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Autore: darken_raichu    27/01/2015    3 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Arenia, Scuola delle Trecento Arti, 22/06/4783, circa le 20
«Bene, cominciate!» Disse il Gran Maestro.
Gliscor si scagliò su Zangoose, colpendo con Forbice X. Le due chele scesero su Zangoose, che però riuscì a bloccarle al volo con gli artigli. Un Tritartigli si diresse al petto di Gliscor, ma questi lo bloccò con la coda. Poi si lanciò su di lui, le chele allungate in avanti, pronto a colpire con Acrobazia. Zangoose rispose con una Forbice X, e i due attacchi si scontrarono in aria.
Da quel momento, iniziarono a scambiarsi colpi in rapidissima successione. Tritartigli, Forbice X, Forbice X, Acrobazia, Ferrartigli, Battiterra.
Raichu guardò quello scambio di colpi incantato. Riflettè “L’ultima volta che ho combattuto contro Gliscor ho vinto solo grazie al Locomothunder, e solo perché Eelektross mi ha aiutato con Pioggiadanza.”
«Raichu» Disse Eelektross, avvicinatosi silenziosamente «dimmi, credi di poter vincere contro uno di loro?»
Il pokémon rispose senza esitare «No.»
Eelektross annuì «Bene, vedo con piacere che te ne sei accorto da solo. E dimmi, chi vincerà tra loro due?»
Questa volta, Raichu non seppe cosa rispondere.
«Vuoi un consiglio? Prova a pensare a ciò che sai di loro.»
E Raichu l’aveva fatto.
Zangoose era indubbiamente forte. E poi era intelligente, e molto abile come spia. Proprio poche ore prima, mentre camminavano nella vasta pianura, aveva chiesto a Zangoose come avesse fatto a non farsi riconoscere dai gruppi criminali in cui si era infiltrato, visto che era così famoso nella malavita. Il pokémon aveva sorriso, per poi estrarre un piccolo contenitore di legno. Lo aveva aperto, mostrando il contenuto. Dentro, c’era una strana poltiglia rossa. “Con questa, posso colorare la parte blu della mia pelliccia, facendola diventare rossa. In questo modo, sembro solo uno Zangoose come tanti altri, anche se questa roba poi fa una fatica incredibile a venir via.” Gli aveva detto, prima di riporre l’oggetto.
Ripensò a quello che Zangoose gli aveva raccontato quella notte alla Città Sconosciuta, e ripensò a quel poco che sapeva di lui in combattimento.
Poi fece lo stesso con Gliscor. Pensò a quando aveva incontrato il pokémon la prima volta. A quello che gli aveva detto il Generale Aerodactyl. A quello che aveva raccontato loro Gliscor poco prima. E alle sue capacità in battaglia.
«Sono alla pari.» Disse Raichu.
«Esatto. E come tale, il risultato di questo incontro è imprevedibile.» Eelektross annuì «E adesso, un’ultima domanda: Credi che loro potrebbero sconfiggere Houndoom, quello che abbiamo incontrato a Vulcania?»
Raichu riflettè per un po’, poi scosse la testa «Da soli, sicuramente no.»
«Molto bene. E ora voglio che pensi a questo Raichu: loro ora non potrebbero, e gli ci vorrà parecchio allenamento. Ma io sono convinto che tu, se ti allenassi come si deve, sviluppando le tue capacità, potresti superarli.» E detto ciò Eelektross si era allontanato, lasciando Raichu da solo a riflettere.
Nel frattempo, la lotta tra Zangoose e  Gliscor proseguì. I due erano in perfetta parità. Colpo dopo colpo, i due si stancarono, ma riuscirono a mettere a segno ben pochi attacchi.
Alla fine, Gliscor cercò di colpire Zangoose con Ghigliottina. Zangoose schivò, e centrò Gliscor al petto con Tritartigli. Il pokémon arretrò, scoprendosi per un attimo, e fu sufficiente. Zangoose si lanciò su di lui, colpendo a ripetizione. Gliscor cedette, cadendo in ginocchio.
«Bene. Con questo abbiamo finito.» Disse il Gran Maestro «Siete tutti ammessi.»
«Una grande lotta.» Commentò Zangoose, allungando la zampa verso Gliscor, per aiutarlo a rialzarsi.
«La prossima volta non andrà allo stesso modo.» Borbottò questi, accettando però l’aiuto dell’altro.
«Ne sono certo.» Rispose Zangoose, aiutandolo.
