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Autore: ellephedre    27/11/2008    22 recensioni
Scene correlate alla fanfic 'Oltre le stelle', un mio sequel della quinta serie.
1 - Una gita al mare - Le amiche di Usagi riusciranno a non far capire quello che sanno a Mamoru?
2 - Una cena in famiglia - prima cena a casa Tsukino con Mamoru e il padre di Usagi entrambi presenti. Finirà bene?
3 - Scoprire il potere - Usagi continua ad allenarsi con lo scopo di usare il proprio potere senza il cristallo d'argento
4 - Antichi litigi - Sono passati tre anni, ma Usagi ha ricordato ed è decisa a far pentire Mamoru degli insulti che le ha lanciato in passato.
5 - Troppi studio - Usagi si sta impegnando da morire per essere ammessa all'università e studia tutti i giorni con Mamoru. Lo stress si fa sentire...
6 - Sciolti - Mamoru non ha mai visto i capelli di Usagi sciolti dalle code.
7 - Temporale - Usagi e la sua inquietudine per le tempeste.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre le stelle Saga'
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Oltre le stelle - scene NdA del Febbraio 2010: primo capitolo revisionato. Sistemato lo stile, cambiati parti dei dialoghi (la gaffe di Ami soprattutto), aggiunto alcuni particolari.
Grazie ancora per aver letto.

Oltre le stelle - scene

Autore: ellephedre

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.


Note:
- Temporalmente ambientata qualche giorno dopo la fine di "Oltre le stelle". È necessario aver letto il capitolo 4 di quella fanfic per capire questa fanfic.
- Grazie a ISA1983, romanticgirl, luisina e jaj984 per l'idea di questa scena. Le loro recensioni mi hanno fatto venire in mente di scriverla.

