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Autore: ELIOTbynight    27/01/2015    1 recensioni
Naruto è diventato Hokage (ed era pure ora!), ma per portare avanti il suo lavoro ha bisogno dei suoi amici di sempre, che per fortuna non hanno mai smesso di stargli accanto.
Konoha e tutto il mondo ninja sono in tempo di pace, ma qualcuno trama nell’ombra, rispolverando pericolosamente il passato … e Kurama si prepara ad avere una nuova forza portante.
Si tratta della protagonista di una nuova generazione di ninja: il suo nome è Eri Uzumaki.
*
- Così te ne sei accorto, baka.-
Un vocione profondo lo distolse improvvisamente dai suoi pensieri e Naruto sussultò, ritrovandosi mentalmente nel suo buio subconscio.
- Kurama!- esclamò, fissando il suo cercoterio dal basso. - Tu sapevi che Eri possiede una parte di te?!-
Il volpone rispose, beffardo e malizioso:
- E’ ovvio! Piuttosto, mi sorprende che tu l’abbia scoperto solo adesso … Si vede che eri proprio concentrato, quella notte!-
Naruto arrossì violentemente fino alla punta dei capelli e gridò:
- Di che cosa stai parlando??-

*
[Ambientata in un ipotetico futuro alternativo, senza tenere conto del capitolo 700 del manga. Ogni riferimento a fatti o persone esistenti o già inventate da qualcun altro è puramente casuale. Buona lettura!]
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Salve a tutti! Finalmente sono tornata ad aggiornare... Nuovi personaggi in arrivo, spero che siate pronti a conoscerli!
La soundtrack che vi consiglio per questo capitolo è il tema di Deidara, adatto soprattutto alla scena centrale.
E... niente, non ho null'altro da aggiungere per ora (strano, ma vero o.o). Il resto, dopo la lettura!
*





