29/01/2015
2 recensioniFreddo.
Il freddo si impadronisce di me, insieme al buio della notte.
Il sudore mi si è gelato addosso, e tutto lo spazio assolutamente libero da altri esseri umani che è la mia stanza mi sembra così claustrofobico.
L'aria mi manca. Annaspo nel buio di quell'ambiente che non riconosco come mio.
Apro gli occhi, cerco di calmarmi, di capire che è tutto okay.
Ma non posso mentire a me stesso.
"I'm not o-fuckin'-kay", come canterebbe quella voce.
Quella voce che ero abituato ad ascoltare in ogni momento.
E dire che ero quasi arrivato a pensare, dopo tutti quegli anni, che sentissi troppo spesso quella voce. Pensavo di potermene stancare... o forse di essermene già stancato.
Eppure, da quando ho smesso di sentirla al telefono, che mi avvertiva che lui sarebbe arrivato a casa mia di lì a poco, o ancora di più da quando ho smesso di sentirla come primo suono della giorn...
Aspetta. Ho detto una cazzata.
Non ho mai smesso di sentire la sua voce come prima cosa che le mie orecchie captano ogni mattina. Solo, prima sentivo il suo "Buongiorno" ovattato, con quel bel ghirigoro che era il nomignolo che vi accompagnava. Ora, sento ogni giorno una canzone diversa.
Inutile dire che in tutto questo tempo, escludendo quelle canzoni che non sono più riuscito ad ascoltare, ho già ascoltato ognuna delle nostre tracce, e più o meno tutte le sue. Quelle che ha scritto dopo di... noi.
Il mio rapporto con Jamia sta andando a rotoli. Lei non è stupida. è una delle persone che mi conosce di più al mondo... l'ha capito perché sono così distante.
All'inizio mi ha capito. Ha compreso benissimo come poteva essere orribile per me quel momento. Lo scioglimento. Sapeva quanto contassero per me i My Chemical Romance.
Quando ci siamo sciolti, in un solo giorno si è sciolto il mio gruppo, ed il mio gruppo preferito.
Ma forse, quello che lei non aveva mai captato -o, più probabilmente, che non aveva mai voluto capire- era quanto lui fosse importante per me.
Effettivamente suppongo che abbia voluto fare orecchie da mercante. Ho scoperto che persino molte e molti nostri fan -mi fa ancora così strano usare questa parola- hanno capito. Hanno creato un nome per la nostra coppia. Siamo la Frerard, e molti di loro passano giornate a scrivere di noi, a disegnarci, a rebloggare nostre gif.
Sono rimasto sorpreso quando l'ho scoperto, ma poi ho capito una cosa importante: che l'amore è quando tu sei da una parte, lui dall'altra, e gli sconosciuti si accorgono che vi amate. Questo è.*
Così, ora sono solo un uomo che ha perso tutto... e sta perdendo ogni giorno di più. Persino Jamia stanotte mi ha lasciato a letto da solo. è coi bambini da sua madre.
Credo sempre di aver toccato il fondo. E poi scopro continuamente che il fondo è più giù.
Ed io sono qui.
E l'aria mi manca.
I polmoni bruciano, non riesco a fare dei respiri veri.
Credo che un medico definirebbe questo fenomeno con "iperventilazione". E, più in generale, cosa mi sta accadendo con "attacco di panico". Lo so perché Jamia inizialmente ha tentato di mandarmi da uno psichiatra. Io, comunque, sono più solito chiamarla "morte progr...
Andiamo, non riesco nemmeno a capire cosa mi stia succedendo, e mi perdo in tutti questi pensieri senza accorgermi che la mia esistenza corporea sia stata lasciata allo sbaraglio.
Non mi accorgo nemmeno di essermi portato le mani alla gola.
Rantolo, scalcio, e delle lacrime mi bagnano il viso senza nemmeno che io ne sia perfettamente consapevole.
Non so quanto tempo stia passando mentre cerco l'aria che senza lui non posso avere.
Poi, un tonfo.
A forza di scalciare sono riuscito a buttarmi giù dal letto, così raggiungo a fatica il comodino.
Devo restare cosciente.
Sto cercando di non farmi inghiottire di nuovo dall'oscurità dei miei pensieri, del mio dolore.
Devo restare vigile per trovare la boccetta di quella robaccia che mi ha dato lo psichiatra.
Cerco di contare alla meglio un po' delle gocce che verso in un bicchiere, versandoci dell'acqua e buttandole giù.
Inspiro.
Espiro.
Inspiro.
Espiro.
Inspiro, a fatica.
Ci vuole una mezz'ora, ma il mio respiro torna quello di un essere umano.
Sono abbandonato a terra, con la schiena contro il comodino e le gambe strette al mio petto.
è dicembre, ma indosso ho solo i miei boxer. Il pigiama era troppo bagnato di sudore per continuare a portarlo.
Guardo l'orologio.
Le 5 di mattina.
La giornata più difficile della mia vita sta per cominciare, e non ha senso provare a continuare a dormire.
Mi alzo con calma, tenendomi quanto più saldamente possibile, con le mani che tremano, al mobile.
Conto fino a dieci, aspetto che la testa smetta di girare.
E, come ogni mattina, trascino i piedi fino al bagno.
Acqua calda, shampoo. Acqua calda, doccia schiuma, balsamo. Cinque minuti. Acqua calda.
Accappatoio. Phon.
Ecco a cosa si è ridotta la mia vita: un ammasso di azioni meccaniche, ripetute.
E sono le sei, ed io sono già vestito, tutto è pronto, e devo partire alle 8.
Due belle ore piene per torturare ancora la mia mente. Fantastico.
Nota dell'autrice:
Salve a tutti! :D
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. è la prima ff Frerard che pubblico, pur essendo loro la mia OTP (ed anche le mie persone preferite nel mondo, ahah).
Non siate troppo cattivi, sono solo una povera sfigata alta come Frank (...).
Okay, basta cazzate.
Non mi piace molto come è venuto, è stato uno sprazzo di ispirazione mentre ero in viaggio per tornare a Firenze. La pubblico perché l'ho scritta in un giorno speciale per me.
Se recensite, vi do un biscottino.
Un abbraccio.