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Autore: bulol    29/01/2015    0 recensioni
“sai, a volte, quando si sceglie il cuore e non la ragione, si fanno cose che si possono giustificare solo seguendo il cuore” Sorride inclinando il capo. Non sapevo che mio fratello potesse dare consigli. E anche buoni. E cosa dovrei fare adesso?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 ‘’ehi perché mi hai portata qui?’’ domando curiosa accennando un sorriso.
Luke non sembra felice quanto me. Poco fa ero eccitata, aveva detto di volermi portare in un posto e che doveva dirmi qualcosa. Ho subito pensato a qualcosa di bello del tipo “ ho due biglietti per il concerto dei Maroon 5 di Londra!”, ma a giudicare dall’espressione che ha tenuto per tutto il tragitto con la macchina e, che continua a tenere adesso, non deve essere niente che possa farmi urlare di gioia.
‘’Lukey…’’ abbozzo sussurrando e avvicinandomi lentamente al suo viso.
Mi scosta riluttante provocando il mio sgomento.
‘’ devo parlarti ‘’ continua tenendo gli occhi bassi.
‘’lo hai già detto’’ ribatto in tono cantilenante.
Mi prende delicatamente per le spalle guidandomi fino all’altalena in mezzo al parco, e applicando una leggera pressione per invitarmi a sedere. Dondolo le gambe, che penzolano, in assenza dell’appoggio della terra sotto i miei piedi. Luke s’inginocchia davanti a me per guardarmi negli occhi.
Tiene ancora lo sguardo basso per evitare di incrociare il mio. Una strana inquietudine m’infastidisce: è un po’ che si comporta in modo strano; è sempre occupato quando voglio stare al telefono con lui; non ci vediamo quasi mai e quando lo facciamo, è sempre assente.
‘’sputa il rospo’’ mi ritrovo a dire con voce spezzata.
Sospira e finalmente solleva le iridi azzurre verso il mio viso, ma storce il naso come se qualcosa lo avesse disturbato.
‘’ è tanto che stiamo insieme…’’ esordisce a voce bassa.
‘’ tre anni’’ lo apostrofo prontamente.
Strizza le palpebre per, farsi coraggio?
‘’ed è già da qualche tempo che non siamo più gli stessi non credi anche tu?’’ oh non il discorso.
‘’ quello che voglio dire è…’’ mentalmente prego perché non sia quello che sospetto.
‘’ non proviamo più i sentimenti di una volta’’ continua titubante.
parla per te’ penso drammatica. Ancora fatico a stare su due gambe quando mi sorridi e vorrei poter rimanere stretta a te per sempre quando mi abbracci; sfortunatamente.
So, dove vuole andare a parare. Ho visto anche troppi drammi romantici.
Sta per accadere quello che ho sempre temuto dalla prima volta che Luke mi aveva chiesto di uscire con lui.
 Avevo dovuto pensarci tanto tempo prima di rispondere ‘si’ alla sua domanda ‘vuoi essere la mia ragazza?’ precisamente perché avevo paura che potesse lasciarmi così.
Sento gli occhi pizzicarmi e la rabbia appanna il mio giudizio.
Conosceva la mia insicurezza, meglio di chiunque! Che cosa mi aveva convinta a credere che il ragazzo più bello della scuola sarebbe rimasto con me?  Era già tanto che non mi avesse tradita in quei tre anni.
STUPIDA! Mi rimproverai mentalmente. Ero stata solo una stupida! E adesso stavo per avere la mia punizione condita con tante belle frasi fatte.
‘’Alyssa... io ti voglio bene…’’ niente ti amo.
‘’sei stata la mia ragazza per tanto tempo…’’ s’interrompe per deglutire rumorosamente.
‘’ Però credo che sia stato un errore’’ conclude secco mentre torna in piedi, osservando la mia espressione devastata dall’alto.
‘’ERRORE?’’ sbraito senza volerlo, la rabbia prevale sulla tristezza. Scendo dall’altalena per essere alla sua altezza. ‘’ come puoi dire che tutti i momenti che abbiamo passato siano stati un errore? Rimangiarti tutte le frasi dette in TRE anni Luke? Ti sei pentito di tutto?’’ grido con le lacrime agli occhi.
Abbassa lo sguardo sommessamente. ‘’ mi dispiace Aly’’ sospira schioccando la lingua.
Vorrei odiarlo. Davvero.
‘’ Lukey?’’ chiama una voce timorosa.
Lui si gira in cerca di qualcosa di non identificato.
‘’c’è qualcuno?’’ ripete titubante un timbro femminile.
‘’ Heaven?’’ risponde Luke rivolgendo gli occhi a me nuovamente.
Cerca di comunicarmi qualcosa che non voglio capire.
Una ragazza percorre il vialetto d’entrata del parco.
Una ragazza davvero bella, sicuramente più di me. Magnifici boccoli biondi e grandi occhi chiari.
Il suo passo è poco deciso mentre si muove verso di noi.
Affianca la spalla di Luke, che le cinge la vita con un braccio dolcemente. Si scambiano uno sguardo appassionato e alla fine lui asserisce ‘’ Alyssa. Questa è Heaven. La mia nuova ragazza.’’
Sento il crack del mio cuore prima che il mondo mi cada addosso.
 
 
 
Ho la testa affondata nelle braccia, le lacrime si riversano dai miei occhi, scorrono lungo gli zigomi fino a toccare il banco, rendendolo lucido e salato.
“ dai Alyssa non vale la pena per quello stronzo” Emily, la mia migliore amica, cerca di consolarmi battendo delicatamente pacche sulla mia schiena.
“io lo amo quello stronzo!” piagnucolo sollevando il capo e tirando su con il naso. Mi passo la manica della felpa davanti agli occhi, mi stropiccio le palpebre.  “potevano essere fratelli” borbotto mesta.
Non riesce a trattenere una risata e anche io mi lascio sfuggire un sorriso. Poiché è vero. Ha preferito una che poteva essere sua sorella, a me con la mia pelle ambrata e gli occhi grigi.
Occhei non sono una barbie come quella, però non meritavo di essere mollata così.
In fondo che mi aspettavo da un ragazzo? Sono tutti uguali. Sicuramente sarebbe andata a finire così con un qualunque altro individuo di sesso maschile.
 Non riesco a smettere di soffrire ciò nonostante. Sono così stupida.
“ signorina Tomlinson sta bene?”
“ in realtà no, potrei portarla in infermeria?” Emily interviene prontamente per salvarmi.
 Il professore fa un cenno che io, avendo la testa affondata nel banco, non vedo.
Emy mi tira per un braccio e mi trascina fuori dalla classe.
“ non ti ringrazierò mai abbastanza” sospiro poggiandomi al muro.
Una risata familiare mi arriva alle orecchie, avrei preferito non alzare lo sguardo quando gli occhi azzurri di Luke incrociano i miei arrossati e leggermente gonfi, a causa del pianto.
Ovviamente riesco a intravederli solo per un attimo. Lui abbassa il capo per evitare il mio sguardo.
Mi sento come se un tir mi avesse investita, come se fossi appena caduta dal tetto dell’ empire state Building, come se un cane si fosse attaccato con i denti alla mia gamba e stesse cercando di staccarmi il polpaccio.
Suppergiù è così il dolore che mi provoca comprendere che non vuole nemmeno più guardarmi negli occhi.
Dovrei dimenticarlo ma anche essendone cosciente, non riesco a fare a meno di starci male. Ha aperto una ferita nel mio cuore. Trascorrerà tempo prima che guarisca e anche quando lo sarà, avrà lasciato una cicatrice visibile.
 
