Ciao raga
finalmente dopo la pacchia si ritorna con il new chapter che tanto new non è
visto che l’ho scritto 5 o 6 mesi fa e che per pigrizia è rimasto a far “sumensa”
nel computer.
La nota positiva è
che ne ho scritti altri quattro quella negativa è che devo trovare il tempo per
correggerli (e la voglia)!!
Uff che
lavoro…potreste aiutarmi con qualche commentino in più al posto dei soliti
(gentilissimi) quattro uff ci sono storie che al 21 capitolo hanno già 300 e
passa commenti e io che ne ho quanti i capitoli uff uff uff…puff puff. Miraccomando la musica come sempre scelte con cura. Mi piacerebbe che qualcuno le commentasse...
puff.
CHAPTER 23 – Prima
Che Sia Troppo Tardi
(Pandemonium –
Apocalyptica)
Naruto si trovava
sdraiato nella sua stanza e guardava il soffitto nell’oscurità su cui si
proiettavano strani fasci di luce provenienti dalla strada.
Alzò la mano che si
stagliò nera alla sua vista distinguendosi però dal resto della camera.
Non riusciva a realizzare
la situazione in cui si trovava, sentiva le voci di un uomo e una donna che
parlavano nella stanza accanto sembrava incredibile ma quei due erano…
“Insomma Minato non
puoi essere un po’ più gentile!” sbottò la donna esasperata.
“Non intralciare il
mio lavoro non sono venuto fino a qui per litigare con te!” replicò l’uomo
seduto sul letto mentre l’altra era in piedi in una posa minacciosa.
“Piuttosto…ma che
diavolo ci fai qui?” chiese.
“Questo non è
importante ora voglio sapere esattamente perché sei qui”.
Minato sospirò e
prese a girarle intorno.
“So che hai letto
la lettera, quella che Tsunade mi ha inviato mesi fa. Ma il suo contenuto non
ti ha di certo illuminata. Non fare la vittima, né la madre premurosa, ora.
Sapevi da tempo che il bambino era vivo ma non hai fatto nulla”.
La donna si strinse
con forza le braccia intorno a se.
“Tu non mi hai mai
detto nulla…” incominciò lei.
“E tu non mi hai
mai chiesto niente” sbottò lui.
Kushina si girò
verso di lui e lo sbatte al muro prendendolo per la maglia.
“Cosa ti avrei
dovuto chiedere? Dove era sepolto mio figlio?” disse mentre calde lacrime di
rabbia le scendevano sul viso.
“Sapevi che non era
morto!”
“Non è vero!” urlò
lei tra le lacrime ma lasciando andare l’uomo; appena ripreso un po’ di
controllo continuò “Immaginavo nella mia testa, fantasticavo sulla possibilità
che fosse ancora vivo ma quando sei arrivato tu alla corte di Hiro da solo mi
sono sentita come trafitta; la tua presenza era una prova di ciò che era
successo. Chiederti la verità sarebbe stata la definitiva conferma, non sapere
niente avrebbe alimentato le mie fantasie… la mia vita ancora per un po’”.
Il silenzio calò
nella stanza.
“Quando ho visto
quella lettera ho lasciato tutto per venire qui e tentare di ricominciare”
disse in un sospiro.
Minato si avvicinò
alla donna e le alzò il viso con la mano.
“ E’ troppo tardi”
le disse con semplice freddezza.
“Non solo per me è
tardi” gli rispose nel medesimo tono lei.
Minato la guardò
più intensamente i suoi occhi per un attimo furono velati e poi con un sospiro
le parlò alzandole il mento con la mano.
“Se tu avessi
aspettato un attimo, quel giorno, tanti anni fa…forse avremmo potuto
ricominciare.
Non ci amiamo se
non ci facciamo del male a vicenda. Se tu quel giorno fossi tornata da me, se
tu non mi avessi ferito così, io ora non ti amerei così tanto…se solo tu non te
ne fossi andata”.