1 - Una gita al mare


La mattina, d'estate, si stava decisamente bene.
Mamoru inspirò a pieni polmoni e riprese a camminare.
All'appuntamento con Usagi e le altre ragazze mancava ancora un quarto d'ora, ma a lui piaceva arrivare in anticipo. Si sistemò meglio sulle spalle il grosso zaino che aveva preparato per i tre giorni che avrebbero trascorso al mare. Avrebbe preferito usare la propria macchina per il viaggio, ma non era abbastanza spaziosa per sei persone e due gatti, perciò il treno si era rivelata l'unica soluzione adatta a tutti.
Di certo non gli sarebbe spiaciuto andare in viaggio solo con Usagi, ma lei aveva insistito per andare tutti insieme, almeno per quella volta. In fondo, aveva sottolineato con un sorriso, era un luogo di villeggiatura bellissimo e che motivo c'era per non andarci tutti insieme?
Probabilmente le stesse ragazze avrebbero preferito stare per conto loro, ma, alla fine, Usagi aveva convinto sia loro che lui.
Comunque non aveva niente in contrario a passare del tempo con Ami, Rei, Makoto e Minako: erano una compagnia divertente e non le frequentava da un po'. Le aveva viste solo un paio di settimane prima, in occasione del saluto alle Starlights e alla loro principessa, tuttavia, per via della sua assenza nei tre mesi precedenti, non ci aveva realmente parlato da molto più tempo.
Alzò lo sguardo. Il punto d'incontro era stato fissato a poca distanza dal binario di partenza del loro treno. Proprio lì si trovava già Ami, accanto un trolley scuro, immersa nella lettura di un libro piccolo ma voluminoso.
Le arrivò accanto. «Ciao Ami-chan.»
Lei sobbalzò appena.
«Ah... ciao Mamoru.»
Perché si era spaventata? 
Non le era certo spuntato alle spalle. Hm, forse era stata solo una sua impressione. «Anche questa volta ci hai preceduti tutti. Non credo riuscirò mai ad arrivare ad un incontro prima di te. »
Gli venne rivolto un sorriso nervoso. «... sì.» I grandi occhi blu iniziarono a guardarsi attorno, a disagio.
C'era qualcosa che non andava? «Tutto bene?»
«S-sì. Ehm... pare che oggi sarà una bella giornata.»
«... già.» Parlava del tempo con Ami? Proprio con lei che ogni volta che lo vedeva si illuminava all'idea di poter discutere di argomenti complicati?
... magari si stava immaginando problemi inesistenti. «Hai poi pensato alla branca di medicina in cui ti piacerebbe specializzarti? L'ultima volta mi avevi detto di essere indecisa tra Cardiologia e Neurologia.»
«Ah, è vero!» Ami si lanciò in un'appassionata spiegazione sulle possibilità di ricerca offerte da Neurologia.
Finalmente era tornato tutto a posto.
«Ehi!» Makoto arrivò di corsa, salutandoli con la mano. Si era caricata sulle spalle un grosso zaino e nella mano sinistra portava di peso un contenitore termico.
Ami osservò proprio quello con aperta curiosità. «Ciao, cos'hai lì dentro?»
«Sandwich ripieni per tutti. Più tardi mi ringrazierete.»
Mamoru le sorrise. «Sicuramente, cucini sempre molto bene.»
Makoto parve notarlo per la prima volta solo dopo quel commento. Lo fissò per un attimo, in imbarazzo.
E perché mai?
«Ah... ciao Mamoru.»
«Ciao.»
«Grazie per il complimento.»
«... Di nulla.» Grazie per il complimento? Si conoscevano da anni o da due minuti?
«Che bella giornata, vero?»
Hm. «Sì.»
Ami si mise in mezzo a loro, alzando verso le loro facce il libro che aveva avuto in mano. «Guardate, ho con me una cartina con il nostro itinerario.»
«Eccomi!» Rei apparve da dietro l'angolo, trascinandosi dietro una voluminosa valigia rossa.
«Ciao Rei!»
«Ciao Rei.»
«Ciao Rei.» Alzò anche lui la mano, in segno di saluto.
Quando gli occhi di Rei lo scorsero, il volto le si deformò in una smorfia, le guance all'improvviso imporporate.
