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Autore: AirDust    29/01/2015    0 recensioni
Cosa succede quando i ragazzi della porta accanto, insieme ad altri due coinquilini del pianerottolo, incontrano le ragazze della porta accanto: Iselinn con il piccolo Uthred, Iris una studentessa universitaria e Serana una giovane donna con la passione per la cucina?
Un connubio di nonsense, romanticismo, dramma, vergogna e chi più ne ha più ne metta..
Genere: Demenziale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I
PREMESSA

Come al solito, una premessa è assolutamente doverosa.
Inizio già con l'anticipare che i personaggi che vedrete, sono pressoché identici a quelli dell'altra storia che sto scrivendo su Dragon Age Origins. Questo perché, in realtà, questi personaggi nascono dal genio (?) delle loro creatrici: Lady Phoenix e Afep, che insieme a me hanno dato vita ad alcuni di questi personaggi su un gioco di ruolo.
Personalmente io muovevo Serana e Jorre mentre Lady Phoenix aveva Iris e Viktor; e Afep Iselinn e il piccolo Uthred.
Nick, Ol e Mildred, Kharl e tutti gli altri, invece, sono personaggi che a mano a mano inserivamo all'interno della nostra storia così da arricchirla maggiormente e renderla decisamente stravagante!
Inutile dire che ci siamo affezionate a questi personaggi, che abbiamo mosso in gioco per un anno all'incirca, ed ora ogni occasione è buona per scriverci sopra delle fanfiction.
Buona lettura!


PERSONAGGI

Ragazze



Ragazzi


CAPITOLO I

~Uthred~

C'è qualcosa che non va.
Qualcuno mi sta spingendo e la cosa non mi piace.
Mi sento schiacciare in una maniera terribile e c'è qualcosa che mi dà fastidio: una luce accecante, bianca, che si fa sempre più vicina.
Perché succede questo? Stavo bene qui. Mi sentivo al sicuro e protetto. In realtà sentivo tante cose: sentivo una voce ma sembrava così distante, eppure se restavo fermo e mi concentravo, potevo sentirla parlare e cantare. Mi piaceva tirare dei pugni o dei calci, quando me lo chiedeva. Anche se a volte li tiravo per far interrompere quel *
bum-bum-bum*, che continuava ad infastidirmi.
Eccola, vedo questa luce e mi sento schiacciare sulla testa. NON. CI. PASSO!

«Un'altra spinta! Coraggio, Iselinn!»
Chi è? Chi è che grida?! Oddio ecco che riparte. Mi sento confuso e sto..sto per cadere!!!!

«Eccolo, qui!»
Chi? Chi c'è? E..
«
..UEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!»
Finalmente respiro!!!!

«Oh, perbacco! Che polmoni che ha questo signorinello!»
«UEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!»
E tu chi sei? Mettimi subito giù! E spegnete questa cosa bianca! Non vedo! NON VEDO!

«Sì, sì tranquillo. Non agitarti, ora ti mandiamo dalla mamma..»
«..UEEE! UE-UEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!»

No! Voglio che togli sta cosa bianca!!
Che fate? Chi è che mi tocca? Dove mi portate? E spegnete sta cosa!!

«Ciao, Uthred..Sono la mamma..»
«...»
Questa voce, io me la ricordo. Adesso è così vicina e non c'è più quel fastidioso *bum-bum-bum*..
«Shh..bravo così..»
Com'è bella...Ma perché piange?
Però, pensandoci bene, anche qua fuori non è così male e finché i miei occhi restano chiusi, anche questa luce non mi dispiace..


~Jorre~

Ogni volta è sempre la solita storia: mi alzo, faccio colazione, passo una fetta di prosciutto -ma facciamo anche due- al cane di Viktor, e vado in bagno a vestirmi.
Sono lì, intento a lavarmi la faccia, raccogliendo con le mani messe a coppa un'ingente quantità d'acqua, che poi porto vicino al viso.
Mi guardo allo specchio e sospiro. Dio, come faccio ad essere così bello anche da sveglio?
Mostro il più bel sorriso smagliante e..

BUM-BUM-BUM!

«Jorre! Apri sta cazzo di porta! E' da un'ora che sei lì dentro e c'è qualcuno, che a differenza tua, deve andare a lavorare!»
Ah, sì, lui è Viktor, il ragazzo che divide con me l'appartamento. Lo so a cosa state pensando e: no. Vi prego, lo so che sarei capace di far cadere anche gli uomini ai miei piedi, insomma me lo posso permettere perché sono dannatamente bello ma..a me piacciono le donne!
Mi concedo così un profondo sospiro:
«Uff, quante storie per un po' d'attesa..» borbotto, recuperando un asciugamano, che vado a posarmi sulle spalle, afferrandolo con entrambe le mani all'estremita.
Apro la porta del bagno:
«Ecco a lei, madame...» commento sarcasticamente al mio coinquilino, che nel frattempo fa una faccia schifata e si copre gli occhi con una mano
«Argh! Jorre! Ma che schifo!» esclama schifato, portando così a voltarmi con assoluta non curanza
«Che c'è?» chiedo innocentemente, facendo spallucce
«Mettiti le mutande, cazzo! Possibile che ogni volta è sempre la solita storia?!»
«Che c'è che non va, scusa? Io non mi sento a disagio ad essere nudo.» ero anche appena uscito dalla doccia, infondo, e lo sa benissimo che mi piace vestirmi in camera, dove ho sistematicamente ordinato i miei cassetti e il mio armadio.
Sono ormai 5 anni che viviamo insieme, come fa a non essersi abituato ancora, dico io?
«Perché tu SEI un disagio. E va a coprirti.» conclude, chiudendo così la porta del bagno con un tonfo. Io ovviamente faccio spallucce e chino la testa, verso il mio amico. Lo contempo per qualche breve istante e dopo un'altra scrollata di spalle, torno a muovermi in direzione della camera da letto. Tra qualche ora, un altro servizio fotografico mi attende.