Lasciò
delicatamente il suo volto e la donna si ritrasse velocemente uscendo dalla
stanza.
Minato crollò sul
letto.
‘Perché dove sempre finire così?’ pensò.
La sua famiglia era
li a pochi metri da lui, forse poteva riuscire a metterne insieme almeno una
parte ma nonostante tutto ogni suo sforzo lo portava a ferire ciò che amava.
Ma perché poi
tentare, una volta sigillato il bambino la sua vita sarebbe ritornata vuota
come sempre; Naruto non si sarebbe ricordato ne di lui ne Kushina e lei sarebbe
ritornata dall’uomo che amava.
A lui non sarebbe
restato che tornare a vivere i suoi opachi giorni lontanamente memori della
luce che li illuminava anni prima.
(Before It’s Too Late – Goo Goo Dolls)
Kushina bussò alla
porta della stanza del ragazzino ma entrò senza aspettare risposta.
Naruto si mise a
sedere all’improvviso sconcertato da quell’intrusione ma la donna rimase sulla
soglia per un po’ senza dire niente.
“Cosa vuoi?” chiese
atono.
“Io volevo sapere
se desideri qualcosa da mangiare…” disse imbarazzata dalla situazione e dal
litigio con Minato.
Naruto la guardò in
modo strano nonostante l’irritazione generale, non riusciva proprio a dire
qualcosa di cattivo a quella bella donna dai capelli così caldi.
“Sai è un po’ di
tempo che non cucino però una volta ero brava…” concluse attorcigliandosi una
ciocca di capelli con una mano.
Il giovane sospirò
e sorrise.
“Ho la netta
impressione che se voglio mangiare dovrò mettermi io a cucinare!” detto questo
uscì dalla stanza buia e fece cenno alla donna di seguirlo.
Kushina si avvicinò
alla dispensa e frugò attenta per ritrarsi poco dopo indignata.
“Ma non c’è niente!
Solo ramen istantaneo!” disse incredula.
“Semplice e
veloce!” commentò Naruto con un sorriso tentando di riscaldare i tagliolini.
“Un tempo piaceva
anche noi andare a mangiarlo” ricordò ma alla semplice citazione di Minato tra
i due calò il silenzio.
Il giovane si
affaccendò senza dire niente per un po’.
“Ho sentito una
sorta di litigio prima…” incominciò gettando un’occhiata alla donna.
“Nulla di
particolare” mentì “Piccoli battibecchi tra due vecchi!” sorrise in modo poco
convinto.
Un silenziò
imbarazzato calò.
“Allora voi
state…mhh, ancora insieme” si sforzò.
“No” rise lei
nervosa “Da molto tempo ormai. Lavoriamo solo insieme”
“Ah” commentò lui.
Kushina tentò un
gesto azzardato e mise una mano sulla spalla del ragazzo che s’irrigidì un
attimo.
“So che deve essere
dura per te, ma lo è anche per noi, una situazione piuttosto bizzarra averci
qui tutti e due. Forse non siamo neanche i benvenuti ma ti prometto che se ad
un certo punto non vorrai più avere a che fare con noi c’è ne andremo
immediatamente…”
Naruto non rispose
subito.
“Non voglio che tu
te ne vada” disse “Mi stai simpatica” concluse burbero.
I due sentirono un
rumore provenire dalle scale, Minato apparve nella cucina con una strana
espressione che s’illuminò appena vide il ramen pronto.
Naruto si mise
davanti alla grande ciotola con ostilità come a volerla proteggere.
“Non ho diritto di
mangiare?” chiese.
“Sei un Hokage!
Procuratelo da solo!” gli gridò di rimando Naruto che proteggeva la ciotola dal
biondo famelico.
“Dai che poi
dobbiamo lavorare” disse
Naruto lo guardò
nel modo peggiore possibile.
“Io dovrei fare
qualcosa con te? “ chiese a dir poco disgustato.
“Abbiamo una sfida
si o no?” disse lui “Non volevi partire subito per cercare il tuo amico?”
