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Autore: Shoen    28/11/2008    2 recensioni
SPOILER—SPOILER-SPOILER-SPOILER-SPOILER—SPOILER (minatoxkushina) La nostra storia inizia con un incontro...tra un bambino biondo ignaro del suo grande futuro e una bambina dai capelli rossi. Il loro legame si salda con il tempo e cambia rivelandosi per ciò che è veramente. Ma non tutto può durare per sempre e neanche la nascita di una nuova vita potrà preservarli dall’odio, guerra e dalla morte che arriveranno a dividerli. Ma forse non tutto è già stato scritto; il finale è mutevole, ancora aperto...
Genere: Drammatico, Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sorpresa, Tsunade, Yondaime
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao raga finalmente dopo la pacchia si ritorna con il new chapter che tanto new non è visto che l’ho scritto 5 o 6 mesi fa e che per pigrizia è rimasto a far “sumensa” nel computer.

La nota positiva è che ne ho scritti altri quattro quella negativa è che devo trovare il tempo per correggerli (e la voglia)!!

Uff che lavoro…potreste aiutarmi con qualche commentino in più al posto dei soliti (gentilissimi) quattro uff ci sono storie che al 21 capitolo hanno già 300 e passa commenti e io che ne ho quanti i capitoli uff uff uff…puff puff. Miraccomando la musica come sempre scelte con cura. Mi piacerebbe che qualcuno le commentasse... puff. 

           

CHAPTER 23 – Prima Che Sia Troppo Tardi

 

(Pandemonium – Apocalyptica)

 

Naruto si trovava sdraiato nella sua stanza e guardava il soffitto nell’oscurità su cui si proiettavano strani fasci di luce provenienti dalla strada.

Alzò la mano che si stagliò nera alla sua vista distinguendosi però dal resto della camera.

Non riusciva a realizzare la situazione in cui si trovava, sentiva le voci di un uomo e una donna che parlavano nella stanza accanto sembrava incredibile ma quei due erano…

 

“Insomma Minato non puoi essere un po’ più gentile!” sbottò la donna esasperata.

“Non intralciare il mio lavoro non sono venuto fino a qui per litigare con te!” replicò l’uomo seduto sul letto mentre l’altra era in piedi in una posa minacciosa.

“Piuttosto…ma che diavolo ci fai qui?” chiese.

“Questo non è importante ora voglio sapere esattamente perché sei qui”.

Minato sospirò e prese a girarle intorno.

“So che hai letto la lettera, quella che Tsunade mi ha inviato mesi fa. Ma il suo contenuto non ti ha di certo illuminata. Non fare la vittima, né la madre premurosa, ora. Sapevi da tempo che il bambino era vivo ma non hai fatto nulla”.

La donna si strinse con forza le braccia intorno a se.

“Tu non mi hai mai detto nulla…” incominciò lei.

“E tu non mi hai mai chiesto niente” sbottò lui.

Kushina si girò verso di lui e lo sbatte al muro prendendolo per la maglia.

“Cosa ti avrei dovuto chiedere? Dove era sepolto mio figlio?” disse mentre calde lacrime di rabbia le scendevano sul viso.

“Sapevi che non era morto!”

“Non è vero!” urlò lei tra le lacrime ma lasciando andare l’uomo; appena ripreso un po’ di controllo continuò “Immaginavo nella mia testa, fantasticavo sulla possibilità che fosse ancora vivo ma quando sei arrivato tu alla corte di Hiro da solo mi sono sentita come trafitta; la tua presenza era una prova di ciò che era successo. Chiederti la verità sarebbe stata la definitiva conferma, non sapere niente avrebbe alimentato le mie fantasie… la mia vita ancora per un po’”.

Il silenzio calò nella stanza.

“Quando ho visto quella lettera ho lasciato tutto per venire qui e tentare di ricominciare” disse in un sospiro.

Minato si avvicinò alla donna e le alzò il viso con la mano.

