Serie TV > I Cesaroni
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Autore: Sissy77    29/01/2015    0 recensioni
"Marco non è la soluzione di tutti i miei problemi ok?? Marco non è il supereroe che arriverà a salvare la figlia ok?? Marco ci ha abbandonate, ha preferito il castello e la principessa punto. Ti prego mamma non cercare più di parlare di lui"
Per chi come me ama vederli insieme, per chi come me è deluso da come gli autori hanno ridotto i personaggi che hanno reso I Cesaroni la famiglia che tutti avremmo voluto avere, per chi come me si è identificata in Eva e avrebbe voluto essere come lei o per chi avrebbe voluto trovare un amore come il loro capace di vincere contro tutto e tutti. Spero che chi si fermerà a leggere il mio racconto possa sognare come loro per tempo hanno fatto sognare me.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTA: Eccomi ragazze, non mi sono dimenticata di voi. Con gli impegni del lavoro e le gatte gelose del mio passare il tempo davanti al pc, scrivere velocemente il seguito risulta difficoltoso :)
Vi ringrazio del tempo che dedicate a leggere la mia storia e vi auguro un buon fine settimana. By Sissy


Eva si svegliò di soprassalto.
Annaspò per trovare l’interruttore della abatjour .  Finalmente riuscì nel suo intento ed il buio cedette  il passo alla luce.
Grondava sudore da ogni poro della pelle ed il respiro era affannato.
Marta dormiva tranquilla nel suo lettino ed aveva dipinto in viso un sorriso felice.  Stava parlando nel sonno,  ad Eva parve sentirla dire  << Mamma ma allora eri monella da ragazzina >>
Cercò di calmare il proprio respiro, le sembrava di stare ancora cadendo in un buco nero.
Questa era la sensazione che aveva quando si era svegliata.
Ora ricordava. Stava sognando di aver passato una bella serata con Marco e Marta.
Erano saliti sul tetto, avevano raccontato alla bambina i tempi in cui il loro amore era sbocciato e si rintanavano in quel posto segreto per poterlo vivere lontano dagli occhi di tutti.
Poi la trasformazione del sogno in incubo: il matrimonio di Marco e Maya.
A ripensarci le sembrava molto reale ecco perché si era svegliata di soprassalto.
Leggere l’invito l’aveva fatta precipitare in un buco nero, svegliarsi era stata la sua unica salvezza.
Spense la luce e cercò di rimettersi a dormire.
Anche Marco si risvegliò da un incubo.
Aveva appena sognato di essere Foscolo e di  aver visto da dietro la finestra  Eva leggere un biglietto.
Mentre la ragazza leggeva, il pavimento del salotto si era aperto trasformandosi in una voragine e lei vi era caduta dentro.  Era entrato in casa cercando di andare a salvarla, ma era troppo tardi: di Eva nessuna traccia se non il biglietto scappatole dalle mani.
Il ragazzo l’aveva preso e letto: era la partecipazione al suo matrimonio con Maya.
Il sogno si era interrotto perché Marco si era svegliato.
<<  Non stai bene? >> chiese Maya svegliata dal chiarore della luce <<  Sei pallido >> gli toccò la fronte per controllare la febbre, ma il ragazzo non era caldo era  solo sudato.
<<  Si  >> disse con un filo di voce.
Maya si mise a sedere , fece un lungo sospiro  << Cosa c’è che non va? >> la ragazza si voltò a guardarlo.
<<  Sei così strano e distante  >> continuò <<  Da quando Eva è tornata sei diverso  >> disse finalmente sputando il rospo che da mesi  la infastidiva.
Marco non sapeva cosa dire e non disse nulla.
<<  Io ti amo Marco, ho amato da subito questo tuo essere,  so che Eva  per te è stata importante, è la madre di tua figlia e io ne sarò sempre gelosa.  >> Maya cercava le parole adatte per dire cosa la tormentava da un po’.
<<  Si vede che vi volete bene.  Almeno io me ne sono resa conto al compleanno di Marta. Siete affiatati, alle volte capite ancora prima dell’altro quello che sta per dire o fare.  Però vorrei che non dimenticassi cosa siamo io e te.  Anche noi abbiamo faticato e lottato per il nostro amore, quindi ti prego, non dimenticarlo.  >>
Marco la guardò e ripensò alla prima volta che la vide, le sorrise.
La ragazza si accoccolò tra le braccia del suo amato cercando di trasmettergli  il suo amore.
Marco spense la luce.  Mentre sentiva il respiro di Maya scivolare nel sonno, iniziò a cercare nel profondo di se stesso  le risposte alle tante domande che non gli davano pace.
 