‘ci divertiremo da pazzi vedrai’
Così ha detto Emily quando mi ha chiamata dieci minuti fa, comandandomi di prepararmi e presentarmi a casa sua.
Busso timorosa alla sua porta, in attesa che qualcuno mi apra.
“ Aly!”
“Emy?” ribatto esitante vedendola spuntare da dietro il battente.
“ entra ci divertiremo da pazzi!” esclama entusiasta sfilandomi l'impermeabile giallo.
Mi guardo intorno curiosa. Il salotto è decorato più o meno come il suo albero di natale dell'anno passato. Festoni rosa e boa di piume della stessa tonalità ovunque. Il tavolino davanti la televisione è cosparso di brillantini e carico dei più svariati tipi di caramelle. In un angolo della sala sono messi dei giochi da tavolo ed è stato attaccato alla presa il maxi stereo che si trovava nella camera di suo fratello Liam, fino al giorno prima. Ai due lati di questo, una pila mastodontica di dvd e una di cd.
Ha fatto le cose in grande, sono stupita.
“ i miei dovrebbero arrivare tra poco ma hanno promesso di non disturbarci tranquilla e Leeyum.- oh, scusami un attimo” s’interrompe per recuperare il cellulare dalla tasca e metterlo all'orecchio. Aspetto pazientemente la fine della conversazione scivolando sul divano. Constato con riluttanza che anche questo è pieno di brillantini.
“ merda” bofonchio sputacchiando piccole scintille blu e argentate.
“Si ho capito allora mi raccomando. Portate la spesa quando tornate. Sì. Ciao.”
Vedo un velo di tristezza negli occhi di Emily quando si volta a guardarmi ma, viene subito rimpiazzata dalla sua solita euforia.
“allora!” esclama quasi urlando, con un sorriso che va da un orecchio all'altro.
“avevo programmato una festa tra donne ma” si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio “proprio ora sono venuta a sapere che i miei genitori non torneranno fino a dopodomani, quindi: preferisci organizzare una festa con inviti lampo o tenere il programma?” mi domanda evidentemente speranzosa.
So quello che vuole lei. Si è adoperata tanto per farmi stare meglio, che il pensiero è bastato. Permetterle di fare una festa mi sembra il minimo.
Speriamo solo che non sia un fiasco.
“ Facciamo questo party!” dico sorridendo e alzo le braccia come per dire ‘altolà il sudore!’
Si lancia letteralmente su di me facendomi sprofondare tra i cuscini del divano e per poco non soffoco.

8:30
Ticchettio di tastiera. Apro le ante dell'armadio di Emily per trovare qualche vestito adatto ad una festa. La maglia di cotone a fantasia indiana che lascia scoperta la pancia e i jeans larghi che porto, non sono proprio il massimo.
“allora:‘vi aspettiamo alle dieci in bolt street 13 per una festa lampo TUTTI INVITATI!’ va bene secondo te? L'ho postato sul gruppo dell'istituto” mi domanda Emy, non riesce a non muoversi sulla sedia per l'euforia.
“si” ridacchio sfilando un corpetto blu da una stampella. “spero che qualcuno venga davvero” medito divertita dalla situazione.
“smettila di essere così pessimista!” protesta lei strappandomi la maglia dalle mani “questo è mio” mi canzona.
 

9:15
Socchiudo l'occhio per permettere alla mia amica di passare una generosa dose di eye liner sulla mia palpebra come ho fatto appena prima io con lei.
Mi sento un po' strizzata nei pantaloncini alti fino alla vita che Emily mi ha costretta a mettere, in compenso, per mia fortuna, mi ha concesso di indossare una maglia a righe rosse larga e comoda che ho sistemato nei pantaloni in similpelle.
Qualche minuto, dopo che Emy aveva inviato il messaggio, sono andata a controllare quante persone avessero aderito e oltre a prendere atto, con una certa soddisfazione, che 30 studenti del terzo anno avrebbero partecipato alla festa  avevo letto anche la nota che Emily (che stupida era stata) aveva aggiunto al post:’portare alcolici e no Luke Hemmings’
 

10:02
 
“ciao Brooke, Michael, Sam” Amy sta alla porta mentre io faccio scomparire l'ultimo boa rosa e aiuto Zayn, un amico del fratello di Amy a montare la console.
Liam poco prima si è presentato spalancando la porta e ha urlato sconvolto "STAI ORGANIZZANDO UNA FESTA SENZA DI ME?".
Era stata sua l'idea di chiamare Zayn come dj.
 

11:00
 
Qui dentro non si respira, ogni stanza, eccetto la camera di Liam, che sta facendo qualcosa che non voglio immaginare con una tale, è completamente piena e la musica è così forte che i vetri stanno per rompersi. Meno male che né la casa né i vicini, sono i miei.
La maggior parte delle persone è ubriaca, anche io sono più che brilla. Sto ridendo con Emily, che è sbronza persa, senza nessun motivo in particolare.
 

01:35
 
“Al diavolo Luke! La mia vita senza di lui è fantastica!” grido mentre ballo con un ragazzo che ho incrociato al massimo un paio di volte tra i corridoi di scuola.
L'avevo già notato perché è particolarmente bello. Non riesco a ricordarmi il suo nome.
Qualche secondo dopo ci stiamo baciando senza che io riesca a rendermi conto dove comincino le mie labbra e finiscano le sue.
 

2:40
 
“lo sai che c'è? Che io gli ho dato tre anni! Sprecati! Sprecati dietro di lui e mi ha lasciata così!” piagnucolo con la voce impastata dall'effetto dell’alcool.
Non capisco perché non se ne sia ancora andato. So solo che stavamo ballando, quando hanno cominciato ad andarsene tutti perché era tardi e siamo rimasti in pochi allora mi ha assalito la malinconia e ho cominciato a lamentarmi con questo ragazzo. Non ricordo ancora il suo nome.
Lui è rimasto ad ascoltarmi tutto il tempo senza nemmeno parlare o forse nella mia mente è tutto così confuso che oltre a non distinguere i visi non distinguo nemmeno le voci.
 
 

3:03
 
“ ho deciso. Sai che ho deciso?”
il mio tono sembra quello di un ubriaco.
Un attimo, io sono ubriaca.
Il tipo scuote la testa e credo che sia divertito.
“che voglio farli rompere. Voglio veder soffrire quel puttano!”
 i miei timpani riescono a udire una risata roca.
“ puttano”
“ ma allora l’hai la voce!” esclamo compiaciuta della mia scoperta.
Il ragazzo sussulta e si alza lasciandomi seduta sul divano sola e spaesata.
 