“ E’ troppo tardi” le disse con semplice freddezza.

“Non solo per me è tardi” gli rispose nel medesimo tono lei.

Minato la guardò più intensamente i suoi occhi per un attimo furono velati e poi con un sospiro le parlò alzandole il mento con la mano.

“Se tu avessi aspettato un attimo, quel giorno, tanti anni fa…forse avremmo potuto ricominciare.

Non ci amiamo se non ci facciamo del male a vicenda. Se tu quel giorno fossi tornata da me, se tu non mi avessi ferito così, io ora non ti amerei così tanto…se solo tu non te ne fossi andata”.

Lasciò delicatamente il suo volto e la donna si ritrasse velocemente uscendo dalla stanza.

Minato crollò sul letto.

 ‘Perché dove sempre finire così?’ pensò.

La sua famiglia era li a pochi metri da lui, forse poteva riuscire a metterne insieme almeno una parte ma nonostante tutto ogni suo sforzo lo portava a ferire ciò che amava.

Ma perché poi tentare, una volta sigillato il bambino la sua vita sarebbe ritornata vuota come sempre; Naruto non si sarebbe ricordato ne di lui ne Kushina e lei sarebbe ritornata dall’uomo che amava.

A lui non sarebbe restato che tornare a vivere i suoi opachi giorni lontanamente memori della luce che li illuminava anni prima.

 

(Before It’s Too Late – Goo Goo Dolls)

 

Kushina bussò alla porta della stanza del ragazzino ma entrò senza aspettare risposta.

Naruto si mise a sedere all’improvviso sconcertato da quell’intrusione ma la donna rimase sulla soglia per un po’ senza dire niente.

“Cosa vuoi?” chiese atono.

“Io volevo sapere se desideri qualcosa da mangiare…” disse imbarazzata dalla situazione e dal litigio con Minato.

Naruto la guardò in modo strano nonostante l’irritazione generale, non riusciva proprio a dire qualcosa di cattivo a quella bella donna dai capelli così caldi.

“Sai è un po’ di tempo che non cucino però una volta ero brava…” concluse attorcigliandosi una ciocca di capelli con una mano.

Il giovane sospirò e sorrise.

“Ho la netta impressione che se voglio mangiare dovrò mettermi io a cucinare!” detto questo uscì dalla stanza buia e fece cenno alla donna di seguirlo.

Kushina si avvicinò alla dispensa e frugò attenta per ritrarsi poco dopo indignata.

“Ma non c’è niente! Solo ramen istantaneo!” disse incredula.

“Semplice e veloce!” commentò Naruto con un sorriso tentando di riscaldare i tagliolini.

“Un tempo piaceva anche noi andare a mangiarlo” ricordò ma alla semplice citazione di Minato tra i due calò il silenzio.

Il giovane si affaccendò senza dire niente per un po’.

“Ho sentito una sorta di litigio prima…” incominciò gettando un’occhiata alla donna.

“Nulla di particolare” mentì “Piccoli battibecchi tra due vecchi!” sorrise in modo poco convinto.

Un silenziò imbarazzato calò.

“Allora voi state…mhh, ancora insieme” si sforzò.

“No” rise lei nervosa “Da molto tempo ormai. Lavoriamo solo insieme”

“Ah” commentò lui.

Kushina tentò un gesto azzardato e mise una mano sulla spalla del ragazzo che s’irrigidì un attimo.

“So che deve essere dura per te, ma lo è anche per noi, una situazione piuttosto bizzarra averci qui tutti e due. Forse non siamo neanche i benvenuti ma ti prometto che se ad un certo punto non vorrai più avere a che fare con noi c’è ne andremo immediatamente…”

Naruto non rispose subito.

“Non voglio che tu te ne vada” disse “Mi stai simpatica” concluse burbero.

I due sentirono un rumore provenire dalle scale, Minato apparve nella cucina con una strana espressione che s’illuminò appena vide il ramen pronto.

Naruto si mise davanti alla grande ciotola con ostilità come a volerla proteggere.

