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Autore: kamy    28/01/2015    1 recensioni
La vita di Ash sta per cambiare. Tutto comincerà in modo insolito, per proseguire nella follia. Nella pazzia ci può essere un lieto fine?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ash, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo Burn it down.



Cap.3 La verità sul padre di Ash

Ash mugolò, socchiuse gli occhi e accarezzò il lenzuolo candido con la mano. Sospirò un paio di volte e si morse l'interno della guancia, accavallò le gambe sotto le coperte e alzò lo sguardo. Era riverso a faccia in giù e il mento gli affondava nel letto.

Pikachù si arrampicò sul cuscino, si affacciò e mise il muso davanti al viso del padrone.
"Pika?" domandò.

Ash alzò lo sguardo, osservando gli occhi neri vispi del Pikachù e la punta delle sue orecchie tremare. Gli accarezzò la testolina, passando le dita nella peluria gialla della creatura.
"Cosa c'è?" domandò.

Pikachù gli accarezzò la guancia con la zampina.
"Pikachù!" gridò.

Ash abbassò lo sguardo e strinse un pugno.
"Tu sei l'unico che mi è sempre rimasto accanto, ma a che prezzo? Ti ho addomesticato" mormorò.
Pikachù socchiuse gli occhi e fu avvolto da un paio di piccoli fulmini all'altezza del muso ed agitò la coda.

Sì, hai ragione. Forse non sei tu che sei meno selvatico, forse sono io che mi sento prigioniero" bisbigliò Ash. Passò la mano sul muso di Pikachù, arrossandola a contatto con i piccoli fulmini. Pikachù annullò la sua elettricità e il suo allenatore si mise in ginocchio sul letto, lo avvolse con le braccia e lo strinse a sé.

La porta si aprì ed Ash si voltò, vedendo la madre entrare nella sua camera.
"Piccolo mio, ci sono delle persone che ti vogliono vedere" disse. La sua voce tremava, Ash si voltò a guardarla e la vide pallida.
"Sono in pigiama" sussurrò con voce rauca.

La madre si prese con una mano la coda di cavallo e la accarezzò con l'altra.
"Ti cambierai dopo, per ora scendi, hanno una brutta notizia per te" mormorò.

Ash si alzò in piedi, sistemandosi Pikachù sulla spalla e prese il cappellino dal comodino, indossandolo.
"Va bene". Guardò la madre mordersi il labbro fino a far uscire un rivolo di sangue. Sospirò, la superò e scese le scale, raggiunse la cucina e s'irrigidì. Corrugò la fronte, allargò le braccia, mettendo le mani sui fianchi. Tastò un paio di volte trovando solo una porzione di fianchi lasciata scoperta dai suoi pantaloni.

Pikachù saltò giù dalla sua spalla, mettendosi a gattoni sul pavimento davanti al tavolo.
"Pikachù" ringhiò.

Ash guardò i due ragazzi davanti a sé. Il giovane aveva i corti capelli verdi e teneva il mento appoggiato sulla mano, la giovane aveva delle voluminose code bionde. Entrambi avevano una r rossa sulla maglia nera.
"Non è proprio il momento per combattere, Team Rocket!" gridò.

Il giovane scostò una sedia, vi si sedette al contrario appoggiandosi con i gomiti sulla sommità dello schienale e negò con il capo.
"Non siamo qui per rubarti Pikachù, boss" ribatté.

Ash indietreggiò di un passo e strabuzzò gli occhi.
"Non sono io il vostro boss e lo sapete benissimo" sibilò.

La giovane aprì il frigorifero e ne prese una bottiglia d'acqua.
"Il vecchio boss è morto in un combattimento con il capo di un'altra organizzazione" rispose. Svitò il tappo della bottiglia, se la portò alla bocca e ne sorseggiò il contenuto gelido.
"Ed io cosa c'entro?" domandò Ash.
"Pensi davvero che avessimo l'ordine di portargli quel Pikachù a costo della morte solo perché quel topo è speciale?" chiese il giovane. Si passò le mani tra i corti capelli verdi. Pikachù lanciò una scarica accanto a lui.
"Pika!" si lamentò irato.
"Il boss era tuo padre..." spiegò la giovane.

Ash boccheggiò, sentendo la gola bruciarli.
"Io non sono figlio di quel pazzo! Lui clonava i Pokemon o li torturava e..." ribatté.
"Ed è per questo che quando l'ho lasciato ti ho portato con me". S'intromise la madre di Ash.

Il figlio si voltò verso di lei e socchiuse gli occhi.
"Che cosa intendi?" domandò. Inspirò rumorosamente e strinse i pugni.
"Che è tutto vero" ammise la donna. Abbassò il capo con le guance rosse.
"Ed ora tu erediti tutto, perciò verrai con noi". Concluse la bionda.
"E se non volessi?" domandò Ash, voltandosi verso di lei.

La porta si aprì di colpo ed una serie di uomini vestiti di nero, indossanti occhiali da sole, entrarono. Ognuno di loro teneva una pistola puntata davanti a sé.

James entrò, incrociò le braccia sul petto e sorrise. Il sole faceva brillare il frack bianco che indossava, la r rossa era cucita sulla sua spalla.
"Loro ti spareranno. Con i Pokemon non ti abbiamo mai battuto, ma dubito che anche tu possa fermare le pistola" disse con voce affabile.
"Pika..." ringhiò Pikachu.

Ash s'inginocchiò accanto a lui e gli mise la mano sulla schiena, sopra i segni marroni.
"Rilassati, non possiamo mettere a rischio mamma e non penso mi faranno del male. Vogliono solo portarmi con loro" sussurrò.

Pikachù si rimise su due zampe e alzò il capo verso di lui. Annuì e si voltò verso James, arricciando il musetto.
"Il boss ci ha chiesto di controllarti nel caso fosse morto ed in cambio mi ha anche ridato tutti i miei soldi, eliminando Jessabelle. Perciò farò il mio dovere" spiegò James.
"Tradotto, inizia ad alzarti" disse il giovane dai capelli verdi.

Ash si rimise in piedi, si voltò verso sua madre e le sorrise.
"Tranquilla, andrà tutto bene" le sussurrò.

  
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