 
 
Una sveglia suona e io scatto, raddrizzo la schiena per poi abbandonarmi di nuovo sul bracciolo del divano praticamente subito, per il mal di testa. Mi impedisce anche di pensare.
Mi sento come se avessi mangiato della sabbia e ora la mia lingua stia implorando aiuto.
Tento di sollevarmi una seconda volta, ma più adagio. Lascio penzolare i piedi giù dal divano per qualche secondo ma, appena cerco di farli toccare sul parquet, atterrano su qualcosa di morbido. Mi sporgo per scoprire che sono poggiata sulla schiena di un biondino simile a un angioletto, che dorme beato. Sul pavimento. Ricoperto di brillantini.
Trattengo una risata, non voglio svegliarlo. Scendo poco più avanti per evitare di calpestalo.
Il primo posto in cui le mie gambe mi portano è la cucina, senza nemmeno pensarci prendo una bottiglia d'acqua da due litri dal frigo e mi ci attacco senza un briciolo di educazione.
Mi siedo su uno degli sgabelli imbottiti come quelli di un bar, che sono intorno al piano della cucina di Emily e solo allora mi rendo conto che Liam sta inzuppando un biscotto nel latte mentre mi guarda assonnato e contrariato.
Sembra più uno zombie.
“buongiorno Leeyum” lo chiamo con il nomignolo che gli ha dato sua sorella.
Storce il naso, sbatte un paio di volte le palpebre e fa per portarsi il biscotto alla bocca ma, prima che possa addentarlo la parte inzuppata ricade nel latte producendo degli zampilli che gli bagnano il viso.
Non riesco a non ridere ma mi zittisco subito perché la mia testa stamattina odia il suono della mia risata ancora di più.
“ti sei divertita ieri sera?” domanda mentre tenta di recuperare il biscotto con una forchetta.
Emetto un gemito e tento di ricordare qualcosa della sera prima.
“Ricordo solo che ho, giurato di distruggere la vita sentimentale di Luke” e il ragazzo al quale l'ho promesso. Cioè mi ricordo che l'ho promesso a un ragazzo ma non ricordo chi. E ricordo anche che se ne andato all'improvviso.
Come, Cenerentola.
Alzo lo sguardo e trovo Liam in una pozza di latte, il viso conciato peggio di prima e vari schizzi per il tavolo.
“che cosa è successo!”  rido della sua faccia fino a soffocare.
Deve aver sputato una sorsata di latte.
“Luke Hemmings?! Il tuo ragazzo? E perché dovresti rovinare la sua vita sentimentale se è anche la tua?” domanda perplesso.
Stringo i pugni per mantenere la calma.
“come fai a essere gemello di Emily? Sei così stupido! Se voglio rovinare la sua relazione e perché non sta più con me no?” dico palesemente infastidita.
Fissa la finestra alla sua destra e aggrotta le sopracciglia, indeciso.
“ah.” mormora.
Piagnucolo alzando gli occhi  al cielo.
“per quale motivo stiamo parlando di Luke?” domando in tono straziato “come fai a mangiare? non ti senti lo stomaco sottosopra dopo la sbornia?” cambio argomento.
In realtà me lo sono chiesta appena ho visto che teneva il biscotto.
Socchiude gli occhi e mi fissa inclinando leggermente la testa.
“io? Non ho mica bevuto! Non ho un rene, sarei andato all'ospedale!” esclama ovvio “non lo sapevi?” aggiunge.
Scuoto il capo. Sono anni che ci conosciamo ma in realtà non so niente di lui.
“però spiega tante cose” sorrido facendo spallucce.
Mi copia infilando la forchetta ricoperta di biscotto sciolto tra le labbra.
Esito “posso farti un ultima domanda?”
Annuisce “spara”
“perché recuperi il biscotto con la forchetta?”
Ride tra sé e sé “perché i cucchiai mi terrorizzano” chiarisce sospirando.
Ah.
 
 
Fisso le mie scarpe mentre attraverso la folla che si ammassa davanti alla scuola prima del suono della campanella. Sono Kawasaki e le adoro. Ho impiegato sei mesi a mettere da parte i soldi per comprarle ma ne è valsa la pena.
Alzo lo sguardo il tanto che basta per riuscire a intravedere la ragazza con i boccoli biondi, che sta leggendo un libro poggiata alla quercia nel cortile. Porta un vestito azzurro chiaro e non è per niente truccata nonostante la sua bellezza struggente si noti da un chilometro di distanza.
Sembra davvero dolce.
Magari è la ragazza giusta per Luke, magari sono anime gemelle e io le sto per separare… o magari lui si è trovato un altra prima ancora di lasciare me. È un “puttano”. Deve agonizzare davanti ai miei piedi.
“scusa” esordisco, fingendo timidezza.
La ragazza alza il capo e i suoi occhi azzurri quasi mi folgorano.
Sono uguali a quelli di Luke. Non riesco a credere che non abbiano nessun rapporto di parentela.
Mi sta sorridendo ma, poco dopo, il suo sguardo angelico degenera in un'espressione spaventata.
“sei l'ex di Luke?” balbetta indietreggiando, aiutandosi con le mani.
“si, ma non fare così, devo solo parlarti!” ribatto spaesata.
Perché è così intimorita da me?
“vuoi farmi male?” continua fissandomi come se fossi un cacciatore spietato che le sta puntando il fucile alla testa e lei un povero coniglietto indifeso.
Aggrotto le sopracciglia piegandomi sulle gambe per essere alla sua altezza.
“no” mormoro, confusa.
Non sono una persona aggressiva. Non ho mai minacciato nessuno e tanto meno fatto a botte.
A meno che non contino le minacce che ci scambiamo io e mio fratello Louis mentre ci picchiamo come " ti taglio le mani poi le trito e le friggo e le do a Eleanor spacciandole per polpette".
Si rilassa un po’, anche se non del tutto. Mi guarda corrucciata. “ allora cosa vuoi dirmi?”
Sfodero un sorriso amabile prima di sputare una cattiveria. “voglio solo dirti che Luke è uno stronzo, non fidarti di lui, se fossi in te lo lascerei anche subito!” dico con fare da pettegola che non mi si addice proprio per niente.
“no. Luke è la persona più dolce che io abbia mai conosciuto! Stiamo parlando della stessa persona? Il mio ragazzo è romantico, simpatico e il suo sorriso…” sospira con aria sognante.
Stringo i denti per impedire alle lacrime di debordare dai miei occhi ora che i ricordi dei momenti passati con lui sono vividi nella mia mente.
“si era così anche per me” mormoro mesta.
Dice qualcosa ma ormai non l'ascolto più.
È come se un velo nero mi avesse avvolta e non ho più voglia di fargli del male. Vorrei soltanto che tornasse da me e che mi tirasse fuori da questo avvilimento cronico.
Ma come posso competere?
Mi alzo dall'erba e mi dirigo istintivamente verso casa ignorando le domande di Emy che vuole sapere dove vado invece di entrare a scuola.
Sbatto contro la spalla di qualcuno, non mi sforzo né di chiedergli scusa né di scollare gli occhi dalle mie scarpe per guardare chi ho urtato.
Mi aspetto che si metta a sbraitarmi parolacce mentre mi allontano, ma non lo fa, m’ignora e mi lascia andare via senza una parola.
 
Frugo nello zaino per ritrovare le chiavi della porta di casa ma, poco dopo mi accorgo con terrore che non le ho con me. Sono rimasta fuori di casa.
“merda!” grido a un piccione che mi è appena passato sulla testa.
Mi domando se si possa essere più iellati di così.
Scivolo, poggiata contro la porta con la schiena, fino a sedermi per terra e mi tengo la testa tra i palmi delle mani, piagnucolando.
Perché le cose non vanno mai per il verso giusto? Adesso non mi stupirei se un vaso di fiori mi cadesse, dal cielo, in testa.
Qualcosa di morbido tocca la mia gamba. Alzo di scatto il capo chiamando “Luke?” automaticamente.
Rimango delusa nel costatare che è solo un gatto nero, che sta odorando i miei pantaloni di cotone verde a cavallo basso.
“vai via gatto non ti divertirai con me, sono una depressa che non ha intenzione di farti coccole” borbotto.
L'animale mi fissa per qualche secondo e, dopo essersi avvicinato al mio viso, comincia a strofinarsi contro il mio braccio.
Il pelo morbido mi fa il solletico e, riesco a esalare una risatina, nonostante Il mio stato d'animo non sia dei migliori.
Incrocio le gambe così da indurlo a salire, il gatto mi scruta per un secondo con gli occhi verde acceso e sale sulle mie ginocchia di buon grado.
Dopo poco tempo che lo sto accarezzando, il suo ventre comincia a vibrare compiaciuto e un sorriso si allarga spontaneamente sulle mie labbra.
Perchè con gli umani non è tutto così facile?
 
