Grigio…da quando Jack aveva assistito all’esplosione che aveva ucciso il suo migliore amico Hiccup, tutto era solo e solamente di mille sfumature di grigio… era un po’ come vedere un vecchio film in bianco e nero, con l’unica differenza che quella era la sua vita e non avrebbe potuto riavvolgere il nastro o cancellare una scena dal copione…poi un’ piccolo incidente aveva coinvolto un trofeo del “nerd” e il suo piede, provocando all’albino il primo incontro con il robot Baymax, una delle ultime fichissime invenzioni di Hic. Lui, che era improntato per svolgere le mansioni di un operatore sanitario,uscendo dalla finestra di camera sua per vedere i fiori dell’albero del suo giardino, l’aveva, grazie alla concatenazione di sfortunati eventi , coinvolto  in una serie di avventure, il cui scopo doveva essere  fargli elaborare il lutto e permettergli di stare bene. Ma, come tutti i grandi dolori, occorre tempo per superare il trauma creatosi e spesso si hanno delle ricadute. Ed ecco lì Jack, lo sbruffone del corso, un po’ bullo ma sotto sotto uno dei più sensibili, che prendeva a pugni il rivestimento gommoso di Baymax, mentre lacrime scendevano copiose lungo il suo viso.  << Baymax, basta!  Tu non capisci! Hiccup non c’è più! >> ripeteva tra i singhiozzi. E Baymax continuava a ripetergli << Hiccup è qui >>, mentre gli picchiettava la spalla e lo abbracciava. E più Jack continuava a negare, più il robot sembrava convinto. Ad un certo punto l’albino non ce la fece più: si scostò e urlò tutto quello che pensava: << non è vero! Lui non è qui con noi! Non tornerà più! E sai perchè?! Perché è morto! Tutti continuano a dirmi che lui è qui con me ma non è vero! Lui non c’è più! Lui è morto e non c’è più… >> e da urla isteriche la sua voce si era ridotta ad un flebile sussurro, pronunciato mentre appoggiava la testa sul robot. Stavolta Baymax, al posto di rispondere, fece illuminare lo schermo che aveva sulla pancia. Apparve l’immagine di Hic mentre registrava le prove e ciò bastò ad attirare l’attenzione del ragazzo: sentire la sua voce mentre diceva << primo test di funzionamento del mio progetto di robotica… >> , vedere le sue espressioni, prime convinte e poi, man mano che il numero delle prove aumentava, sempre più stanche e provate, le facce che faceva mentre si concentrava o rideva con gli altri ragazzi del laboratorio,la stanchezza dopo tanti notti insonni passate a risolvere piccoli problemi,  la passione che ci metteva nel continuare a provare e, infine, la gioia, quando Baymax aveva superato il test senza spegnersi, esplodere, dargli la scossa, impazzire  o simili; e poi quella frase pronunciata da Hic, la voce rotta dalla commozione e la lacrime di felicità: << se solo Jack fosse qui a vederti… aiuterai un sacco di persone ragazzone >>;il suo primo pensiero non era andato alla fortuna che avrebbe guadagnato pubblicizzando la sua invenzione, o a quanti avrebbero fatto a gara per comprargli il brevetto; no, il suo primo pensiero era andato al suo migliore amico. Jack piangeva ancora ma, ora, le sue, erano lacrime di gioia. La gioia provata nel rivedere il suo migliore amico un’ultima volta, nel sapere che gli voleva bene e nell’aver compreso che Baymax conteneva una piccola parte di lui e quindi sì, lo avrebbe sempre avuto vicino. E sarebbero rimasti migliori amici per sempre.



Spazio autrice:

Heeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeey, salve a tutti e ben ritrovati con un' altro frutto della mia insonnia ^^ spero che anche stavolta questa cosina vi faccia emozionare almeno un pochino ;) grazie in anticipo per tutte le visualizzazioni, le letture, le recensioni, etc. <3 Alla prossima :*