Capitolo 7
: Il genio all’opera

- Papà?-
A scuotere quel dolce torpore di cui stava godendo Shikamaru fu l’appena accennata voce del piccolo Yuji, che fece spuntare la testolina bionda dalla porta che dava sulla veranda. Non si stupì di vedere il padre sdraiato fuori, con un filo d’erba in bocca e le braccia dietro la nuca. Il bambino ripeté:
- Papà, mi senti?-
- Mmh, sì, ti sento.- rispose pigramente l’altro. - Che cosa c’è?-
Yuji camminò senza fretta verso di lui. Il suo sguardo non era poi molto diverso da quello di Shikamaru, ma in fondo erano le intenzioni e la personalità ad essere importanti. Quando raggiunse il papà, si accucciò vicino a lui e lo fissò dritto in faccia:
- Giochiamo a shogi?-
Con tutta calma, dopo un leggero sospiro, Shikamaru aprì gli occhi e si ritrovò il viso paffuto del figlio, nonché i suoi occhi neri, piccoli e pungenti. Era troppo pigro perfino per stupirsi di quella grande vicinanza tra i loro nasi.
- Magari più tardi, Yuji … - fece, riabbassando le palpebre.
Il bambino attese solo qualche secondo, poi senza neanche muoversi di un  millimetro, sillabò:
- Chiamo la mamma.-
Nel profondo del suo subconscio, qualcosa si mosse dentro Shikamaru, anche se il suo corpo restò completamente fermo. Far intervenire Temari sarebbe stato fatale, eppure voleva tenere ben saldo il suo orgoglio di padre, perciò mormorò:
- Chiamala pure, se ti va … -
Sperava che il figlio, notando la sua apparente sicurezza, lasciasse perdere. Invece chiamò davvero sua madre.
- Mamma! Papà non vuole giocare!- esclamò in direzione della veranda.
Temari non tardò a comparire e si affacciò con un’espressione irritata.
- Shikamaru … Non farmi venire lì.- si limitò a dire.
Come aveva potuto lui pensare che suo figlio fosse tanto stupido da lasciar perdere? In fondo era sangue del suo sangue.
- D’accordo, prendi la scacchiera … - sospirò, alzandosi dal prato e notando come fosse soddisfatto Yuji mentre obbediva.
In pochi minuti erano seduti in veranda, concentrati sulle pedine dello shogi. Lo sguardo di Shikamaru non si era acceso più di tanto, mentre quello di Yuji si era fatto più vispo. Il piccolo scrutava la scacchiera con una quasi esagerata scrupolosità ogni volta che arrivava il suo turno e tirava fuori sempre una smorfia di disappunto, quando il padre reagiva con una contromossa efficace e velocissima. Ad un certo punto il ninja sbadigliò pure.
“In giornate limpide come questa, soffro terribilmente la decisione che ho preso di sposarmi ed avere una famiglia. Non potevo scegliermi una seccatura peggiore!”
Aveva appena partorito questo profondo pensiero, quando un leggero bacio di Temari sulla guancia lo scosse al punto da far scomparire del tutto quella pesantezza opprimente. Gli scappò un sorriso e i suoi occhi brillarono a vedere Yuji tutto soddisfatto che riceveva lo stesso bacio dalla madre.
Quest’ultima stava per tornare in casa, quando Shikamaru si voltò per dirle:
- Mio padre aveva ragione. Senza donne, noi maschi saremmo completamente persi.-
Divertita, Temari strizzò un occhio e fece:
- Lo hai ammesso, finalmente!-
L’altro ridacchiò, ammirando la moglie muoversi oltre la porta della veranda, poi si rigirò verso Yuji.
- E tu, figliolo? Sei d’accor-
Lo stupore gli troncò la frase. Yuji era sparito dalla sua vista e ci volle qualche attimo in più per capire che era andato a giocare tra i cespugli, poco più in là. Shikamaru abbassò gli occhi sulla scacchiera e non ebbe il tempo di chiedersi perché il figlio avesse interrotto la partita all’improvviso, poiché ancora prima di farlo si rese conto che semplicemente Yuji aveva vinto.
Il disappunto per la sconfitta si unì presto al senso di colpa per non aver dato molto retta al figlio, ma Shikamaru ridacchiò, non solo di se stesso, ma anche perché era fiero di aver cresciuto un figlio tanto astuto e indipendente. Senza accorgersene, stette per un po’ ad osservarlo mentre curiosava tra le piante, cercando di catturare qualche insetto. Dopo pochi minuti, lo vide scattare e correre in una direzione, urlando:
- Zia Ino! Zia Ino, sono qui!!-
Sulla strada stava passando proprio lei, così Shikamaru si alzò per andarla a salutare.
- Ciao, piccolo Yuji, come stai??- domandò lei, abbassandosi verso il bambino e rialzandosi quando vide suo padre.
Quest’ultimo alzò pigramente un braccio:
- Hey, come va?-
- Shikamaru, sono venuta perché Naruto mi ha mandato a chiamarti.- esordì la bionda, diventando seria tutto d’un tratto.
Trovandosi impreparato, l’amico chiese:
- E me lo dici così? Per caso è urgente?-
- Non saprei, ma di sicuro Naruto non sembrava tranquillo.-
Shikamaru imitò lo sguardo serio di Ino, poi si voltò verso Yuji e notò la sua perplessità. Gli accarezzò il capo e fece:
- Di’ alla mamma che l’Hokage vuole parlarmi. Tornerò presto!-
Non appena Yuji ebbe sorriso e fatto sì con la testa, il padre si fiondò in strada ed iniziò a correre, per poi cominciare a balzare di tetto in tetto per arrivare più in fretta a destinazione. Il piccolo continuò ad guardare il padre con orgoglio finché quello non scomparve oltre le case.
 