“Alyssa che stai facendo qui avanti con quel gatto!” mi domanda sconvolto mio fratello appena mi vede.
Alzo la testa pigramente “ sono stata tutta la mattina con lui aspettando che tu tornassi dal lavoro per aprirmi” rispondo con semplicità.
La sua espressione è impagabile. Un misto di sconcertato confuso arrabbiato e pensieroso.
Vorrei una macchinetta fotografica.
“e la scuola?” continua, perplesso spostandosi il ciuffo che gli è caduto davanti agli occhi.
“ Louis non rompere e apri questa cazzo di porta” grugnisco.
Mi scosta per infilare la chiave nella toppa mentre borbotta qualcosa a mezza voce.
“ciao gatto” mormoro sorridendo mentre guardo l'animale scappare via.
 
 
 
 
Oggi ci riesco. Non c'é tempo per i sentimentalismi.
Anche se questo è tutta una questione di sentimenti, il rancore e l'odio sono sentimenti no?
Sì.
Ma non c'entra adesso.
Ho spiegato tutto il mio piano a Emy, lei si è passata una mano tra i capelli castani e ondulati e ha detto " sei una folle. Non so perché sto per assecondarti" alzando leggermente il labbro superiore come se fosse stata una rapper.  È un gesto che fa spesso, di qualsiasi argomento stiamo parlando. Ma probabilmente non se n'è mai accorta.
Leggo l'elenco di cose da fare e da avere che ho stilato la mattina a scuola.
 “materiale: cuscino pernacchia”
“c'è”
“essenza di uova?”
“eccola”
“colla scivolosa?”
“si”
“perfetto. Passo uno: appostarsi davanti casa di Luke e aspettare che esca.” leggo per poi guardarmi intorno e osservare la facciata posteriore della villa del mio non-più-ragazzo.
“in corso” mormoro, assorta.
La porta si apre poco dopo esponendo Luke che fa per allontanarsi.
Sospiro involontariamente.
È così bello in abbigliamento casual, jeans e una maglia bianca con la stampa di un pinguino a fumetto che porta la scritta "give me a hug!"
Una gomitata di Emily mi riporta alla realtà.
“scusa” sussurro alla sua espressione corrucciata.
“andiamo” mi esorta a seguirlo tirandomi per la camicia.
Lo seguiamo fino al parco nel quale mi ha lasciata. Ricomincio a diventare malinconica finché Emily non mi tira un pugno sulla spalla con tutta la forza che ha e dimentico il dolore emotivo per concentrarmi su quello fisico.
Non passa molto prima che Heaven si faccia viva, correndo incontro a Luke e baciandolo con foga appena sono abbastanza vicini.
Altro che angelo! Sembrano due opossum in calore. Ho capito perché gli piace.
Ignoro il groviglio che ho allo stomaco e seguo Emy che a sua volta segue i due piccioncini che si stanno allontanando verso la fontana situata a est del parco.
Mi sento tanto una James(a) Bond.
Passano i primi dieci minuti a limonare finché non decido di darci un taglio prima che il mio stomaco ceda.
Sfilo di mano il cuscino e l'essenza a Emily e schiaccio il primo, che genera un suono imbarazzante.
I due si staccano istantaneamente, leggermente rossi in viso e si fissano turbati.
“non sono stato io!” esclama Luke lisciandosi impacciatamente le pieghe della maglia.
“nemmeno io!” si affretta a ribattere Heaven spalancando leggermente gli occhi.
Si guardano intorno sospettosi.
Dopo essersi accertato che in giro non ci sia nessuno, Luke si stringe nelle spalle “vuoi un gelato?” domanda sorridendo alla sua bambolina.
Lei annuisce con una risatina e si dirigono verso il gelataio per mano.
“intervento uno: fallito!” esclamo allarmata a bassa voce.
Li seguiamo nascondendoci tra i cespugli, come abbiamo fatto fino ad ora. Arrivano al carretto dei gelati che si trova al centro del parco.
“aspettami qui.” dice Heaven facendo una piccola pressione sulle spalle di Luke per farlo poggiare, poi si allontana per prendere un cono per ciascuno.
Il ragazzo sospira pensieroso ed è il momento del secondo tentativo.
Per una fortuna sfacciata, un uomo ci passa proprio davanti ed Emy richiama la sua attenzione con uno "scusi signore!" lui si gira perplesso. Deve guardarsi intorno un paio di volte prima che si renda conto  da dove proviene la voce.
“parlate con me?” domanda confuso, indicandosi con il dito.
Roteo gli occhi ovvia “ma certo vede qualcun'altro nei paraggi?” da questa prospettiva sembra una specie di colosso.
“beh?” vuole andarsene. Forse ha fretta.
Mi sbrigo a spiegare e ad arrivare al punto.
“premetto che se vorrà la pagherò 5 dollari. Dovrebbe prendere questa boccetta, passare dietro a quel ragazzo e spruzzargliela addosso senza che lui se ne accorga. Può?”
annuisce concentrato grattandosi la cute ampiamente stempiata.
“ datemi la boccetta” mormora.
Solo ora mi accorgo che il suo accento non è di qui. Non sembra di nessuna parte dell’ America in verità, chissà da dove viene.
Osserviamo l'uomo che si avvicina a Luke dopo aver intascato i 5 bigliettoni, si ferma dietro di lui a fissare la sua schiena, per chissà quale motivo, qualche secondo e poi preme il beccuccio della boccetta di essenza. Appena  l'odore ha raggiunto il suo naso si tappa la bocca e scappa velocemente.
L'espressione che ha Luke mi fa venir voglia di saltare fuori dal cespuglio e ridergli in faccia. È un misto tra disgustato, super disgustato e ultra disgustato. È come guardarlo mentre ascolta una nuova canzone di Justin Bieber.
Rimane sempre disperatamente bello.
L'odore si estende a tutti i presenti nel parco -comprese noi, purtroppo-  e qualcuno comincia a girarsi verso Luke lanciandogli sguardi di rimprovero e disapprovazione. Intanto Heaven sta tornando con due coni in mano e un punto interrogativo stampato in faccia.
“andiamo via” borbotta lui perplesso
Lei acconsente annuendo “si, qui puzza” commenta arricciando il naso. Il ragazzo abbassa lo sguardo.
“dai, seguiamoli” sospira Emily frustrata stendendo leggermente le gambe quel tanto che le possa permettere di camminare rimanendo ancora coperta dalla siepe.