“Non ho diritto di mangiare?” chiese.

“Sei un Hokage! Procuratelo da solo!” gli gridò di rimando Naruto che proteggeva la ciotola dal biondo famelico.

“Dai che poi dobbiamo lavorare” disse

Naruto lo guardò nel modo peggiore possibile.

“Io dovrei fare qualcosa con te? “ chiese a dir poco disgustato.

“Abbiamo una sfida si o no?” disse lui “Non volevi partire subito per cercare il tuo amico?”

“E io a che cosa ti servo?” sbotto dopo un po’.

“Nel malcapitato caso che dovessi perdere provvederei a sigillare la volpe immediatamente. Devo vedere il sigillo” spiegò.

Naruto lo guardò male e uscì dalla cucina lasciando il ramen alla portata dei due, e si rinchiuse in camera.

Poco dopo entrò Minato e gli fece segno di seguirlo.

Naruto si sedette sul letto della camera doppia e si tolse la maglietta come gli era stato chiesto senza dimenticare di sbuffare più volte.

“Richiama il chakra” ordinò.

Sospirò e congiunse le mani, i sottili segni sul suo volto divennero più marcati e il sigillo comparve sul suo ventre.

La fredda mano di Minato lo raggiunse e lui trattenne un brivido, l’uomo pressò il ventre e il disegno cambiò ancora diventando più esteso.

Naruto sentì il profumo dell’uomo che lo riportò a lontane sensazioni, dall’alto vedeva i suoi occhi così uguali.

“Non sorprenderti” disse ad un tratto individuando i pensieri del ragazzino “Alla tua età ero uguale a te a parte quelli strani baffi!” Naruto sbuffò e l’uomo sorrise.

Minato disegnò i simboli su un foglio e si mise a fare strani calcoli che incuriosirono molto il ragazzo ma che finse di non accorgersene.

“Hai raggiunto come massimo la terza coda?” chiese.

“Quarta” precisò.

Minato lo guardò in modo strano.

“Immagino che questa follia sia opera di Jiraya…”

“Il grande Hokage ha forse paura? Hai combattuto contro la volpe a nove code e ora ne hai paura di una di sole quattro” ironizzo alzandosi e prendendo la maglietta raggiungendo la porta.

“Appunto ho combattuto contro il Kyuubi completo, cosa vuoi che faccia uno a metà” lo derise senza alzare gli occhi dal foglio.

Naruto uscì dalla stanza sbattendo la porta.

“Non fatevi questo, vi prego” lo raggiunse una voce dal buio.

Kushina emerse dalle scale.

“Non fatevi così del male, almeno voi due” ripeté.

Naruto sospirò e ritornò nella sua camera buttandosi sul letto.

“Ha fatto tutto lui, è colpa sua”

La donna sospirò e uscì dalla stanza “Non è vero è colpa nostra” sussurrò lei ma Naruto la sentì ugualmente.

 

(Lene Marlin – Sitting Down Here)

 

Al risveglio il ragazzino rimase per un po’ inerte lasciandosi abbagliare dalla luce del mattino, non sembrava fosse cambiato niente rispetto a qualche mese prima la casa era silenziosa come al solito e l’unica presenza percepibile era la sua.

Ma in realtà sapeva che non era solo altre due persone giacevano, probabilmente assieme, nella stanza accanto.

Si alzò piano raggiunse la porta della camera grande ed entrò aprendo leggermente la porta.

Kushina dormiva con la testa sprofondata nel cuscino (!) completamente coperta dal lenzuolo; Minato, invece, era rannicchiato di lato e sembrava avere piuttosto freddo dai continui movimenti che faceva, agitato.

Il ragazzino si avvicinò alla donna e guardò il suo viso attentamente.

Era davvero molto bello e ancora giovanile; la pelle chiara e con tante lentiggini sbarazzine, le ciglia di un rosso meno intenso di quello dei folti capelli infuocati.