Ma che-?
Rei si riprese subito. «Ciao a tutti! Minako e Usagi non sono ancora arrivate?»
«No, non ancora.» Makoto appoggiò a terra il contenitore.
«Le solite ritardatarie.»
«Beh, siamo noi ad essere in anticipo.» Ami guardò il proprio orologio.
Rei fece spallucce.
Mamoru cercò di attirare la sua attenzione. «Tuo nonno sta bene?»
Di nuovo quella strana espressione, anche se era più rivolta alla colonna di cemento accanto a loro che a lui. «Sìsì... dicono che oggi farà bel tempo, no?»
Hmm. «... così pare.»
Makoto tirò Rei per una manica. «Guarda, Ami ha una cartina da farci vedere.»
Mentre le ragazze guardavano la mappa, Mamoru si trovò a rimuginare: qualcosa non gli quadrava.
«Ragazze!» Minako arrivò di corsa, per quel che poteva con uno zaino e un trolley appresso. Artemis era dietro di lei.
Si ripeté il giro di saluti e fu Mamoru a chiuderlo. «Ciao Minako.»
«Oh...»
E adesso cos'era quel sorriso? si chiese.
«Ciao Mamoru!»
Perché tanto entusiasmo?
«Tutto bene?» continuò lei.
«... sì.»
«Senti, è da un po' di giorni che voglio chiederti una cosa. Non è che per caso hai qualche amico da presentarmi?»
Eh?
«Per uscirci insieme, si intende.»
Un amico da... presentarle? «Conosco qualcuno, ma non penso che sia il tipo di ragazzo che cerchi.»
Lei gli mostrò un sorriso a trentadue denti. «Le apparenze spesso ingannano.»
Rei la strattonò di lato, rivolgendo a lui una risatina nervosa.
Qualcosa non gli quadrava proprio.
Percepì uno strofinio contro le gambe e abbassò lo sguardo. «Ehi, ciao.»
Artemis non poteva parlare in un luogo pubblico tanto affollato, ma almeno lui lo guardava con l'espressione amichevole di sempre.
Grato, Mamoru allargò le mani e Artemis gli saltò in braccio.
Poco dopo, arrivò in mezzo a loro Luna. Li salutò tutti anche lei solo con un cenno del capo.
«Ehi, sono arrivata anche io!» Usagi si avvicinò con un enorme zaino, un trolley e una gabbietta per gatti al seguito.
Come prima cosa gli si fece vicina, fino a stampargli un bacio sulla guancia. «Ciao!»
«Ciao» Con le altre a guardarli, Mamoru si sentì lievemente in imbarazzo. «Se mi avessi detto che avevi tutta questa roba, sarei venuto a prenderti in macchina.»
«Non ti preoccupare. Ciao anche a voi ragazze!»
«E così ora le amiche si salutano dopo.» Makoto ridacchiava.
«Sei in anticipo, si sta preparando un evento cosmico» la punzecchiò Rei.
Usagi le rispose con una linguaccia.
Mamoru alzò gli occhi al cielo. «Ci siamo tutti, possiamo salire sul treno.»
«Sì.» Usagi appoggiò a terra la gabbietta che aveva portato nella mano sinistra. Si abbassò per sollevare la porticina e fece un cenno con la testa a Luna. «Su, dentro.»
Luna la fulminò con lo sguardo.
«Credevi l'avessi portata solo per bellezza?»
Luna annuì vigorosamente e le girò attorno, indicando lo zaino rosa.
«Questa volta non ci stai. E poi l'ho portata apposta, l'altra volta ti sei lamentata di quanto eri stata scomoda. Guarda quanto è spazioso qui invece.»
Luna ingaggiò una battaglia di sguardi con Usagi: in quella scatola da gatti qualunque lei non ci sarebbe entrata!
Artemis gli scese dalle braccia e con un balzo spinse Luna dentro la gabbietta. In silenzio, prese a ridere a squarciagola.
«Oh, ma guarda quanto spazio c'è ancora!» esclamò Minako. Si piegò e con un'unica mossa spinse Artemis dentro la gabbietta, proprio mentre Luna era sul punto di uscire. Prontamente, Usagi applicò la chiusura.
Lei e Minako si scambiarono un sonoro cinque, prima di esclamare contemporaneamente «E ora andiamo!»
Mamoru si trattenne a stento dal ridere: entrò nel treno assieme a cinque ragazze e a due gatti fumanti di rabbia.