“sì ma fammi riprendere aria!” esclamo ridacchiando della mia battuta come un’idiota. Lei mi squadra come per dire ‘’ wow. Che battuta dovresti fare la comica. ‘’ roteo gli occhi, seccata e acceleriamo per coprire la distanza che i piccioncini hanno messo tra noi.
Escono per l’uscita principale e noi facciamo lo stesso ma da quella secondaria per non essere viste. Troviamo i due che passeggiano lungo il marciapiede mano per mano e gli camminiamo dietro catapultandoci dietro all’oggetto più vicino che possa coprirci, nei momenti in cui uno di loro si guarda indietro. Riusciamo anche a sentire la conversazione che iniziano.
“Luke ma sei tu che puzzi?” domanda Heaven. Non  riesco a vederlo in faccia ma so che tiene lo sguardo basso per non far vedere che è arrossito. Lo fa sempre quando è in imbarazzo.
“io non credo! Che dici!” ribatte. Probabilmente, non si è ancora reso conto che l’odore, effettivamente, proviene dalla sua maglia.
“ti sei lavato oggi!” continua lei con aria schifata. Non posso fare a meno di scoppiare a ridere e se Emy non mi avesse zittita in tempo tappandomi la bocca con la mano avrei sicuramente rovinato tutto.
Mi sono persa qualche battuta della conversazione ma tengo ancora il filo del discorso. Luke ha appena esclamato sconvolto:‘’ è questa che puzza!’’.
E ora che fa? Si è infilato le braccia nell’indumento e lo sta girando al contrario, odora il tessuto e annuisce assorto prima di sfilarselo e lanciarlo per terra.
Un attimo.
Sfilarselo?
È a torso nudo. Troppo. Decisamente troppo per i miei sentimenti instabili.
Heaven è visibilmente imbarazzata e anche Luke non è del tutto a suo agio si passa una mano dietro la nuca e fa spallucce con uno sguardo che chiede perdono.
Sposto lo sguardo alla mia destra e mi rendo conto che la strada che hanno imboccato portava a casa mia e che ci siamo proprio davanti.
Luke vi manda solo uno sguardo distratto e continua a camminare e scherzare amabilmente con la sua attuale ragazza.
Il velo nero mi sta avvolgendo nuovamente contro il mio volere e non ho più voglia nemmeno di mettere in atto il terzo tentativo con la colla scivolosa.
Poggio la schiena al muretto che separa una delle villette a schiera dalla strada e scivolo con le gambe fino a terra poggiando la testa tra i palmi delle mani mentre Luke ed Heaven si allontanano come niente. Emily mi abbraccia senza dire una parola.
“era come se stesse guardando me capisci?” piagnucolo fissando le mie ginocchia.
“non dire così…” mormora lei. “forse ho sbagliato a darti spago. Alyssa, soffrirai solo di più. E se vai avanti così finirai per autodistruggerti!”
Scuoto il capo mestamente. Sto per piangere. Non voglio che mi veda.
“va a casa Emily” le suggerisco e spero che non si opponga.
“rimango finché non stai-”
“ ti prego va via” la interrompo.
“ va bene.” sospira tornando in piedi e muovendosi verso casa sua. “ci vediamo domani a scuola. Mi raccomando Alyssa.” aggiunge in conclusione.
Sono senza nessuno intorno. Come volevo. Ho ancora voglia di piangere ma le lacrime non accennano a farsi vedere.
Come si fa a piangere senza piangere?
Mi rialzo e attraverso la strada per imboccare il vialetto di casa mia. Prima di infilare la chiave nella serratura, le mie orecchie percepiscono un miagolio dietro alle mie spalle. Mi volto sorridendo spontaneamente ed esclamando ‘’gatto!’’ con molto più entusiasmo di quanto mi sarei aspettata. L’animale mi scruta per qualche secondo per poi ripetere il verso come per risposta. Ridacchio involontariamente e mi siedo sul cemento dell’ingresso per farlo salire ma lui invece adocchia i campanellini del mio braccialetto e comincia a giocarci e saltare per arrivarli, più lui salta più io sollevo il braccio. Dopo qualche minuto che giochiamo, sento dei passi che vengono verso di noi, seguiti dall’immagine di due converse bianche davanti ai miei occhi. Prima di alzare il capo mi fermo a pensare.
Louis ha delle converse? Io non le ho mai viste, ma io mica faccio caso alle scarpe di mio fratello! Invece si! Magari ne ha comprato un paio nuovo e le sta indossando per farmele vedere! Si deve essere così. Chi altri potrebbe essere altimenti?
“Alyssa?” una voce maschile roca e calda, che non ho mai sentito prima, mi chiama.
Invece io ho sentito questa voce.
Alzo finalmente gli occhi, e smetto di consumare le scarpe che porta con lo sguardo, per passare al viso.
Due occhi inverosimilmente verdi mi scrutano corrucciati e il viso è contratto in una smorfia perplessa.
“si?” domando sognante.
Il cipiglio si distende in un sorriso affascinante e sulle guance del ragazzo spuntano un paio di fossette a dir poco adorabili.
“veramente io parlavo con il mio gatto” ride passandosi una mano tra i riccioletti mal piastrati color cioccolato.
Arrossisco istintivamente e fisso le mie scarpe da skate nere. Come facevo a sapere che il gatto si chiamava come me?
Lascio andare l’animale, che subito si nasconde dietro le gambe dell’individuo.
“ grazie” ridacchia piegandosi per accarezzare il gatto.
Accenno un sorriso forzato. Sento ancora che l’alone nero mi costringe, non ho ancora voglia di parlare con qualcuno.
“stai bene?” domanda, improvvisamente preoccupato il ragazzo.
Aggrotto la fronte. Cosa vuole questo sconosciuto?
“sto bene” ribatto piccata.
“non sembra” insiste avvicinando il suo viso al mio pericolosamente.
“lo sai che sei un impiccione? Perché dovrei dirti che ho se nemmeno ti conosco?” ringhio scocciata indietreggiando e schiacciandomi contro la porta.
Avanza il labbro inferiore, pensoso “Vero“ costata grattandosi il mento come se avesse la barba. È così buffo. “sono Harry“ riprende ridendo e porgendomi la mano. Non mi prendo nemmeno la briga di stringerla.
“non crederai che perché adesso conosco il tuo nome, ti racconterò i problemi della mia vita. Vero? Comunque io sono Alyssa”
“ come il mio gatto” ribatte in tono cantilenante, affatto sorpreso.
“già”
 