“E io a che cosa ti
servo?” sbotto dopo un po’.
“Nel malcapitato
caso che dovessi perdere provvederei a sigillare la volpe immediatamente. Devo
vedere il sigillo” spiegò.
Naruto lo guardò
male e uscì dalla cucina lasciando il ramen alla portata dei due, e si
rinchiuse in camera.
Poco dopo entrò
Minato e gli fece segno di seguirlo.
Naruto si sedette
sul letto della camera doppia e si tolse la maglietta come gli era stato
chiesto senza dimenticare di sbuffare più volte.
“Richiama il
chakra” ordinò.
Sospirò e congiunse
le mani, i sottili segni sul suo volto divennero più marcati e il sigillo
comparve sul suo ventre.
La fredda mano di
Minato lo raggiunse e lui trattenne un brivido, l’uomo pressò il ventre e il
disegno cambiò ancora diventando più esteso.
Naruto sentì il
profumo dell’uomo che lo riportò a lontane sensazioni, dall’alto vedeva i suoi
occhi così uguali.
“Non sorprenderti”
disse ad un tratto individuando i pensieri del ragazzino “Alla tua età ero
uguale a te a parte quelli strani baffi!” Naruto sbuffò e l’uomo sorrise.
Minato disegnò i
simboli su un foglio e si mise a fare strani calcoli che incuriosirono molto il
ragazzo ma che finse di non accorgersene.
“Hai raggiunto come
massimo la terza coda?” chiese.
“Quarta” precisò.
Minato lo guardò in
modo strano.
“Immagino che
questa follia sia opera di Jiraya…”
“Il grande Hokage
ha forse paura? Hai combattuto contro la volpe a nove code e ora ne hai paura
di una di sole quattro” ironizzo alzandosi e prendendo la maglietta
raggiungendo la porta.
“Appunto ho
combattuto contro il Kyuubi completo, cosa vuoi che faccia uno a metà” lo
derise senza alzare gli occhi dal foglio.
Naruto uscì dalla
stanza sbattendo la porta.
“Non fatevi questo,
vi prego” lo raggiunse una voce dal buio.
Kushina emerse
dalle scale.
“Non fatevi così
del male, almeno voi due” ripeté.
Naruto sospirò e
ritornò nella sua camera buttandosi sul letto.
“Ha fatto tutto
lui, è colpa sua”
La donna sospirò e
uscì dalla stanza “Non è vero è colpa nostra” sussurrò lei ma Naruto la sentì
ugualmente.
(Lene Marlin – Sitting Down Here)
Al risveglio il
ragazzino rimase per un po’ inerte lasciandosi abbagliare dalla luce del
mattino, non sembrava fosse cambiato niente rispetto a qualche mese prima la
casa era silenziosa come al solito e l’unica presenza percepibile era la sua.
Ma in realtà sapeva
che non era solo altre due persone giacevano, probabilmente assieme, nella
stanza accanto.
Si alzò piano
raggiunse la porta della camera grande ed entrò aprendo leggermente la porta.
Kushina dormiva con
la testa sprofondata nel cuscino (!) completamente coperta dal lenzuolo;
Minato, invece, era rannicchiato di lato e sembrava avere piuttosto freddo dai
continui movimenti che faceva, agitato.
Il ragazzino si
avvicinò alla donna e guardò il suo viso attentamente.
Era davvero molto
bello e ancora giovanile; la pelle chiara e con tante lentiggini sbarazzine, le
ciglia di un rosso meno intenso di quello dei folti capelli infuocati.
Kushina si mosse
all’improvviso e spalancò i verdi occhi assonnati e alla vista del giovane fece
un salto.
“Naruto che ci fai
qui?” chiese agitata.
“Oh niente” disse
lui atono e si diresse verso l’uscita.
“Aspetta!” lo
chiamo lei abbastanza forte da disturbare Minato che mormorò qualcosa senza
svegliarsi.
