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Autore: Briciole_di_Biscotto    28/01/2015    3 recensioni
-Reyna, sono felicissimo di presentarti Piper McLean, figlia di Afrodite, nonché mia ragazza.- disse con uno sguardo tra l'orgoglioso e il perdutamente innamorato.
Pov. Reyna, perché Reyna is the way
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Reyna
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Nuova Roma era in piena fibrillazione: Perseus Jackson, affascinante figlio di Nettuno, nonché neo-pretore di Roma, aveva annunciato l'arrivo di una nave da guerra greca nel campo romano. Molti erano stati contrari all'accoglierli ma, nonostante questo, avevano infine capitombolato, vedendo che non c'era niente da fare.

E ora, nelle sue stanze, Reyna camminava nervosamente avanti e indietro torturandosi le mani rese callose dagli anni di allenamento con la spada.

Si fermò davanti allo specchio e prese un profondo respiro. Si guardò attentamente e si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio, titubante.

Infine, parlò:-Ehi Jason, come stai? È da tanto che non ci vediamo. Cosa hai fatto in questi sette mesi? Oh, che scema, dimenticavo! Ben tornato a Nuova Roma.

Rimase a fissare per alcuni secondi il suo riflesso, poi sbuffò e si lasciò cadere sullo scranno da pretore passandosi una mano sul viso esasperata, sotto gli sguardi confusi e attenti dei due levrieri di metallo, Aurum e Argentum.

Reyna aprì una leggera fessura fra le dita della mano che teneva sugli occhi, e guardò i due automi sconsolata:-Sono un disastro, non è vero? Che cosa dovrei dire a Jason?

Aurum guaì e le diede un colpetto con il muso:-La verità, eh? Ma cosa dico? “Ciao Jason, la verità è che mi piaci. Oh, a proposito, ben tornato a casa!”

Il levriero dorato abbaiò festoso, contento che la padrona avesse capito ciò che voleva dire.

Reyna si alzò in piedi e ricominciò a camminare:-Aurum, non posso. Saremo davanti a tutta la legione, e inoltre lui... potrebbe...

Un boato proveniente dall'esterno la interruppe.

Corse a prendere il mantello viola e se lo mise velocemente sulle spalle, uscendo dai suoi alloggi e incamminandosi verso la fonte dei “bisbigli” dei Romani.

Mentre si avvicinava, chiedendosi cosa mai fosse potuto accadere, sollevò lo sguardo, facendo sì che una grande nave da guerra entrasse a far parte del suo campo visivo.

Il cuore le saltò in gola: non potevano essere già arrivati, giusto?

In preda all'eccitazione, aumentò il passo, finché non si ritrovò a correre verso il centro del raggruppamento di semidei romani.

Trovò Perseus già lì, intento a fissarsi con una ragazza bionda che certamente non faceva parte dei romani.

Velocemente riprese fiato, e fece per aprire bocca, quando i due si corsero incontro, per poi unirsi in un appassionato bacio.

La ragazza li guardò intenerita, sorridendo appena, quando ad un tratto, da dietro di lei venne una voce che la fece sobbalzare:-Ehi, Reyna!

Si girò di scatto, gli occhi spalancati e la bocca secca, in preda a mille timori: probabilmente si sbagliava, non poteva essere lui.

E invece, eccolo lì, in tutta la sua magnificenza. Con i capelli biondi spettinati, gli occhi azzurri divertiti e l'immancabile, piccola cicatrice sul lato sinistro del labbro inferiore.

Jason Grace era tornato, ed era davanti a lei.

-Jason...

Non poté dire altro, perché dai semidei romani si sollevo un mezzo urlo soffocato, e i legionari romani misero mano alle armi: la bionda aveva atterrato Perseus.

Prima che potesse accadere il peggio, Reyna ebbe la prontezza di gridare:-Fermi!- e i semidei, seppur dubbiosi, non poterono fare altro che ubbidire.

Quando anche questo contrattempo fu risolto con un quasi pianto della bionda (che scoprì chiamarsi Annabeth), una risata di Percy e sguardi innamorati da ambedue le parti, Reyna si sentì finalmente libera di far tornare la sua attenzione su Jason.

Si girò verso di lui, e questa volta vide che era in compagnia di altri due semidei: una ragazzo dai lineamenti elfici che rispondeva al nome di Leo Valdez, e...

-Reyna, sono felicissimo di presentarti Piper McLean, figlia di Afrodite, nonché mia ragazza.- disse con uno sguardo tra l'orgoglioso e il perdutamente innamorato.

In quel momento, Reyna sentì il cielo crollarle addosso, e per un istante desiderò fosse realmente così. Voleva sparire, sprofondare, morire. Qualsiasi cosa, pur di non vedere quelle labbra carnose e perfette della figlia di Afrodite stendersi in un sorriso divertito e avvicinarsi a quelle screpolate e tanto bramate di Jason.

Sbatté un paio di volte le palpebre per evitare che le lacrime, che già premevano, uscissero.

-B- bene. Sono felice per voi. Ora scusate, ma in quanto pretore ho dei doveri da svolgere. Tra poco ci sarà il banchetto per il vostro benvenuto, fino ad allora fate ciò che più preferite.

Sorrise un po' forzatamente a Piper e Jason, poi richiamò i due levrieri e tornò nei suoi alloggi.

E poi, appena fu al sicuro da occhi indiscreti, si sciolse in lacrime scivolando per terra.

Era finita. Niente più sogni, niente più speranze. Niente più di quello che aveva immaginato da quando conosceva Jason.

Ma va tutto bene, si disse. Fortuna che era abituata alle fini e ai punti di non ritorno, alle delusioni e ai dolori. Agli abbandoni.

Si alzò e si sciacquò velocemente il viso, si rifece la treccia ed uscì, seguita dagli automi.

Mentre percorreva la strada per andare nel luogo dove si sarebbe tenuto il banchetto, scorse due figure sedute sul prato che ridevano e chiacchieravano amabilmente, scambiandosi a volte un tenero bacio.

Reyna sorrise amaramente e andò avanti, cercando di ignorare la voce dolce di Piper McLean raccontare un divertente aneddoto, e quella calda di Jason scoppiare in una risata.

Cercando di ignorare quel dolore all'altezza del cuore, e quello sfarfallio nello stomaco.

Cancellando se stessa. Tornando ad essere colei che tutti i romani conoscevano come “pretore Reyna”: forte, decisa, determinata.

E per fortuna che agli abbandoni era abituata.

  
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