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Autore: Magicwolf02    28/01/2015    2 recensioni
Rebecca è una normalissima sedicenne che vive con una madre non troppo presente e un fratellino pestifero di appena sei anni. Poi ci sono Micheal e Gina i proprietari del market dietro l'angolo che sono amici di famiglia. Poi c'è la vecchietta sorda del primo piano. Poi c'è Jessica la migliore amica di Rebecca e insieme ne combinano di tutti i colori. Poi ci sono Brenda e Kim due ochette amanti del gossip che non si fanno mai gli affari propri. Poi c'è la bidella Giovanna che nasconde un segreto. Poi William il capitano della squadra di football amato da tutte le ragazze. Ted il nerd della classe ma con un cuore d'oro. E poi Ryan un delinquente che presto farà parte della vita di Rebecca. Ci saranno litigi, amori, feste, professori rompiscatole, compiti a sorpresa, puntate di dragon ball, ma soprattutto ci saranno tante ma tante risate.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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7 Gennaio 2015. La mia fine. Ti ho voluto bene mondo ma non credo che resisterò. Sento la sveglia suonare ma la ignoro. È tutto un incubo, è ancora il primo giorno di vacanze ed hai ancora un sacco di giorni prima di ritornare a scuola. -si, convinciti- dice la mia coscienza. Sta zitta tu, che non sai niente. La sveglia insiste e così sono costretta ad allungare una mano e a spegnerla. Comincio a tastare tutto il comodino ad occhi chiusi ma della mia sveglia non c'è traccia. Mi sporgo ancora un po' dal letto e poi poof…cado. Comincia bene questa giornata! Mi alzo con i capelli in aria e sbadigliando spengo finalmente quella maledettissima sveglia del cavolo. Mi rimetto sotto le coperte quando sento delle urla provenire dalla cucina. -Rebecca alzati subito che hai scuola- è mia madre. Non ascoltarla sta mentendo. Fa tutto parte di un brutto, bruttissimo scherzo. Mi metto la testa sotto il cuscino e ripeto a mente "la scuola non esiste è solo un incubo". La scuola non esiste è solo un incubo. Sento dei passi salire le scale. Si apre la porta di camera mia ma io non vedo niente perché sono ancora con la testa sprofondata sotto al cuscino. Sento alzare le serrande ma poco mi importa tanto oggi non c'è scuola. Poi sento un tonfo e all'improvviso non sento più quella sensazione soffice delle coperte sulla pelle. Sento il contatto con una superficie fredda e dura. Finalmente per virtù dello Spirito Santo apro gli occhi e mi ritrovo rannicchiata a terra come una cretina. Vedo mia madre avvicinarsi e farmi alzare in malo modo. -cosa non ti è chiaro del fatto che ti devi alzare?- lo dice in un modo così spaventoso che automaticamente mi metto sull'attenti. -vatti a lavare, subito!!!- urla un secondo dopo. -signor si sissignore- dico prima di correre in bagno e chiudermi a chiave. Mi guardo allo specchio un minuto. Faccio schifo in questo momento. Come farò a rendermi decente in poco tempo? Con uno scatto fulmineo prendo la spazzola e comincio a spazzolare quelli che dovrebbero essere capelli, senza badare al fatto che ad ogni nodo salto in aria ed urlo. Appena ho finito mi lego i capelli e mi sciaquo la faccia. Una volta finito mi sento più sveglia. Prendo il mio spazzolino e ci verso un po' di dentifricio sopra. Destra sinistra, su e giù. Sembro un manuale su come lavarsi i denti. Sputo il dentifricio che mi è rimasto in bocca e la sciaquo più volte. Una volta finito esco dal bagno lasciando lo spazio libero a mio fratello che probabilmente se non avessi aperto la porta subito l'avrebbe fatta in corridoio. Vado in camera mia ed apro il mio immenso armadio. Appena vedo quello che c'è dentro vado in confusione. Davanti a me ho un ammasso di vestiti grande quanto il gran canyon. Avrete sicuramente già capito che non sono una persona tanto ordinata. Anzi, per niente ordinata. Io e l'ordine siamo uno l'opposto dell'altro. E adesso che faccio? Come faccio a trovare qualcosa di decente in questo disordine? -forse dovresti cominciare a riordinare di più le tue cose- dice la mia coscienza. Stai zitta, ti odio!! -e va bene ok non parlo più-. Ooooo finalmente!!! Dato che non vedo niente di indossabile nel mio armadio vado a vedere in quello di mia madre, che ormai è