Si ricordò di chiedere delucidazioni ad Usagi solo quando stavano ormai sistemando le loro cose nella stanza d'albergo prenotata.
«È successo qualcosa alle ragazze?»
Lei trafficò con la chiusura del trolley, tentando di aprirlo. «In che senso?»
«Oggi mi hanno guardato tutte in modo... strano.»
Il trolley fu aperto con uno scatto improvviso. «Ah sì?»
Era una punta di ferocia quella che le sentiva nella voce? si domandò lui. «Ne sai qualcosa?»
«Ma no. Sarà il caldo.»
Il caldo? «Oggi si è discusso molto del tempo.»
«Eh?»
«Nulla.» Era ora di lasciar perdere. Non doveva essere niente di importante, in fondo le ragazze dopo avevano ripreso rapidamente a comportarsi in modo normale.

«Che sole!» Makoto allargò le braccia al cielo.
«Sì, è bellissimo!» Minako era ugualmente entusiasta; corse verso un punto quasi vuoto della spiaggia. «Qui!» Mollò le proprie cose e si diresse rapidamente verso l'acqua.
Usagi la imitò senza pensarci due volte.
Arrivando con più calma, Rei ed Ami appoggiarono le proprie borse sulla sabbia, accanto a quelle delle altre, pensando come prima cosa a sistemarsi.
Mamoru prese a piantare l'ombrellone in pezzi che si era portato dietro.
Makoto cominciò a fare lo stesso con uno suo, con una certa fatica. «Ehi, Minako, Usagi! Scansafatiche, venite qui ad aiutare!»
Erano tutte e due già sul bagnasciuga, totalmente assorte.
«Scommetto che se adesso grido che chi non lavora non mangia, tornano qui in un istante.» Makoto sospirò e scosse la testa.
A Mamoru scappò una risata. «Non ti preoccupare, ti aiuto io.»
«Ah, no no, ce la faccio da sola. È...» Affondò l'ombrellone nel buco che aveva fatto nella sabbia, sbuffando per lo sforzo. «... il principio però.» Si allontanò dal palo dritto e quello cadde subito di lato.
Fu Mamoru a raccoglierlo da terra. «Anche io sbagliavo così all'inizio: il buco deve essere più profondo. Ci vuole questo.» Tirò fuori la pala apposita che aveva comprato e iniziò a scavare nella sabbia.
Lei gli mostrò un breve sorriso. «Allora grazie e scusa per il fastidio. Inizio a tirare fuori la roba da mangiare.»
«Eccomi!» esclamò Minako, sbucata dal nulla.
«Manco a dirlo» ridacchiò Makoto.
«Cosa?»
«Niente.»
«Voglio essere utile, in cosa posso aiutare?»
«Aiutami a mettere la crema solare sulla schiena» Rei era già in costume e aveva raccolto i folti capelli neri sul petto. «Se la metto già ora, si sarà completamente assorbita per quando entrerò in acqua.»
«Agli ordini!»
Avendo finito di piantare l'ombrello di Makoto, Mamoru si guardò attorno. «Qualcuna di voi ha altri ombrelli da piantare?»
«Io!» esclamò Minako e corse al borsone gigante che si era portata dietro. Tirò fuori l'ombrellone arancione e glielo porse con un mezzo inchino. «Grazie!»
Ami aveva appena finito di posizionare strategicamente borse e teloni secondo l'inclinazione degli ombrelli già piantati: non li avrebbe portati via il vento e col passare delle ore sarebbero stati comunque coperti dal sole. «Si chiama sfruttamento, Minako» commentò, di sfuggita.
«Esagerata» obiettò lei, tornando alla schiena esposta che doveva massaggiare. «E poi sappiamo bene che a Mamoru l'energia non manca.»
Mamoru sentì cadere un silenzio tombale.
Beh?
Si guardò intorno e scorse Makoto che ancora preparava i sandwich, gli occhi fissi sull'insalata.
Ami giocherellava con un dito nella sabbia e osservava attentamente il mare.
Minako stava ancora spalmando la crema solare a Rei.
Hmm... forse se l'era solo immaginato: in fondo quello di Minako era stato un complimento qualunque. «Grazie.»
Rei affondò il viso tra le braccia conserte.
«Grazie a te per l'ombrello.» Minako gli sorrise tranquilla. «Se ti serve, posso aiutare anche te con l'abbronzante.»
«Che cosa?!?» Usagi le apparve dietro, emanando un'aura minacciosa.
Minako scoppiò a ridere, alzando le mani in alto. «Scherzavo, sapevo che stavi ascoltando.»
«Ah, ecco.» Usagi continuò a fissarla con divertito sospetto. «Scusate se non sono venuta prima, ma non riuscivo a staccarmi dall'acqua.» Si tolse i vestiti, rimanendo in un costume a due pezzi e dirigendosi quasi subito da Makoto. «Oh, questi panini ripieni sembrano buonissimi!»
«Lo spero. Serviti pure. Venite anche voi, è pronto.»
Per divorare il cibo di Makoto non serviva né essere stremati né avere particolare fame.
Come al solito, gradirono tutti ampiamente: Mamoru con un complimento alla cuoca, Ami e Rei col sorriso dell'appetito saziato, Minako stiracchiandosi quanto più poteva e Usagi con tre colpetti lesti alla pancia piena che aveva accolto il bis.