Kushina si mosse all’improvviso e spalancò i verdi occhi assonnati e alla vista del giovane fece un salto.

“Naruto che ci fai qui?” chiese agitata.

“Oh niente” disse lui atono e si diresse verso l’uscita.

“Aspetta!” lo chiamo lei abbastanza forte da disturbare Minato che mormorò qualcosa senza svegliarsi.

“E’ meglio che andiamo di la” propose alzandosi ma poi si girò e con un sospirò coprì l’uomo con il lenzuolo.

Scesero in cucina e tra un biscotto e l’altro incominciarono a parlare.

“Allora mi vuoi dire che cosa ci facevi li?” chiese curiosa

Naruto giocherello con la tazza “Niente non avevo altro da fare e sono venuto di la”

“Brutti sogni?” chiese divertita.

Il ragazzino la fissò per un attimo finché lei non distolse lo sguardo.

“Immagino che deve essere stato difficile…” incominciò.

Naruto si guardò intorno come spazientito.

“So che non è un discorso da fare con i biscotti! Ma forse può aiutare a rompere il ghiaccio in qualche modo. Che ne dici?” cercò di convincerlo.

 Naruto la guardò negli occhi per un attimo e poi accennò infine un sorriso.

“Avrai notato quanto gli sei simile…” tentò un inizio.

Il ragazzino annuì.

“Sono rimasta veramente sorpresa la prima volta che ti ho visto. Già da piccolo gli eri molto somigliante ma ora…se solo non avesse i capelli più lunghi saresti la sua copia” rise.

“Ah” si ricordò “Forse l’avrai già vista ma è la mia preferita” la donna tirò fuori da un piccolo contenitore un foglio ripiegato e glielo mostrò.

Naruto ebbe un piccolo sussulto nel vedere la fotografia che due giorni prima aveva scaraventato per terra, era piuttosto rovinata e la propria immagine era attraversata da qualche graffio leggero.

“Mi dispiace; sembri tenerci molto” disse lui.

“Credo che ci tenga molto anche Minato è stato lui che l’ha recuperata. A quanto pare l’aveva nascosta da qualche parte nella casa se non l’hai mai trovata” disse lei.

Naruto fece per ridargliela.

“No, ti prego, tienila tu. Io mi ricordo benissimo quel giorno!” sorrise.

Il ragazzino la posò sul tavolo con nuova delicatezza e la lasciò continuare.

“Eri talmente dispettoso. Ci abbiamo messo un’ora per farla, il povero terzo Hokage che l’ha scattata non ne poteva più” cominciò a ridere “Dovevi vederlo urlava di stare fermi ma tu continuavi a fare dispetti finché non si deve essere stancato e alla fine l’ha scatta così”

“E’ molto carina” sorrise anche lui.

“Ti andrebbe di andare a fare un giro?” chiese lei “Non ti preoccupare convincerò io Tsunade. Sono un’esperta ormai” disse entusiasta.

Naruto annuì e lei si precipitò subito per le scale per ricomparire poco dopo.

La giornata passò velocemente come mai prima.

Lei non era giovane solo nell’aspetto ma anche nel modo di fare, era molto lontana dalla madre che si era sempre immaginato; era allegra, simpatica a tratti un vero maschiaccio. La sentiva nello stesso tempo lontana e vicina.

Quella sera continuarono a parlare di tutto come vecchi amici che si ritrovano dopo tanto tempo ma bastò la presenza di Minato a rovinare tutto.

 

(Hakka’s Theme – Saiyuki Soundtrack)

 

L’uomo entrò in modo quasi abusivo, per Naruto,  nell’atmosfera pacifica che si era tra loro creata.

I due si guardarono male per un attimo e poi Minato con un sospiro ritornò su per le scale.

“Domani mattina all’alba” disse piano ma in modo che il ragazzino potesse sentirlo chiaramente.

Naruto sorrise convinto.

“Sei davvero sicuro. Potrebbe finire tutto senza questi metodi in fondo lui vuole solo il tuo bene…”

Naruto la fulminò.