Eva aveva accompagnato Carlotta all’ultima prova vestito. Quattro giorni e la sua migliore amica avrebbe finalmente sposato il suo migliore amico.
<<  Sei bellissima  >> disse Eva contemplando l’amica.
<<  Dici? >> chiese Carlotta dubbiosa.
<<  Si e poi per Walter saresti bella anche solo con un sacco addosso  >>
Carlotta rise e la tensione che da qualche giorno l’attanagliava si dissolse.
Tornando alla Garbatella si fermarono in un bar ed Eva raccontò del suo sogno e di come si fosse svegliata agitata.
<<  Non capisco perché non fai nulla per riprendertelo se lo ami >> sbottò Carlotta
<<  Lui non ama me Carlotta. A te Maya non piace, ma questo non è un buon motivo per professare il non amore di Marco per quella ragazza. Poi sinceramente un bel  NON TI AMO PIU’ me lo sono già sentita dire una volta  >> disse Eva sorseggiando il succo che il cameriere le aveva appena portato.
<<  O quante storie. Si vede lontano un miglio che ci tenete ancora l’uno all’altra. A proposito cosa avete combinato la sera che siamo usciti con Paolo e perché non l’hai più richiamato?? >> volle sapere Carlotta.
Eva finì il succo, si alzò, pagò il conto ed uscì dal locale. Carlotta le corse dietro insultandola bonariamente affermando che aveva ragione lei: se tra i due non ci fosse nulla non avrebbero avuto problemi a raccontare il fatto.
<<  Pensala come vuoi  >> le rispose Eva prendendola a braccetto e facendole spallucce.
 