Il vento soffiava veloce, trasportando strisce di sabbia nell’aria. Il Villaggio pareva come addormentato, sotto il sole cocente. Kiichi si fece largo tra i tetti delle abitazioni, badando bene di non essere visto. Raggiunse una piccola torre isolata ed atterrò sulla sua cima senza fare troppo rumore. Lentamente, si riavvolse con la veste nera e si calò giù, fino ad arrivare ad una finestra. Sempre silenziosamente, il giovane rimase aggrappato ad alcuni mattoni di sabbia che sporgevano e guardò dentro.
Seduta in un angolo, stava una ragazza che doveva avere più o meno la stessa età di Kiichi. I lunghissimi capelli castani legati in due codini coprivano la visuale del resto del suo corpo, siccome era chinata su se stessa con alcuni piccoli attrezzi in mano, intenta probabilmente a costruire o riparare qualcosa. Tutte intorno a lei, erano depositate sul pavimento decine di marionette dalle forme più svariate e animalesche. Una di esse le era vicino ed era tutta smontata; Kiichi capì che forse lei la stava aggiustando.
Dopo averla osservata per qualche istante, il ragazzo entrò dalla finestra con uno scatto, atterrando perfettamente in piedi. Subito l’altra alzò la testa, sorpresa dal rumore, e quando vide l’estraneo che si era introdotto nella sua stanza, saltò in piedi anche lei.
- Chi sei??- esclamò, stringendo in mano i pezzi della sua marionetta.
Anziché risponderle, Kiichi la fissò: indossava solo una tunica corta ed era scalza, ma ciò che attirò il suo sguardo fu il tatuaggio sulla parte destra della fronte, un ideogramma che portava il significato di “forza”.
- Allora, ti decidi a rispondermi?- aggiunse lei. - Chi sei e perché sei entrato in casa mia??-
L’altro sbottò, impassibile:
- Parli sempre così tanto?-
La ragazza spalancò gli occhi. Come aveva osato quel damerino introdursi in casa sua e per giunta fare del sarcasmo? Pestando i piedi, lei esclamò:
- Come ti permetti? Rispondi alla mia domanda o te la vedrai con me!-
- Tu sei Keira, giusto?-
La giovane non si aspettava che quell’ospite indesiderato conoscesse il suo nome, così lasciò cadere l’ingranaggio che stava aggiustando, trasalì e rimase a fissare il ragazzo in silenzio. Quell’espressione fredda e calcolatrice la metteva in difficoltà, nonostante fosse sempre capace di difendersi a parole.
Kiichi non aspettò nemmeno una risposta. Iniziò a guardarsi meglio intorno, poi aggiunse:
- Devo chiederti di raccogliere le tue marionette e di seguirmi fuori dal Villaggio della Sabbia … per sempre.-
A quella richiesta assurda, Keira sentì il bisogno di proteggere le sue marionette e le fece sparire, unendo l’indice e il medio della sua mano. A sostituire le marionette, si alzarono delle piccole nubi.
- Non vedo perché dovrei acconsentire.- ribatté lei, ripresasi dallo stupore. - Vattene, oppure degnami di qualche spiegazione, altrimenti non vale la pena neanche di darti la mia attenzione!-
- Me la stai già dando da un pezzo, non ti pare?- replicò Kiichi con un lieve sorriso ironico.
Keira si sentì esplodere. Mosse qualche passo deciso verso il biondino e lo prese per il bavero della veste, sbraitando:
- Adesso fai anche lo sbruffone? Se non vuoi che ti faccia a pezzi, dimmi subito chi sei e che cosa vuoi da me!-
L’altro restò impassibile e quando la ragazza finì di inveire contro di lui, sospirò e decise di accontentarla.
- Mi chiamo Kiichi e sono venuto a prenderti insieme al mio socio.-
- Il tuo socio?- domandò lei confusa, lasciandolo andare.
- In questo momento si trova fuori dal Villaggio e ci aspetta entrambi.-
Meno Kiichi manifestava segni di coinvolgimento emotivo, più Keira si innervosiva. Non aveva mai incontrato qualcuno di così distaccato e gelido nei confronti degli altri e del resto del mondo. Soddisfatta almeno di aver ottenuto qualche informazione su quel tipo misterioso, mise le mani sui fianchi e chiese ancora:
- E sentiamo, perché mai dovrei unirmi a voi … Kiichi?-
- Sappiamo che non sei legata a nessuno, in questo paese. Solo alle tue marionette.- fece lui, accennando un ghigno. - Le tue abilità, poi, ci farebbero molto comodo.-
La giovane marionettista aggrottò la fronte e prese sul serio quelle parole. Stringendo i pugni, sbottò:
- Non so che cos’abbiate in mente di fare, ma non mi va affatto di diventare uno strumento al vostro servizio. Scordati di avere me e le mie opere d’arte!-
Lo sguardo di Kiichi si illuminò improvvisamente. Incrociò le braccia al petto ed allargò il sorriso sornione che stava rivolgendo alla ragazza, ridacchiando.
- Le tue opere d’arte?- ripeté, avvicinandosi al suo viso. - Facciamo così: tu mi fai vedere le tue opere d’arte … e io ti farò vedere le mie.-
Keira imitò la sua espressione di malvagio divertimento e disse:
- E’ una sfida?-
- Se vinco io, lascerai il Villaggio e seguirai me e il mio collega lontano da qui; se invece vinci tu, lo raggiungerò da solo e insieme ci consegneremo spontaneamente alle guardie del deserto.- fece il biondino, mettendo lentamente una mano in tasca.