praticamente mio. Ogni volta che non trovo qualcosa nel mio vado a cercare nel suo, ovviamente senza dirgli niente. Il bello è che a volte neanche se ne accorge che indosso le sue magliette. Vado in camera di mia madre ed apro le ante dell'armadio color panna. Dopo aver preso una camicetta fucsia e un jeans scuro scendo giù per fare colazione. Vedo mio fratello che dorme davanti una tazza di latte e mia madre che tenta di svegliarlo dandogli un colpetto sul braccio. -Jamesss- urlo io. È l'unico modo per svegliarlo. Mia madre mi guarda male ed io rispondo subito anticipandola. -che c'è? È l'unico modo per svegliarlo- dico prendendomi una tazza dallo scaffale alto. A volte la mia modesta altezza conta. -si peccato che tu abbia svegliato anche tutto il palazzo- all'improvviso s'interrompe e mi guarda storto. Ha visto che ho addosso i suoi vestiti, sicuro. -ma è nuova questa camicia?-. No, in realtà è tua e ce l'hai da quando avevi la mia età. -ehm.. si- dico versando un po' di latte nella tazza. -ah- esclama mia madre. Mia madre la mattina ha la velocità di apprendimento pari a quella di un bradipo. Verso dei cereali nella tazza e comincio a mangiare velocemente dato che ho perso mezz'ora per vestirmi e che quindi ora saranno le 7:30. Per fortuna la mia scuola è a due passi, anche se la maggior parte delle volte proprio per questo motivo me la prendo comoda e arrivo in ritardo. Appena ho finito prendo la cartella, preparata fortunatamente il giorno prima, e me ne vado mettendomi il giubbotto. Dopo circa 2 minuti arrivo davanti il patibolo. È ancora deserto fuori. A quanto pare non sono l'unica che ha avuto problemi con la sveglia stamattina. Mi siedo sul gradino dell'entrata e comincio a giocare a Candy Crash sul telefono. Sono talmente presa dal gioco che non mi accorgo di non essere più sola. -hai ancora la fissa per questo gioco?-. È Jessica, si è lei!! Mi alzo di scatto e per poco non mi cade il telefono. La strangolo in un abbraccio e lei ricambia. Che bello rivederla! Mi mancava così tanto. -così non respiro- si lamenta lei. Finalmente mi stacco e la guardo bene, non è cambiata di una virgola. È la mia Jessie Jess. -ehi Jessie Jess come va?- chiedo staccandomi definitivamente da lei. -bene, a te Rebby Ro?- chiede a sua volta. -tutto apposto- rispondo. -come è stato svegliarsi oggi?- chiedo. -schifoso, snervante, odioso, bruttissimo-. -ok hai reso l'idea- dico ridendo. Tutte e due scoppiamo a ridere come due pazze isteriche. Non si sa per quale motivo ma sapete com'è, con le amiche a volte è così, a volte non servono motivi per piangere o ridere l'importante è farlo insieme. Attorno alla scuola cominciano a formarsi gruppi di studenti assonnati, e tra questi anche parte della nostra classe. -ciao ragazze!- esclama Kaitlyn correndo verso di noi. -come sono andate le vostre vacanze?- chiede John poi. -tutto apposto voi?- chiedo io. -tutto bene- dice Kaitlyn. -anche a me- continua John. All'improvviso scorgiamo tra la folla due ragazze, che non si possono non notare a causa dei loro vestiti luccicanti e soprattutto firmati. -oca 1 e oca 2 ad ore dodici - sussurro all'orecchio di Jessica. Sono Brenda e Kim, e vi ho detto tutto. -ciao ragazzi!- dice Kim avvicinandosi a noi. -ciao- rispondiamo ognuno con un tono diverso, vi lascio intuire quale sia stato il mio. -vedo che non avete fatto acquisti in queste vacanze, siete vestiti esattamente come eravate vestiti l'ultima volta che vi ho visti, sapete la moda va avanti- dice Brenda torturandosi una ciocca di capelli. Che antipatica! "La moda va avanti" ma sentitela. Perché non se ne va lei insieme alla moda? -ed io invece vedo che voi avete fatto un po' troppi acquisti, la vostra paghetta è aumentata?- chiedo acida incrociando le braccia. Brenda si limita a guardarmi male e a girare i tacchi, ma nel vero senso della parola. Porta un tacco dodici. -che stupida!- commento io per poi girarmi verso i miei amici. Purtroppo, e dico purtroppo, la campanella suona e noi siamo costretti ad entrare. Chissà cosa ci aspetta dentro quell'inferno? Vedo professori entrare nelle varie aule e bidelli andare da una parte all'altra dell'atrio. Giro l'angolo e percorro tutto il corridoio fino ad arrivare alla mia classe, la 3 C. Il primo giorno di scuola dopo le vacanze è quello più atroce di tutto l'anno. Arrivi in classe con un pessimo aspetto e te ne torni a casa anche peggio. Entrata in classe butto il mio zaino a terra, accanto al mio banco, e mi siedo non molto agraziatamente sulla sedia. Ok, sono pronta per ricominciare.