Quattro  giorni ed il suo migliore amico si sarebbe sposato.  Marco ancora non ci credeva eppure era la pura e semplice realtà.
Chissà se Eva avrebbe accettato di parlargli, ormai era un po’ che non si vedevano e forse era arrivato il momento di cambiare la situazione.
Entrò in casa di suo padre dopo aver preso un bel respiro, ma la casa era deserta.
Salì le scale, ma nemmeno nelle camere dei ragazzi c’era anima viva.
Sentì trambusto in soffitta.  Si avviò silenziosamente al piano superiore, sentiva della musica e la vocina di Marta provenire da dietro la porta.
Cercò di aprire piano la porta per sbirciare dentro la stanza.
Madre e figlia stavano cantando e ballando imitando cantanti famose. Marta era sul letto e lo usava come palcoscenico.
<<  Basta  >> disse Eva svenendo sul letto  <<  Non ce la faccio più  >> continuò prendendo Marta tra le braccia.
<<  Ma dai mamy cosa dici? Tanto lo so che da ragazzina eri una monella  >> Eva fissò la figlia alzando un sopracciglio. Marta rise dell’espressione buffa della madre.
<<  E tu signorinella come fai a sapere che ero una monella?  >> Marta rise sentendosi chiamare signorinella.
<<  L’ha detto papà  >> rispose la bambina giocando con un boccolo di Eva che sfuggiva al nastro colorato.
<<  Ah! E quando avresti parlato con tuo padre di come ero io da giovincella? >> Eva sentiva il samurai nascerle dentro.
<<  In sogno  >> rispose Marta. Il samurai si rintanò seduta stante.
La bambina raccontò alla madre del sogno fatto qualche giorno prima. Eva ascoltava e più Marta si addentrava nel sogno più lei diventava pallida. Si chiedeva come era possibile che entrambe avessero sognato le stesse cose.
Marta diede un bacio alla madre e si alzò,  voleva un succo, aveva preso sete.
<<  Papà >> esclamò la bambina aprendo la porta della stanza e trovando il padre.
Lui ed Eva si guardarono.  Entrambi notando  il pallore sul viso dell’altro, ebbero la conferma di aver fatto  lo stesso sogno della figlia.
Mentre Marta era sul dondolo in giardino, Marco ed Eva la osservavano seduti sugli scalini.
Il silenzio tra loro come al solito la faceva da padrone, ma il loro rapporto era anche quello.
<< Stavo pensando di organizzare una specie di addio al celibato/nubilato per quei due pazzi dei nostri amici >> disse Marco cercando di scrollarsi di dosso l’ansia che gli attanagliava lo stomaco.
Eva continuava a pensare al sogno e si chiedeva se un significato nascosto si celava dietro di esso.
<< Mmm >> disse distrattamente la ragazza.
<< Non è una buona idea? >> chiese Marco accorgendosi che lei era con la mente altrove.
Eva decise di non pensarci  “In fondo nulla avviene per caso, giusto?” si disse cercando di tornare sulla terra,  Marco le stava borbottando qualcosa.
<<  Si,  potrebbe essere carino, che hai in mente?  >> rispose tornando alla realtà
<< Pensavo di organizzare qualcosa qui, nulla di eccezionale, radunare qualche amico, una cenetta, qualche scherzo >>
Eva si disse d’accordo.  Avrebbero  organizzato per l’indomani sera.
Walter e Carlotta all’oscuro di tutto vennero attirati a casa Cesaroni con una scusa banale.
Quando arrivarono rimasero piacevolmente meravigliati trovando ad attenderli tutti i loro amici.
La serata passò in allegria, Walter al solito fu l’animatore della serata e tutti osservandolo pensavano la stessa cosa: chi l’avrebbe detto che nella cerchia degli amici, lui sarebbe stato il primo a mettere la testa a posto?
Tutti sentivano e vedevano l’amore che legava i due ragazzi e questo faceva sperare ai presenti che un giorno anche a loro sarebbe capitata la fortuna di trovare la mezza mela perfettamente combaciante.
<< Chissà cosa ci organizzerai tu , quando sarà il nostro turno? >> disse Maya rivolgendosi a Walter, che aveva appena minacciato Marco di sottoporlo ad una lenta e sanguinaria vendetta dopo la messa in onda in amici-visione di tutte le foto del Masetti da piccolo.
Tutti, nessuno escluso, guardarono Maya come vedendola per la prima volta e la ragazza si sentì un po’ a disagio.
<< C’è qualcosa che dobbiamo sapere?? >> chiese Carlotta sfoderando un sorriso, cioè, alla maggior parte sembrò un sorriso, ma Eva, Marco e Walter videro quel sorriso trasformarsi a poco a poco in un ghigno sadico: Carlotta sembrava pronta a balzarle al collo e vampirizzarla.
Eva si alzò dalla sedia, raccolse alcuni piatti dal tavolo  << Quando sarà il momento di sapere qualcosa credo che lo sapremo giusto?  >> guardò Marco e si diresse in cucina.
Posò i piatti nel lavandino e si appoggiò aspettando che il tremore a gambe e mani si placasse.
“ E’ così precipitare? “ si domandò chiudendo gli occhi e respirando a fondo.
Marco l’aveva seguita con il resto dei piatti. I ragazzi in soggiorno si stavano sfidando ad un video gioco, li sentiva gridare.
 Lui si era fermato sulla porta della cucina, entrando aveva visto Eva appoggiata al lavandino.
Quell’immagine l’aveva bloccato. Gli sembrava di essere nel suo sogno, lui dietro la finestra, lei aggrappata al lavandino cercando di non cadere nel buco nero che si era aperto nel pavimento.
<< Così non l’aiuti >> disse Carlotta alle sue spalle.
Marco per poco non si mise ad urlare dallo spavento e miracolosamente riuscì a non far cadere i piatti.
Si voltò e gli parve che Carlotta fosse pronta a vampirizzare anche lui.
<< No, non l’aiuti proprio per niente. Ancora mi chiedo cosa cavolo ha sempre visto in te >> gli prese i piatti dalle mani ed entrò in cucina dopo avergli detto  << Sparisci prima che scopra che l’hai vista e come al solito non sei riuscito a fare nulla >>
Marco, colpito nell’orgoglio,  girò i tacchi, ma non aveva nessuna voglia di tornare dal resto del gruppo che nel frattempo aveva acceso la musica e si apprestava a dare il via alle danze.
Era da un po’ che stava lassù. Aveva sempre amato quel posto, forse perché gli ricordava un periodo della sua vita felice, forse il più felice a parte girare il mondo con l’X-tour insieme ad Eva e Marta.
Da lassù potevi vedere il mondo, ma il mondo non vedeva te.
Eva sbirciò dalla finestra e lo vide.
Sotto tutti lo stavano cercando, anche Maya.
Chi però lo conosceva così bene da riuscire a scovarlo? Semplice: lei, lo sapevano entrambi.
Scavalcò la finestra. Marco non aveva bisogno di girarsi a guardare chi era. Lo sapeva benissimo che l’unica persona al mondo che poteva vederlo anche se si nascondeva era Eva.
<< Ti nascondi dal mondo? >> chiese Eva raggiungendolo
<< No, mi nascondo da te >> disse Marco continuando a guardare davanti a se.
<< Da me? >> chiese Eva sedendosi accanto al suo Foscolo.
<< Si. Sei l’unica persona al mondo da cui ho voglia di nascondermi, ma allo stesso tempo l’unica da cui voglio essere trovato. Buffa come cosa non trovi? >>
I due si guardarono, poi tornarono ad osservare il mondo davanti a loro.
<< Maya ti sta cercando, mi sembrava preoccupata >> disse Eva per giustificare il suo essere lì.
<< Ogni tanto ho bisogno di nascondermi, sono salito senza dirle niente >>
<< Forse potresti spiegarle questa tua necessità di estraniarti, capirebbe e non si preoccuperebbe >> disse Eva quasi sorprendendosi delle sue parole, la stava difendendo.
<< Forse >> disse Marco tornando a guardarla.
<< Ami quella ragazza, non nasconderle le cose, parlane. Le bugie hanno le gambe corte e rischiano di rovinare tutto >> Eva fece per alzarsi e tornare di sotto. Difendere Maya ed il loro amore incominciava a stonarle veramente tanto.
<<  Come hanno rovinato tutto tra di noi  >> disse Marco
La ragazza lo guardò. Non aveva voglia di addentrarsi in quel discorso ora.
<< Beh, ormai sono cose passate, abbiamo preso strade diverse che resteranno comunque sempre unite per via di Marta. >>  Un sorriso le illuminò il viso.
Marco la guardò interrogativo. A lei non rimase che rispondere cantando  <<  Ci sarò, ci sarai, conterò i tuoi passi ovunque andrai. Ci sarò, ci sarai per sempre.  >>  Marco sorrise
<< Giusto? >> chiese Eva alzandosi  << Giusto  >> rispose lui guardandola allontanarsi << Giusto  >> ripeté alzandosi a sua volta.
 