 
 
“ lui si è limitato a dargli uno sguardo svogliato e ha continuato a fare il piccioncino con la sua ragazza!”piagnucolo, gesticolando in modo ridicolo. “ capisci? È come se in quel momento stesse guardando me! Per lui sono meno di zero lo so… ma come faccio a dimenticarlo?”
 Aggiungo nascondendo la testa tra le mani.
Harry delicatamente mi sposta le mani dal volto e finalmente parla dopo non aver fiatato per tutto il racconto.
È una cosa familiare.
“ sei sicura che lui non sia passato di qui apposta?” mi domanda premurosamente.
A dir la verità non ci avevo nemmeno pensato. “ io, non credo” mormoro dubbiosa.
Annuisce assorto nei suoi pensieri. “ credo che dovresti solo resistere per un po’. Sei una bella ragazza troverai qualcun altro in poco tempo” sorride. Perché è così bello quando lo fa?
Prende qualcosa dalla tasca. È un cellulare. Lo fissa per qualche secondo e poi si scusa perché è tardi e deve andare a casa.
Lo guardo senza smettere di sorridere mentre si allontana seguito dal gatto Alyssa.
“forse avrei dovuto farlo entrare” penso infilando la chiave nella serratura.
 
 
 
 
“come stai?” mi domanda Emy sedendosi sul cumulo di erba su cui sono poggiata sfiorando la mia spalla con la mano.
Come sto? Una merda. Mi sento come se avessi appena sbattuto contro un albero. Di acciaio. Pieno di spine. Mi sento come Harry Potter dopo aver fatto un’escursione sotto il mantello di Silente. Perché si. Silente è gay. Sorpresa! Ora state tutti una merda come me dopo questa notizia.
*Flashback*
“ questa sarà la volta decisiva. Me lo sento Emy. Vedrò Luke soffrire come me finalmente!” esclamo ridendo come un’isterica schizofrenica.
Lei finge di sbattere volontariamente la testa contro la colonna dietro la quale siamo nascoste.
Mi sforzo di dare uno sguardo a Luke e Heaven che si baciano poggiati all’armadietto di lei.
Credo che siano semplicemente nauseanti. Due opossum in calore come ho già detto. Li guardo solo per vedere se il mio piano sta andando in atto. Sorrido. Una ragazza si sta avvicinando. È attraente e provocante, niente a che vedere con l’angelo Heaven, alta, mora, formosa, carnagione scura, occhi verdi e intensi. Angioletti? Per favore.
“hey Luke” esclama con tono suadente prima di strizzargli un occhiolino eloquente.
Lui è perplesso e anche la sua fidanzatina che lancia un’occhiata di fuoco alla ragazza. Quando se ne va, lei posa le mani sui fianchi in attesa di spiegazioni ma non ha il tempo di dire niente che un’altra le arriva davanti tirando le guance di Luke e sussurrandogli “ieri è stato fantastico”. Ha un’espressione da Oscar.
Perché elaboro sempre questi piani che mi fanno morire dal ridere? Mi tappo la bocca con le mani da sola, sta andando tutto come previsto, non voglio assolutamente rovinare niente stavolta.
La bionda si allontana ancheggiando come se non avesse la spina dorsale e lascia i due soli.
“ CHE HA DETTO QUELLA PUTTANA! IERI È STATO FANTASICO?” sbraita Heaven fuori di sé.
“io, io non lo farei mai! Giuro! Mi conosci da tanto!” si discolpa lui quasi tremando. Quella ragazza è una furia.
Lei poggia una mano sulla fronte e sospira cominciando a camminare avanti e dietro lentamente.
“ come faccio a crederti Lukey? Ci conosciamo da tanto, si, ma  chi mi può assicurare non stai facendo con me come hai fatto con Alyssa? Stavamo insieme già da due mesi quando ti sei deciso a lasciarla”
Ora mi trattengo dallo scappare via.
Si avvicina a lei prendendole il viso tra le mani e guardandola negli occhi come non ha mai fatto con me, si fissano per qualche secondo con il fiato corto e poi Luke si decide a parlare.
“Heaven. Io ti amo, sei la cosa più importante che ho. Con Alyssa è finita perché non sentivo più niente per lei. Perché ora tu, sei l’unica. Questo è solo uno scherzo di cattivo gusto. Mi credi?”
Bene, poche parole ma perfette per spezzarmi il cuore. O meglio. Polverizzare. Era già spezzato.
Heaven si oppone un po’ per sfuggire alla sua presa delicata.
“ devo pensarci un po’ Luke” mormora riluttante prima allontanarsi percorrendo il corridoio, lasciandolo solo.
Emy ed io rimaniamo immobili a guardarlo come nel momento culmine di una fiction.
Luke si gira e lancia un grido soffocato per poi tirare un pugno molto forte contro l’armadietto su cui era poggiato. È davvero nervoso. Sta soffrendo. Perché allora non sono felice? Forse perché ha appena manifestato, quanto ama un’altra? O forse perché il mio unico desiderio non è di vederlo stare male ma stare bene con me?
Sparisco di nuovo dietro la colonna poggiando la testa al cemento e guardando il soffitto ansiosamente.
Che cosa ho fatto?
Sospiro involontariamente e forse, faccio troppo rumore, infatti, Emy mi guarda agitata per qualche secondo, prima che io mi ritrovi il volto, perfetto ma furioso, di Luke a un palmo dal naso. prima che possa scappare o divincolarmi mi blocca puntando le sue mani ai lati della colonna e incastrando i suoi occhi con i miei, perché sì, le mani possono fermarmi fisicamente, ma, lui sa che se mi perdo nelle sue iridi non ho più scampo.
“ perché lo hai fatto” lo sento chiedere con freddezza. Deglutisco a fatica per poi spostare lo sguardo altrove, attraverso la finestra che dà sul cortile, situata dietro le sue spalle.
“ guardami” mi ordina duramente. Ritorno a fissarlo tentando di non far trasparire alcuna emozione.
“non so di che parli” mormoro in tono neutro.
“si invece” ribatte con impazienza. Perché ha degli occhi così belli? Perché ha un viso così perfetto? Perché mi tremano le gambe quando sto vicino a lui?
Vorrei solo odiarlo! Non chiedo molto! Perché in questa vita non posso avere il controllo di me stessa quando si parla di lui? È così, frustrante.
“ Alyssa. Non riesci ad accettare che tra noi è tutto finito?” qualche altra uscita del genere e mi ritroverò in lacrime. Sono una bambina, una debole.
“stavi con lei mentre eravamo ancora insieme?” domando con un filo di voce.
Esita per qualche secondo ma alla fine confessa “sì. Hai sentito vero?” ora tiene lui gli occhi bassi.
Annuisco aggrottando le sopracciglia.
“se non ti piacevo più, perché non me lo hai detto subito? Perché hai continuato a stare con me per mesi facendomi chiedere cosa stessi sbagliando qualcosa, quando invece eri tu quello sbagliato!” parlo a sproposito ma, non posso fare altrimenti, sento montare la rabbia dentro di me e voglio solo che le cose diventino più chiare. Voglio sfogare la frustrazione che ho celato dentro in questi giorni.
“ non lo so, non volevo farti soffrire, penso”
Oh questo poi “forse non sai che ho sofferto il doppio quando mi hai presentato la tua ragazza subito dopo avermi lasciato? È il motivo per cui ho fatto tutto questo. Farti provare un po’ della sofferenza che ho provato io” sibilo assottigliando gli occhi e riducendoli ad una fessura.
Ma che lo dico a fare? Ormai è tutto inutile. Qualche minuto fa ha detto che per me non prova più niente.
“non preoccuparti, sistemerò tutto io con Heaven” sospiro voltandomi e allontanandomi a testa bassa.
Qualcuno sta parlando con Luke mentre me ne vado, ma non credo sia Emily, lei è accanto a me.
 *end flashback*
 
“dai dillo” bofonchio seccata a Emily.
“cosa” ribatte lei spaesata.
“non fare finta di non saperlo, dillo che mi avevi consigliato di lasciar perdere e che io ho sfacciatamente ignorato il suggerimento. Ecco perché ora sono qui. Perché ho la testa troppo dura e non mi rendo conto quando sono andata troppo oltre” piagnucolo nascondendo la testa tra le mani.
“non volevo dire niente di tutto questo” ribatte lei abbracciandomi. La lascio fare senza muovermi di un centimetro. “voglio andare a casa” sospiro mestamente sciogliendo l’abbraccio con lentezza e alzandomi. In questi giorni non riesco a fare cinque ore filate di scuola. “ti raggiungo tra qualche minuto” mi avverte Emily. Il suo tono mi fa pensare che la sua attenzione sia concentrata su qualcos’altro, difatti sta fissando un punto dietro le mie spalle, verso l’entrata della scuola, non mi interessa, ho altri pensieri per la testa. “come vuoi” il mio tono è senza emozioni mentre mi allontano. La sento parlare prima di infilare le cuffie nelle orecchie.
 
 
Remembering him comes in flashbacks and echoes
Tell myself it’s time now, gotta let go
But moving on from him is impossible
When I still see it all in my head.