Più tardi, con in mano un mazzetto di carte ripetutamente usato, Usagi annuì soddisfatta. «Poker era troppo complicato, uomo nero è il gioco adatto a me.»
Rei alzò gli occhi al cielo e le rubò un tre di cuori. «Veramente all'inizio ti ho preso il joker solo per pietà. Sei un disastro a questo gioco, dalla tua faccia si capisce tutto quel che pensi.»
Usagi si profuse in una linguaccia. «Non è vero! E poi adesso non ce l'ho mica io l'uomo nero.»
Ami tirò fuori un nove di picche a Rei e lo sistemò nel giusto ordine di numero e seme tra le proprie carte. «Non dovevi dircelo, in questo gioco è importante mantenere il mistero.»
Il commento portò Usagi a riflettere. «Beh, la mia potrebbe essere una tattica per ingannare Rei.»
«Aspetta e spera.»
Ami sorrise sommessamente. «Se è così avresti fatto meglio a non dire nulla comunque.»
«Stavo solo cercando di farvi capire che non sono un'ingenua. E poi anche la sincerità è un'arma.» Usagi incrociò le braccia, infantilmente risentita.
Ami si ritrovò a studiare quell'ultimo commento, arrivando a una conclusione interessante. «Hai ragione. La sincerità può essere uno strumento importante in talune occasioni, tuttavia vi sono casi in cui assumere un'approccio di difesa sarebbe più efficace; rivelare tutto non sempre è la strategia migliore. Ad esempio l'altra volta ti sei pentita di non averci nascosto che tu e-» Alzò lo sguardo su Mamoru e si interruppe di colpo, portandosi le carte alla bocca. La pelle candida del viso sembrò d'un tratto aver passato un intero pomeriggio a rosolare al sole. «Ah, mi riferisco a...»
Makoto corse a sfilarle una carta qualunque. «A quella volta che Usagi e il gelato hanno passato un'intera ora insieme.» Rivolse una risatina a Mamoru. «Pensa, se lo era finito tutto senza lasciarcene nemmeno un po' ed è venuta a dircelo candidamente.»
Rei annuì con ripetuta convinzione. «Ma è solo un esempio. Un'altra volta ancora mi aveva strappato la pagina di un manga ed è venuta subito a scusarsi.» Quella era un'invenzione troppo plateale e cercò subito di glissare. «Dev'essere stato per tutte le volte che l'ho sgridata in passato.»
Gli angoli delle labbra di Minako puntavano a tutta forza all'insù. «Già. Non ci ha nascosto queste e tante altre cose.»
Makoto colpì il suo mazzetto di carte col proprio, non curandosi di nasconderlo alla vista.
Ami era sprofondata nell'imbarazzo.
Usagi sembrava pronta a commettere una qualche atroce violenza.
Mamoru non se la stava bevendo più.
Minako attirò la sua attenzione e gli mostrò il retro del proprio mazzo. «Tocca a te, prendi una carta.»
Non gli restò che annuire distrattamente: cosa gli stava sfuggendo?
Per il resto della partita non riuscì più a concentrarsi e alla fine solo lui e Usagi rimasero in gioco.
Lei raggruppò le ultime due carte che le erano rimaste in un pugno, nascondendosele contro il petto. «Vero che mi farai vincere, Mamo-chan?»
Erano alle solite. «Quindi va bene se invece perdo io?»
«Ma certo» gli confermò lei, riempiendosi il volto del piccolo sorriso che gli ricordava Chibiusa. Ne veniva puntualmente intenerito proprio per quel motivo, anche se renderne partecipe Usagi sarebbe equivalso a morte certa.
Comunque la carta che lei gli stava indicando con poca sottigliezza era appoggiata su una superficie molto morbida e in bel rilievo che lo faceva pensare sempre e solo a Usagi.
Sospirò e afferrò per un angolo proprio la carta indicata, trovandosi tra le mani il joker.
Usagi gli buttò le braccia al collo. «Grazieee!»
Rei sbuffò di nuovo. «Usagi, non dovresti approfittartene così. E tu Mamoru non dovresti darle queste soddisfazioni.»
«Lascia perdere.» Makoto sbatté in aria una mano noncurante. «Sai quante gliene avrà già fatte avere mentre tu non eri lì a vedere?»
Le teste di Rei, Ami e Minako si voltarono in un lento unisono verso di lei, con identiche espressioni stupefatte.
Makoto spalancò la bocca. E scattò in piedi. «C'è da buttare la spazzatura!»
Era scappata meno di un secondo dopo.
Mamoru si alzò anche lui, togliendosi la maglietta che aveva avuto indosso fino a quel momento. «Usagi, vieni in acqua.»
«Hmm... sì.»
Mentre solcava la spiaggia dietro di lui, Usagi trovò il tempo di girarsi e imitare uno strozzamento feroce con le mani.

