Scritta sentendo Burn it down.
Cap.3 La verità sul padre di Ash
Ash
mugolò, socchiuse gli occhi e
accarezzò il lenzuolo candido con la mano.
Sospirò un paio di volte e si morse
l'interno della guancia, accavallò le gambe sotto le coperte
e alzò lo sguardo.
Era riverso a faccia in giù e il mento gli affondava nel
letto.
Pikachù
si arrampicò sul cuscino, si
affacciò e mise il muso davanti al viso del padrone.
"Pika?" domandò.
Ash
alzò lo sguardo, osservando gli
occhi neri vispi del Pikachù e la punta delle sue orecchie
tremare. Gli
accarezzò la testolina, passando le dita nella peluria
gialla della creatura.
"Cosa c'è?" domandò.
Pikachù
gli accarezzò la guancia con
la zampina.
"Pikachù!" gridò.
Ash
abbassò lo sguardo e strinse un
pugno.
"Tu sei l'unico che mi è sempre rimasto accanto, ma a che
prezzo? Ti ho addomesticato"
mormorò.
Pikachù socchiuse gli occhi e fu avvolto da un paio di
piccoli fulmini
all'altezza del muso ed agitò la coda.
“Sì,
hai ragione. Forse non sei
tu che sei meno selvatico, forse sono io che mi sento prigioniero"
bisbigliò Ash. Passò la mano sul muso di
Pikachù, arrossandola a contatto con i
piccoli fulmini. Pikachù annullò la sua
elettricità e il suo allenatore si mise
in ginocchio sul letto, lo avvolse con le braccia e lo strinse a
sé.
La porta si
aprì ed Ash si voltò,
vedendo la madre entrare nella sua camera.
"Piccolo mio, ci sono delle persone che ti vogliono vedere" disse. La
sua voce tremava, Ash si voltò a guardarla e la vide
pallida.
"Sono in pigiama" sussurrò con voce rauca.
La madre si
prese con una mano la
coda di cavallo e la accarezzò con l'altra.
"Ti cambierai dopo, per ora scendi, hanno una brutta notizia per te"
mormorò.
Ash si
alzò in piedi, sistemandosi
Pikachù sulla spalla e prese il cappellino dal comodino,
indossandolo.
"Va bene". Guardò la madre mordersi il labbro fino a far
uscire un
rivolo di sangue. Sospirò, la superò e scese le
scale, raggiunse la cucina e
s'irrigidì. Corrugò la fronte, allargò
le braccia, mettendo le mani sui
fianchi. Tastò un paio di volte trovando solo una porzione
di fianchi lasciata
scoperta dai suoi pantaloni.
Pikachù
saltò giù dalla sua spalla,
mettendosi a gattoni sul pavimento davanti al tavolo.
"Pikachù" ringhiò.
Ash
guardò i due ragazzi davanti a
sé. Il giovane aveva i corti capelli verdi e teneva il mento
appoggiato sulla
mano, la giovane aveva delle voluminose code bionde. Entrambi avevano
una r
rossa sulla maglia nera.
"Non è proprio il momento per combattere, Team Rocket!"
gridò.
Il giovane
scostò una sedia, vi si
sedette al contrario appoggiandosi con i gomiti sulla
sommità dello schienale e
negò con il capo.
"Non siamo qui per rubarti Pikachù, boss"
ribatté.
Ash
indietreggiò di un passo e
strabuzzò gli occhi.
"Non sono io il vostro boss e lo sapete benissimo" sibilò.
La giovane
aprì il frigorifero e ne
prese una bottiglia d'acqua.
"Il vecchio boss è morto in un combattimento con il capo di
un'altra
organizzazione" rispose. Svitò il tappo della bottiglia, se
la portò alla
bocca e ne sorseggiò il contenuto gelido.
"Ed io cosa c'entro?" domandò Ash.
"Pensi davvero che avessimo l'ordine di portargli quel
Pikachù a costo
della morte solo perché quel topo è speciale?"
chiese il giovane. Si passò
le mani tra i corti capelli verdi. Pikachù lanciò
una scarica accanto a lui.
"Pika!" si lamentò irato.
"Il boss era tuo padre..." spiegò la giovane.
Ash
boccheggiò, sentendo la gola
bruciarli.
"Io non sono figlio di quel pazzo! Lui clonava i Pokemon o li torturava
e..."
ribatté.
"Ed è per questo che quando l'ho lasciato ti ho portato con
me".
S'intromise la madre di Ash.
Il figlio si
voltò verso di lei e
socchiuse gli occhi.
"Che cosa intendi?" domandò. Inspirò
rumorosamente e strinse i pugni.
"Che è tutto vero" ammise la donna. Abbassò il
capo con le guance
rosse.
"Ed ora tu erediti tutto, perciò verrai con noi". Concluse
la bionda.
"E se non volessi?" domandò Ash, voltandosi verso di lei.
La porta si
aprì di colpo ed una
serie di uomini vestiti di nero, indossanti occhiali da sole,
entrarono. Ognuno
di loro teneva una pistola puntata davanti a sé.
James
entrò, incrociò le braccia sul
petto e sorrise. Il sole faceva brillare il frack bianco che indossava,
la r
rossa era cucita sulla sua spalla.
"Loro ti spareranno. Con i Pokemon non ti abbiamo mai battuto, ma
dubito
che anche tu possa fermare le pistola" disse con voce affabile.
"Pika..." ringhiò Pikachu.
Ash
s'inginocchiò accanto a lui e gli
mise la mano sulla schiena, sopra i segni marroni.
"Rilassati, non possiamo mettere a rischio mamma e non penso mi faranno
del male. Vogliono solo portarmi con loro" sussurrò.
Pikachù
si rimise su due zampe e alzò
il capo verso di lui. Annuì e si voltò verso
James, arricciando il musetto.
"Il boss ci ha chiesto di controllarti nel caso fosse morto ed in
cambio
mi ha anche ridato tutti i miei soldi, eliminando Jessabelle.
Perciò farò il
mio dovere" spiegò James.
"Tradotto, inizia ad alzarti" disse il giovane dai capelli verdi.
Ash si rimise
in piedi, si voltò
verso sua madre e le sorrise.
"Tranquilla, andrà tutto bene" le sussurrò.