 

“ Alyssa” mi chiama una voce che conosco. Mi giro svogliatamente lasciando penzolare le braccia come, se non facessero parte del mio corpo. Mi sforzo di sorridere, tanto per essere gentile ma dopo che il ragazzo si ferma ansimante per la corsa davanti a me e si passa una mano tra i riccioli tendendo in dentro le labbra e tirando un lungo sospiro, il sorriso diventa vero. Era l’unica persona che avrei voluto vedere in questo momento. “Harry” inarco un sopracciglio “che stai facendo?”
“ ho visto quello che è successo nel corridoio” mi rabbuio, non avrei voluto che anche lui si rendesse conto di quanto sono stupida. “ lo so che pensi, mi dispiace che tu abbia visto la mia sfuriata, mi dispiace Harry sono solo” non riesco a finire la frase perché la sua mano mi copre le labbra.  “ non penso niente. Sono solo preoccupato di come potessi stare”. Confessa.
Penso che sia davvero amabile.“ vorrei dirti che sto bene” abbasso lo sguardo. “è così scoraggiante. È come se fossi divisa in due parti: una vorrebbe smettere di soffrire e andare avanti ma l’altra non riesce a fare a meno di lui. Non potrò mai dimenticarlo del tutto” mormoro alzando gli occhi al cielo. Sorrido ancora nel vedere la sua faccia pensierosa.
“ mi sto sfogando con te, scusa e che, non lo faccio con tutti di solito e ora ti ho fatto entrare in questa storia senza conoscerti o senza che tu abbia fatto niente di male, sono io quella che sbaglia qui. Ma grazie per avermi ascoltata.”  Harry ride socchiudendo gli occhi e portando la testa leggermente indietro.
“ non importa ti ho chiesto io di parlarmene, senza sorriso sulle labbra non sei tu” inclina il capo e mi rivolge un sorriso sghembo. Rimango interdetta per qualche secondo. “ e tu che ne sai di come sono io? Ci siamo conosciuti solo un paio di giorni fa”
“si, infatti” cerca di riparare alla sua affermazione.
“ ehi Harry che ci fai qui!” mi volto par trovare mio fratello con una busta della spesa ipercarica sulla spalla. Louis e Harry?
“ come fai a conoscerlo fratello!” protesto guardandolo corrucciata. Lui non si scompone e apre la busta della spesa per prendersi una caramella. “ non hai visto mica tutti i miei amici sai, Alyssa” costata calmo, masticando l’orsetto al lampone. Ha ragione, ma come faceva a conoscere proprio lui?
“ voi come vi siete incontrati?” domanda poggiando la busta e incrociando le braccia al petto. Lancio un’occhiata ad Harry e solo ora mi accorgo che visibilmente agitato.
“ era venuto a cercare il suo gatto, e abbiamo, cominciato a parlare” mormoro senza staccare gli occhi da lui. In questa storia c’è qualcosa che non mi quadra.
“ davvero?” Louis inarca in sopracciglio “ eravate insieme alla festa da Emy” spalanco leggermente gli occhi.
“io, non me lo ricordavo” mormoro inchiodando Harry con lo sguardo. Deglutisce a fatica inquieto. Lui lo sapeva. 
“ da quanto mi conosci Harry?” domando timorosa della risposta.
“ ahem io entro in casa gente” fortunatamente il mio stupido fratello capisce quando non è aria. Non lo saluto nemmeno, ora voglio capire di più sul ragazzo che mi sta davanti. “ allora?” continuo a fissarlo.
Mi guarda indeciso torturandosi le mani. Ha qualcosa di sconvolgente da dirmi “ due anni.” confessa. “da quando hanno cominciato a parlare della ‘ragazza di Luke’ quando ti ho vista il mio cuore ha perso un colpo. Da allora ho fatto di tutto per avvicinarmi a te. Ma sei così difficile da raggiungere” mormora con un accenno di sofferenza negli occhi, abbassando lo sguardo.
La scoperta mi ha disorientata “ tu hai fatto finta di non conoscermi quando ti piaccio da due anni?” domando allontanandomi intimorita di qualche passo.
“ non andartene! Ti prego! Non sono un pazzo!” esclama accortosi della mia insicurezza.
Forse no, ma sono stanca di essere ingannata.“ senti voglio stare da sola e, non seguirmi, ti prego”  sospiro avvilita poggiandomi due dita sulla fronte e massaggiandola per allontanare il mal di testa che mi sta venendo. Entro in casa e corro in camera mia senza nemmeno passare per la cucina dove Louis sta preparando il pranzo. Non penso che ne uscirò per un po’.
 
“ che ha tua sorella?” “non lo so, ha parlato con Harry e non è più uscita…” “e non sei nemmeno entrato a vedere se stesse bene! Che razza di fratello sei?” “uno che non è il massimo con le parole” sento le voci di Lou e un suo amico mentre sono in dormiveglia sdraiata sul letto. Mi sento completamente distrutta, troppe emozioni in un giorno e nessuna buona. Non so se essere grata a Louis per non essere entrato in camera o detestarlo per non essersi preso nemmeno la briga di informarsi su come stessi.
Come prevedevo, dopo aver ascoltato la conversazione fuori dalla mia porta, la maniglia si abbassa lentamente e Louis insieme al biondino che ho quasi calpestato al mio risveglio dopo la festa a casa di Emy, entrano nella penombra della mia camera esitanti. “ Alyssa? Sei viva?” dovevo aspettarmi una domanda del genere da Louis. Forse sarebbe stato meglio se non fosse entrato. “va’ via” bofonchio con la voce soffocata dal cuscino. “ tuo fratello era preoccupato, voleva vedere dome stavi” il biondino interviene per cercare di riparare “sto bene.” Borbotto senza alzare la faccia. “tutto unicorni arcobaleni” una lacrima bagna il lenzuolo, ormai fradicio. Sento il cigolio delle molle mentre i due si siedono vicino a me. “ dai Alyssa, dicci cosa è successo” continua. Eh no. Mi alzo di scatto guardando con aria truce i due che ora sono spiazzati. “non ho intenzione di raccontare i miei problemi a degli sconosciuti ne ho avuto abbastanza biondino!” sbraito stizzita indicando la porta. Non ho intenzione di fare gli stessi errori. “ ehi calmati, Niall voleva solo aiutarti” lo difende Louis perplesso. “e tu? Sei bravo solo a difendere gli altri?” sbotto verso mio fratello che abbassa lo sguardo. “sono qui, no?” mormora lui socchiudendo gli occhi. Sospiro afflitta. “ si ma non c’è niente che tu possa fare” mi lascio crollare di nuovo sulla coperta imponendomi di non piangere di fronte a loro. “ Nilla, puoi uscire?” lo esorta Lou. “ sicuro?” chiede lui perplesso. Mio fratello lo trafigge con lo sguardo e gli fa cenno di andare.
“ mi fai un po’ di spazio?” mi domanda quando siamo soli. Aggrotto la fronte per poi spostarmi verso un’estremità del letto e lasciarlo stendere vicino a me, come quando eravamo piccoli e ci raccontavamo le storie dell’orrore la sera. Quanto tempo è che non parlo più con Louis se non per insultarlo o chiedergli quando è pronto da mangiare? Forse da quando i nostri genitori sono morti e lui ha cominciato a prendere il loro posto. Odio che tenti di rimpiazzarli, non ci riuscirà mai. Ma mi manca avere un fratello maggiore invece che un padre. “Louis?” lo chiamo fissando il soffitto.
“si?” mi risponde girandosi su un fianco per guardarmi meglio. “ti importa davvero che stia male? O lo fai solo perché Niall ti ha costretto?” ho paura di scoprire che nessuno tiene a me.
Ride sommessamente. “ sono tuo fratello, sei la cosa più importante che ho, ma, hai sempre tenuto tutti a distanza da quello che sentivi Alyssa, sei chiusa in te stessa e non mi hai mai parlato dei tuoi problemi. Ho pensato che ti avrei dato solo fastidio”  sono davvero così? Credo che abbia ragione. Anche Emy si comporta così quando sono triste. Non cerca di scoprire perché, si limita a consolarmi.
“ ho scoperto che Harry cerca di conoscermi da due anni” confesso improvvisamente.
“ e con questo?” ribatte lui calmo. Non capisco dove voglia arrivare. Mi giro a mia volta su un fianco per guardarlo in faccia con un cipiglio. “ mi ha ingannata Lou. Si è spacciato per uno sconosciuto.” Protesto contro il suo sorriso sornione. “ puoi biasimarlo dopo quello che hai fatto a Luke?”touche.
Si mette a sedere tendendomi una mano per aiutarmi a fare lo stesso. Mi lascio sollevare senza oppormi. “sai, a volte, quando si sceglie il cuore e non la ragione, si fa di tutto. Anche spacciarsi per qualcun altro.” Sorride inclinando il capo. Non sapevo che mio fratello potesse dare anche consigli. E anche buoni. E cosa dovrei fare adesso?
“ ma tu cosa provi per lui?“ mi domanda distogliendomi dai miei pensieri. “io non lo so” mormoro con sguardo assente. Sto bene con lui. È stata probabilmente l’unica persona con cui mi sono aperta. E lo conoscevo solo da un paio di minuti quando l’ho fatto. Ma perché? La mia mente è ancora annebbiata dal ricordo di Luke. “ credo di volerci provare” affermo infine.
Inaspettatamente mio fratello mi abbraccia. “perché?” domando confusa.
“ non lo so, per darti sicurezza? Ho paura che tu abbia creduto che non ti volessi bene negli gli ultimi tre anni” sussurra da dentro i miei capelli.
“ mi era mancato abbracciarti” confesso stringendolo. “ anche a me”.
 