«Non ci siamo già visti da qualche parte?» Disse Gliscor fissandolo, dopo essersi alzato «Ho avuto questa sensazione fin da prima.»
«Forse mi confondi con qualcun altro.» Rispose Zangoose, guardando altrove.
«Uhm… Bah, può darsi. Non sono mai stato bravo con le facce.» Rispose Gliscor, annuendo. Poi i due uscirono dal campo, dirigendosi verso il resto del Gruppo.
 
Da qualche parte ad Elettria, 22/06/4783, circa le 21
«Alla Battaglia di Druderfort!» Gridò una voce, sollevando il Succo di Baccauva.
«Alla Battaglia di Druderfort!» Fu la risposta che gridò come un sol pokémon l’intera sala. Le bevande cozzarono tra di loro, un brindisi dopo l’altro.
In disparte, Ampharos V fissò tutto senza parlare. Erano passati sei giorni dalla Battaglia di Druderfort, ma da come i membri dell’Organizzazione festeggiavano, sembrava fosse stata appena poche ore prima.
Sembrava che fosse stata chissà quale grande battaglia, ma il Professor A. sapeva la verità.
Quella “Battaglia” era stata né più né meno che un massacro. E come poteva essere altrimenti? A Druderfort vivevano, prima dell’attacco, poco più di duecento pokémon, di cui solo una trentina membri dell’S.T. Contro di loro, erano stati mandati più di trecento membri dell’Organizzazione, tra cui il Capitano Eon, recentemente divenuto Progetto S-81, il suo Tenente Jolt, ex-Capitano, e diversi altri esperimenti M ed S di basso rango. E Durant aveva inviato lui. “Osservazioni sul campo”, le aveva chiamate, ma Ampharos V aveva afferrato il messaggio “Questo accadrà anche per colpa tua. Apri gli occhi, ormai sei coinvolto. Ormai sei nostro.”
Ampharos era andato, ed aveva osservato. L’attacco era iniziato a notte fonda. Aveva visto i membri dell’Organizzazione attaccare le mura di tronchi. Un colpo, due colpi, tre colpi, quattro colpi. Aveva contato, mentre l’Organizzazione distruggeva le mura e dilagava nella città, al seguito del Capitano Eon. L’S.T. si era schierata al completo, ma era stata spazzata via. Poi i membri dell’Organizzazione si erano dati alla distruzione. Avevano attaccato tutti, arrivando ad uccidere chiunque opponesse resistenza.
Gli era stato ordinato di seguire il Capitano Eon e lui lo aveva fatto. E d’altronde, se fosse fuggito lo avrebbero ucciso. Lo aveva seguito mentre il capitano irrompeva nella Sala Grande della Base dell’S.T., lo aveva seguito mentre ordinava di controllare tutte le stanze. E c’era stato in quel momento agghiacciante.
Un Heliolisk e la sua famiglia si erano nascosti nel dormitorio delle guardie. Il padre si era messo in mezzo, per proteggere la moglie e i due figli. Si era dimostrato abbastanza abile da sconfiggere due membri dell’Org, ma poi Eon lo aveva sfidato.
Era stato un assassinio, niente di più. Eon gli aveva tagliato la coda con un Ombrartigli, poi lo aveva trapassato con un secondo colpo, uccidendolo. L’Heliolisk era morto davanti alla sua famiglia. E in quel momento, Ampharos era svenuto.
Quando si era risvegliato, la Battaglia di Druderfort era già finita. L’Organizzazione stava già radunando i prigionieri. Li avrebbero portati alla base, dove avrebbero svolto i lavori umili.
Accanto, su un carro trascinato da un Magnezone, erano impilati sessanta corpi. “Materie prime.” Le avrebbe chiamate Durant. Ampharos V aveva rabbrividito a quel pensiero. “Forse sto davvero diventando simile a lui.”
Da quella notte, faceva fatica a dormire. Vedeva gli occhi dell’Heliolisk quando si erano spenti per sempre. Vedeva le lacrime negli occhi della moglie e dei due figli. Nei suoi incubi, quegli occhi lo accusavano, lo maledivano, gli auguravano cose orribili. “Non l'ho ucciso io!” Gridava, prima di svegliarsi, madido di sudore, terrorizzato.
“Mai più. Mai più andrò con loro, a costo di morire.” Questo si era promesso. Ma non era necessario. Il giorno dopo, Durant gli aveva detto che non sarebbe più andato in missione. Giudicando dal sorriso di Durant, lo scienziato aveva già raggiunto il suo scopo.
  
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