~Viktor~

Ogni volta è sempre la solita storia: mi alzo, faccio colazione, preparo da mangiare a Otto (il mio BassOTTO, l'avete capita? Eh? Eh? Eh?), innaffio le piante e poi, se la sera precedente avevo caricato la lavatrice, mi metto a stendere i panni; ed infine vado a lavorare, se non sono di riposo. Faccio il pompiere, quindi per me il week-end non esiste quasi mai.
Comunque, questa prima parte della giornata mi rilassa, sebbene verso una certa ora sono costretto ad andare in bagno; o meglio: a tirare fuori dal bagno Lui, la mia spina nel fianco da ormai 5 anni, non che il mio coinquilino: Jorre.
E anche questa volta, dopo aver passato un'ora per farsi una semplice doccia -che io faccio in due minuti-, è uscito nudo dal bagno.

«..Perché tu SEI un disagio. E va a coprirti.» richiudo così la porta, con un tonfo, abbandonandomi ad un profondo sospiro. Se non fosse per il fatto che ami rigirarmi tra le le lenzuola le sue sorelle, me ne sarei andato via quanto prima.
Mi spoglio pressoché immediatamente, fiondandomi direttamente sotto la doccia, di cui tutte le mensoline sono strapiene di prodotti di Jorre: creme per il corpo, bagnoschiuma, balsami, shampoo..tutti prodotti a suo unico uso esclusivo...Per questo, qualche volta, mi diverto a mescolarglieli tra loro. Lo so, sono infantile, ma non avete idea di quello che devo passare ogni giorno, e farmi entrambe le sue sorelle non è abbastanza.
Mi lavo e dopo qualche minuto esco dalla doccia, asciugandomi, fino a quando non sento bussare alla porta
«Sì..?» chiedo, mentre mi asciugo
«Viktor, sei tu?» era Nick, il fratello di Jorre, anche lui vive con noi. Un tipo alquanto strano e bizzarro ma per lo meno, non è vergognoso come Jorre..Forse.
Prendo un profondo respiro:
«No, Nick. Sono la tua coscienza..» gli rispondo, piuttosto sarcasticamente, in effetti, andando così a mettermi i calzini, le mutande e i jeans. Afferro anche l'asciugamano, che uso per togliere l'alone di vapore sullo specchio, così da potermi sistemare i capelli.
«Oh.» commenta Nick, sopreso «Quindi anche la coscienza va in bagno?»
Non posso credere che l'abbia detto davvero.
«Perché no, scusa?» sospiro di nuovo, asciugandomi con l'asciugamano i capelli, fino a renderli umidi
«Giusto. In effetti non lo so, perché non dovresti. Come stai?»
Ma perché ci sto ancora parlando? Ah, giusto: mi sto pettinando.

«Sto bene, grazie.» borbotto, in un tono di voce basso, che ormai è quasi arrivato al limite della sopportazione. Possibile che con 7 miliardi di persone nel mondo, mi dovevano capitare proprio questi due?! Che ho fatto di male?
«Pensa alle gemelle, Viktor..» mi do coraggio da solo, in un sussurro basso
«Oh! Sono felice che tu stia bene, Coscienza! Volevo chiederti se ti va di venire a fare colazione perché poi pensavo che potremmo uscire e andare a Central Park e..»

No, era troppo. Davvero.
Afferro la maglietta e vado ad aprire, guardando con aria impassibile e seria Nick
«Nick.» lo saluto, osservando il suo sguardo stupito
«Viktor! Che ci facevi con la mia coscienza nel bagno?!?» mi chiede, visibilmente schifato davanti all'idea di solo-lui-sa-cosa.
«Ero io, Nick.»
«Tu sei la mia coscienza?!?»
«No, dicevo che ero io che facevo finta di esserlo..» gli spiego con calma, infilandomi la maglietta.
«Quindi se facevi finta di essere la mia coscienza, significa che fai anche finta di essere Viktor?!?»
«Ma che cazz...?»
«CHI SEI TU?!? IO NON TI CONOSCO!» e correndo come una ragazzina in preda al panico, scappa verso la camera, agitando le braccia e gridando un sonoro: AHHHHHHHHHHHHH!

«Che succede? Mi stavo specchiando!» ecco che esce Jorre, a torso nudo adesso, sempre meglio di niente
«No, io esco.» commento arrendevole, afferrando le chiavi di casa e della macchina e, recuperato il giubbotto, esco da quella gabbia di matti, che chiamo casa.

   
 
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