…no non è vero, in questo momento vorrei solo scappare dalla classe urlando "è tutto un incubo, è tutto un incubo". Jessica si posiziona accanto a me subito dopo. -sei pronta?- mi chiede leggermente agitata. -no!- dico io sbattendo nervosamente il piede a terra. -1, 2, 3..- -buongiorno ragazzi e buon anno nuovo- dice Voldemort. Cominciare l'anno con lui è come un presagio. Quest'anno sarà un inferno, me lo sento. -Buon anno anche a lei prof- rispondono tutti i miei compagni seccati. -su, che quest'anno avrete modo di alzare la vostra media- dice il professore per poi ridere di gusto. -ahaha, questa si che era buona-. Ditemi voi come si fa a non odiare un individuo del genere. -dai prendete il libro di chimica, non penserete mica che vi lasci riposare solo perché è il primo giorno di scuola?-. No, non lo pensavamo infatti, per questo ci siamo fatti un rosario prima di entrare. Noi tutte povere vittime di torture obbediamo e prendiamo subito il libro. Interroga un po' di persone sull'ultima lezione studiata e poi va avanti spiegando quella nuova. Io riesco a capire si e no due parole di tutta la lezione e poi finalmente sento il suono della salvezza: la campanella. Per la prossima ora ci spetta educazione fisica. Perfetto, avrò modo di ridicolizzarmi davanti la mia classe. Il professore entra come al solito con la sua borsa nera e il cronometro e il fischietto appesi al collo. Il nostro professore di educazione fisica è tutto sommato una brava persona, anche se secondo me gode quando ci vede sfiniti dopo mezz'ora di corsa. Tutti in fila come dei soldati ci dirigiamo in palestra. Oh, la palestra, compagna di sventure e situazioni imbarazzanti, per tutti questi giorni di vacanze non sai quanto ho fatto a meno di pensarti. Non mi sei mancata per niente. Per iniziare ci fa fare cinque giri di corsa per tutta la palestra, che per la cronaca è grande come un campo di calcio. Io già sono morta al primo giro e supplico al professore di potermi fermare, ma lui sorride e mi fa segno di continuare. Ho cambiato idea, lui non è affatto una brava persona, è solo un sadico professore come tutti gli altri. Io invece di correre sto praticamente strisciando a terra come un serpente. Mi fermo per riprendere fiato un attimo ma vengo investita da un mio compagno che mi va addosso, provocando la caduta di tutti gli altri. -togliti imbecille- sputo io acida. Guardo in faccia la causa della mia caduta e subito capisco. -scusami- dice Ted alzandosi. Lui senza occhiali non vede niente e ovviamente non può fare ginnastica con quelli addosso. Gli altri miei compagni, eccetto Jessica, riprendono a correre urlando parole poco carine al povero Ted. -non fa niente Ted- dico alzandomi e stirandomi con le mani la tuta stropicciata. -no veramente mi dispiace tanto è che non ti ho vista…-. -ho detto che è tutto apposto davvero- continuo io poggiandogli una mano sulla spalla. Ted è sempre stato un ragazzo gentile e disponibile ad aiutarti quando ne hai bisogno, ed è per questo e per il fatto che è bravo a scuola che lo chiamano nerd. Tutto sommato però Ted è un bel ragazzo, ha dei capelli biondi ricci e degli occhi verde acqua bellissimi. Il problema è che è molto timido e e dice una parola ad ogni morte di papa. Tranne con me e Jessica, stranamente con noi due ci parla. Che sia innamorato di una delle due? -ok - dice lui arrossendo di poco. -puoi continuare a correre se vuoi- fa Jessica che fin ora era stata zitta. -oh si- dice per poi riprendere a correre. -oh mio Dio ma quello è cotto- mi dice Jess non appena Ted fu lontano. -si di te- dico andando di nascosto del professore a bere. -stai scherzando? Ma non lo vedi come ti guarda?- dice seguendomi. - e allora? Può essere che guarda allo stesso modo anche te?- dico chiudendo il tappo della bottiglietta. -ma perché vuoi negare l'evidenza?-. -e tu perché insisti? E comunque, anche se fosse? Lui mi piace solo come amico e noi due siamo troppo diversi-. -gli opposti si attraggono ti dice niente?