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Autore: _candyeater03    28/01/2015    4 recensioni
{Tributi dei Settantaquattresimi Hunger Games}{Raccolta di OneShots; 10159 parole}
***
Questo è il canto dei tributi, una confessione, un sussurro, un epitaffio.
Gli ultimi pensieri di molti che non lo credevano, perché la morte coglie di sorpresa. Di molti che hanno abbassato la guardia nel momento fatale, convinti di essere al sicuro. Illusi anche solo per un giorno di potercela fare.
Ma non era forse sempre stata questa la regola? Un solo vincitore. Oppure due, magari.
Questo è il racconto di sette morti, e di altre tre. Dieci anime bambine soffiate via, dieci colpi sul tamburo della ribellione.
***
1. You and I’ll be safe and sound
2. Just close your eyes
3. I remember you said don't leave me here alone
4. I remember tears streaming down your face
5. No one can hurt you now
6. You'll be alright
7. Hold on to this lullaby
8. All that's dead and gone and past tonight
9. Come morning light
10. Everything's on fire
11. Epilogo
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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I remember tears streaming down your face



 
Un forte bagliore mi illumina il volto.
Farò fatica ad abituarmi a questi raggi di sole.

Nell’Arena tutto era gelido e buio, lo erano le lunghissime notti simulate da Capitol City, le ingiuste morti degli altri tributi, a volte causate da noi Favoriti, il mio cuore solo e affranto. Ma non quando eri con me, allora tutto iniziava a schiarirsi, e potevo fingere che non fosse reale.
Tutto, gli Hunger Games, i Distretti, Capitol City. Potevo anche provare a pensare che avremmo vinto, che saremmo usciti vivi dai Giochi.

In verità non ci avevo mai creduto, devo ammetterlo.
La Clove sicura di sé che avevi conosciuto e che amavi non ero io. E ho ancora il rimorso di essere morta senza rivelartelo.

Ti ricordi quando sono morta, Cato?
Io mi ricordo di te. Ricordo le lacrime che rigavano il tuo volto e il mio cannone che sparava. Poi più niente. E pensare che fino a pochi minuti prima ridevo, fredda e sadica, pronta ad uccidere la mia vittima.

Avevo tirato alla Ragazza in Fiamme un forte pugno sulla trachea, in modo che non riuscisse a parlarmi. In modo che non riuscisse nemmeno ad implorarmi di morire.
Stavo per incidere tagli profondi sulle sue guancie, quando una persona non distinta riuscì a sollevarmi da terra con facilità. In preda al panico, avevo constatato che si trattava di quel colosso di Thresh.

“L’hai uccisa tu? Rispondimi!” aveva gridato come un folle, mentre iniziavo a pentirmi di aver menzionato la ragazzina poco prima.

“No no no! È stato Marvel…!” avevo cercato di giustificarmi, prima di capire che incolpare un morto non sarebbe servito a molto per migliorare la mia situazione. “Cato, Cato!” 
Avevo guardato Thresh con orrore e disgusto, mentre stava mostrando la pesante pietra che teneva nella mano sinistra. Con velocità e precisione me l’aveva calata sul cranio, mentre la Ragazza in Fiamme aveva guardato incuriosita la scena.

Avevo sentito il dolore lancinante del rompersi delle ossa del cranio, che si stava portando via tutta la mia energia vitale. Ero caduta al suolo, impotente, accettando la mia morte.
Ti avevo visto correre verso di me, e avevo sorriso, mentre una lacrima mi stava solcando il volto. Una volta arrivato, tu avevi iniziato a piangere senza freno.

“Cato, vendicami, uccidi Thresh”, ti avevo ordinato, facendo molta attenzione a non lasciar trapelare alcuna emozione.

“Clove, non puoi morire! Io ti amo…”
Il mio cuore aveva sussultato di gioia per un attimo.

“Anche io, Cato”, avevo cercato di mantenere calma e compostezza, “non li aspettavo così, gli Hunger Games. Ho trovato degli avversari…degni. Se non sono già morta è perché tu eri con me…Cato vincerai per me, vero?”

Ci speravo con tutto il cuore, e ci spero tuttora.
Ma tu non vuoi, sei triste, vuoi solo morire. Io lo so, io ti sento. Morire non è difficile quanto vivere, ma può essere altrettanto valoroso.
La verità è che abbiamo paura, tanto di morire quanto, a volte, di vivere.

“Sto già morendo con te, non posso farlo di nuovo, no?” avevi tentato inclinando leggermente la testa.
E io non avevo riso, mi sarebbe stato impossibile. Una devastante fitta di dolore alla testa mi aveva impedito di muovermi, e dei puntini gialli avevano iniziato a danzarmi davanti agli occhi, coprendomi la visuale.

“Cato, non lasciarmi qui da sola…” la mia voce flebile aveva supplicato senza speranza.

“Io resto qui con te”, mi avevi rassicurato, accarezzandomi il volto.
Poi mi avevi baciata, ti ricordi? Sì, finché le mie labbra non si erano fatte fredde e insensibili, e i miei occhi non si erano rivoltati inspiegabilmente all’indietro.

Allora avevo sentito il mio cannone, e poi più nulla.
Solo silenzio. Silenzio e luce. E solitudine.
Per l’eternità.






NdA:
Ehi! Per vostra fortuna o meno sono ritornata in gloria (poi dipende dalle opinioni...) con il quarto capitolo O.O
In questo capitolo Clove si rivolge direttamente a Cato, forse non vi piacerà ma mi è venuta un'ispirazione strana...
Ci vediamo al prossimo capitolo, che è quello di Faccia di Volpe :-*
Una o due piccole piccole recensioni non dispiacciono alla sottoscritta fangirl sclerata xD
Ciao!

Candy<4
   
 
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