Anche lei stava muovendo una mano senza farsi notare troppo e quando ebbe ascoltato le condizioni dell’avversario, frappose due dita tra le loro facce vicinissime per richiamare il chakra e sentenziò:
- Ci sto.-
Nella sua mano libera comparve un rotolo di pergamena. Stava per srotolarlo, quando Kiichi balzò all’indietro e mise in bocca una manciata d’argilla esplosiva.
- Non riuscirai a fermarmi!- disse Keira, srotolando la pergamena. - Kugutsu no Jutsu!-
In uno sbuffo comparve nella stanza una marionetta enorme, che a prima vista sembrava avere la forma di una piovra. Aveva dieci tentacoli di legno che circondavano gran parte del nucleo centrale, che consisteva in una testa alta e ovale fatta di ferro. Su di essa erano distinguibili solo due fori sul davanti, riconducibili in qualche modo agli occhi della creatura.
Così armata, la ragazza si preparava ad attuare la Tecnica del Marionettista. Allungò le mani ed allacciò ai dieci tentacoli un filo di chakra per ogni dito, ottenendo il pieno controllo della marionetta.
Per tutta risposta, Kiichi sputò l’argilla che stava impastando con i denti e che si era trasformata in una serie di piccoli shuriken. Tenendoli in mano, commentò con ironia:
- Carina, ma un po’ fragile per i miei gusti.-
- Scommettiamo?- ribatté prontamente lei.
L’altro non perse tempo e gettò in aria gli shuriken d’argilla, spargendoli ovunque, per poi buttarsi fuori dalla finestra e dare l’ordine di esplosione:
- Katsu!-
Keira reagì per tempo e si riparò dietro la testa ovale della sua marionetta. Quando terminarono le piccole esplosioni provocate dagli shuriken, si affacciò dalla torre e vide il nemico allontanarsi sui tetti delle case circostanti. Presa la sua marionetta tramite i fili di chakra, uscì fuori e lo inseguì, balzando dove capitava e manipolando con le dita i tentacoli di legno della piovra, in modo che questa strisciasse su ogni tipo di superficie.
- Non mi sfuggirai!- gli intimò, dopo averlo avvistato una decina di metri più avanti.
Kiichi non poteva neanche risponderle, perché stava impastando altra argilla con la bocca. In quel momento era indifeso e Keira ne approfittò per aprire la testa della piovra nella fascia più bassa, vicino ai tentacoli: da un’apertura rettangolare emerse una griglia bucherellata con decine e decine di spiedi all’interno. Con un quasi impercettibile movimento di ogni dito, la marionettista sparava gli spiedi a velocità incredibile, ovviamente mirati a colpire l’avversario. Non fu troppo difficile per lui evitare quelle piccole armi, finché non smise di saltare di tetto in tetto ed atterrò in una stradina deserta, imboccando un vicolo per nascondersi e finire d’impastare l’argilla.
Keira lo seguì, ma lo perse di vista. Si mise in piedi sulla testa della marionetta, controllandone sempre i movimenti con i fili di chakra collegati alle dita, e guardandosi intorno esclamò:
- Vieni fuori a combattere!-
Le piccole esplosioni non avrebbero funzionato con lei, che poteva difendersi con quel piccolo carro armato animalesco, e il biondino se ne rese conto. Con pazienza, fece uscire dalla bocca un paio di armi d’argilla più grosse e dalla potenza distruttiva maggiore: due lunghe e robuste mazze chiodate. Fu faticoso sputarle e quando Kiichi dovette riprendere fiato, il suo respiro fu avvertito da Keira, che mosse i tentacoli della piovra verso il nascondiglio del nemico. Non ebbe tuttavia il tempo di avvicinarsi molto, perché dall’ombra del vicolo spuntò una delle due mazze d’argilla, volando per aria. Dopo averla lanciata, Kiichi tenne in pugno l’altra e si spostò verso il tetto di un edificio, gridando:
- Katsu!-
La mazza esplose violentemente nell’aria, facendo tremare tutt’intorno. Il ragazzo sogghignò, osservando il fumo che si diradava, ma sobbalzò e cambiò espressione, quando notò che la marionetta era rimasta intatta e solo Keira era scomparsa. Si levò in piedi ed osservò la scena.
“Dove sarà andata? Forse sta per attaccarmi da qualche altra parte … ma allora cosa aspetta? Ah, un momento.”
Il sorriso malvagio tornò sul suo viso; nel frattempo Keira uscì allo scoperto. Si era nascosta dentro la testa della piovra per evitare l’esplosione, ma ora che si erano calmate le acque non riusciva più a localizzare il nemico.
- Dannazione, si è nascosto di nuovo?!- imprecò.
Stavolta senza farsi sentire, Kiichi lasciò cadere la seconda mazza chiodata dal tetto di un altro palazzo, che si trovava alle spalle dell’avversaria. Sicuro della vittoria, sentenziò:
- E’ finita, Keira. Katsu!-
Quest’ultima alzò gli occhi e con orrore vide cadere l’arma su di sé. Non avrebbe fatto in tempo, stavolta, a ripararsi nella testa della sua piovra. Aveva perso.
In quel momento, insieme ad un forte boato, un grido si sollevò dalla zona più solitaria del Villaggio della Sabbia.
 