“E’ meglio che
andiamo di la” propose alzandosi ma poi si girò e con un sospirò coprì l’uomo
con il lenzuolo.
Scesero in cucina e
tra un biscotto e l’altro incominciarono a parlare.
“Allora mi vuoi
dire che cosa ci facevi li?” chiese curiosa
Naruto giocherello
con la tazza “Niente non avevo altro da fare e sono venuto di la”
“Brutti sogni?”
chiese divertita.
Il ragazzino la
fissò per un attimo finché lei non distolse lo sguardo.
“Immagino che deve
essere stato difficile…” incominciò.
Naruto si guardò
intorno come spazientito.
“So che non è un
discorso da fare con i biscotti! Ma forse può aiutare a rompere il ghiaccio in
qualche modo. Che ne dici?” cercò di convincerlo.
Naruto la guardò negli occhi per un attimo e
poi accennò infine un sorriso.
“Avrai notato
quanto gli sei simile…” tentò un inizio.
Il ragazzino annuì.
“Sono rimasta
veramente sorpresa la prima volta che ti ho visto. Già da piccolo gli eri molto
somigliante ma ora…se solo non avesse i capelli più lunghi saresti la sua
copia” rise.
“Ah” si ricordò
“Forse l’avrai già vista ma è la mia preferita” la donna tirò fuori da un
piccolo contenitore un foglio ripiegato e glielo mostrò.
Naruto ebbe un
piccolo sussulto nel vedere la fotografia che due giorni prima aveva
scaraventato per terra, era piuttosto rovinata e la propria immagine era
attraversata da qualche graffio leggero.
“Mi dispiace;
sembri tenerci molto” disse lui.
“Credo che ci tenga
molto anche Minato è stato lui che l’ha recuperata. A quanto pare l’aveva
nascosta da qualche parte nella casa se non l’hai mai trovata” disse lei.
Naruto fece per
ridargliela.
“No, ti prego,
tienila tu. Io mi ricordo benissimo quel giorno!” sorrise.
Il ragazzino la
posò sul tavolo con nuova delicatezza e la lasciò continuare.
“Eri talmente
dispettoso. Ci abbiamo messo un’ora per farla, il povero terzo Hokage che l’ha
scattata non ne poteva più” cominciò a ridere “Dovevi vederlo urlava di stare
fermi ma tu continuavi a fare dispetti finché non si deve essere stancato e
alla fine l’ha scatta così”
“E’ molto carina”
sorrise anche lui.
“Ti andrebbe di
andare a fare un giro?” chiese lei “Non ti preoccupare convincerò io Tsunade.
Sono un’esperta ormai” disse entusiasta.
Naruto annuì e lei
si precipitò subito per le scale per ricomparire poco dopo.
La giornata passò
velocemente come mai prima.
Lei non era giovane
solo nell’aspetto ma anche nel modo di fare, era molto lontana dalla madre che
si era sempre immaginato; era allegra, simpatica a tratti un vero maschiaccio.
La sentiva nello stesso tempo lontana e vicina.
Quella sera
continuarono a parlare di tutto come vecchi amici che si ritrovano dopo tanto
tempo ma bastò la presenza di Minato a rovinare tutto.
(Hakka’s Theme –
Saiyuki Soundtrack)
L’uomo entrò in
modo quasi abusivo, per Naruto,
nell’atmosfera pacifica che si era tra loro creata.
I due si guardarono
male per un attimo e poi Minato con un sospiro ritornò su per le scale.
“Domani mattina
all’alba” disse piano ma in modo che il ragazzino potesse sentirlo chiaramente.
Naruto sorrise
convinto.
“Sei davvero
sicuro. Potrebbe finire tutto senza questi metodi in fondo lui vuole solo il
tuo bene…”
Naruto la fulminò.
“Eravamo d’accordo
a non toccare questo argomento” disse.
Kushina si
rattristò per un attimo.