Mamoru entrò in mare fino a che non fu certo di trovarsi abbastanza lontano da tutte le persone che si divertivano in acqua.
Solo lì si voltò verso Usagi. «C'è qualcosa che dovrei sapere, credo.»
«Che cosa?» Al tono mieloso si accoppiò uno sguardo innocente.
Non se ne lasciò giocare. «Non sei una brava attrice.»
«Cattivo, non ricordi come ho interpretato bene la strega di Biancaneve?»
«Se stai cercando di fare la parte dell'offesa, non sta funzionando.»
Usagi prese a scalpitare, lanciando occhiate ai dintorni.
«Niente vie di fuga. E sono più veloce di te.»
Lei lo osservò piccata, ma non disse nulla.
«Allora?»
Era lì ferma a rimuginare.
«La verità è la risposta giusta.»
«In molti casi, no.»
«Questo è uno di quelli?»
Si sollevarono sopracciglia speranzose. «Se dico di sì, lascerai correre?»
«No.»
«Allora... non so. Forse sì, forse no. Chi lo sa.» Portò le mani dietro la schiena e prese a dondolare da una parte all'altra, in volto il sorriso di poco prima.
«Non sta funzionando.»
Dopo uno sbuffo, l'espressione di lei cambiò repentinamente. Gli si fece vicina, fino a mettergli le braccia attorno al collo e le labbra vicine alla guancia.
Il bacio lento che appoggiò lì lo distrasse per un istante, ma fu lo sguardo che lei gli aveva regalato in ben altre occasioni a minacciare di fargli dimenticare di cosa stavano parlando.
Passò al contrattacco stringendola e abbassando la testa fino a poterle sfiorare il collo con la bocca. Le provocò un brivido e, all'orecchio, le mormorò, «Non sta funzionando.»
«Uffa!» Usagi si staccò di colpo, affondando le mani nell'acqua. «Quanto sei testardo!»
Lui le sorrise solamente: senti chi parla.
«Posso dirti che non ti guarderanno mai più così. È quello che conta, no?»
Le fece capire di no con un singolo movimento della testa.
«Non ti fidi di me?»
«Di nuovo la tattica della ragazza offesa?»
Gli occhi di lei si socchiusero in segno di sfida. «Non ti dirò nulla. È inutile insistere.»
«Invece posso assicurarti che me lo dirai.»
«Ah sì?»
«Sì.»
«E come farai?»
Ci pensò su un attimo. «Se non me lo dici, inviterò Luna e Artemis ogni volta che verrai a studiare da me. O le tue amiche. Male non ti farà.»
Nelle due precedenti settimane avevano provato a dedicare qualche pomeriggio allo studio: ogni nuova volta avevano passato un po' più di tempo sui libri, ma ancora non ammontava a neanche la metà delle ore trascorse insieme. E l'inizio del nuovo anno scolastico per lei era alle porte.
Come aveva sperato, Usagi si fece visibilmente nervosa. «Non- Non resisterai.»
«Sbagli, sarebbe per il tuo bene: ti concentreresti sullo studio senza alcuna interruzione. Quindi sì, resisterò.» Se proprio lei voleva costringere entrambi a un periodo di astinenza forzata pur di non rivelargli qualcosa, lui di certo non si sarebbe tirato indietro.
I profondi occhi blu scrutarono i suoi in cerca di un'inesistente traccia di indecisione. Poi si abbandonarono ad un'incondizionata resa. «Sei cattivo! Va bene, prima però le mie attenuanti. Innanzitutto, non ho fatto capire loro nulla. Le ragazze c'erano arrivate da sole.»
«Ah-ha.» Poteva immaginarlo.
«Seconda cosa: mi hanno assillato.»
«Sì.» Immaginava bene anche questo.
«Terzo: ho solo dato un paio di numeri.»
«Okay.» Che tipo di numeri esattamente?
«Quarto: è stato per prevenire un battaglia senza fine.»
«Cosa?» Battaglia?
«Tra Rei e Minako. Quinto-»
«Ora me lo dici.»
Nel volto di lei si fece viva la smorfia di chi era stato beccato con la mano nel vasetto di biscotti.
«Ho solo casualmente, vagamente, generalmente... menzionato... quante volte...» Alle guance rosse seguirono occhi bassi.
«Cosa?»
«Quante volte noi... insieme... quel primo giorno... sai?»
Che?
«Insomma, quante volte abbiamo fatto l'amore quel primo giorno!»
Lui sprofondò nel silenzio.
In altro silenzio.
In ancora più silenzio.
E in ulterior silenz- Scoppiò. «COSAA?!?»
Lei fece brillare i denti in un sorriso. «Non ti arrabbiare.» 
Mamoru le prese i codini bagnati con entrambe le mani.
«Che fai?»
«Sto progettando di strozzarti con i tuoi stessi capelli.»
«Nooo! Avevo minacciato la stessa cosa se te l'avessero fatto capire!» Partì a piagnucolare.
Lui le tirò i capelli di quel tanto che bastava ad attirare la sua attenzione. «Usa, con che faccia mi presenterò di nuovo davanti a loro?»
«Non sarà necessario: ora torno in spiaggia e le uccido» ridacchiò lei, prima di tornare un pochettino seria. «Semplice: fai finta di non sapere nulla. Loro dimenticheranno presto e fine della storia.»
Era un suggerimento sensato, ma... «Comunque lo sapranno sempre.»
«Sì, sapranno che ci amiamo tanto. E che ho un ragazzo con molta molta energia.»
Il commento di Minako. Arrossì. «Non sta funzionando.»
«Bugiardo, sta funzionando eccome. Mi farò perdonare.»
Come no. «Ti dovrai far perdonare ancora tra molti anni.»
«Hmm... secondo me, no.» Usagi si avvicinò di nuovo col viso al suo e portò la bocca all'altezza del suo orecchio.
Lì sussurrò solo poche ma efficaci parole, allontanandosi poi con uno sguardo molto soddisfatto.
Gli tese una mano e lo invitò a tornare a riva.
Mamoru la seguì senza una sola altra parola.