“Eravamo d’accordo a non toccare questo argomento” disse.

Kushina si rattristò per un attimo.

“Dovresti capire tutto quello che ha passato per poter stabilire un contatto con te con la paura di rovinare tutto,”

“Perché lo difendi? Ho sentito quello che vi siete detti l’altra sera!” si arrabbiò.

La donna si alzò dal tavolo  e lo guardò dura.

“Non sono in diritto di dirti ciò che devi fare ma non è solo lui quello che devi odiare” e fece per andarsene.

“Io…non vi odio…ma non vi capisco” disse Naruto e la donna si fermò.

“Dimmi solo una cosa. Anche tu avresti fatto la stessa cosa se non ti avessi scoperto subito?” chiese.

La donna rimase un po’ a pensare.

“Forse è per questo motivo ci siamo trovati già da quando eravamo piccoli. Siamo diversi ma ci sono cose che ci accomunano; siamo molto insicuri e tendiamo ad appoggiarci l’uno all’altro.

Ad ogni modo, come lui, avrei tentato di conoscerti senza svelarti chi ero, nello stesso modo ne sarei rimasta colpita”.

Naruto non volle più tornare sull’argomento ormai concentrato sullo scontro del giorno seguente. Se fosse stato sconfitto avrebbe perso ogni possibilità di ritrovare Sasuke, non ne avrebbe avuto più memoria e questa era un implicita sicurezza per Minato e il villaggio, non sarebbe mai partito alla ricerca di chi non ricordava più.

 

(We Made It – Linkin Park and Busta Rymes)

 

La luce non illuminava ancora Konoha quando si svegliò, si vestì velocemente e scese al piano di sotto.

Kushina sedava al buio al tavolo e si riscosse solo quando arrivò lui; Naruto esordì con un sorriso teso e uscì dalla casa ma la donna lo rincorse.

“Sei veramente sicuro di ciò che fai. Non hai molte possibilità” disse con franchezza.

“Lo so ma non è da me lasciare tutto così com’è. Devo arrivare ad un punto non posso rimanere sempre in questo limbo, indeciso. Ho già fatto questo sbaglio una volta e ora sono stanco di sbagliare...”. uscì dalla porta ma poi si fermò e si voltò indietro sulla soglia di casa stava Kushina.

“Se dovesse andare male ti rivedrò? O sarà come se non fossi mai esistita” chiese.

La donna sorrise “Nessuno mi costringe ad andarmene”.

“Guarda che ci conto” le gridò mentre già correva nell’aria fresca del mattino e sentì lo sguardo della donna seguirlo.

Al palazzo dell’Hokage, fuori dalle porte vi era Tsunade che lo aspettava ansiosa e quando lo vide tiro un sospirò di sollievo.

“Finalmente è dentro che ti aspetta”.

 

Naruto la seguì per lunghi e bui corridoi che si addentravano sempre di più nel palazzo.

Arrivarono alle porte coperte da disegni che richiamavo dei sigilli.

Riconobbe la guarda all’entrate che gli fece un cenno, Tsunade la guardò un po’ male ma poi proseguì.

Entrarono nella stanza e Naruto fu raggiunto da un forte calore che proveniva dall’interno.

Aprì gli occhi e vide che la stanza, enorme e coperta dagli stessi motivi della porta era completamente spoglia a parte numerose candele che illuminavano tremolanti le pareti.

Al centro c’era Minato mentre ai lati intravide Jiraya, Kakashi, alcuni membri del consiglio e Tsunade che lo aveva aspettato; si diresse verso i suoi due maestri.

“Ho qualche possibilità?” chiese scettico ai due.

Jiraya sorrise.

“Una su un milione ma credo che sarebbe meglio puntare su quella” disse ridendo e dando una pacca all’allievo.

Kakashi lo consolò con un sorriso impercettibile; a quel punto Naruto si avvicinò a Minato al centro della stanza.