 
 
 
 
 
“ come va!” esclamo con un ampio sorriso agitando la mano verso la mia migliore amica quando le apro la porta di casa. Storce il naso scettica.
“ non devi fingere di essere felice anche avanti a me sai?” precisa contrariata socchiudendo gli occhi.
Corrugo la fronte “perché dovrei farlo?” domando perplessa. Sono davvero felice. Ora sono sulla buona strada per dimenticare Luke. Sì, lo so che sarà difficile. Ma so che posso farlo. Con l’appoggio di un certo riccio. Ma prima c’è una cosa che devo fare.
“ Emy, devi aiutarmi a spiegare tutto a Heaven” spalanca leggermente gli occhi. “ ancora piani!” protesta alzando gli occhi al cielo.
Mi faccio strada sorpassandola per uscire dalla soglia di casa dopo aver salutato Louis. “ no, niente piani.” Affermo scuotendo la testa mentre lei mi affianca dopo aver chiuso la porta. “ voglio solo spiegarle che siamo state noi a mandare le ragazze, e, tutto il resto” soffoco una risata nel ricordare la giornata nel parco.
“ e non t’importa più niente di Luke?” mi rabbuio per qualche secondo “ è il passato” mi sforzo di sorridere.
“ è la cosa migliore” mi rassicura Emy poggiandomi una mano sulla spalla. “lo so”.
Siamo già arrivate a scuola. Purtroppo è a poche decine di metri da casa mia. Cerco tra gli studenti Heaven e la trovo sotto l’albero, dove l’avevo notata la prima volta che dovevo parlarle. Avanzo verso di lei fino a fermarmi a pochi centimetri dai suoi piedi, mentre Emy rimane a distanza.
Sta disegnando. I capelli biondi coprono il segno della matita e non riesco a vedere l’immagine completa.
“ Heaven…” la chiamo titubante. Alza la testa e riesco a vedere che ha gli occhi arrossati e lucidi. Oh no, ho fatto piangere Heaven.
“ ti stavo pensando” sorride invitandomi a sedermi. Obbedisco passandomi una mano tra i capelli indecisa. “ ah?” mugugno senza sapere cosa dire. Annuisce. “avevi ragione, non ci si può fidare di Luke dovevo darti retta” mormora mestamente. Ho ancora la tentazione di non dirle niente così da avere una possibilità in più con lui, ma so che non è giusto e, che non servirebbe a niente. “ è proprio di questo che dovevo parlarti, puoi fidarti cecamente di lui”. Scuote il capo con decisione. “ nono, perché tu non sai cosa è successo”
“ è stata colpa mia!” confesso chiudendo gli occhi atterrita dalla reazione che potrebbe avere. Dato che non sento nessuna risposta, ne riapro uno titubante.
Un sorriso si stende sul suo viso da un orecchio all’altro. “ dici davvero?” mi domanda. I suoi occhi brillano. Stupido Luke, è così perfetto che diventa una droga per qualunque ragazza. Annuisco lentamente. Strappa la pagina e me la porge frettolosamente prima di alzarsi e allontanarsi velocemente esclamando “dopo facciamo i conti!” rido e urlo “ non dirgli che sono stata io a dirtelo!” sperando che mi abbia sentita. Sposto lo sguardo sul foglio che mi ha lasciato tra le mani.
Rimango perplessa nel rendermi conto che ci sono io sul foglio. Mi ha disegnata? Sorrido involontariamente. Pensavo che non si ricordasse nemmeno la mia faccia.
Delle converse bianche entrano nella mia visuale e non mi serve alzare la testa per saperne il proprietario.
Sollevo una mano perché lui mi aiuti ad alzarmi, intreccia le dita con le mie.
“ ho pensato un po’, dopo quello che mi hai detto ieri” sentenzio quando siamo faccia a faccia, se così si può dire, visto che è di molto più alto di me.
Sorride “ah si? E cos’hai pensato?” come fa ad essere così calmo dopo che sono stata così scostante?
“che” è più difficile di quanto credessi. Dai Alyssa cosa ci vuole a dire che anche a te piace? “ io” sto sudando freddo “ oddio, che quando sono con te, insomma” AL FUOCO! AL FUOCO! “ INSOMMA CHE ANCHE TU MI PIACI!” urlo chiudendo gli occhi e stringendo i pugni. Merda l’ho detto troppo forte.
Non faccio in tempo a riaprire gli occhi che le sue labbra sono sulle mie in un bacio fin troppo aspettato. Aggrappo le mani alla sua maglietta leggera avvicinandolo e sento il battito accelerato del suo cuore sotto la pelle calda, la sua lingua si fa spazio con impazienza nella mia bocca dando vita ad un gioco passionale, e in quel momento, capisco che lui è la cosa che mi era mancata per tanto tempo, che non ho mai trovato in Luke e in nessun’altro ragazzo. È il pezzo mancante del mio “puzzle”.
“ non sai quanto ho desiderato che tu lo dicessi” sussurra ansimante una volta che ci siamo allontanati.
Un applauso parte dalla folla, come se questa fosse la fine di un film, e mi rendo conto che da quando ho urlato nessuno è tornato a occuparsi di quello che stava facendo, ma ha continuato a guardare noi. Rido perdendomi nei suoi occhi verdi. Non credevo che sarei potuta essere così felice di qualcosa, ma sento il cuore scoppiare e tutto quello che voglio fare, è stare con Harry, anche se intorno a noi ci fosse il nulla o come in questo caso un pubblico commosso.
 

 

 

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em ciao, ho trovato questa vecchia storia in una cartella dimenticata dal mondo e ho pensato che sarebbe stato carino postarla, quindi ho corretto un po' di errori (spero tutti ahah) ed eccomi qui. è praticamente la prima fan fiction che posto (non la prima che scrivo lol) quindi idk spero vi piaccia, ho sempre un po' di timore a far leggere quello che scrivo ad altri. Bene addio, hope you enjoyed.


  
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