Ezio non riusciva a smettere di piangere e Stefania non faceva che dirgli di smettere e di darsi un contegno.
<< Ciuciù come faccio a non piangere, guardalo si sta sposando >> disse Ezio indicando il figlio che si apprestava a mettere l’anello al dito di Carlotta.
Eva anche era commossa, due delle persone più importanti della sua vita avevano raggiunto la felicità e lei era felice per loro.
Finito il rito, il prete guardò Marco.
Si avete capito bene, il prete. La madre di Carlotta, era riuscita tramite le sue altolocate conoscenze a far annullare il precedente matrimonio della figlia, mai avrebbe acconsentito ad un matrimonio solo civile.
Marco guardò a sua volta Mimmo. Il ragazzo tirò fuori dal banco, come se fosse stato il cilindro del mago, la chitarra del fratello e gliela porse.
Tutti, meravigliati, si misero a sedere su invito del prete.
<< Non sono bravo a fare discorsi, ma dovevo trovare il modo di far capire al mio migliore amico ed alla sua dolce metà che sono veramente felice per loro. Quindi lo faccio nell’unico modo che conosco. >>
Marco girò la sua sedia per poter guardare meglio Walter e Carlotta.
Prese tra le mani la chitarra, amante, amica e compagna di tante avventure.
Aveva riscovato grazie all’aiuto di Don Paolo un canto religioso adatto all’occasione.
Eva lo guardava toccare sicuro le corde della chitarra e pensò che quella per lui era stata una compagna fedele, sempre pronta ad aiutarlo. Era tanto che non lo sentiva cantare e questo un po’ la spaventava.
Nel canto il suo essere Foscolo emergeva con prepotenza e lei ne rimaneva incantata.
Quando sentì le prime parole danzare sulle note che le sue mani sapientemente  stavano modellando chiuse gli occhi e si lasciò trasportare.
Marco la stava guardando, quando cantava amava guardarla perché sapeva che lei capiva.
 
Dico sì all'amore e alla vita insieme.
Dico si al futuro che verrà.
Dico si a un amore
Che non ha confini.
Dico si a una nuova realtà.
 
Dico si al rispetto e alla comprensione.
Dico si a un'eterna fedeltà.
Dico si a un amore
Che sarà fecondo.
Dico si a quel figlio che verrà.
 
E ci saranno giorni tristi
e giorni di felicità;
sarà importante stare insieme
ed affrontare la realtà
sino alla fine della vita
e poi nell'eternità.
E da Dio il nostro amore sgorgherà.
 
Dico si all'amore e alla vita insieme.
Dico si a una nuova realtà.
Dico si a un amore
che sarà fecondo.
Dico si a quel figlio che verrà.
  
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