“In questa stanza” incominciò il biondo “Non puoi utilizzare appieno i tuoi poteri” iniziò  “Nel senso che non potrai arrivare alla nona coda” si affrettò a dire prima di sentire proteste “Ti consiglio comunque di non liberare neanche la quarta coda. Inoltre dubito che l’incontro durerà così tanto da darti questa possibilità”.

“Quando vuole sa essere insopportabile” confabulò Jiraya con Kakashi mentre gli altri due si guardavano in cagnesco.

Naruto lanciò un kunai dritto verso Minato che lo evitò senza problema ma nel frattempo il ragazzino aveva attivato Il Kage Bushin e presto la sala fu invasa da una marea di copie schiamazzanti.

“La cosa migliore da fare in questi casi” disse Minato osservando tutti i cloni “E’ colpire il vero” disse partendo nella direzione di uno in particolare a cui però fu fatto scudo dagli altri.

Il vero Naruto balzò indietro, alle spalle dell’uomo e preparò una piccola sfera d’energia nella mano.

I flussi vorticanti presero a diventare più grandi finché non arrivarono alla massima potenza.

Il giovane partì all’attacco e colpì Minato in centro alla schiena; l’uomo cadde a terra con un tonfo; il ragazzino si avvicinò sospettoso e mosse leggermente il corpo; esso aprì gli occhi e scomparì nel fumo.

L’enorme porta si aprì e comparve una figura in tenuta da ANBU ma aveva penetranti occhi chiari e i capelli color dell’oro.

Minato sorrise della sorpresa del ragazzo e partì all’attacco.

“Ama proprio l’entrate d’effetto” sorrise Jiraya della trovata del vecchio allievo.

L’uomo con un colpo disarmò Naruto ma egli preparò il chakra e richiamò la seconda coda: lo spettacolo della volpe che sia animava in quel ragazzino colpì tutti compreso Minato.

La velocità del giovane aumentò e questa volta riuscì a sfiorare l’uomo al viso scansatosi troppo tardi.

Continuarono così per un po’ schivando e attaccando a turno mentre il chakra di Naruto continuava a crescere sviluppando la terza coda.

Minato si accorse del cambiamento e che il ragazzino aveva cominciato a perdere il controllo dei colpi, ormai colpiva solo per ferire senza seguire una strategia.

Decise che non poteva più continuare, l’energia che scaturiva stava corrodendo in modo vistoso l’esterno del suo corpo.

Schivò un colpo e attivò il Rasengan; aspettò il momento giusto e colpì la volpe in pieno petto scaraventandola dall’altra parte della stanza.

Naruto prese tossire violentemente mentre il mantello d’energia che lo proteggeva scompariva rapidamente lasciando posto agli inutili danni che gli aveva causato.

Si alzò a sedere respirando affannosamente e vide Minato avanzare.

 

(Listen with your Heart – Pocahontas Soundtrack)

 

L’uomo si abbassò al suo livello.

“Sconfitto” concluse beffardo.

Alzò la mano che si avvicinò al ventre di Naruto alzandogli la maglietta e rivelando il sigillo.

Con l’altra mano richiamò una sfera d’energia nera e costrinse Naruto ad alzarsi.

Il ragazzino che non aveva opposto resistenza distolse lo sguardo per un attimo ma l’orgoglio prese il sopravvento alla codardia e si costrinse a guardare Minato negli occhi con i suoi ancora rossi e inumani.

L’uomo rispose allo sguardo e in qualche modo ne fu turbato.

Quello sguardo lo riporto indietro nel tempo a quando il suo bambino lo aveva guardato nello stesso modo in cui ora lo sfidava.

Si riscosse e continuò ad avvicinare la sfera al ventre, Naruto giovane richiuse istintivamente gli occhi ma non sentì nulla…

Li aprì e fu accecato dalla luce dell’alba ormai sorta, quando vi fu abituato si girò e vide l’uomo seduto per terra accanto a lui…

  
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