Shikamaru scrutava il cielo azzurro di Konoha alla ricerca di una qualche ispirazione. Naruto, al suo fianco, leggeva e rileggeva il rapporto che gli era giunto dal Villaggio della Roccia: dalla descrizione di Yamato, nessuno sembrava riconoscere il misterioso ninja biondo che lo aveva attaccato.
- Strano, molto strano.- ripeté il moretto. - Potrebbe provenire da qualche altro villaggio, ma è poco probabile.-
L’Hokage si risedette alla scrivania e poggiò stancamente la testa su una mano. Sospirando, aggiunse:
- Forse è riuscito a far perdere le sue tracce, qualunque sia il suo luogo d’origine. Ma perché, poi, ha attaccato il capitano Yamato?-
Quando si trattava di questioni spinose e complicate, Naruto poteva contare tantissimo sulla collaborazione di Shikamaru, dalla mente elastica e dalle grandi capacità intuitive. Non che lui non ne fosse dotato, ma avere quel placido ninja delle ombre al suo fianco gli dava senz’altro un po’ di sicurezza in più.
- So che il capitano Yamato è l’unico a saper utilizzare l’Arte del Legno; può essere questa la ragione?-
L’amico lo squadrò con perplessità e allora Shikamaru continuò:
- E’ un’abilità innata molto rara. Solo il Primo Hokage la sapeva utilizzare e farebbe gola a molti ninja.-
- Potrebbe essere.- annuì Naruto. - Dopotutto è l’unico a possedere le cellule di Hashirama, a parte me e Sasuke nel braccio ricostruito. Dei tre, il capitano è in effetti il più avvicinabile.-
Shikamaru prese in mano un foglio appoggiato sulla scrivania insieme a tanti altri. Si trattava di un resoconto redatto dall’ospedale, che descriveva i danni fisici subiti dal capitano.
- Tra l’altro il secondo ninja, quello completamente irriconoscibile, ha strappato dal collo di Yamato un pezzo di carne, quindi l’ipotesi regge.- continuò, grattandosi la nuca.
- A chi potrà mai servire l’Arte del Legno?- si ritrovò a chiedersi Naruto, che si allungò sulla sedia e si stiracchiò subito dopo. - Non sono in molti a sapere delle sue abilità … -
- Potrebbe essere Orochimaru?-
A sentire quel nome, quasi il biondino non cadde dalla sedia. Con gli occhi fuori dalle orbite, esclamò:
- Stai scherzando?! Ora che finalmente quel viscido serpente è morto, vuoi tirarlo di nuovo in ballo?-
- Dai Naruto, non scaldarti … - ridacchiò Shikamaru, che tornò subito serio e proseguì: - Potremmo fare lo stesso discorso con l’Organizzazione Alba, eppure il ninja che ha aggredito Yamato conosceva l’arte dell’esplosione proprio come Deidara. Vuoi escludere anche questa ipotesi?-
Naruto mugugnò ed incrociò le braccia al petto, infastidito dalla situazione. Non avevano quasi nulla di concreto in mano e stavano procedendo solo ad intuizioni. Innervosito, sbottò:
- Accidenti, non riusciamo a venirne fuori … Potrebbe trattarsi di qualsiasi cosa. Chi sono, che cosa vogliono veramente e perché?-
Mille domande e misteri si accumulavano, preannunciando eventi terribili. Il giovane Hokage ancora non lo sapeva, ma quello era solo l’inizio di un conflitto che si sarebbe aperto solo più avanti e che non sarebbe stato combattuto da lui, né dai suoi amici.
Gli unici in grado di rispondere alla nuova minaccia che incombeva sul mondo ninja erano i giovani della nuova generazione, pronti a diventare dei coraggiosi e forti shinobi.