“Dovresti capire
tutto quello che ha passato per poter stabilire un contatto con te con la paura
di rovinare tutto,”
“Perché lo difendi?
Ho sentito quello che vi siete detti l’altra sera!” si arrabbiò.
La donna si alzò
dal tavolo e lo guardò dura.
“Non sono in
diritto di dirti ciò che devi fare ma non è solo lui quello che devi odiare” e
fece per andarsene.
“Io…non vi odio…ma
non vi capisco” disse Naruto e la donna si fermò.
“Dimmi solo una
cosa. Anche tu avresti fatto la stessa cosa se non ti avessi scoperto subito?”
chiese.
La donna rimase un
po’ a pensare.
“Forse è per questo
motivo ci siamo trovati già da quando eravamo piccoli. Siamo diversi ma ci sono
cose che ci accomunano; siamo molto insicuri e tendiamo ad appoggiarci l’uno
all’altro.
Ad ogni modo, come
lui, avrei tentato di conoscerti senza svelarti chi ero, nello stesso modo ne
sarei rimasta colpita”.
Naruto non volle
più tornare sull’argomento ormai concentrato sullo scontro del giorno seguente.
Se fosse stato sconfitto avrebbe perso ogni possibilità di ritrovare Sasuke,
non ne avrebbe avuto più memoria e questa era un implicita sicurezza per Minato
e il villaggio, non sarebbe mai partito alla ricerca di chi non ricordava più.
(We Made It – Linkin Park and Busta Rymes)
La luce non
illuminava ancora Konoha quando si svegliò, si vestì velocemente e scese al
piano di sotto.
Kushina sedava al
buio al tavolo e si riscosse solo quando arrivò lui; Naruto esordì con un
sorriso teso e uscì dalla casa ma la donna lo rincorse.
“Sei veramente
sicuro di ciò che fai. Non hai molte possibilità” disse con franchezza.
“Lo so ma non è da
me lasciare tutto così com’è. Devo arrivare ad un punto non posso rimanere
sempre in questo limbo, indeciso. Ho già fatto questo sbaglio una volta e ora
sono stanco di sbagliare...”. uscì dalla porta ma poi si fermò e si voltò
indietro sulla soglia di casa stava Kushina.
“Se dovesse andare
male ti rivedrò? O sarà come se non fossi mai esistita” chiese.
La donna sorrise
“Nessuno mi costringe ad andarmene”.
“Guarda che ci
conto” le gridò mentre già correva nell’aria fresca del mattino e sentì lo
sguardo della donna seguirlo.
Al palazzo
dell’Hokage, fuori dalle porte vi era Tsunade che lo aspettava ansiosa e quando
lo vide tiro un sospirò di sollievo.
“Finalmente è
dentro che ti aspetta”.
Naruto la seguì per
lunghi e bui corridoi che si addentravano sempre di più nel palazzo.
Arrivarono alle
porte coperte da disegni che richiamavo dei sigilli.
Riconobbe la guarda
all’entrate che gli fece un cenno, Tsunade la guardò un po’ male ma poi
proseguì.
Entrarono nella
stanza e Naruto fu raggiunto da un forte calore che proveniva dall’interno.
Aprì gli occhi e
vide che la stanza, enorme e coperta dagli stessi motivi della porta era
completamente spoglia a parte numerose candele che illuminavano tremolanti le
pareti.
Al centro c’era
Minato mentre ai lati intravide Jiraya, Kakashi, alcuni membri del consiglio e
Tsunade che lo aveva aspettato; si diresse verso i suoi due maestri.
“Ho qualche
possibilità?” chiese scettico ai due.
Jiraya sorrise.
“Una su un milione
ma credo che sarebbe meglio puntare su quella” disse ridendo e dando una pacca
all’allievo.
Kakashi lo consolò
con un sorriso impercettibile; a quel punto Naruto si avvicinò a Minato al
centro della stanza.