-. -stai cominciando a parlare come Voldemort-. -basta non mi importa di cosa pensi a me Ted non piace e non mi piacerà mai- continuo poi. Proprio in quel momento Ted passa accanto a noi correndo. Ma perché a me? Perché? La mia è proprio sfiga. Ted si ferma a guardarci. -il film, volevo dire il film Ted, Jessica mi voleva convincere a vederlo ma a me non piace-. La migliore scusa per uscire da una figura di merda del secolo. Evvai posso vincere l'oscar. -ma dai vedi che è bello, non l'hai neanche visto come fai a giudicare un libro dalla copertina?- mi da corda lei. -ho visto il trailer e non mi piace punto e basta-. Sono entrata troppo nel personaggio. Nel frattempo Ted riprende a correre e noi due ci diamo il cinque dal basso. L'ora di ginnastica continua con degli esercizi di braccia e gambe. Alla fine sono veramente distrutta, insomma due settimane di cibo e ozio ti fanno prendere chili, e di conseguenza perdere allenamento. Come se io l'avessi prima delle vacanze. Dopo altre due ore di lezione, la mia noia e la mia stanchezza si fanno sentire. Finalmente arriva il tanto atteso momento della ricreazione. Momento che dura soltanto 20 miseri e inutili minuti. Hai solo il tempo di scendere nel cortile della scuola, zigzagando tra gli scimmioni dell'ultimo anno che non ti lasciano mai passare, poi finalmente quando arrivi aspetti la fila per prenderti il pezzo di rosticceria che i venditori ambulanti vendono e dargli un morso. Dopo la campanella suona, e tu sei costretto a mangiartelo di corsa rischiando di soffocare. Ed a me è andata esattamente così. Quando la campanella suona io sono ancora con la mia merenda a metà tra la mia bocca e l'aria,e sto per dargli un morso quando un troglodita mi passa accanto facendomi quasi cadere la merenda dalle mani. -ehi stai attento idiota!- urlo stizzita io. Non ho neanche il tempo di girarmi che il ragazzo mi si para davanti. -ciao, baby poliziotta!-. No, un momento, fermiamo il nastro e riavvolgiamo. Da chi l'ho sentita questa frase? Oh ma certo! Alzo gli occhi ed ecco che i miei dubbi spariscono del tutto. Rimango a bocca aperta come un ebete e con la mia merenda ancora in mano. Non mi sono accorta nemmeno che tutti gli altri sono già entrati ed io sto qua fuori con un cretino. O forse la cretina sono io? -cos..Cosa ci fai qui?- balbetto io. -sai questa scuola non è di tua proprietà, credo che ci possa venire chiunque voglia o sbaglio?-. No, non sbaglia. Ok, la cretina sono io. -si ma.. io non ti ho mai visto prima d'ora qua-. -si infatti mi sono appena trasferito-. Rimango immobile, come paralizzata. Non ci posso credere, lo sto immaginando sicuro. -ok, io…devo tornare in classe…ehm ciao- dico prima di volatilizzarmi lontano, lasciando tra le mani del ragazzo la mia merenda. Corro per i corridoi più veloce possibile beccandomi, di tanto in tanto, qualche rimprovero dai bidelli. Arrivo col fiatone davanti alla mia classe. Busso titubante aspettando un "avanti" in risposta, ma niente. Dopo qualche minuto apro la porta spaventata dal quel silenzio. Dentro non trovo nessuno, il vuoto totale. Mi reco nella grande sala riunioni e lì trovo tutti i miei compagni, tutti i professori e il preside. In lontananza vedo anche due poliziotti che parlano con Jessica. Cosa cavolo ci fanno adesso due poliziotti nella mia scuola? E perché c'è tutto questo trambusto? Non ci capisco niente. Appena entro vedo tutti gli occhi puntati su di me e i poliziotti che si avvicinano velocemente verso di me. Ok, lo ammetto, me la sto facendo sotto. -lei è la signorina Rebecca Greenford?- mi chiede uno di loro. Dopo un po' annuisco molto lentamente. -bene, la dichiaro in arresto-…. Angolo di...qualcosa?!? Ciao a tutti, miei cari lettori. Lo so che non ve l'aspettavate il finale, e so anche che mi vorreste uccidere per averlo fatto finire cosí. Poi mi vorrei scusare tanto anche per il ritardo. Magari questo capitolo non è proprio un granchè, ma abbiate pietà con tutti gli impegni che ho con la scuola sono riuscita a scrivere solo questo. Spero comunque che vi piaccia. Ringrazio tantissimo chi ha recensito la storia, siete le mie soddisfazioni, ma ovviamente anche chi ha aggiunto tra le seguite/preferite/ricordate. Un bacione grande a tutti.
   
 
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