*











E rieccomi qui! Finalmente posso proseguire con gli altri annunci xD
Questo capitolo conclude la prima parte della storia. Tra questa e la seconda (poi vedrete che ce ne sarà anche una terza) c'è un balzo temporale di CINQUE anni. Ve lo anticipo, ma ovviamente ve lo ricorderò anche nel prossimo capitolo u.u
Andiamo avanti con la fanart del capitolo: sono fiera di presentarvi Keira, che avete appena conosciuto! Non è una strafiga? *-*
L'autrice si chiama Sara ed è una mia carissima amica... di talento, vero?


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Ed ora l'ultimo annuncio.
Oltre a Federica e Sara, di cui avete visto già due disegni in questo capitolo e in quello precedente, non ho altre persone a cui rivolgermi per avere almeno un disegnino, anche solo uno schizzo, un'immagine dei personaggi della storia. Lo so, è una mia ossessione quasi stupida quella di voler avere per forza un'immagine dei miei personaggi, ma caspita... non è una figata? **
Siccome disegnerei io, ma sono una frana, mi rivolgo umilmente a voi, lettori di questa fan fiction che avete voglia di disegnarne i personaggi nuovi. Fatevi sentire! Scrivetemi dove volete, se avete voglia di disegnare Eri, Shuichi, Yuji o altri nuovi personaggi per me! Potrei concedervi qualche spoiler, dehehe xD

Detto questo, posso concludere col cuore in pace LOL e vi ringrazio tantissimo per avermi seguita finora. Al prossimo capitolo! <3

Eliot
   
 
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