“In questa stanza”
incominciò il biondo “Non puoi utilizzare appieno i tuoi poteri” iniziò “Nel senso che non potrai arrivare alla nona
coda” si affrettò a dire prima di sentire proteste “Ti consiglio comunque di
non liberare neanche la quarta coda. Inoltre dubito che l’incontro durerà così
tanto da darti questa possibilità”.
“Quando vuole sa
essere insopportabile” confabulò Jiraya con Kakashi mentre gli altri due si
guardavano in cagnesco.
Naruto lanciò un
kunai dritto verso Minato che lo evitò senza problema ma nel frattempo il
ragazzino aveva attivato Il Kage Bushin e presto la sala fu invasa da una marea
di copie schiamazzanti.
“La cosa migliore
da fare in questi casi” disse Minato osservando tutti i cloni “E’ colpire il
vero” disse partendo nella direzione di uno in particolare a cui però fu fatto
scudo dagli altri.
Il vero Naruto
balzò indietro, alle spalle dell’uomo e preparò una piccola sfera d’energia
nella mano.
I flussi vorticanti
presero a diventare più grandi finché non arrivarono alla massima potenza.
Il giovane partì
all’attacco e colpì Minato in centro alla schiena; l’uomo cadde a terra con un
tonfo; il ragazzino si avvicinò sospettoso e mosse leggermente il corpo; esso
aprì gli occhi e scomparì nel fumo.
L’enorme porta si
aprì e comparve una figura in tenuta da ANBU ma aveva penetranti occhi chiari e
i capelli color dell’oro.
Minato sorrise
della sorpresa del ragazzo e partì all’attacco.
“Ama proprio
l’entrate d’effetto” sorrise Jiraya della trovata del vecchio allievo.
L’uomo con un colpo
disarmò Naruto ma egli preparò il chakra e richiamò la seconda coda: lo
spettacolo della volpe che sia animava in quel ragazzino colpì tutti compreso
Minato.
La velocità del
giovane aumentò e questa volta riuscì a sfiorare l’uomo al viso scansatosi
troppo tardi.
Continuarono così
per un po’ schivando e attaccando a turno mentre il chakra di Naruto continuava
a crescere sviluppando la terza coda.
Minato si accorse
del cambiamento e che il ragazzino aveva cominciato a perdere il controllo dei
colpi, ormai colpiva solo per ferire senza seguire una strategia.
Decise che non
poteva più continuare, l’energia che scaturiva stava corrodendo in modo vistoso
l’esterno del suo corpo.
Schivò un colpo e
attivò il Rasengan; aspettò il momento giusto e colpì la volpe in pieno petto
scaraventandola dall’altra parte della stanza.
Naruto prese
tossire violentemente mentre il mantello d’energia che lo proteggeva scompariva
rapidamente lasciando posto agli inutili danni che gli aveva causato.
Si alzò a sedere
respirando affannosamente e vide Minato avanzare.
(Listen with your Heart – Pocahontas Soundtrack)
L’uomo si abbassò
al suo livello.
“Sconfitto”
concluse beffardo.
Alzò la mano che si
avvicinò al ventre di Naruto alzandogli la maglietta e rivelando il sigillo.
Con l’altra mano
richiamò una sfera d’energia nera e costrinse Naruto ad alzarsi.
Il ragazzino che
non aveva opposto resistenza distolse lo sguardo per un attimo ma l’orgoglio
prese il sopravvento alla codardia e si costrinse a guardare Minato negli occhi
con i suoi ancora rossi e inumani.
L’uomo rispose allo
sguardo e in qualche modo ne fu turbato.
Quello sguardo lo
riporto indietro nel tempo a quando il suo bambino lo aveva guardato nello
stesso modo in cui ora lo sfidava.
Si riscosse e
continuò ad avvicinare la sfera al ventre, Naruto giovane richiuse
istintivamente gli occhi ma non sentì nulla…
Li aprì e fu
accecato dalla luce dell’alba ormai sorta, quando vi fu abituato si girò e vide
l’uomo seduto per terra accanto a lui…