Alleluia, Alleluia, Alleluia!!) E quindi eccomi qui! Allora, qualche spiegazione riguardo a questa one shot. Mi sono letteralmente inamorata di questa canzone (With Me, dei Sum 41) e mentre ieri la riascoltavo per la milionesima volta, mi è balenata in mente quest’idea … e l’ho scritta. La storia è ambientata durante l’episodio “L’isola della sirena” (fan girls, facciamoci sentire) e più precisamente subito dopo l’incredibile salvataggio dal burrone.  E niente, questo è quanto. Probabilmente  avrò aumentato il vostro tasso glicemico ai limiti del sopportabile, ma questa canzone mi ispira troppa malinconia e centinai di sentimenti allo stesso tempo. And so, This is It (Michael Jackson è il mio idolo, ogni riferimento a frasi o citazione relamente avvenuti è puramente casuale XD) Bene, yo me voy che ho già sclerato abbastanza. Spero vivamente che questa pazzia vi sia piaciuta, e se vi va, vi invite a lasciare anche una piccolo recensione, sempre se ne abbiate voglia! ;)
Alla prossima!
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