«Era un urlo quello?» Minako cominciò a scrutare l'orizzonte pieno di bagnanti, una mano a ripararle gli occhi dal sole.
«Sì... sembrava Mamoru» commentò Makoto. Si era disfatta del sacchetto della spazzatura e ora stava terminando di spalmarsi la crema solare con energiche passate.
«Cavolo, dite che l'avrà scoperto?»
«Penso di sì. Per quale altro motivo dovrebbe urlare?»
«Mi dispiace.» Increspò le labbra in un sorriso che non nascose.
«Tu lo facevi apposta» sbuffò Rei, sistemandosi meglio sul telone steso, gli occhiali neri sopra i capelli.
«Ma Ami e Makoto no. Stavo per morire dal ridere.»
«E si vedeva.» Con un piede, Makoto le tirò addosso un po' di sabbia.
«Andiamo, ragazze. Non è divertente?»
«Non sei tu che forse litigherai con lui» la redarguì Ami, che già si sentiva in colpa.
«Ma figurati se litigano, quello è cotto! Guarda là.»
Seguirono tutte con lo sguardo il punto indicato da Minako: Usagi camminava nell'acqua tenendo per mano Mamoru, lei davanti e lui dietro.
«Che dolci.» Makoto si lasciò vincere da un sorriso intenerito.
In lontananza, Mamoru trattenne Usagi per un braccio e si abbassò a dirle qualcosa all'orecchio. Lei iniziò a gettargli addosso dell'acqua. Lui fece altrettanto, ma pochi secondi dopo si stavano già baciando.
«Altro che cotti, sono flambè.» Rei trattenne a stento la smorfia.
Makoto imitò l'espressione. «Ritiro tutto, troppo zucchero per i miei gusti. E se li guardo ancora finisce che schiatto dall'invidia.»
«Macché invidia!» Minako le invitò con la mano a guardarsi intorno. «Abbiamo un'intera spiaggia di materiale interessante da visionare, non trovate?»
Guardandosi dietro le spalle, Makoto adocchiò un possibile sosia del senpai che le aveva spezzato il cuore.
Fingendo disinteresse, Rei scambiò una singola occhiata con uno niente male che la fissava da dieci minuti.
Ami valutò rapidamente che avrebbe preferito passare il tempo con un giovane Albert Einstein e che la biografia della sua vita era un degno sostituto.
Minako la squadrò e sbuffò. Rivolgendosi alle uniche due sane di mente, puntò la spiaggia.
«Diamoci da fare, ragazze!»
In definitiva, un'ottima idea.


Una gita al mare - FINE

Note dell'Autore (aggiunte in seguito e aggiornabili in futuro): grazie a luisina, bunny1987, fasana, ISA1983, jaj984, chichilina e maxia per le recensioni.
Sono davvero felice di essere riuscita a divertire come volevo e anche di aver suscitato da parte vostra commenti sul carattere dei personaggi. Addirittura parlare di 'ottima qualità della narrazione' ed 'eleganza' mi fa quasi arrossire :) A volte mi capita di leggere cose (libri, più che altro) che mi fanno capire che ho ancora diversa strada da fare, anche dal punto di vista dello stile. Ma al momento riesco a scrivere testi che riesco ad apprezzare (e che rileggo io stessa per divertimento :) ) e a far apprezzare e questo è già un ottimo passo avanti.
Grazie mille anche alle altre cinque persone che mi hanno inserita tra i preferiti.
Ciao
ellephedre

   
 
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