Ultimo respiro, l’esalazione di questo breve istante divita. 
Solo uno, ancora uno, povero Cuore mio, che giaci marcio tra la polvere eil fango di questa mia terra. 
Sozzo, rovinato, esanime. 
Chi t’ha inflittoqueste ferite? 
Mi domando quale sia stata quella fatale, che ti ha fattocedere, raggomitolare su te stesso, così sopraffatto da una morsa di doloreletale. 
Mi chiedo, quando urlavi muto, quando le lacrime t’inondavano copiose, perchémai sei rimasto inerme? 
Cuore mio, perchét’odi? 
Fai d’ogni tuo battito un peso insostenibile da sopportare. 
Non l’hai allontanato questo strazio continuo.
T’ha soffocato, preso, sbattuto, aggredito. 
Ti haviolentato, quando il suo tocco s’insidiava bramoso tra le tue parti piùintime, graffiandoti, bruciandoti, eppure la sentivi la carne sventrata, ledita tra le ferite ancora aperte, la bocca che t’inumidiva velenosa ogni attimotuo. 
Ma tuo non sei più, Cuore mio, cuore malato, cuore tradito, che m’haispezzato così. 
Hai venduto tutto te stesso ad altri. 
Di altri, di tutti questicolpi vibranti, ma mai ti sei appartenuto. 
Dov’è nascosto Amore? 
Maledetto,quando t'ha sfiorato, illuso.
Dove sono le tue promesse mancate? 
Quellamiscela di menzogne, le sputavi addosso, sorridente.
Hai rapito ogn’immagine,suono, odore e gliel’hai marchiato addosso, impresso ovunque.
E lui viveva,così, in bilico, aspettandoti. 
Ma sei fuggito, Amore, ed ora lui giace morto.
Marcio, sozzo, rovinato, sgualcito. 
Alla mercé degli avvoltoi famelici, chestrappano voraci brandelli di carne e li macinano nel becco, li stritolano tragli artigli. 
Ultimo boccone.